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    LEONE XIV: EREDITA' CRISTIANA, FAMIGLIA - AVVENIRE/POLONIA: AHI, CHE BOTTA!

    LEONE XIV: EREDITA’ CRISTIANA, FAMIGLIA – AVVENIRE/POLONIA: AHI, CHE BOTTA! – di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 3 giugno 2025

    Ancora dai primi discorsi di papa Leone XIV: tra l’altro eredità cristiana,  famiglia ed evangelizzazione. La vittoria del candidato conservatore Nawrocki tramortisce anche ‘Avvenire’, che mal camuffa lacrime e rabbia.

     

    PAPA LEONE XIV: DAL MESSAGGIO AI VESCOVI FRANCESI PER IL CENTESIMO ANNIVERSARIO DELLA CANONIZZAZIONE DI TRE SANTI: GIOVANNI EUDES, GIOVANNI MARIA VIANNEY, SANTA TERESA DEL BAMBIN GESU’ (28 maggio 2025, pubblicizzato in data 31 maggio 2025)- L’EREDITA’ CRISTIANA E’ PREZIOSA

    .Sono lieto di potermi rivolgere per la prima volta a voi, pastori della Chiesa in Francia e, attraverso di voi, a tutti i vostri fedeli mentre, in questo mese di maggio 2025, si commemora il 100° anniversario della canonizzazione di tre Santi che, con la grazia di Dio, il vostro Paese ha donato alla Chiesa universale: San Giovanni Eudes (1601-1680), San Giovanni Maria Vianney (1786-1859) e Santa Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo (1873-1897).

    . Commemorare il centesimo della canonizzazione di questi tre santi è anzitutto un invito a rendere grazie al Signore per le meraviglie che ha compiuto in questa terra di Francia durante i lunghi secoli di evangelizzazione e di vita cristiana. (NdR: da notare l’esplicita rivendicazione delle ‘meraviglie’ che il Signore ha compiuto nei secoli nella terra di Francia… non si era più abituati a considerazioni del genere…) I santi non appaiono spontaneamente, ma, attraverso la grazia, sorgono in seno a comunità cristiane vive che hanno saputo trasmettere loro la fede, accendere nel loro cuore l’amore di Gesù e il desiderio di seguirlo. Questa eredità cristiana vi appartiene ancora, impregna ancora profondamente la vostra cultura e resta viva in molti cuori.

    . È per questo che formulo l’auspicio che queste celebrazioni non si limitino a evocare con nostalgia un passato che potrebbe sembrare tramontato, ma che risveglino la speranza e suscitino un nuovo slancio missionario. (NdR: lo ‘slancio missionario’ ricorre frequentemente nei primi discorsi di Leone XIV, già missionario in Perù) .

    . Cari fratelli vescovi, invoco l’intercessione di san Giovanni Eudes, di san Giovanni Maria Vianney e di santa Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo, per il vostro Paese e per il Popolo di Dio che vi peregrina con coraggio, sotto i venti contrari e talvolta ostili dell’indifferentismo, del materialismo e dell’individualismo. Che ridiano coraggio a questo Popolo, nella certezza che Cristo è veramente risorto, Lui, il Salvatore del mondo (NdR: Papa Prevost fotografa una situazione che vale anche per diversi altri popoli dell’Occidente e non solo)

     

    PAPA LEONE XIV: DAL DISCORSO AI PARTECIPANTI ALLA PROCESSIONE INTERNA AL VATICANO A CONCLUSIONE DEL MESE MARIANO (Grotta della Madonna di Lourdes, 31 maggio 2025)

    . (Il Papa ha raggiunto la processione al termine, presso la Grotta della Madonna di Lourdes) Avete recitato insieme il santo Rosario: preghiera, come ebbe a sottolineare San Giovanni Paolo II, dalla fisionomia mariana e dal cuore cristologico, che “concentra in sé la profondità dell’intero messaggio evangelico”.

    . I vostri passi, così, sono stati scanditi dalla Parola di Dio, che ne ha segnato, con il suo ritmo, il procedere, le soste e le partenze, proprio come per il popolo d’Israele nel deserto, in viaggio verso la Terra promessa.

