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    LEONE XIV/PREVOST - PAROLIN, SEMERARO, MARCHETTO - RICCARDI

    LEONE XIV/PREVOST - PAROLIN, SEMERARO,  MARCHETTO – RICCARDI  - di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 13 maggio 2025

    Echi dei primi incontri di papa Leone XIV – Le vocazioni, la guerra in Ucraina - Echi dal Conclave con i cardinali Parolin, Semeraro, Marchetto e il fondatore della Comunità di Sant’Egidio Andrea Riccardi

     

    ***Eravamo a Fatima venticinque anni fa, il 13 maggio del 2000, quando Giovanni Paolo II beatificava i pastorelli Francisco e Jacinta Marto. Una giornata indimenticabile le cui parole, suoni, colori avevamo trasfuso in una cronaca che ogni volta ce la fa rivivere (vedi https://www.rossoporpora.org/rubriche/vaticano/133-a-fatima-con-giovanni-paolo-ii.html ).  

     

    PAPA LEONE XIV: ECHI DI GIORNATE GIA’ INTENSE

    Dopo il saluto e la Benedizione Urbi et Orbi dalla Loggia centrale di San Pietro (8 maggio 2025, dopo l’elezione) e la messa celebrata con i cardinali nella Cappella Sistina (9 maggio 2025) – di cui abbiamo ampiamente riferito (vedi  https://www.rossoporpora.org/rubriche/vaticano/1234-l-elezione-di-papa-leone-xiv-qualche-nota.html ) - papa Leone XIV ha già svolto un’attività intensa: ha incontrato le eminenze nell’Aula del Sinodo, ha fatto visita alla Madonna del Buon Consiglio di Genazzano, ha reso omaggio alla tomba di papa Francesco a Santa Maria Maggiore, ha recitato il primo Regina Coeli (cantando con voce chiara e vigorosa l’antifona mariana), ha avuto una conversazione telefonica con il presidente ucraino Zelensky (che l’ha definita “calorosa e di grande spessore”, invitando anche il Pontefice a Kiev), ha incontrato la stampa mondiale. Eccone qualche eco.

     

    PAPA LEONE XIV: DALL’INCONTRO CON I CARDINALI, 10 maggio 2025, Aula del Sinodo

    (…) Vorrei che insieme, oggi, rinnovassimo la nostra piena adesione (…) alla via che ormai da decenni la Chiesa universale sta percorrendo sulla scia del Concilio Vaticano II. Papa Francesco ne ha richiamato e attualizzato magistralmente i contenuti nell’Esortazione apostolica Evangelii Gaudium, di cui voglio sottolineare alcune istanze fondamentali: il ritorno al primato di Cristo nell’annuncio (cfr. n. 11); la conversione missionaria di tutta la comunità cristiana (cfr n. 9); la crescita nella collegialità e nella sinodalità (cfr n. 33); l’attenzione al sensus fidei (cfr nn. 119-120), specialmente nelle sue forme più proprie e inclusive, come la pietà popolare (cfr n. 123); la cura amorevole degli ultimi, degli scartati (cfr n. 53); il dialogo coraggioso e fiducioso con il mondo contemporaneo nelle sue varie componenti e realtà (cfr n. 84; Concilio Vaticano II, Cost. Past. Gaudium et Spes 1-2).

    ( …) Proprio sentendomi chiamato a proseguire in questa scia, ho pensato di prendere il nome di Leone XIV. Diverse sono le ragioni, però principalmente perché il Papa Leone XIII, con la storica Enciclica Rerum novarum, affrontò la questione sociale nel contesto della prima grande rivoluzione industriale; e oggi la Chiesa offre a tutti il suo patrimonio di dottrina sociale per rispondere a un’altra rivoluzione industriale e agli sviluppi dell’intelligenza artificiale, che comportano nuove sfide per la difesa della dignità umana, della giustizia e del lavoro.

