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    SUMMA DI PAPA FRANCESCO SULL'IDEOLOGIA GENDER (CON PREMESSA)

    SUMMA DI PAPA FRANCESCO SULL’IDEOLOGIA GENDER (CON PREMESSA) – di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 2 luglio 2023

     

    Quando il Papa recentemente ha bollato ripetutamente come ‘nefasta’ l’ideologia gender qualcuno si è detto sorpreso, altri hanno minimizzato con visibile fastidio. Eppure questo dell’ideologia gender è un tema (non sono tanti…) su cui Jorge Mario Bergoglio non si è mai comportato, a livello di dichiarazioni, da slalomista. Come appare chiaramente dall’articolo che abbiamo scritto per l’ultimo numero della rivista multilingue ‘Cardinalis’ inviata a tutti i porporati nel mondo.

     

    PREMESSA: FRANCESCO, GENDER, MOIA, CARDINALIS, FERNANDEZ, SINODO

    Se c’è un tema (uno dei pochi) su cui papa Francesco – oralmente e per iscritto – non ha mai avuto tentennamenti, è quello del contrasto a un’ideologia ‘colonizzatrice’ come quella del gender. E’ vero che tale denominazione non piace, non piace proprio, non sembra “seria” a chi come il Turiferario Guastalamessa (al secolo Luciano Moia) ancora su Avvenire di domenica 2 luglio 2023 (nell’inserto ‘Noi in famiglia’) si lagna che “quando si parla di gender, soprattutto in Italia, scatta immediatamente l’allarme”, considerato che “troppi, anche nel mondo cattolico” intendono quel termine “come una sorta di grimaldello per aprire il portone blindato del paradigma antropologico e introdurre tutte le più pericolose derive etiche”. Ma, assicura baldanzoso il Turiferario Guastalamessa (che continua a imperversare sul quotidiano dei vescovi italiani), “non è così, naturalmente”.

    All’attuale Pontefice – con buona pace di Luciano Moia e dei suoi riferimenti - però l’espressione non dà alcun disturbo ed egli continua imperterrito ad utilizzarla per mettere in guardia dai pericoli ad essa connessi. Lo si evince con molta nettezza dall’articolo che segue, pubblicato per il numero 4 della rivista Cardinalis , che in quattro lingue (francese, italiano, spagnolo e inglese) raggiunge tutti i porporati nel mondo, con l’obiettivo che quello che una volta era definito il ‘Sacro Collegio’ possa usufruire di un’informazione di base comune in materia di attualità ecclesiale. Nel numero appena uscito troviamo anche un’ampia riflessione sul ‘Sinodo sulla sinodalità’, un’intervista non banale al cardinale Francis Arinze, il ritratto dei cardinali Michael Czerny e Kurt Koch, la riflessione critica di un altro porporato (pseudonimo: Carlo Borromeo) sulla costituzione Praedicate Evangelium. Un’altra ‘Summa’, ma riguardante Francesco e la guerra in Ucraina, l’avevamo pubblicata su ‘Cardinalis’ l’anno scorso (vedi https://www.rossoporpora.org/rubriche/papa-francesco/1078-papa-francesco-e-la-questione-ucraina-dal-2013-in-poi.html ).

    Chi intendesse sostenere la rivista può farlo attraverso https://sostienici.cardinalis-magazine.com/

    Papa Francesco nelle sue dichiarazioni fa una chiara distinzione tra contrasto forte della ‘colonizzazione’ operata dall’ideologia gender e accompagnamento ecclesiale delle singole persone lgbt. Riconosciamo però che nella quotidianità l’ ‘accompagnamento ecclesiale’ voluto da Francesco (in pieno accordo con il Catechismo della Chiesa cattolica) può dare luogo a sviluppi concreti in cui la tanto deprecata ideologia gender, cacciata dalla porta, rientra dalla finestra. Si passa ormai non raramente dall’attenzione ecclesiale verso la persona lgbt a quella verso le coppie lgbt, con richieste di legittimazione (ecclesiali) che crescono ogni giorno di più e che, se accettate, intaccherebbero gravemente l’antropologia cristiana.

    Anche certe nomine papali in tale contesto sono a dir poco inquietanti, come la nomina dell’arcivescovo argentino Victor Manuel Fernandez (strettissimo collaboratore dello stesso Jorge Mario Bergoglio) a nuovo prefetto del dicastero per la dottrina della fede. Certo un teologo (vedi tra l’altro il suo forte contributo all’ Amoris Laetitia ) di enorme produttività più o meno angelica, ma con una forte propensione a indagare con palese compiacimento – molto terrestre - l’arte appassionata e raffinata del bacio (vedi il libro “Saname con tu boca. El arte de besar”).

