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    OMOFOBIA/DITTATURA LGBT LODA CHIESA E AVVENIRE

    OMOFOBIA/DITTATURA LGBT LODA CHIESA E AVVENIRE – di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 1 luglio 2020

     

    Presentato martedì sera 30 giugno in Commissione Giustizia della Camera il testo unificato del disegno di legge contro l’ ‘omotransfobia’ e (nuova buffonata) la misoginia. Nell’introduzione il relatore Alessandro Zan (pd, nota lobby) evidenzia – citando ‘Avvenire’ – le ‘aperture’ della Chiesa italiana. Nell’ ‘Avvenire’ di mercoledì primo luglio Luciano Moia dà così il meglio di sé.

     

    Con qualche giorno di ritardo ieri sera (martedì 30 giugno 2020) è stato presentato in Commissione Giustizia della Camera dei deputati il ‘testo unificato’ del disegno di legge così denominato: “Misure di prevenzione e contrasto della violenza e della discriminazione per motivi legati al sesso, al genere, all’orientamento sessuale e all’identità di genere”. La Commissione la settimana prossima voterà sui numerosi emendamenti inoltrati; l’oggetto verrà poi calendarizzato ed esaminato dall’Aula di Montecitorio (in cui è ampia la maggioranza pd-M5S) e successivamente dal Senato (in cui invece i numeri sono molto ballerini). Del tema abbiamo parlato ampiamente (e ne parleremo ancora) nel nostro sito, vedi ad esempio https://www.rossoporpora.org/rubriche/italia/955-scuole-giornata-contro-l-omofobia-come-ti-educo-il-pupo.html,https://www.rossoporpora.org/rubriche/italia/956-omofobia-avvenire-i-magheggi-arcobaleno-del-duo-tarquinio-moia.html e https://www.rossoporpora.org/rubriche/italia/957-legge-anti-omofobia-il-no-del-coordinamento-justitia-et-pax.html 

     

    CHE COSA SCRIVEVA AD AVVENIRE (24 GIUGNO 2020) IL DIRETTORE DELL’UNAR? SE SI LEGGE BENE, TUTTO DIVENTA MOLTO CHIARO…

    Prima di evidenziare qualche passo dell’introduzione del relatore pd Alessandro Zan (nota lobby) e del testo presentato, ci sembra utile richiamare quanto osservava in una lettera ad Avvenire del 24 giugno 2020 il direttore generale dell’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (il noto Unar) Triantafillos Loukarelis. Osserviamo che, se la nuova legge passasse, l’Unar vedrebbe legittimate ufficialmente (anche con un congruo compenso) le sue strategie per la lotta contro la cosiddetta ’omotransfobia’. Che scrive tra l’altro Loukarelis nella lettera ad Avvenire e riferendosi alle parole di Zan? Il deputato pd “ha dichiarato ripetutamente che la legge non prevederà limitazioni della libertà di espressione, non ci sarà alcun reato d’opinione, bensì verrà perseguito l’incitamento all’odio e alla violenza, ben altra cosa rispetto a un potenziale bavaglio verso chi parla di famiglia’tradizionale’ e di ’padre’ e ‘madre’. Queste sono questioni importanti che prima o poi andranno affrontate, ma non in chiave propagandistica e ideologica, piuttosto tenendo in considerazione i diritti dei bambini e degli adolescenti (…)

    In sintesi: nella legge non ci saranno - dice Loukarelis citando Zan - reati di opinione. Però “prima o poi” si dovranno affrontare il tema delle  espressioni  attinenti alla famiglia tradizionale, all’essere padre e all’essere madre. Che  - Loukarelis non sa o finge di non sapere - sono fatti e non opinioni: la generazione avviene solo grazie all’incontro tra un padre e una madre. Chiusa la discussione. Purtroppo per Loukarelis voce dal sen sfuggita più richiamar non vale”: il direttore dell’Unar ha espresso non si sa se involontariamente o con protervia quel che pensa di fare nel nostro caso la nota lobby. L’obiettivo è di far approvare la legge. Per far questo occorre rassicurare almeno un po’ una parte ancora dubbiosa di deputati (in genere comunque già pronti a inginocchiarsi al politicamente corretto). Poi, una volta incassato il risultato, si procederà ormai senza ostacoli verso l’imposizione del totalitarismo lgbt, dal volto dialogante per i gonzi e i finti tonti e dal volto ferocemente liberticida verso i dissenzienti.

