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    FILETTINO 1/MEMORIA: DON ALESSANDRO DE SANCTIS, 75 ANNI DA PASTORE

    FILETTINO 1/ MEMORIA: DON ALESSANDRO DE SANCTIS, 75 ANNI DA PASTORE – di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 16 giugno 2025

     

    Incominciamo una serie di articoli riguardanti alcuni aspetti della vita del piccolo comune di montagna di Filettino (Lazio, ai confini con l’Abruzzo) evocando una figura di sacerdote che dal 1942 al 2017 ha dato tutto sé stesso per il bene del paese, al servizio del Vangelo: mons. Alessandro De Sanctis. Alla fine dell’articolo una ricca galleria fotografica con momenti della vita pastorale del prete nato a Vallepietra, all’ombra del santuario della Santissima Trinità.

     

    ***** UN APPELLO DI PAPA LEONE XIV, lanciato al termine dell’udienza giubilare di sabato 14 giugno 2025 nella Basilica di San Pietro:(…) Si è gravemente deteriorata la situazione in Iran e Israele, e in un momento così delicato desidero rinnovare con forza un appello alla responsabilità e alla ragione. L’impegno per costruire un mondo più sicuro e libero dalla minaccia nucleare va perseguito attraverso un incontro rispettoso e un dialogo sincero, per edificare una pace duratura, fondata sulla giustizia, sulla fraternità e sul bene comune”.

    Come già segnalato, ventisette capi-scout palestinesi e cattolici di Zababdeh (Cisgiordania, a nord di Jenin) sono ospiti dal 6 giugno scorso di Sant’Ippolito a piazza Bologna e in particolare degli scout del gruppo Agesci 62. Sarebbero dovuti ripartire lunedì 16, ma per il momento rimangono a Roma nei locali della parrocchia romana (gemellata con Zababdeh). Tra i vari momenti di incontro tra gli scout palestinesi e i parrocchiani vogliamo ricordarne uno molto significativo e dal forte impatto emotivo: la santa messa vespertina di domenica 15 giugno, celebrata con grande solennità e arricchita dai canti con strofe in italiano e in arabo. Al parroco mons. Manlio Asta donate in segno di riconoscenza una stola con simboli palestinesi e una targa in legno di ulivo della Terrasanta con inciso in latino l’incipit del Magnificat e in arabo e italiano l’attestazione del gemellaggio tra le parrocchie. Applausi scroscianti e molto insistiti dei tanti fedeli presenti alla messa. Il gruppo ha potuto anche salutare papa Leone XVI (stretta di mano per tutti e due foto) al termine dell’udienza giubilare di sabato 14 giugno (su richiesta del card. Pizzaballa e intervento ulteriore del card. Parolin). Gli scout di Zababdeh sono gemellati pure con la diocesi di Verona e sono stati incontrati in questi giorni nella città scaligera dal vescovo Domenico Pompili*****

     

    Filettino, il comune più alto del Lazio (1075 m), 518 residenti (circa 350  effettivi), nel cuore dei Monti Simbruini (“sub imbribus”... l’acqua non manca), nell’alta valle dell’Aniene ai confini con l’Abruzzo… un angolo incantevole di natura e pregevole anche sotto l’aspetto artistico.  

    Le chiese non mancano a Filettino, da quella parrocchiale di Santa Maria Assunta, a San Giovanni Battista (le due in cui si celebrano le messe festive e feriali), da Sant’Antonio a San Bernardino (trasformata in museo sacro), dall’abbazia e chiesa di San Nicola all’Oratorio della Santissima Trinità. Nelle chiese si incontrano diverse opere d’arte, ad esempio dagli affreschi di San Nicola a quelli di San Giovanni Battista, dagli oli su tela del Maestro filettinese Ulisse Giacomini a Santa Maria Assunta ad altri affreschi, quelli di Sant’Antonio e di San Bernardino.  