     

    PAPA LEONE XIV: DALL’OMELIA DELLA MESSA PER IL GIUBILEO DELLE FAMIGLIE, DEI BAMBINI, DEI NONNI E DEGLI ANZIANI (1giugno 2025, Piazza San Pietro)

    . Carissimi, noi abbiamo ricevuto la vita prima di volerla. Come insegnava Papa Francesco, “tutti gli uomini sono figli, ma nessuno di noi ha scelto di nascere” Non solo. Appena nati abbiamo avuto bisogno degli altri per vivere, da soli non ce l’avremmo fatta: è qualcun altro che ci ha salvato, prendendosi cura di noi, del nostro corpo come del nostro spirito. Tutti noi viviamo, dunque, grazie a una relazione, cioè a un legame libero e liberante di umanità e di cura vicendevole.

    . È vero, a volte questa umanità viene tradita. Ad esempio, ogni volta che s’invoca la libertà non per donare la vita, bensì per toglierla, non per soccorrere, ma per offendere (NdR: parole molto chiare, che non si prestano ad equivoci, di papa Leone XIV). Tuttavia, anche davanti al male, che contrappone e uccide, Gesù continua a pregare il Padre per noi, e la sua preghiera agisce come un balsamo sulle nostre ferite, diventando per tutti annuncio di perdono e di riconciliazione. Tale preghiera del Signore dà senso pieno ai momenti luminosi del nostro volerci bene, come genitori, nonni, figli e figlie.

    . Additando come testimoni esemplari degli sposi, la Chiesa ci dice che il mondo di oggi ha bisogno dell’alleanza coniugale per conoscere e accogliere l’amore di Dio e superare, con la sua forza che unifica e riconcilia, le forze che disgregano le relazioni e le società. Per questo, col cuore pieno di riconoscenza e di speranza, a voi sposi dico: il matrimonio non è un ideale, ma il canone del vero amore tra l’uomo e la donna: amore totale, fedele, fecondo (Paolo VI, enciclica Humanae Vitae ).

    . Perciò vi incoraggio ad essere, per i vostri figli, esempi di coerenza, comportandovi come volete che loro si comportino, educandoli alla libertà mediante l’obbedienza, cercando sempre in essi il bene e i mezzi per accrescerlo. E voi, figli, siate grati ai vostri genitori: dire “grazie”, per il dono della vita e per tutto ciò che con esso ci viene donato ogni giorno, è il primo modo di onorare il padre e la madre (cfr Es 20,12). Infine a voi, cari nonni e anziani, raccomando di vegliare su coloro che amate, con saggezza e compassione, con l’umiltà e la pazienza che gli anni insegnano.

    In famiglia, la fede si trasmette insieme alla vita, di generazione in generazione: viene condivisa come il cibo della tavola e gli affetti del cuore. Ciò la rende un luogo privilegiato in cui incontrare Gesù, che ci vuole bene e vuole il nostro bene, sempre.

    (prima del Regina Coeli)

    Oggi in Italia e in diversi Paesi si celebra la solennità dell’Ascensione del Signore. È una festa molto bella, che ci fa guardare alla meta del nostro viaggio terreno. In questo orizzonte ricordo che ieri a Braniewo, in Polonia, sono state beatificate Cristofora Klomfass e quattordici consorelle della Congregazione di Santa Caterina Vergine e Martire, uccise nel 1945 dai soldati dell’Armata Rossa in territori dell’odierna Polonia (NdR: come già si è notato nell’ultimo ‘Rossoporpora’, papa Leone XIV non nasconde l’identità dei responsabili delle uccisioni… è finita l’era del dire e non dire, del camuffare per non dispiacere!). Nonostante il clima di odio e di terrore contro la fede cattolica, continuarono a servire gli ammalati e gli orfani. All’intercessione delle nuove Beate martiri affidiamo tutte le religiose che nel mondo si spendono generosamente per il Regno di Dio.