    PAPA LEONE XIV: VISITA ALLA MADONNA DEL BUON CONSIGLIO A GENAZZANO, 10 maggio 2025

    (Prima visita fuori Roma di papa Leone XIV a Genazzano (borgo medievale a 60 km da Roma) in un santuario che conosce bene e che vede la presenza agostiniana almeno dal XIII secolo. Lì è custodita un’antica immagine della Madonna di origine albanese). Ai fedeli lì riuniti il Pontefice ha detto tra l’altro:

    . Ho voluto tanto venire qui in questi primi giorni del nuovo ministero che la Chiesa mi ha consegnato, per portare avanti questa missione come successore di Pietro (…) E’ una grande emozione tornare qui, in questo posto che ho da molti anni nel mio cuore. Avete un dono così grande, quello della presenza della Madonna, ma vuol dire che avete anche una grande responsabilità, come quella si una mamma con i propri figli, dovete essere anche fedeli”.

    PAPA LEONE XIV: OMELIA DELLA MESSA PRESIEDUTA NELLA CRIPTA DELLA BASILICA DI SAN PIETRO, 11 maggio 2025

    (dopo alcune parole in inglese)

    . Adesso aggiungo una parola anche in italiano, perché questa missione che portiamo avanti non è più rivolta a una sola diocesi ma a tutta la Chiesa: è importante questo spirito universale. E lo troviamo anche nella prima Lettura che abbiamo ascoltato (cfr At 13,14.43-52). Paolo e Barnaba vanno ad Antiochia, vanno prima dai giudei, ma loro non vogliono ascoltare la voce del Signore, e cominciano allora ad annunciare il Vangelo a tutto il mondo, ai pagani. Partono, come sappiamo, per questa grande missione. San Paolo viene a Roma, dove alla fine lui la compie. Un altro esempio di testimonianza di un buon pastore. Ma in quell’esempio c’è anche un invito molto speciale a tutti noi. Lo dico anche in una maniera molto personale; annunciare il Vangelo a tutto il mondo.

    . Coraggio! Senza paura! Tante volte Gesù dice nel Vangelo: “Non abbiate paura!”. Bisogna essere coraggiosi nella testimonianza che diamo, con la parola e soprattutto con la vita: dando la vita, servendo, qualche volta con grandi sacrifici, per vivere proprio questa missione.

    . Ho letto una piccola riflessione che mi fa pensare molto, perché anche nel Vangelo viene fuori. In questo senso, qualcuno ha domandato: “Quando tu pensi alla tua vita, come spieghi dove sei arrivato?”. La risposta che danno in questa riflessione in un certo senso è anche la mia: con il verbo “ascoltare”. Quanto è importante ascoltare! Gesù dice: Le mie pecore ascoltano la mia voce (Gv 10,27). E penso che sia importante che tutti noi impariamo sempre di più ad ascoltare, per entrare in dialogo. Anzitutto con il Signore: ascoltare sempre la Parola di Dio. Poi anche ascoltare gli altri: sapere costruire i ponti, sapere ascoltare per non giudicare, non chiudere le porte, pensando che noi abbiamo tutta la verità e nessun altro può dirci niente. È molto importante ascoltare la voce del Signore, ascoltarci, in questo dialogo, e vedere verso dove il Signore ci sta chiamando.

    PAPA LEONE XIV: REGINA COELI DALLA LOGGIA CENTRALE DI SAN PIETRO, 11 maggio 2025 (con parole anche sulla guerra in Ucraina)

    (Una grande folla ha gremito piazza Sn Pietro e via della Conciliazione. In una giornata allietata da un sole già quasi estivo, sono anche risuonate gioiose le note e i colori di una moltitudine di bande musicali e gruppi popolari che hanno raggiunto la Piazza percorrendo via della Conciliazione, in occasione del loro Giubileo particolare)