    Non meno inquietanti alcuni contenuti della lettera di nomina scritta da papa Francesco: “Il Dicastero che presiederai, in altri tempi è arrivato a usare metodi immorali. Erano tempi in cui, più che promuovere la conoscenza teologica, si perseguivano gli errori dottrinali. Quello che mi attendo da te è molto diverso”. Roba da far rivoltare nella tomba tra molti altri (santi compresi) anche il mite Joseph Ratzinger/Benedetto XVI, prefetto del Dicastero per un quarto di secolo. C’è di più nella lettera: la Chiesa deve crescere nell’interpretazione della Parola rivelata e nella comprensione della verità, “senza che ciò imponga un unico modo di esprimerla”. Infatti “le diverse linee di pensiero filosofico, teologico e pastorale, se si lasciano armonizzare dallo Spirito nel rispetto e nell'amore, possono far crescere anche la Chiesa “.

     Niente più regole, bailamme annunciato, confusione e sconcerto assicurati: certo una degna introduzione al ‘Sinodo sulla sinodalità’, l’incontro di ottobre, che si preannuncia come quello della protestantizzazione arcobaleno (e non solo) della Chiesa di Roma. Quel “Roma” potrebbe diventare tra l’altro una sorta di reperto archeologico, secondo l’ineffabile nuovo prefetto del dicastero della dottrina della fede, che in una indimenticata dichiarazione suggerì che il Papa si sarebbe potuto trasferire fuori Roma, avere un dicastero a Roma e uno a Bogotà e collegarsi in videoconferenza con gli esperti di liturgia in Germania.

     

    PAPA FRANCESCO E L’IDEOLOGIA GENDER (DALLA RIVISTA ‘CARDINALIS’ NUMERO 4, GIUGNO 2023) – di GIUSEPPE RUSCONI

     

    Che papa Francesco – fautore di una ‘Chiesa aperta’ - sia oggetto di critiche ricorrenti non può certo stupire. Gli si rimprovera talvolta ad esempio di aver spalancato de facto le porte della Chiesa all’ideologia gender, costituita di teorie antropologiche sovversive che hanno preso forza dagli Anni Settanta e che postulano l’autodeterminazione dell’individuo in materia di identità personale, laddove sesso biologico e genere di appartenenza sarebbero svincolati l’uno dall’altro, dando origine a decisioni identitarie anche mutevoli.  

    Sono giustificate tali critiche? O spesso si basano soprattutto sulla percezione a livello di opinione pubblica di gesti papali di accoglienza verso persone lgbt? E’ vero che tale percezione – considerato anche il dilagare dell’agenda lgbt all’interno della Chiesa - può indurre a pensare che papa Francesco sia sostanzialmente favorevole alle rivendicazioni della lobby arcobaleno. Tuttavia…

    E’ bene allora ripercorrere passo dopo passo il pontificato di papa Francesco per individuare quei momenti del suo magistero in cui riflette sull’ideologia gender, così da offrire a chi ci legge una documentazione inoppugnabile del suo atteggiamento su un tema tanto attuale quanto delicato, anche all’interno della Chiesa.

     

    GIOVANNI PAOLO II, BENEDETTO XVI, L’ARCIVESCOVO BERGOGLIO A BUENOS AIRES CHE POI DIVENTA PAPA…

    L’attenzione della Chiesa al tema non è incominciata con papa Francesco. Già Giovanni Paolo II aveva evidenziato nelle sue Catechesi “sull’amore umano” del 1979 il valore della differenza sessuale tra uomo e donna, i quali – unendosi – palesano la dimensione di comunione che è originaria dell’esistenza umana.

    Con lo scorrere degli anni, la questione dell’ideologia gender si fa sempre più pressante nella nostra società. Ne è preoccupato anche Benedetto XVI, che ad esempio il 19 gennaio 2013, in occasione dell’assemblea plenaria del Pontificio Consiglio Cor Ununm, evidenzia:  “Ciò che spesso viene espresso es inteso con il termine “gender” si risolve in definitiva nella auto-emancipazione dell’uomo dal creato e dal Creatore. L’uomo vuole farsi da solo e disporre sempre ed esclusivamente da solo ciò che lo riguarda. Ma in questo modo vive contro la verità, vive contro lo Spirito creatore”.