     

    PAPA LEONE XIV: DAL SALUTO AI CORRIDORI DEL GIRO D’ITALIA AL PASSAGGIO IN TERRA VATICANA (Piazza dei Protomartiri, 1 giugno 2025)

    . Il ciclismo è tanto importante, come lo sport in generale. Vi ringrazio per tutto quello che fate, e siate modelli davvero! E spero che, come avete imparato a curare il corpo, anche lo spirito sia sempre benedetto e che siate sempre attenti a tutto l’essere umano: corpo, mente, cuore e spirito. Che Dio vi benedica!

     

    PAPA LEONE XIV: DAL MESSAGGIO AI PARTECIPANTI AL SEMINARIO SULL’EVANGELIZZAZIONE DELLE FAMIGLIE (28 maggio 2025, pubblicizzato il 2 giugno 2025)

    . Il nostro è un tempo caratterizzato da una crescente ricerca di spiritualità, riscontrabile soprattutto nei giovani, desiderosi di relazioni autentiche e di maestri di vita. Proprio per questo è importante che la comunità cristiana sappia gettare lo sguardo lontano, facendosi custode, davanti alle sfide del mondo, dell’anelito di fede che alberga nel cuore di ognuno.

    . Ed è particolarmente urgente, in questo sforzo, rivolgere un’attenzione speciale a quelle famiglie che, per vari motivi, sono spiritualmente più lontane: a quelle che non si sentono coinvolte, che si dicono non interessate, oppure che si sentono escluse dai percorsi comuni, ma nondimeno vorrebbero essere in qualche modo parte di una comunità, in cui crescere e con cui camminare. Quante persone, oggi, ignorano l’invito all’incontro con Dio!

    . Purtroppo, a fronte di questo bisogno, una sempre più diffusa “privatizzazione” della fede impedisce spesso a questi fratelli e sorelle di conoscere la ricchezza e i doni della Chiesa, luogo di grazia, di fraternità e d’amore!

    . Così, pur con sani e santi desideri, mentre cercano sinceramente dei punti di appoggio per salire i sentieri belli della vita e della gioia piena, molti finiscono coll’affidarsi a falsi appigli che, non reggendo il peso delle loro istanze più profonde, li lasciano scivolare di nuovo verso il basso, allontanandoli da Dio e rendendoli naufraghi in un mare di sollecitazioni mondane.

    . Tra loro ci sono papà e mamme, bambini, giovani e adolescenti, a volte alienati da modelli di vita illusori, dove non c’è spazio per la fede, alla cui diffusione contribuisce non poco l’uso distorto di mezzi in sé potenzialmente buoni – come i social – ma dannosi quando fatti veicolo di messaggi ingannevoli.

    . Ebbene, ciò che muove la Chiesa nel suo sforzo pastorale e missionario, è proprio il desiderio di andare a “pescare” questa umanità, per salvarla dalle acque del male e della morte attraverso l’incontro con Cristo.

     

    ‘AVVENIRE’/ POLONIA: AHI, CHE BOTTA!

    Ahi, che botta! Tramortiti come i turchi assedianti di Vienna quel 12 settembre 1683, quando la cavalleria polacca scese a passo di carica dal Kahlenberg travolgendo l’esercito ottomano. Similmente lunedì 2 giugno 2025 di prima mattina si devono essere sentiti i ‘turchi’ di oggi che, in procinto di conquistare i bastioni della nobile e coriacea nazione polacca, hanno visto brutalmente svanire i sogni con relativi progetti che, concretizzati, avrebbero potuto collocare stabilmente la Polonia nel Grande Laboratorio bruxellese di sovversione antropologica e mefistofelica sorosiana, intestato formalmente a Ursula Crudelia Demon in von der Leyen.