    . Oggi, dunque, fratelli e sorelle, ho la gioia di pregare con voi e con tutto il Popolo di Dio per le vocazioni, specialmente per quelle al sacerdozio e alla vita religiosa. La Chiesa ne ha tanto bisogno!  (NdR. Risposta a una domanda sulla scarsità di vocazioni data da Robert Francis Prevost in un’intervista alla Curia generalizia agostiniana il 29 settembre 2023, in occasione della creazione a cardinale: Torniamo alla Giornata Mondiale della Gioventù a Lisbona. Lì ho avuto il privilegio di accompagnare Papa Francesco e ho potuto vedere migliaia di giovani in cerca di esperienze che li aiutassero a vivere la loro fede. Innanzitutto la nostra priorità non può essere cercare vocazioni. La nostra priorità deve essere vivere la buona notizia, vivere il Vangelo, condividere l’entusiasmo che può nascere nei nostri cuori e nelle nostre vite quando scopriamo veramente chi è Gesù Cristo. (…) E’ vero che in alcune parti del mondo in questo momento, per varie ragioni, ci sono meno vocazioni rispetto al passato. E sebbene, naturalmente, sia una preoccupazione, non credo sia la principale. Se impariamo a vivere meglio la nostra fede e impariamo a invitare e includere altri nella vita della Chiesa, specialmente i giovani, alcune vocazioni ci arriveranno comunque. (…) .

    . Ed è importante che i giovani e le giovani trovino, nelle nostre comunità, accoglienza, ascolto, incoraggiamento nel loro cammino vocazionale, e che possano contare su modelli credibili di dedizione generosa a Dio e ai fratelli.

    (dopo il Regina Coeli )

    . Fratelli e sorelle, l’immane tragedia della Seconda Guerra Mondiale, terminava 80 anni fa, l’8 maggio, dopo aver causato 60 milioni di vittime. Nell’odierno scenario drammatico di una terza guerra mondiale a pezzi, come più volte ha affermato Papa Francesco, mi rivolgo anch’io ai grandi del mondo, ripetendo l’appello sempre attuale: “Mai più la guerra!”. (NdR. Un grido che fu già di Paolo VI e Giovanni Paolo II)

    . Porto nel mio cuore le sofferenze dell’amato popolo ucraino. Si faccia il possibile per giungere al più presto a una pace autentica, giusta e duratura. Siano liberati tutti i prigionieri e i bambini possano tornare alle proprie famiglie.

    NdR/1. Così papa Francesco nell’ultimo messaggio pasquale Urbi et Orbi del 10 aprile 2025 a proposito della questione ucraina: ‘Cristo Risorto effonda il dono pasquale della pace sulla martoriata Ucraina e incoraggi tutti gli attori coinvolti a proseguire gli sforzi volti a raggiungere una pace giusta e duratura’.

    NdR/2. L’allora vescovo di Chiclayo nel Perù così parlò in un’intervista in video del 2022  sulla guerra in Ucraina al settimanale ‘Semanario Expresion”:"Ci sono molte analisi sul conflitto, sulla guerra in Ucraina, ma dal mio punto di vista si tratta di una vera e propria invasione imperialista in cui la Russia vuole conquistare un territorio per motivi di potere e vantaggio proprio della Russia, per la sua posizione strategica nonché per il grande valore rappresentato dall'Ucraina, culturalmente e storicamente, e anche in produzione per la Russia. (…) Si sta commettendo, è già stato dimostrato, ci sono crimini contro l'umanità che si stanno commettendo in Ucraina. Bisogna pregare molto Dio per la pace, ma credo che occorra essere più chiari. Anche noi, persino alcuni politici nel nostro Paese, non vogliono riconoscere gli orrori di questa guerra e della malvagità che la Russia sta compiendo in tutte le sue azioni in Ucraina". Non è chi non veda una forte diversità con la posizione di papa Bergoglio, che aveva evidenziato tra le cause della guerra anche ‘l’abbaiare’ della NATO ai confini russi, mantenendo una voluta e comprensibile equidistanza (nell’ottica della tradizionale politica estera vaticana)  tra Kiev (e i suoi suggeritori e fornitori) e Mosca.