    Dopo la rinuncia di Benedetto XVI al ministero petrino, il 13 marzo 2013 viene eletto Papa il gesuita argentino Jorge Mario Bergoglio. Di suoi interventi pubblici da arcivescovo di Buenos Aires a proposito dell’ideologia gender non siamo riusciti a trovarne. Tuttavia diede luogo in Argentina ad aspre polemiche il suo atteggiamento riguardante un tema collaterale all’ideologia gender, quello del riconoscimento pubblico del cosiddetto “matrimonio” tra omosessuali. La legge, che consentiva anche l’adozione, fu approvata a stretta maggioranza dal Senato (la Camera già l’aveva votata) dopo un dibattito infuocato e imponenti manifestazioni contrapposte. L’arcivescovo di Buenos Aires non si era prodotto in una lotta pubblica senza quartiere contro la normativa, ma aveva segnalato la sua contrarietà ad esempio  attraverso due lettere, inviate alle suore di clausura Carmelitane della capitale e al presidente del consiglio dei laici dell’arcidiocesi, Justo Carbajales. Nella prima si leggeva tra l’altro: “Non si tratta di  una semplice lotta politica, ma di una pretesa distruttiva del piano di Dio. Non si tratta di un mero progetto di legge – questo è solo lo strumento – ma di una 'mossa' del padre della menzogna che ha la pretesa di confondere ed ingannare i figli di Dio”.

    Nella seconda, letta durante la manifestazione conclusiva davanti al Senato, scriveva tra l’altro l’arcivescovo Bergoglio: Con questa lettera desidero dare il mio appoggio a questa espressione di responsabilità del laicato. Non si tratta di una questione di semplice terminologia o di convenzioni formali relative a una relazione privata, ma di un vincolo di natura antropologica.

    Il matrimonio precede lo Stato ed è la base della famiglia, che è cellula della società precedente a ogni legislazione e precedente perfino alla Chiesa. Da questo deriva che l’approvazione del progetto di legge in discussione significherebbe un reale e grave regresso antropologico.

    Stiamo attenti a che, cercando di mettere davanti un preteso diritto degli adulti che lo nasconde, non ci capiti di lasciare da parte il diritto prioritario dei bambini – gli unici che devono essere privilegiati – a fruire di modelli di padre e di madre, ad avere un papà e una mamma.

    Questo per quanto riguarda Jorge Mario Bergoglio arcivescovo di Buenos Aires. E da Papa?

    Il 19 settembre 2013 esce la mega-intervista di padre Antonio Spadaro al nuovo Papa (fattagli nell’agosto precedente). Di gender non si parla. Tuttavia c’è una risposta di Francesco sui ‘valori non negoziabili’, che suscita grande interesse e altrettanto grandi polemiche:  Non possiamo insistere solo sulle questioni legate ad aborto, matrimonio omosessuale e uso dei metodi contraccettivi. Questo non è possibile. Io non ho parlato molto di queste cose, e questo mi è stato rimproverato. Ma quando se ne parla, bisogna parlarne in un contesto. Il parere della Chiesa, del resto, lo si conosce, e io sono figlio della Chiesa, ma non è necessario parlarne in continuazione.

    Sembrerebbe il preannuncio di una scarsa attenzione nel magistero bergogliano anche verso l’ideologia gender. Invece…

     

    2014: NIENTE CAMPI DI RIEDUCAZIONE AL ‘PENSIERO UNICO’ PER I BAMBINI

    . 11 aprile 2014, dal discorso alla delegazione dell’Ufficio cattolico internazionale dell’infanzia:

    . (Bisogna) sostenere il diritto dei genitori all’educazione morale e religiosa dei propri figli. E a questo proposito vorrei manifestare il mio rifiuto per ogni tipo di sperimentazione educativa con i bambini. Con i bambini e i giovani non si può sperimentare. Non sono cavie da laboratorio! Gli orrori della manipolazione educativa che abbiamo vissuto nelle grandi dittature genocide del secolo XX non sono spariti; conservano la loro attualità sotto vesti diverse e proposte che, con pretesa di modernità, spingono i bambini e i giovani a camminare sulla strada dittatoriale del “pensiero unico”. Mi diceva, poco più di una settimana fa, un grande educatore: “A volte, non si sa se con questi progetti - riferendosi a progetti concreti di educazione - si mandi un bambino a scuola o in un campo di rieducazione”.

    . 19 maggio 2014 (dall’incontro d’apertura con l’Assemblea plenaria dei vescovi della Conferenza episcopale italiana – riferito da mons. Luigi Negri, arcivescovo di Ferrara-Comacchio, il 15 dicembre su La Nuova Bussola Quotidiana)

    . Io vorrei ricordare che papa Francesco nell’incontro con i vescovi italiani il maggio scorso ha detto: “Siete stati investiti dallo tsunami del gender. E che cosa avete fatto? Nulla”. Francesco ha detto a 250 vescovi italiani: “dovevate giudicare il gender e non l’avete fatto”, che significa anche che non si potrà continuare a rappresentare una Chiesa italiana che non affronti il tema del gender: perché è devastante, sta devastando la coscienza e il cuore del nostro popolo. Il silenzio su questo è espressione di una assoluta mancanza di fede.

