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    DROGA: BRAVO AL PAPA - MIGRANTI: BRAVO A SALVINI (CON UNA PREMESSA)

    DROGA: BRAVO AL PAPA - MIGRANTI: BRAVO A SALVINI (CON UNA PREMESSA)– di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 3 dicembre 2018

     

    Sabato primo dicembre papa Bergoglio ha detto parole forti su droga e dintorni. Non è la prima volta, ma stavolta ha condannato ‘l’uso’ della droga (non ‘l’abuso’ come dicono i ‘politicamente corretti’). Intanto Matteo Salvini ha incassato il decreto sicurezza e immigrazione e ha bloccato l’eventuale adesione al ‘GlobalMigration Compact’. Un ignobile editoriale in materia su 'Avvenire', a firma di Tarquinio il Superbo: ora auspica la museruola per chi (molti i cattolici) ha votato il decreto.   

     

    PREMESSA: LA PRESIDENTE, LA BAMBINA, IL MINISTRO 

    In questi ultimi giorni la cronaca italiana ci ha offerto molteplici motivi di riflessione sia positivi (non è un fatto banale questo, come si potrebbe pensare…) che negativi. Tra questi ultimi si evidenzia il comportamento scandaloso di tale Sabrina Alfonsi, già studentessa del liceo Mamiani e laureata in “antropologia culturale” (!) alla Sapienza, presidente piddina del I municipio di Roma, che – presa da un raptus di fanatismo ideologico – ha capeggiato un blitz abortista contro la sede di Pro Vita onlus a via Manzoni: l’ imitatrice della Bonino degli anni ruggenti (insieme con altre compagne assessore e consigliere di pari concezione democratica) ha coperto con scritte grottescamente femministe un esemplare del famoso poster con l’immagine realistica di un feto a 11 settimane di vita (fatto rimuovere ad aprile da via Gregorio VII da quell’altra turiferaria del politicamente corretto, tale Virginia Raggi, sindaca di Roma per grazia ricevuta).

    Non sono mancate però notizie rallegranti. Ne citiamo due. La prima rimanda al coraggio di una bambina di quinta elementare della Riviera del Brenta (al confine tra le province di Venezia e Padova). La classe stava facendo le prove per la festicciola natalizia, cantando tra l’altro “Buon Natale in allegria”, una canzone in cui si ripete un invito: “Su brindiamo! Festeggiamo! Questo è il giorno di Gesù”. Troppo per quelle anime pie di maestre che (per non “offendere” i non-cattolici ) hanno pensato di far togliere il riferimento a Cristo. Ma una bambina intraprendente è insorta e ha incominciato senza por tempo inutile in mezzo a raccogliere firme tra i compagni per la riammissione dell’Escluso. Quasi tutti i compagni di classe (alcuni musulmani compresi) hanno sottoscritto la richiesta e le maestre così falsamente ‘dialoganti’( in buona o malafede) hanno dovuto fare retromarcia, facendosi impartire dai loro allievi una bella lezione civica.

    La seconda notizia rallegrante invece concerne una circolare del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR), inviata in data 20 novembre alle istituzioni scolastiche statali per il tramite degli Uffici scolastici regionali (USR). Con tale nota intitolata “Piano triennale dell’offerta formativa” (a firma dei due direttori generali competenti Maria Assunta Palermo e Giovanna Boda) in sintesi si dispone che studenti maggiorenni e genitori (se di minorenni) abbiano la facoltà di rifiutare il consenso ad attività extra-curricolari sui cui contenuti non sono d’accordo. Agli studenti oppositori è concesso di astenersi dalla frequenza di tali corsi. E’ noto che le associazioni lgbt, abortiste, femministe hanno utilizzato e utilizzano tale machiavello (quello dei corsi extra-curricolari) per far propaganda nelle scuole, imponendola per di più a tutti. Ora con tale circolare il ministero del leghista Marco Bussetti mette fine a tale mal andazzo, difendendo il diritto delle famiglie e degli studenti di non farsi avvelenare da teorie distruttive del tessuto sociale. Grande merito va certo alla galassia di associazioni pro-famiglia (sostanzialmente quelle che hanno dato vita ai due massicci Family Day del 20 giugno 2015 e del 30 gennaio 2016) per aver con costanza e fermezza combattuto la loro battaglia anche in ambito scolastico.