    . Mi addolora profondamente quanto accade nella Striscia di Gaza. Cessi immediatamente il fuoco! Si presti soccorso umanitario alla stremata popolazione civile e siano liberati tutti gli ostaggi.

    (nei saluti papa Leone XIV ha citato anche i manifestanti della marcia nazionale ‘Scegliamo la vita’, svoltasi a Roma il giorno precedente)

    PAPA LEONE XIV, INCONTRO CON GLI OPERATORI DELLA COMUNICAZIONE, 12 maggio 2025, Aula Paolo VI

    (a differenza di papa Francesco nel 2013, alla fine del discorso papa Leone XIV ha impartito la benedizione apostolica a tutti i presenti)

    . Nel “Discorso della montagna” Gesù ha proclamato: Beati gli operatori di pace (Mt 5,9). Si tratta di una Beatitudine che ci sfida tutti e che vi riguarda da vicino, chiamando ciascuno all’impegno di portare avanti una comunicazione diversa, che non ricerca il consenso a tutti i costi, non si riveste di parole aggressive, non sposa il modello della competizione, non separa mai la ricerca della verità dall’amore con cui umilmente dobbiamo cercarla. La pace comincia da ognuno di noi: dal modo in cui guardiamo gli altri, ascoltiamo gli altri, parliamo degli altri; e, in questo senso, il modo in cui comunichiamo è di fondamentale importanza: dobbiamo dire “no” alla guerra delle parole e delle immagini, dobbiamo respingere il paradigma della guerra.

    . Permettetemi allora di ribadire oggi la solidarietà della Chiesa ai giornalisti incarcerati per aver cercato di raccontare la verità, e con queste parole anche chiederne la liberazione di questi giornalisti incarcerati. La Chiesa riconosce in questi testimoni – penso a coloro che raccontano la guerra anche a costo della vita – il coraggio di chi difende la dignità, la giustizia e il diritto dei popoli a essere informati, perché solo i popoli informati possono fare scelte libere. La sofferenza di questi giornalisti imprigionati interpella la coscienza delle Nazioni e della comunità internazionale, richiamando tutti noi a custodire il bene prezioso della libertà di espressione e di stampa.

    . Viviamo tempi difficili da percorrere e da raccontare, che rappresentano una sfida per tutti noi e che non dobbiamo fuggire. Al contrario, essi chiedono a ciascuno, nei nostri diversi ruoli e servizi, di non cedere mai alla mediocrità. La Chiesa deve accettare la sfida del tempo e, allo stesso modo, non possono esistere una comunicazione e un giornalismo fuori dal tempo e dalla storia. Come ci ricorda Sant’Agostino, che diceva: “Viviamo bene e i tempi saranno buoni” (cfr Discorso 311). Noi siamo i tempi».

    . Oggi, una delle sfide più importanti è quella di promuovere una comunicazione capace di farci uscire dalla “torre di Babele” in cui talvolta ci troviamo, dalla confusione di linguaggi senza amore, spesso ideologici o faziosi. Perciò, il vostro servizio, con le parole che usate e lo stile che adottate, è importante. La comunicazione, infatti, non è solo trasmissione di informazioni, ma è creazione di una cultura, di ambienti umani e digitali che diventino spazi di dialogo e di confronto. E guardando all’evoluzione tecnologica, questa missione diventa ancora più necessaria.