     

    2015: GENDER, COLONIZZAZIONE IDEOLOGICA CHE AVVELENA, SBAGLIO DELLA MENTE

    . 16 gennaio 2015, viaggio pastorale nello Sri Lanka e nelle Filippine, Manila, dall’Incontro con le famiglie: Stiamo attenti alle nuove colonizzazioni ideologiche. Esistono colonizzazioni ideologiche che cercano di distruggere la famiglia. Non nascono dal sogno, dalla preghiera, dall’incontro con Dio, dalla missione che Dio ci dà, vengono da fuori e per questo dico che sono colonizzazioni. Non perdiamo la libertà della missione che Dio ci dà, la missione della famiglia. E così come i nostri popoli, in un momento della loro storia, arrivarono alla maturità di dire “no” a qualsiasi colonizzazione politica, come famiglie dobbiamo essere molto molto sagaci, molto abili, molto forti, per dire “no” a qualsiasi tentativo di colonizzazione ideologica della famiglia, e chiedere a san Giuseppe, che è amico dell’Angelo, che ci mandi l’ispirazione di sapere quando possiamo dire “sì” e quando dobbiamo dire “no”.

    . 19 gennaio 2015 , volo di ritorno da Manila, dalla conferenza stampa in aereo:  Questa è la colonizzazione ideologica: entrano in un popolo con un’idea che non ha niente a che fare col popolo; con gruppi del popolo sì, ma non col popolo, e colonizzano il popolo con un’idea che cambia o vuol cambiare una mentalità o una struttura. Durante il Sinodo i vescovi africani si lamentavano di questo, che è lo stesso che per certi prestiti si impongano certe condizioni. Io dico soltanto questo caso che io ho visto. Perché dico “colonizzazione ideologica”? Perché prendono proprio il bisogno di un popolo o l’opportunità di entrare e rafforzarsi, per mezzo dei bambini. Ma non è una novità questa. Lo stesso hanno fatto le dittature del secolo scorso. Sono entrate con la loro dottrina. Pensate ai “Balilla”, pensate alla Gioventù Hitleriana... Hanno colonizzato il popolo, volevano farlo. Ma quanta sofferenza! I popoli non devono perdere la libertà. Il popolo ha la sua cultura, la sua storia; ogni popolo ha la sua cultura.

    . 21 marzo 2015, lungomare Caracciolo a Napoli, incontro con i giovani, rispondendo a una domanda: La crisi della famiglia è una realtà sociale. Poi ci sono le colonizzazioni ideologiche sulle famiglie, modalità e proposte che ci sono in Europa e vengono anche da Oltreoceano. Poi quello sbaglio della mente umana che è la teoria del gender, che crea tanta confusione. Così la famiglia è sotto attacco. Come si può fare, con la secolarizzazione che è attiva? Come si può fare con queste colonizzazioni ideologiche? Come si può fare con una cultura che non considera la famiglia, dove si preferisce non sposarsi? Io non ho la ricetta.

    . 15 aprile 2015, dall’udienza generale: La cultura moderna e contemporanea ha aperto nuovi spazi, nuove libertà e nuove profondità per l’arricchimento della comprensione di questa differenza (NdR: tra uomo e donna). Ma ha introdotto anche molti dubbi e molto scetticismo. Per esempio, io mi domando, se la cosiddetta teoria del gender non sia anche espressione di una frustrazione e di una rassegnazione, che mira a cancellare la differenza sessuale perché non sa più confrontarsi con essa. Sì, rischiamo di fare un passo indietro. La rimozione della differenza, infatti, è il problema, non la soluzione.

    . 24 maggio 2015, dall’ enciclica Laudato si’, n. 155:

    L’accettazione del proprio corpo come dono di Dio è necessaria per accogliere e accettare il mondo intero come dono del Padre e casa comune; invece una logica di dominio sul proprio corpo si trasforma in una logica a volte sottile di dominio sul creato. Imparare ad accogliere il proprio corpo, ad averne cura e a rispettare i suoi significati è essenziale per una vera ecologia umana. Anche apprezzare il proprio corpo nella sua femminilità o mascolinità è necessario per poter riconoscere sé stessi nell’incontro con l’altro diverso da sé. In tal modo è possibile accettare con gioia il dono specifico dell’altro o dell’altra, opera di Dio creatore, e arricchirsi reciprocamente. Pertanto, non è sano un atteggiamento che pretenda di’cancellare la differenza sessuale perché non sa più confrontarsi con essa’.