    Filettino è però, come tanti altri villaggi in situazione analoga, in via di spopolamento e la carenza si constata nelle sue conseguenze in primo luogo tra le giovani generazioni. Rileva don Pierluigi Nardi, parroco dal 2021, che peraltro fin da piccolo ha sempre sognato di essere pastore in una piccola comunità: “La parrocchia è quella di un paese di poche centinaia di abitanti (salvo che nella stagione turistica) in via di spopolamento. Con sempre meno ragazzi che seguono il percorso di iniziazione cristiana. Si sono ridotti a poche unità i battesimi negli ultimi anni, le Prime Comunioni, le Cresime. Dal 2021 un solo matrimonio. Ci sono comunque molte persone disponibili ad aiutare nella quotidianità e nelle iniziative parrocchiali, sebbene in buona parte già molto impegnate nelle loro imprese commerciali. Sono in tanti in ogni caso a cercare di dare continuità alle non poche tradizioni religiose filettinesi, dalle processioni alla Via Crucis alle Novene. Ai bambini, grazie al preziosissimo volontariato, cerchiamo di offrire occasioni di festa e di creatività, soprattutto nel periodo natalizio. L’affluenza alle messe domenicali dipende molto dal numero di turisti presenti”.

    Di Filettino ogni tanto si parla anche sulla stampa nazionale. Si ricorda ad esempio che lì è nato il controverso maresciallo d’Italia Rodolfo Graziani (la cui casa natale ospita oggi le sale del Museo di Arte e Civiltà contadina). Nel 2011 il paese ha suscitato curiosità per la sua proclamazione a Principato, un’idea lanciata dall’allora sindaco Luca Sellari (idea finita in nulla, ma pubblicitariamente valida considerati gli echi registrati anche sulla stampa internazionale).

     

    DON ALESSANDRO DE SANCTIS, UNA VITA AL SERVIZIO DEL VANGELO E DEL POPOLO DI FILETTINO

    Più recentemente non sono invece mancati gli articoli, non solo a livello nazionale, centrati sulla figura di un sacerdote, don Alessandro De Sanctis (morto a 98 anni nel 2017) che a Filettino ha servito la comunità dal 1942 (come parroco dal 1949). Venuto dalla vicina Vallepietra nel 1928 (per frequentare la quarta e la quinta elementare), ospitato dallo zio paterno don Filippo De Sanctis (parroco dal 1906 al 1949), non ha mai più lasciato Filettino se non come seminarista ad Anagni e, per qualche giorno, dopo essere stato ordinato sacerdote a Vallepietra il 12 luglio 1942. Vice di suo zio, lo sostituisce il 27 marzo 1949.

    68 anni da parroco a Filettino (e 75 da sacerdote) in cui don Alessandro De Sanctis ha dato una forte impronta alla comunità con una miriade di iniziative religiose e culturali (ad esempio è stato il primo presidente del Coro Monte Viglio, dal 2000, ricevuto da Giovanni Paolo II sul sagrato di San Pietro). Ha donato alla parrocchia vetrate con diversi santi protettori del paese e della diocesi di Anagni-Alatri, un organo a canne, la campana “Don Alessandro” (fonderia pontificia Marinelli di Agnone), il museo d’arte sacra a San Bernardino (2016). Nel 2010 aveva fatto in modo che il corpo di San Bernardino da Siena (patrono di Filettino insieme a Maria Assunta), dopo il devastante terremoto del 5 aprile 2009, lasciasse L’Aquila per essere venerato per due settimane a Filettino. Qualche anno prima, nel 2006, Benedetto XVI aveva concesso l’affiliazione spirituale della Madonna Immacolata (nella chiesa parrocchiale) alla Basilica papale di Santa Maria Maggiore.

    Nato il 26 dicembre 1918, ha incontrato sette dei nove Papi sotto il cui pontificato è vissuto, salvo Benedetto XV (don Alessandro era pargolo) e Giovanni Paolo I (Papa per solo 33 giorni). Da rilevare gli incontri con Giovanni Paolo II, con Benedetto XVI (anche a Castelgandolfo, dove il quasi novantunenne don Alessandro riuscì a inginocchiarsi e rialzarsi senza l’aiuto delle mani, suscitando l’ammirazione di Joseph Ratzinger e nel monastero Mater Ecclesiae nel 2016), con Francesco anche nel 2014 (“Dove hai nascosto i tuoi 96 anni? …Preghi per me sant’uomo!”). Da non dimenticare nel 2003 la solenne reinstallazione della Croce sul Monte Viglio (buttata sul versante abruzzese da mano vandalica ignota) e dieci anni dopo l’intitolazione a Giovanni Paolo II (con benedizione da parte del card. Paolo Sardi) del bellissimo e comodo sentiero che dal valico di Serra San Bruno porta al fontanile della Moscosa.  Nel 2016 don Alessandro dona alla Comunità il Museo parrocchiale (a san Bernardino). Da evidenziare i festeggiamenti per il 70.mo di sacerdozio nel 2012, alla presenza del card. Comastri, dell’arcivescovo Piero Marini, del vescovo Loppa (che per l’occasione ha benedetto la campana ‘Don Alessandro’ realizzata dalla fonderia pontificia Marinelli di Agnone). E quelli per il 75.mo, che hanno preceduto di pochi giorni la morte del parroco novantottenne, avvenuta il 12 luglio 2017, proprio nell’anniversario della ricorrenza. Il giorno dopo, giovedì 13 luglio, i funerali presieduti dal vescovo Loppa (concelebranti i confratelli Lambiasi e Pompili) alla presenza dell’intera comunità religiosa e civile (vedi anche nella galleria a fine articolo). Un annullo filatelico postale speciale è stato voluto dal Comune e dalla Pro Loco di Filettino nel 2022, a cinque anni dalla morte del sacerdote.