    . (…) Ripeto a voi oggi l’invito fatto da Papa Francesco nel suo ultimo messaggio per la prossima Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali: disarmiamo la comunicazione da ogni pregiudizio, rancore, fanatismo e odio; purifichiamola dall’aggressività. Non serve una comunicazione fragorosa, muscolare, ma piuttosto una comunicazione capace di ascolto, di raccogliere la voce dei deboli che non hanno voce. Disarmiamo le parole e contribuiremo a disarmare la Terra. Una comunicazione disarmata e disarmante ci permette di condividere uno sguardo diverso sul mondo e di agire in modo coerente con la nostra dignità umana. (NdR. Sono considerazioni che hanno caratterizzato il pontificato di papa Francesco, vedi ad esempio quanto scritto nella lettera del 14 marzo 2025 al direttore del Corriere della Sera : ‘Dobbiamo disarmare le parole, per disarmare le menti e disarmare la Terra. C'è un grande bisogno di riflessione, di pacatezza, di senso della complessità’

    ECHI DAL CONCLAVE

    CARDINALE PIETRO PAROLIN

    Grande favorito della vigilia, il cardinale Segretario di Stato è stato bersagliato negli ultimi giorni prima del Conclave da una martellante campagna di delegittimazione, palese e sotterranea. E’ così che, provvisto solo di una flotta di galeoni, nulla ha potuto contro portaerei e sommergibili. Realisticamente ne ha preso atto già nella mattinata di giovedì 8 maggio, ritirando la propria candidatura e facendo confluire i propri voti sul cardinale Prevost, i cui sostenitori avevano dimostrato grande compattezza e determinazione. Il cardinale Parolin, di Schiavon (Vicenza) ha risposto all’invito del ‘Giornale di Vicenz’a di commentare l’elezione di Leone XIV, aggiungendo alla riflessione (che riproduciamo) anche una considerazione sul tifo dei conterranei (e non solo) in suo favore: "In riferimento alla 'tifoseria' dei vicentini in mio favore (umanamente comprensibile, penso), alla fine va superata secondo una logica diversa, di fede e di Chiesa". Ecco il commento, pubblicato il 10 maggio 2025.

    . Ancora “fresco” della forte e coinvolgente esperienza del Conclave, rispondo volentieri alla richiesta del Giornale di Vicenza di scrivere un commento sull’elezione di Papa Leone XIV, il Card. Robert Francis Prevost, OSA.
    Più che un commento è una breve testimonianza che mi permetto di offrire, a partire dalla gioia che in così breve tempo la Chiesa universale abbia ritrovato il suo Pastore, il Successore di Pietro, il Vescovo di Roma, dopo la malattia e la morte di Papa Francesco, che ha avuto la pazienza di tenermi come suo Segretario di Stato per quasi 12 anni.
    . Noi crediamo fermamente che, attraverso l’azione dei Cardinali elettori – anche attraverso la loro umanità – è lo Spirito Santo che sceglie l’uomo destinato a guidare la Chiesa. Si tratta, tecnicamente di un’elezione, ma ciò che avviene nella Cappella Sistina sotto lo sguardo di Cristo Giudice, rinnova quanto successe agli inizi della Chiesa quando si trattò di ricostituire il collegio apostolico dopo la dolorosa defezione di Giuda Iscariota. Allora gli Apostoli pregarono affinché il Signore, che conosce il cuore di tutti, mostrasse loro chi fosse il designato (cfr. Atti 12,25)

    . Questo mistero si è ripetuto nei giorni scorsi e noi siamo immensamente grati al Signore che non abbandona la Chiesa, la sua amata sposa, ma la provvede di Pastori secondo il suo cuore. E siamo immensamente grati a Papa Leone XIV per aver accettato la chiamata del Signore ad amarlo “più di costoro” e a seguirlo, per pascere le sue pecorelle e i suoi agnelli come Gesù chiese a Pietro nel brano evangelico che abbiamo letto domenica scorsa (21,15ss).