     

    2016: L’IDEOLOGIA GENDER SVUOTA LA BASE ANTROPOLOGICA DELLA FAMIGLIA- VITA UMANA E GENITORIALITA’ REALTA’ COMPONIBILI E SCOMPONIBILI

    . 19 marzo 2016 – dall’esortazione postsinodale Amoris Laetitia, n. 56

    Un’altra sfida emerge da varie forme di un’ideologia, genericamente chiamata gender, che nega la differenza e la reciprocità naturale di uomo e donna. Essa prospetta una società senza differenze di sesso, e svuota la base antropologica della famiglia. Questa ideologia induce progetti educativi e orientamenti legislativi che promuovono un’identità personale e un’intimità affettiva radicalmente svincolate dalla diversità biologica fra maschio e femmina. L’identità umana viene consegnata ad un’opzione individualistica, anche mutevole nel tempo. E’ inquietante che alcune ideologie di questo tipo, che pretendono di rispondere a certe aspirazioni a volte comprensibili, cerchino di imporsi come un pensiero unico che determini anche l’educazione dei bambini. Non si deve ignorare che sesso biologico (sex) e ruolo sociale-culturale del sesso (gender), si possono distinguere, ma non separare. D’altra parte, la rivoluzione biotecnologica nel campo della procreazione umana ha introdotto la possibilità di manipolare l’atto generativo, rendendolo indipendente dalla relazione sessuale tra uomo e donna. In questo modo, la vita umana e la genitorialità sono divenute realtà componibili e scomponibili, soggette prevalentemente ai desideri di singoli o di coppie. Una cosa è comprendere la fragilità umana o la complessità della vita, altra cosa è accettare ideologie che pretendono di dividere in due gli aspetti inseparabili della realtà. Non cadiamo nel peccato di pretendere di sostituirci al Creatore. Siamo creature, non siamo onnipotenti. Il creato ci precede e dev’essere ricevuto come dono. Al tempo stesso, siamo chiamati

    . 1 ottobre 2016, viaggio apostolico in Georgia e Azeibaijan, Tbilisi, dall’Incontro con sacerdoti e operatori pastorali, risposta a una domanda:  

    Tu, Irina, hai menzionato un grande nemico del matrimonio, oggi: la teoria del gender. Oggi c’è una guerra mondiale per distruggere il matrimonio. Oggi ci sono colonizzazioni ideologiche che distruggono, ma non si distrugge con le armi, si distrugge con le idee. Pertanto, bisogna difendersi dalle colonizzazioni ideologiche.

    . 2.10.2016 – volo di ritorno dall’Azerbaijan, dalla conferenza stampa in aereo:

    Tutto è contenuto, tutto quello che ho detto ieri, con altre parole - perché ieri ho parlato a braccio e un po’ a caldo – si trova nell’Amoris laetitia, tutto. Quando si parla del matrimonio come unione dell’uomo e della donna, come lo ha fatto Dio, come immagine di Dio, è uomo e donna. L’immagine di Dio non è l’uomo [maschio]: è l’uomo con la donna. Insieme. Che sono una sola carne quando si uniscono in matrimonio. Questa è la verità. (…) E’ questa “guerra mondiale” che Lei dice contro il matrimonio. Dobbiamo essere attenti a non lasciare entrare in noi queste idee. Ma prima di tutto: il matrimonio è immagine di Dio, uomo e donna in una sola carne. Quando si distrugge questo, si “sporca” o si sfigura l’immagine di Dio

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    2017: COLONIZZAZIONI IDEOLOGICHE? BESTEMMIA CONTRO DIO

    . 21 novembre 2017, dalla meditazione mattutina a Santa Marta (apparso su L’Osservatore Romano del 22 novembre 2017 sotto il titolo: No alle colonizzazioni ideologiche:

    ‘Le colonizzazioni ideologiche e culturali guardano soltanto il presente, rinnegano il passato e non guardano il futuro: vivono nel momento, non nel tempo, e per questo non possono prometterci niente’. E ‘con questo atteggiamento di fare tutti uguali e cancellare le differente commettono, fanno il peccato bruttissimo di bestemmia contro il Dio creatore’. Perciò, ha ricordato Francesco, ‘ogni volta che arriva una colonizzazione culturale e ideologica si pecca contro Dio creatore perché si vuole cambiare la creazione come l’ha fatta lui’.

     

    2018: IL GENDER POSTULA APPARENTI “DIRITTI” UMANI

    . 6 maggio 2018, dalla prefazione di papa Francesco agli scritti di Benedetto XVI “Liberare la libertà. Fede e politica nel terzo millennio” (Cantagalli):  (Cantagalli).