    In tanti anni don Alessandro ha battezzato, dato la prima Comunione e la Cresima, sposato e congedato molte centinaia di Filettinesi (vedi anche la galleria alla fine dell’articolo) Tutti in paese hanno avuto a che fare con lui, di cui si ricordano riservatezza, bontà, generosità (tanta la beneficenza nascosta); don Alessandro considerava Filettino la sua famiglia, con al centro il Consiglio parrocchiale. Una famiglia da accompagnare e stimolare nella crescita, anche grazie all’istruzione non solo religiosa che impartiva gratuitamente. Organica a tale obiettivo pure la fondazione nel 1991 da parte di un gruppo di giovani (su idea di Carla Viganò Marfoli) del notiziario quadrimestrale parrocchiale Flash da Filettino.

    Come ci ricorda l’allora segretario del Consiglio Parrocchiale Paolo Ottaviani, con don Alessandro Filettino era divenuta meta pregiata di molte visite di prelati, tra i quali i cardinali Comastri e Re (più volte), Stickler, Ruini, Sardi, Piovanelli, Canizares Llovera, Bertello, Saraiva Martins, Sodano; del Patriarca di Gerusalemme Michel Sabbah; di arcivescovi come Bernardini (nunzio in Italia), Fisichella, Piero Marini, Molinari, Cipollone, Paglia (anche accompagnato dal giovane sacerdote Zuppi), di vescovi come Lambiasi e Loppa (ambedue pastori di Anagni-Alatri), Erba, Gemma, Santoro, di Abati come Russo e Meacci, dell’archimandrita Fabbricatore. L’odierno vescovo di Verona, Domenico Pompili (originario di Acuto, già vescovo di Rieti e sottosegretario della Cei) conosce bene Filettino per avervi prestato servizio da sacerdote in tempi diversi. Sarebbe dovuto venire il 22 luglio 2017 a festeggiare don Alessandro (che morì qualche giorno prima) anche l’arcivescovo Georg Gaenswein, allora prefetto della Casa pontificia e segretario particolare di Benedetto XVI.

    Prima di proporre alcune considerazioni su don Alessandro espresse da autorità civili e religiose specie in occasione dei suoi funerali, ci pare utile a illuminarne la figura riprodurre alcuni passi del suo diario, in cui si fa memoria del rastrellamento tedesco del primo maggio 1944 a Filettino (non era zona di guerra, ma accoglieva migliaia di sfollati dal frusinate e dalla zona pontina ed era di transito e nascondimento di soldati alleati che cercavano di aggirare il fronte di Cassino). Fortunatamente la razzia si concluse senza morti o deportazioni, ma per la popolazione (depredata) la paura fu tanta. Rileggiamo don Alessandro: “(…) Le vie del paese erano rigurgitanti di gente cacciata dalla propria abitazione che affluiva nel piazzale della fontana dove era il ‘concentramento’. Uno spettacolo triste e commovente si presentava allo sguardo di tutti. Insieme agli uomini e ai giovani che nella notte non erano riusciti a prendere il largo, erano le donne con bimbi lattanti in braccio ad altri più grandicelli a fianco, vecchi che camminavano curvi sotto il peso degli anni ed infermi, anch’essi cacciati a forza dalla loro casa e dal loro letto, perché solo pochi erano  stati risparmiati da qualche soldato un po’ meno disumano degli altri. Tutti con fardelli sopra la testa o in mano, perché la prima impressione di ognuno di noi fu di dover sfollare in massa dal paese. (…) Dovunque ci si voltava intorno non si vedeva che tedeschi e si sapeva che un numero rilevante batteva palmo a palmo le montagne in cerca di partigiani o prigionieri alleati, con ospedali da campo, carri armati, potenti impianti di radiotrasmittenti. (…) Intanto da diverse parti del paese giungevano soldati con refurtiva consistente in sacchi di farina e di patate. (…) Le grandi scoperte dei latrocini e delle devastazioni compiute furono fatte il giorno successivo (NdR: concluso il rastrellamento). Si poté constatare allora che molte case erano state letteralmente svaligiate di roba di vitto, di biancheria, di oggetti di valore, di grassi di maiale, ecc… Maialetti ancora piccoli vennero sgozzati con la baionetta e mangiati il giorno stesso; di galline fu menata una grande strage ed a consolazione dei proprietari furono lasciate le teste delle bestioline uccise. Diverse famiglie ebbero asportato il loro apparecchio radio. (…) . Don Alessandro faceva parte della rete partigiana ‘umanitaria’ di Filettino (una dozzina di persone, non operative militarmente), che dava assistenza ai soldati alleati in transito; in tempi diversi aveva dato personalmente  asilo in canonica a una famiglia ebrea e a militi alleati.