    . Credo di non rivelare nessun segreto, se scrivo che un lunghissimo e caloroso applauso è seguito a quell’“accetto” che lo rendeva il 267mo Papa della Chiesa Cattolica. Di lui mi ha colpito soprattutto la serenità che traspariva dal suo volto in momenti così intensi e, in un certo senso, “drammatici”, perché cambiano totalmente la vita di un uomo. Non ha mai perduto il suo sorriso mite, pur, immagino, nella viva consapevolezza dei non pochi e dei non semplici problemi che la Chiesa d’oggi si trova ad affrontare. Ne avevamo parlato a lungo durante le Congregazioni dei Cardinali precedenti il Conclave, dove ognuno dei partecipanti – Cardinali elettori e non elettori – hanno potuto presentare il volto del cattolicesimo nei rispettivi Paesi, la sfide che lo attendono, le prospettive di futuro.

    . E poiché la Chiesa, seguendo il suo Signore, è profondamente incarnata nella storia degli uomini e delle donne di ogni tempo e di ogni latitudine, il nuovo Papa ha ben presenti i problemi del mondo d’oggi, come ha dimostrato fin dalle sue prime parole sulla Loggia di San Pietro, riferendosi immediatamente alla pace “disarmata e disarmante”.

    . Questa serenità io l’ho sempre sperimentata nel Card. Prevost, che ebbi modo di conoscere all’inizio del mio servizio come Segretario di Stato per una questione spinosa che riguardava la Chiesa in Perù, dove egli era Vescovo della Diocesi di Chiclayo. Ho avuto poi la possibilità di collaborare direttamente con lui in questi due ultimi anni, dopo che Papa Francesco l’ha chiamato a Roma e l’ha messo a capo del Dicastero per i Vescovi. Ho potuto sperimentare in lui conoscenza delle situazioni e delle persone, pacatezza nell’argomentazione, equilibrio nella proposta delle soluzioni, rispetto, attenzione e amore per tutti.

    . Credo che Papa Leone XIV, oltre ovviamente che nella grazia del Signore, troverà nella sua grande esperienza di religioso e di pastore, come pure nell’esempio, nell’insegnamento e della spiritualità del grande padre Agostino – che egli ha citato nelle sue prime parole – le risorse per lo svolgimento efficace del ministero che il Signore gli ha affidato, a bene della Chiesa e dell’umanità intera.

    . Noi gli siamo vicini con il nostro affetto, la nostra obbedienza e la nostra preghiera.

    CARDINALE MARCELLO SEMERARO

    Da un’intervista di Giacomo Gambassi, apparsa su ‘Avvenire’ del 13 maggio 2025

    (…) Poi è iniziato il Conclave. Quando abbiamo ritardato nella prima votazione, pensavo: “Chissà che cosa diranno fuori perché non arriva la fumata. Forse penseranno che stiamo litigando…” (NdR: in effetti chi era in Piazza aveva incominciato a pensare a ipotesi diverse, anche le più strampalate). In realtà si erano allungati i tempi per le operazioni di voto, essendo il primo giorno. La maggioranza che ha permesso l’elezione di Leone XIV si è creata passo dopo passo, gradualmente, non all’improvviso (NdR: si vede che comunque il cardinale Prevost era già partito con un numero non irrisorio di voti…). E ritengo tutto ciò un dono del Signore. Così come è stato un dono la docilità che ha portato a un certo momento a rinunciare quando si comprende che il vento soffia verso un’altra direzione. In breve è stata raggiunta la maggioranza necessaria. (NdR: il grassetto è nostro. Trasparente il riferimento alla rinuncia da parte del cardinale Parolin).

    CARDINALE AGOSTINO MARCHETTO

    Da un’intervista di Franca Giansoldati, apparsa su ‘Il Messaggero’ del 10 maggio 2025. Da notare che il card. Marchetto, diplomatico di lungo corso e vicentino, aveva rilasciato a Chiara Roverotto de ‘Il Giornale di Vicenza’ un’intervista pubblicata il 4 maggio 2025 dal titolo: “Agostino Marchetto: Il nuovo Papa sarà italiano e seguirà la via segnata da Francesco. Conclave breve”. Nell’intervista si leggeva anche che “Il cardinale Pietro Parolin sta benissimo” e che “io e Parolin siamo amici di lunga data. Ha una grande responsabilità”. Nell’occasione il cardinale Marchetto esprimeva la stessa previsione condivisa da fior di cardinali e da molti di noi, che ‘non abbiamo visto arrivare’ il cardinale Prevost (i cui sostenitori, lo ribadiamo, hanno saputo lavorare con grande discrezione).