    Oggi infatti, più che mai, si ripropone la medesima tentazione (NdR: in precedenza papa Bergoglio aveva fatto riferimento al marxismo) del rifiuto di ogni dipendenza dall’amore che non sia l’amore dell’uomo per il proprio ego, per “l’io e le sue voglie”; e, di conseguenza, il pericolo della “colonizzazione “ delle coscienze da parte di una ideologia che nega la certezza di fondo per cui l’uomo esiste come maschio e femmina ai quali è assegnato il compito della trasmissione della vita; quell’ideologia che arriva alla riproduzione pianificata e razionale di esseri umani e che – magari per qualche fine considerato “buono” – arriva a ritenere logico e lecito eliminare quello che non si considera più creato, donato, concepito e generato ma fatto da noi stessi. Questi apparenti “diritti” umani che sono tutti orientati all’autodistruzione dell’uomo – questo ci mostra con forza ed efficacia Joseph Ratzinger – hanno un unico comune denominatore che consiste in un’unica grande negazione: la negazione della dipendenza dall’amore, la negazione che l’uomo è creatura di Dio, fatto amorevolmente da Lui a Sua immagine e a cui l’uomo anela come la cerva ai corsi d’acqua (Sal 41). Quando si nega questa dipendenza tra creatura e creatore, questa relazione d’amore, si rinuncia in fondo alla vera grandezza dell’uomo, al baluardo della sua libertà e dignità.

     

    2019: PERICOLI E RESPONSABILITA’ IN AMBITO SCOLASTICO

    . 29 gennaio 2019, volo di ritorno da Panama, dalla conferenza-stampa in aereo:  

    Se nelle scuole si dà un’educazione sessuale imbevuta di colonizzazioni ideologiche, distruggi la persona. Il sesso come dono di Dio deve essere educato, non con rigidezza. Educato, da “educere”, per far emergere il meglio della persona e accompagnarla nel cammino. Il problema è nei responsabili dell’educazione, sia a livello nazionale che locale come pure di ciascuna unità scolastica: che maestri si trovano per questo, che libri di testo… Io ne ho visti di ogni tipo, ci sono cose che fanno maturare e altre che fanno danno.

     

    2019: “MASCHIO E FEMMINA LI CREO’ – UN DOCUMENTO FONDAMENTALE DELLA CONGREGAZIONE PER L’EDUCAZIONE CATTOLICA

    . 10 giugno 2019, dal documento “Maschio e femmina li creò. Per una via di dialogo sulla questione del gender nell’educazione”, Congregazione per l’Educazione cattolica firmato dal prefetto cardinale Giuseppe Versaldi e dal segretario arcivescovo Vincenzo Zani (documento del 2 febbraio 2019, sottoposto poi a consultazione degli altri dicasteri competenti, pubblicizzato il 10 giugno 2019)  

    1.È sempre più diffusa la consapevolezza che ci troviamo di fronte a una vera e propria emergenza educativa, in particolare per quanto riguarda i temi dell’affettività e della sessualità. In molti casi vengono strutturati e proposti percorsi educativi che «trasmettono concezioni della persona e della vita presunte neutre, ma che in realtà riflettono un’antropologia contraria alla fede e alla retta ragione».[1] Il disorientamento antropologico che caratterizza diffusamente il clima culturale del nostro tempo ha certamente contribuito a destrutturare la famiglia, con la tendenza a cancellare le differenze tra uomo e donna, considerate come semplici effetti di un condizionamento storico-culturale.

    11.In questo contesto culturale si comprende bene che sesso e genere non sono più sinonimi e, quindi, concetti interscambiabili, in quanto descrivono due entità diverse. Il sesso definisce l’appartenenza a una delle due categorie biologiche che derivano dalla diade originaria, femmina e maschio. Il genere, invece, è il modo in cui si vive, in ogni cultura, la differenza tra i due sessi. Il problema non sta nella distinzione in sé, la quale può essere interpretata rettamente, ma in una separazione tra sesso e gender. Da questa separazione consegue la distinzione di diversi «orientamenti sessuali», che non vengono più definiti dalla differenza sessuale tra maschio e femmina, ma possono assumere altre forme, determinate solo dall’individuo radicalmente autonomo. Inoltre, lo stesso concetto di gender va a dipendere dall’atteggiamento soggettivo della persona, che può scegliere un genere che non corrisponde con la sua sessualità biologica e, quindi, con il modo in cui lo considerano gli altri (transgender).