     

    LE TESTIMONIANZE DI DON PIERLUIGI NARDI, DEI VESCOVI LORENZO LOPPA E DOMENICO POMPILI, DEL SINDACO PAOLO DE MEIS

    Come ricordano don Alessandro alcune autorità religiose e civili che l’hanno ben conosciuto? Sentiamo dapprima il parroco odierno, don Pierluigi Nardi: “La sua memoria rimane molto presente nella comunità di Filettino, considerato anche che l’ha servita per 75 anni, di generazione in generazione. E’ forse più unico che raro incontrare pastori che lo siano stati per tale lasso di tempo in una sola parrocchia. Di lui vorrei evidenziare quanto si sia dedicato all’istruzione delle persone, stimolandole anche a una grande devozione mariana, alimentata tra l’altro dalle sue composizioni musicali come il Tota pulchra es Maria (che si canta ancora), un’ Ave Maria, anche delle messe (in parrocchia sul dorso di un suo faldone c’è scritto ‘messa mia’).

    Il vescovo, oggi emerito, di Anagni-Alatri, mons. Lorenzo Loppa (in occasione dei funerali): “Aveva la particolarità di far sentire ognuno importante, parte di un cammino percorso insieme. Sicuramente a Filettino ha aiutato tante persone a riprendere la strada, tante persone a ritrovare il senso della vita, testimone credibile dell’amore di Dio. Ho ricordato che lui proviene da Vallepietra, che per noi significa santuario della Santissima Trinità. Ho ricordato una frase di Sant’Agostino: ‘Chi vede la carità, vede la Trinità’. Ecco, se applichi questo alla vita di don Alessandro, ne abbiamo una sintesi veramente espressiva di quello che questo sacerdote è stato per Filettino”.

    Il sindaco (in occasione dei funerali e anche odierno) Paolo De Meis:Come primo cittadino di Filettino, a nome della comunità, lo ringrazio per l’affabilità e la vicinanza che ha sempre dimostrato alla gente, per la sua capacità di entrare in rapporto con le persone e per aver vissuto appieno la sua vocazione pastorale, con grande libertà d’animo e cuore aperto.(…) Don Alessandro ci ha lasciato nel giorno del suo anniversario sacerdotale ed è uno dei figli illustri di Filettino, una colonna portante, una memoria storica d’ineguagliabile ricchezza”.

    Mons. Domenico Pompili (già direttore dell’Ufficio Comunicazioni sociali della Cei, già vescovo di Rieti e oggi di Verona): “Don Alessandro è stato per Filettino il riferimento di intere generazioni. Per tre quarti di secolo ha annunciato il Vangelo, cresciuto i piccoli, sposato le coppie giovani, accompagnato la crescita e poi la decrescita di un piccolo centro di montagna. Mai si è allontanato dalla gente che ha servito con la sua fede, con la sua passione per la musica, con la sua quotidiana presenza. E’ così diventato la memoria, ma anche il futuro di una parrocchia che ha avuto la grazia del suo buon pastore. Don Alessandro è stato un uomo. Un uomo di Dio”.

    P.S. Nella galleria fotografica una ricca documentazione di quanto illustrato nell’articolo.

                                               

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