    . Non facendo parte degli elettori, non ero nella Sistina e non so nulla si quanto accaduto là dentro. Posso però dire che alla vigilia tutto faceva pensare che il Conclave si sarebbe concluso già giovedì benché il cardinale atteso non fosse quello che poi è stato effettivamente eletto. Tutto faceva ipotizzare che le cose andassero nella direzione di Parolin, anche se nella seconda rosa di candidati spiccava la figura di Prevost. Diciamo che è stata una sorpresa sia da una parte che dall’altra.

    . Sin dall’inizio delle Congregazioni generali l’attenzione era andata alla figura del cardinale Parolin per ovvie ragioni: è una figura apprezzata a livello internazionale, un uomo di Stato, con tratti pastorali evidenti. Può darsi che quando si sono chiuse le porte della Sistina tanti elettori abbiano riflettuto, magari maturando dubbi, forse non erano convinti. E lo Spirito Santo ha certamente soffiato ed è uscita una figura buona con grandi esperienze di vita e missionarie. Il nostro Papa Leone XIV è un occidentale che ha vissuto a lungo nel Sud America: può essere apparso come una opzione ragionevole e i voti si sono orientati più facilmente.

    . E’ per tutti un grande momento, si apre una nuova fase, Leone XIV farà bene. Certo forse avrei immaginato di vedere eletto il cardinale Pietro Parolin. Lo confesso: pensavo che ce la facesse, ma sono contento della scelta operata dallo Spirito Santo. E mi creda, non è una questione di quorum o di conteggi numerica, è davvero lo Spirito che soffia. Ho visto che Parolin era presente al fianco di Leone XIV sulla Logga in virtù del suo ruolo di presidente del Conclave. Aveva gli occhi sorridenti, ma lui sorride sempre. Tuttavia vi ho colto, non vorrei sbagliare, un velo. Ma, ripeto, è una mia impressione e posso sicuramente sbagliare.

    ANDREA RICCARDI, FONDATORE DELLA COMUNITA’ DI SANT’EGIDIO

    Da un’intervista di Salvatore Cannavò, apparsa su ‘Il Fatto Quotidiano’ del 12 maggio 2025

    . Sentii che (NdR: Robert Francis Prevost) aveva avuto una discussione sugli agostiniani di Buenos Aires, quand’era generale del suo Ordine, e scherzava dicendo che “pensava che non mi avrebbe mai fatto vescovo”. Invece è andata diversamente. Penso che Bergoglio negli ultimi anni mesi della sua vita abbia avuto la percezione di una situazione difficile e di una eredità complessa, che avesse il timore di una reversibilità della sua opera, se non del rischio di un capovolgimento. Si era diffuso nel m ondo ecclesiastico e si è espresso nelle Congregazioni generali, che sono state anche severe sul Papa appena defunto, il timore della confusione nella Chiesa e che Francesco ne fosse la causa. Bergoglio può allora può aver pensato, con lucidità, a chi e come potesse continuare la sua missione. Bergoglio ha forse guardato a questa figura diversa da lui, che noi abbiamo visto con chiarezza come uomo sereno, pacato, non impulsivo.. (…) Un gruppo vicino a Bergoglio, secondo me ispirato anche da lui, anche se non ho le prove, ha avanzato il nome di Prevost, i latinoamericani si sono fidati, e poi gli americani, quasi tutti, non solo i progressisti, probabilmente hanno allargato l’area di consenso.

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