    12. In una crescente contrapposizione tra natura e cultura, le proposte gender confluiscono nel queer, cioè in una dimensione fluida, flessibile, nomade, al punto da sostenere la completa emancipazione dell’individuo da ogni definizione sessuale data a priori, con la conseguente scomparsa di classificazioni considerate rigide. Si lascia così lo spazio a sfumature variabili per grado e intensità nel contesto sia dell’orientamento sessuale, sia dell’identificazione del proprio gender.

    14.In questo modo ci si appella al riconoscimento pubblico della libertà di scelta del genere nonché della pluralità di unioni in contrapposizione al matrimonio tra uomo e donna, considerato retaggio della società patriarcale. Si vorrebbe, pertanto, che ogni individuo possa scegliere la propria condizione e che la società debba limitarsi a garantire tale diritto, anche mediante un sostegno materiale, altrimenti si realizzerebbero forme di discriminazione sociale nei confronti delle minoranze. La rivendicazione di tali diritti è entrata nel dibattito politico odierno, ottenendo accoglienza in alcuni documenti internazionali e inserendosi in alcune legislazioni nazionali.

    22.Questa ideologia induce progetti educativi e orientamenti legislativi che promuovono un’identità personale e un’intimità affettiva radicalmente svincolate dalla differenza biologica fra maschio e femmina. L’identità umana viene consegnata a un’opzione individualistica, anche mutabile nel tempo, espressione del modo di pensare e agire, assai diffuso oggi, che confonde «la genuina libertà con l’idea che ognuno giudica come gli pare, come se al di là degli individui non ci fossero verità, valori, principi che ci orientino, come se tutto fosse uguale e si dovesse permettere qualsiasi cosa».

    28. La complementarità fisiologica, basata sulla differenza sessuale, assicura le condizioni necessarie per la procreazione. Il ricorso, invece, alle tecnologie riproduttive può consentire la generazione a uno dei partner di una coppia di persone dello stesso sesso, con «fecondazione in vitro» e maternità surrogata: ma l’uso di tecnologie non è equivalente al concepimento naturale, perché comporta manipolazioni di embrioni umani, frantumazioni della genitorialità, strumentalizzazione e/o mercificazione del corpo umano, nonché riduzione del bambino a oggetto di una tecnologia scientifica.

     

    2021: IDEOLOGIA GENDER PERICOLOSA PERCHE’ COSTRUZIONE ASTRATTA

    . 12 settembre 2021, a colloquio con i gesuiti a Bratislava, rispondendo a una domanda (come riportato da La Civiltà Cattolica del 2 ottobre 2021):

    L’ideologia ha sempre il fascino diabolico, come dici tu, perché non è incarnata. In questo momento viviamo una civiltà delle ideologie, questo è vero. Dobbiamo smascherarle alle radici. La ideologia del «gender» di cui tu parli è pericolosa, sì. Così come io la intendo, lo è perché è astratta rispetto alla vita concreta di una persona, come se una persona potesse decidere astrattamente a piacimento se e quando essere uomo o donna. L’astrazione per me è sempre un problema. Questo non ha nulla a che fare con la questione omosessuale, però. Se c’è una coppia omosessuale, noi possiamo fare pastorale con loro, andare avanti nell’incontro con Cristo. Quando parlo dell’ideologia, parlo dell’idea, dell’astrazione per cui tutto è possibile, non della vita concreta delle persone e della loro situazione reale”.

     

    2022: LE COLONIZZAZIONI IDEOLOGICHE NELL’EDUCAZIONE FANNO DELLE STRAGI

    . 12 novembre 2022, dal discorso ai partecipanti all’assemblea generale dell’Unione mondiale insegnanti cattolici:

    Ho detto: “I linguaggi adatti alle forme culturali di oggi”. Sì, ma state attenti alle colonizzazioni ideologiche. Una cosa è stare con la cultura del momento, parlare la lingua del momento, un’altra cosa è lasciarsi colonizzare ideologicamente. Per favore: state attenti a insegnare agli insegnanti a discernere cos’è una novità che fa crescere e cos’è una ideologizzazione, una colonizzazione ideologica. Oggi le colonizzazioni ideologiche distruggono la personalità umana e quando entrano nell’educazione fanno delle stragi.

     

    2023: IDEOLOGIA GENDER NEFASTA, LA PEGGIORE

    . per il decennale del Pontificato, 13 marzo 2023, dall’intervista a Jorge Fontevecchia (Perfil, sito argentino) - (sull’ideologia gender, anche a proposito della possibilità perlomeno bizzarra – ma molto molto molto politicamente corretta -attualmente discussa nella Chiesa d’Inghilterra di rendere ‘neutro’ il Padre Nostro e altre preghiere liturgiche):

    Ne abbiamo parlato un po’ con l’arcivescovo di Canterbury nel ritorno dal viaggio nel Sud Sudan. In questa discussione sul togliere il genere alle cose (…) entra in gioco oggi una cosa molto pericolosa, che è l’ideologia gender, la quale, tra tutte le colonizzazioni ideologiche che si stanno diffondendo, è a mio giudizio la peggiore. Perché ti depotenzia le differenze e ti conduce a far sì che non ci siano differenze, quando invece è la contrapposizione delle differenze che ti fanno progredire. L’ideologia del genere è nefasta. Non sono nefaste le persone coinvolte in questa ideologia, ma l’ideologia stessa che semplifica, rende tutto omogeneo, toglie le differenze.