    Eh sì, la Polonia ha detto no, ha resistito nonostante lusinghe, pressioni, minacce provenienti da Commissioni, governi e una formidabile armata mediatica di gruppi tedeschi con il sostegno delle Brigate internazionali guidate da Le Monde, The Guardia, El Pais e gli italici giornaloni. Che negli ultimissimi giorni di campagna elettorale (così da garantire un forte impatto emotivo, rendendo inoltre difficile rispondere tempestivamente e incisivamente) hanno riversato su Nawrocki ( “mostrificato” come ben rileva il copresidente del gruppo ‘Conservatori riformisti’, l’eurodeputato Nicola Procaccini su La Verità ) una scarica di accuse e insinuazioni degne della migliore propaganda sovietica dei tempi d’oro (quelli di Stalin). Nawrocki, come tutti gli umani, ha certo dei difetti, avrà compiuto in passato scelte discutibili… insomma non è un santo… ma chi può dire di esserlo anche tra i suoi avversari?

    La maggioranza dei polacchi l’ha capito. E, con una partecipazione del 71,63%, in 10.606.628 hanno scelto come nuovo presidente della Polonia proprio il vituperato Karol Nawrocki (candidato indipendente, storico,  già direttore dell’Istituto della Memoria nazionale, appoggiato dal primo partito elettoralmente di Polonia,  ‘Diritto e giustizia’/Pis, conservatore) mentre in 10.237.177 avrebbero preferito il coccolatissimo (dal Pensiero Unico Mediatico/PUM) Rafal Trzaskowski, sindaco di Varsavia e pupazzetto del citato Laboratorio, sezione Donald Tusk (il quale sindaco già si era proclamato vincitore, esaltato dai primi exit-poll …l’arroganza intellettuale acceca, fa scambiare sogni e realtà!).

    Nell’ultimo Rossoporpora di sabato 31 maggio avevamo dedicato qualche riga all’atteggiamento di Avvenire in materia di elezioni polacche. E avevamo evidenziato il tifo curvaiolo che il quotidiano della Conferenza episcopale italiana faceva per il candidato anticattolico Trzaskowski (emerso con evidenza solare in un articolo di Riccardo Michelucci. Vedi https://www.rossoporpora.org/rubriche/vaticano/1238-leone-xiv-gaza-ucraina-cina-avvenire-polonia-israele-parolin.html ).

    Comprensibilmente ieri, lunedì 2 giugno 2025, abbiamo consultato Avvenire.it (il cartaceo non esce di lunedì) e vi abbiamo scovato il primo commento di Pietro Carminati, un altro della Curva Bruxelles.

    Titolo: “Chi è il nuovo presidente Karol Nawrocki, un sovranista che spaventa l’UE” (“sovranista”, un’etichetta-insulto che spesso viene affibbiata in modo molto approssimativa). Sommario: “Poco affine a Bruxelles, devoto sostenitore di Trump e legato a filo doppio al Pis di Kaczynski, il nuovo leader ha sconfitto, di poco più di un punto, il sindaco di Varsavia, Rafał Trzaskowski”.  E qui si nota già il rammarico espresso da quel “poco più di un punto”.

    Nell’ incipit dell’articolo il rammarico diventa fiume di lacrime rabbiose malcelate: “Poco più di un punto, un nulla, neanche 400mila voti su oltre venti milioni di polacchi andati alle urne. E un altro Paese dei Ventisette che punta decisamente e di nuovo a destra”. “Un nulla”… che il Carminati non abbia ben chiaro che in democrazia, piaccia o non piaccia, si vince anche con un solo voto di maggioranza? Tale concetto risulta però ostico da metabolizzare, un rospo troppo grosso da digerire – come è ormai consuetudine da più di un decennio –per chi dirige il quotidiano di piazza dei Carbonari: ci si riempie la bocca di parole come democrazia, che però si considera tale solo se si vota … come vuole la direzione di Avvenire!   

    Oggi, martedì 3 giugno, a differenza del ‘Corriere della Sera’ (sublime esempio di democrazia comunicativa….oggi in prima pagina niente, ma proprio niente sul voto polacco!), Avvenire dedica un editoriale di prima pagina alla consultazione elettorale (accompagnato da un richiamo in evidenza e da due articoli e un box in seconda pagina).

    Titolo dell’editoriale di Andrea Lavazza “Una Polonia, due anime”. L’occhiello, “Il sovranismo d’importazione”, accompagna all’etichetta-insulto ‘sovranismo’ anche la tesi che tale ‘perversione’ venga dall’estero… che facciamo? Costruiamo muri, impediamo gli sbarchi di tutto ciò che odora di ‘sovranismo’?