     

    LA RELAZIONE INTRODUTTIVA DI ALESSANDRO ZAN (PD)

    E’ così che ieri sera nella relazione introduttiva Alessandro Zan ha voluto essere rassicurante riguardo ai primi quattro articoli che trattano l’aspetto repressivo delle nuove norme contro l’ ‘omotransfobia’, cui si è voluta aggiungere anche la ‘misoginia’. Una vera buffonata quest’ultima, forse mirata a raccogliere qualche voto in più. Contro la ‘misoginia’ (odio contro le donne)? E allora: perché non la ‘misandria’ (odio contro l’uomo), che pure esiste presso certe donne, in genere femministe scatenate? E contro chi non riesce a sopportare i bambini e li odia? E chi ritiene inutili e odia gli anziani? Ci sono anche quelli!

    A proposito della definizione di “sesso, genere, orientamento sessuale, identità di genere”, ha osservato Zan, coerentemente con le strategie totalitarie della nota lobby, che ha forti addentellati internazionali a incominciare dall’attivismo concreto del noto speculatore e filantropo eversore George Soros:

    “Può essere (…)  utile ribadire in questa sede che: a) per sesso, si intende il sesso indicato alla nascita o risultante a seguito di rettificazione anagrafica ai sensi della legge 14 aprile 1982, n. 164; b) per la definizione di genere, infine, può riportarsi quella contenuta nell’articolo 3, lettera c) della richiamata Convenzione di Istanbul, a mente del quale “con il termine ‘genere’ ci si riferisce a ruoli, comportamenti, attività e attributi socialmente costruiti che una determinata società considera appropriati per donne e uomini»; c) per orientamento sessuale si intende l’attrazione emotiva o sessuale nei confronti di persone di sesso opposto, dello stesso sesso o di entrambi i sessi;d) per identità di genere si intende la percezione che una persona ha di sé come rispondente ad un genere, anche se non corrispondente al proprio sesso biologico (…)”

    A proposito della compatibilità delle norme repressive con l’articolo 21 della Costituzione italiana (“Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”), ha rilevato Zan:

    “L’intervento in materia penale non presenta profili di contrasto con l’articolo 21 della Costituzione: esso, infatti, non colpisce qualsiasi opinione critica rispetto alle scelte e allo stile di vita delle donne o delle persone LGBT+ (formulata, ad esempio, richiamando le posizioni di una confessione religiosa al riguardo). Tali espressioni resteranno consentite, come ovvio in una democrazia. Ad essere colpite saranno, piuttosto, quelle opinioni formulate in modo lesivo della dignità degli individui e capaci anche per questo di determinare il concreto pericolo di compimento di atti discriminatori e violenti”.

    Appare molto debole qui Zan: che significa concretamente che saranno “colpite  (…) quelle opinioni formulate in modo lesivo della dignità degli individui”? Chi stabilisce quel che è lesivo? Se dico che il matrimonio è solo tra uomo e donna, ledo i presunti diritti di qualcuno? Se dico che non possono esistere in natura figli di una coppia gay, ledo i diritti di qualcuno?

     

    LA GIORNATA CONTRO L’ ‘OMOTRANSFOBIA’: TOTALITARISMO LGBT NELLE SCUOLE DI OGNI ORDINE E GRADO

    Passiamo a qualche contenuto della seconda parte del disegno di legge. Con una precisazione iniziale, Zan rileva che gli articoli 5,6,7,8 si occupano di politiche di prevenzione e di inclusione delle “persone lgbt+” e non più di violenza contro le donne (già oggetto di politiche specifiche). 

    Veniamo all’articolo 5, quello che istituisce formalmente per il 17 maggio di ogni anno la “giornata contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia”. Come già abbiamo avuto modo di evidenziare non è cosa secondaria. Al comma tre del testo unificato si legge: In occasione della «Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia», sono organizzate cerimonie, incontri e ogni altra iniziativa utile, anche da parte delle amministrazioni pubbliche, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, per la realizzazione delle finalità di cui al comma 1”.

    Da notare quell’ “in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado”. Chi oserà – docenti, presidi anche di scuole paritarie cattoliche – dire di no a una richiesta in tal senso, sapendo di rischiare fortemente di essere esposto alla gogna mediatica e al troncamento della carriera? Questo è uno dei passi che più esprimono le vere finalità del disegno di legge: partendo dalla scuola, rieducare la società in senso lgbt. Sulla scia di tragici esempi rossi di cinquant’anni fa, verrà distribuito e imposto anche il ‘libretto arcobaleno’?