    . 28 aprile 2023, viaggio apostolico in Ungheria, Budapest, dal discorso alle autorità (a proposito di ‘Europa fluida’):

    E’ questa la via nefasta delle ‘colonizzazioni ideologiche’, che eliminano le differenze, come nel caso della cosiddetta cultura gender o antepongono alla realtà della vita concetti riduttivi di libertà, ad esempio vantando come conquista un insensato ‘diritto all’aborto’, che è sempre una tragica sconfitta. Che bello invece costruire un’Europa centrata sulla persona e sui popoli, dove vi siamo politiche effettive per la natalità e la famiglia (…) perseguite con attenzione in questo Paese.

    INVECE – IN SINTESI - PER QUANTO RIGUARDA LE PERSONE OMOSESSUALI….

    . . per il decennale del Pontificato, 13 marzo 2023, dall’intervista a Jorge Fontevecchia (Perfil, sito argentino):

    Ho parlato tre volte di omosessualità. La prima durante il ritorno da Rio de Janeito, quando ho detto che “se una persona è omosessuale e cerca Dio, chi sono io per giudicarla?(…) La seconda nel viaggio in Irlanda, quando ho detto che mai si cacci da casa un figlio o una figlia omosessuale, perché bisogna accettare tale condizione e parlarne in famiglia. E la terza volta in un’intervista all’Associated Press, in cui ho parlato della criminalizzazione dell’omosessualità. Purtroppo ci sono più o meno 30 Paesi che anche oggi criminalizzano l’omosessualità e di questi 30 una decina prevede la pena di morte. E’ un fatto molto grave questo e lo dico con molta chiarezza. (…) In occasione delle udienze generali, vengono persone che appartengono a gruppi omosessuali, stanno tra la gente e si presentano come tali: io saluto tutti. Tutti sono figli di Dio e ognuno cerca Dio e lo incontra, per quanto gli è possibile. Dio allontana i superbi, noi altri peccatori stiamo tutti in fila.

    CONCLUSIONI

    Alla fine di questa lunga carrellata (peraltro non esaustiva) su quanto ha detto e scritto papa Francesco in materia di ideologia gender, non resta che trarre qualche conclusione.

    1. Papa Francesco ritiene l’ideologia gender una manifestazione del ‘Male’, uno ‘sbaglio della mente umana’, la ‘peggiore’ tra le ideologie, insomma qualcosa di ‘nefasto’.
    2. Obiettivo dell’ideologia gender è rendere tutto uniforme, negando il valore di ogni differenza.
    3. Con ciò l’ideologia gender non tiene conto della realtà, che invece vive sull’unicità di ogni persona, che è diversa da tutte le altre e rappresenta una ricchezza nello sviluppo di ogni comunità.
    4. L’ideologia gender stravolge le fondamenta della famiglia.
    5. L’ideologia gender nella scuola danneggia gravemente la corretta maturazione dei discenti.
    6. L’ideologia gender porta l’uomo all’autodustruzione.
    7. Papa Francesco tuttavia distingue chiaramente e in modo ricorrente tra ideologia gender e persone lgbt: la prima è da respingere, le seconde sono da accogliere e accompagnare, mostrando loro rispetto e comprensione. Il Papa più volte ha poi invitato a “non giudicare” tali persone, perché “l’amore di Dio è per tutti, tutti, nessuno escluso”. E’ restato famoso quanto Bergoglio ha detto il 28 luglio 2013 nella conferenza-stampa in aereo di ritorno dalla Giornata mondiale della Gioventù a Rio de Janeiro: Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, ma chi sono io per giudicarla? Il Catechismo della Chiesa Cattolica spiega in modo tanto bello questo, ma dice - aspetta un po’, come si dice… - e dice: “non si devono emarginare queste persone per questo, devono essere integrate in società”. Il problema non è avere questa tendenza, no, dobbiamo essere fratelli, perché questo è uno, ma se c’è un altro, un altro. Il problema è fare lobby di questa tendenza: lobby di avari, lobby di politici, lobby dei massoni, tante lobby. Questo è il problema più grave per me.

     

     

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