    L’editoriale di Lavazza sposa naturalmente le tesi della Curva bruxellese, pur cercando di contenere lacrime, scoramento e rabbia. Ci sono alcuni passi che comunque meritano di essere evidenziati.

    Il primo. Lavazza si lagna per “l’ingerenza diretta (NdR: nel voto polacco) della Segretaria alla Sicurezza Interna Usa, Kristi Noem, che (…) ha definito Nawrocki un leader necessario per il suo Paese e il suo avversario, sindaco di Varsavia, un ‘disastro totale’ del tutto inadeguato al ruolo”. Si lagna Lavazza (che proponiamo per il Premio ‘Facciatosta’) … ma lo comprendiamo: le ingerenze possono essere solo quelle di chi vota ‘giusto’, come suggerisce Avvenire !

    Altro passo.  (con l’elezione di Nawrocki)  “La Polonia potrebbe tornare a essere deficitaria in materia di Stato di diritto, accanto all’Ungheria ( NdR: quelli della Curva bruxellese non riescono a vivere senza pensare a quel cattivone di Orban), mettendo a rischio sia i finanziamenti comunitari (NdR: notare la minaccia) sia la sua influenza politica”.

    Terzo passo. (L’ Eurobarometro dice che nel suo complesso la popolazione europea ha fiducia nell’Ue) “Tali convinzioni consolidate sono tuttavia messe alla prova nell’occasione del voto, quando si scatena la potenza dei social media, e la propaganda emotiva e ‘in negativo’ degli aspiranti leader ha più presa sui cittadini chiamati a scegliere rispetto a programmi realistici e toni pacati” . Anche qui: è colpa dei vincitori se la propaganda feroce e massiccia dei vinti, fondata volutamente sull’emotività, è stata sconfitta?

    Quarto passo. Lavazza scrive che secondo le prime analisi dei flussi elettorali la Polonia risulta divisa in quattro aree: “città liberali, zone rurali conservatrici, contee orientali più vicine all’estrema destra e un voto giovanile ecologista e progressista”. Il curvaiolo qui però si incarta e aggiunge: “Ma la maggioranza dei venti-trentenni domenica avrebbe scelto il vincitore”. Che “voto giovanile ecologista e progressista” sarebbe allora? Le analisi post-elettorali concordano sul fatto che al di sotto dei trent’anni la maggioranza dei giovani (minimo: 52,9%) ha scelto Nawrocki.

    Quinto passo.  Dopo aver preso atto obtorto collo dei risultati, conclude Lavazza, preoccupato per l’avvenire: “I futuri candidati non sovranisti devono prendere nota che spesso avranno da misurarsi con un ostacolo in più (e non da poco): i nemici di un’Europa libera e non asservita”. Bum bum… Lavazza artigliere ne spara una più grande della grosse Bertha. Questa: Bruxelles è il simbolo di “un’Europa libera e non asservita”. I critici vogliono invece l’Europa in catene, asservita a chissà chi. In fin dei conti una risata bella grassa non fa male a nessuno.

    Concludiamo con un accenno agli articoli di seconda pagina del già citato curvaiolo Riccardo Michelucci. Titolone a tutta pagina per l’articolo principale: “Navrocki presidente polacco per un soffio (NdR: ma quanto rosica l’Avvenire!). La Ue farà i conti con un altro sovranista”. Nell’articolo Michelucci parla di Nawrocki e osserva: “Noto per le sue posizioni rigide sui crimini del comunismo…”. Domanda a Michelucci: “Sui crimini del comunismo è meglio avere posizioni ‘morbide’? L’altro articolo di Michelucci è intitolato “Il più ‘trumpiano’ degli europei” e vi si legge tra l’altro che Nawrocki entrerà ufficialmente in carica il 6 agosto prossimo e ciò “segnerà il ritorno in grande stile dei populisti al potere in Polonia”. Urge un lacrimatoio, il vasetto che in epoca vittoriana raccoglieva le lacrime degli um

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