     

    CORRISPONDENZA D’AMOROSI SENSI TRA ZAN E AVVENIRE

    Osserva poi Zan:

    Si tratta di una innovazione importante: la Giornata, infatti, viene celebrata dal 2004 ed è stata ufficialmente riconosciuta e proclamata dal Parlamento europeo con la Risoluzione del 26 aprile 2007 sull’omofobia in Europa. Da allora, essa viene celebrata anche in Italia. (…) Già oggi, in occasione della Giornata, si svolgono iniziative – anche  presso le amministrazioni pubbliche e nelle scuole – manifestazioni civili e anche religiose (nel 2018, ad esempio, si sono svolte veglie di preghiera nelle diocesi di Palermo, Parma, Sanremo, Lucca, Alessandria, Reggio Emilia, Roma, Trieste, Bologna, Siracusa, Firenze, Torino, Cagliari, Napoli, Genova, Milano, Cremona: cfr. https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/oltre-omofobia-veglie-e-preghiere-guidate-dai-vescovi). L’articolo 5 della proposta di legge, dunque, prende atto di una realtà e di prassi già ampiamente diffuse nel paese (NdR: allora legalizziamo anche spaccio e consumo di droga o le irregolarità nella gestione dei migranti in diverse parti d’Italia, ad esempio nella galassia sedicente cattolica della Caritas di Bergamo?), le riconosce a livello legislativo e ne promuove – con efficacia generale – la prosecuzione” (…)”.

    Non può non colpire la citazione elogiativa delle veglie di preghiera tenute in diverse diocesi italiane, con tanto di richiamo al quotidiano della Cei. Evidentemente Zan ha ricambiato il favore che Avvenire – facendo strame della nota diramata il 10 giugno dalla presidenza della Cei - gli ha fatto il 12 giugno pubblicandogli a tutta pagina un’intervista ‘rassicurante’ sul rischio che la legge colpisca la libertà di opinione.

    E Avvenire di oggi, mercoledì primo luglio? Affida al Turiferario Guastalamessa, al secolo Luciano Moia il compito di presentare il testo unificato. In prima pagina ecco il titolo “Omotransfobia, restano i dubbi sui reati d’opinione”. Che si può tradurre così: “Sì, la legge ci deve essere… magari si potrebbe migliorare in alcuni punti”.

    Dentro, a tutta pagina 9, il titolone: “Omofobia, c’è il testo di partenza”. Nel lungo cappello introduttivo Moia osserva a proposito della ‘Giornata’ e delle altre strategie preventive: Tutte iniziative ad alto tasso di rischio ideologico che sarebbe però sbagliato bollare subito come propaganda lgbt a senso unico. Con una gestione equilibrata e senza estremismi potrebbero rivelarsi anche ottime occasioni educative. La disponibilità a mettersi in gioco anche, ma non solo, da parte dell’associazionismo familiare sarà la discriminante decisiva”. Moia c’è o ci fa? E’ un ingenuo irrecuperabile oppure un sepolcro arcobaleno? Ai lettori la non ardua risposta, preso atto delle righe deliranti sopra riportate.

    Ma il Moia ci ha regalato nella chiusa del cappello un’altra chicca di commento alla relazione introduttiva. Leggere per credere: “Infine una nota curiosa. Nella relazione introduttiva, ricordando l’impegno profuso da tante realtà associative in occasione della giornata contro l’omofobia – che come detto si vorrebbe trasformare in ricorrenza nazionale – sono state ricordate anche le veglie di preghiera organizzate ormai da anni in molte decine di diocesi da Nord a Sud”. Che gioia e che piacere, che graditissima sorpresa per il Moia la citazione elogiativa di Zan… E si ripropone il dilemma: è un ingenuo irrecuperabile oppure un sepolcro arcobaleno? In ambedue i casi è certo un fiore all’occhiello per l’organo della conferenza episcopale cattofluida della chiesa patriottica sino-italica. E il direttore turiferario gli dovrebbe aumentare la paga. Sempre naturalmente che nell’8 per mille ci siano ancora soldi a sufficienza per la bisogna.  Altrimenti se li faccia dare da qualche amico… della galassia immigrazionista nell’ambito della Caritas bergamasca… o della galassia immigrazionista che sponsorizza la Festa annuale dell’Avvenire… o addirittura li mendichi da chi dalla nuova legge avrà quattro milioni di euro per elaborare le proprie strategie lgbt…

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