     

    UN BRAVO A PAPA FRANCESCO: NO ALL’USO (GIA’ L’USO, NON L’ABUSO!) DELLA DROGA

    Un’altra notizia rallegrante viene dalle più recenti prese di posizione di papa Francesco riguardo al dramma della diffusione capillare e mortifera di quel veleno chiamato droga (in tutte le sue forme). E’ un atteggiamento questo che richiama quello sempre assunto dalla Chiesa al più alto livello.

    Già papa Montini ammoniva il 18 dicembre 1972, ricevendo i delegati della Fondazione Carlo Erba: “E’ indispensabile mobilitare, come si sta facendo da voi specialmente, l’opinione pubblica mediante una chiara e precisa informazione sulla natura e sulle conseguenze vere e micidiali della droga, contro quei malintesi che vanno circolando sulla sua presunta innocuità e sui suoi benefici influssi”.

    Anche papa Woytila, a più riprese, ad esempio il 7 settembre 1984, si era così rivolto ai partecipanti alll’VIII Convegno mondiale delle comunità terapeutiche: “La droga è un male, e al male non si addicono cedimenti”.

    Numerosi gli interventi in materia di papa Ratzinger. Ne citiamo due. Quello del 2007: “Dico agli spacciatori di droga che riflettano sul male che stanno facendo a una moltitudine di giovani e di adulti di tutti gli strati sociali: Dio chiederà loro conto di ciò che hanno fatto”.  E quello del 2010: “Credo che questo serpente del commercio e del consumo di droga che avvolge il mondo sia un potere del quale non sempre riusciamo a farci un’idea adeguata. Distrugge le famiglie, porta alla violenza e minaccia il futuro di intere nazioni. Anche questo è una terribile responsabilità dell’Occidente: ha bisogno di droghe e così crea Paesi che gli forniscono quello che poi finirà per consumarli e distruggerli”.

    Da parte sua papa Bergoglio il 20 giugno 2014 (“Discorso ai partecipanti alla XXXI edizione dell’International Drug Enforcement Conference ) aveva ribadito che la droga “è un male e con il male non ci possono essere cedimenti o compromessi. (…) Le legalizzazioni delle cosiddette ‘droghe leggere’, anche parziali, oltre a essere quanto meno discutibili sul piano legislativo, non producono gli effetti che si erano prefisse. Le droghe sostitutive, poi, non sono una terapia sufficiente, ma un modo velato di arrendersi al fenomeno”. 

    Francesco ha espresso tali opinioni in diverse altre occasioni (come ad esempio il 24 luglio 2013 all’ospedale “Săo Francisco de Assis” della zona nord di Rio de Janeiro) e sabato primo dicembre le ha confermate, ricevendo in udienza i convenuti alla Conferenza internazionale “Droga e dipendenze: un ostacolo allo sviluppo umano integrale”. In tale occasione ha evidenziato che “l’uso della droga causa gravissimi danni alla salute, alla vita umana e alla società, voi lo sapete bene. Tutti siamo chiamati a contrastare la produzione, l’elaborazione e la distribuzione della droga nel mondo. È dovere e compito dei governi affrontare con coraggio questa lotta contro i trafficanti di morte. Trafficanti di morte: non dobbiamo avere paura di dare questa qualifica. Un ambito sempre più rischioso si sta rivelando lo spazio virtuale: in alcuni siti di Internet, i giovani, e non solo, vengono adescati e trascinati in una schiavitù dalla quale è difficile liberarsi e che conduce alla perdita del senso della vita e a volte della vita stessa”.

    Parole chiare, chiarissime sul tema. Ne vorremmo segnalare una in particolare: papa Bergoglio ha denunciato che “l’uso” della droga causa gravissimi danni alla salute, alla vita umana e alla società. “L’uso”, non solo “l’abuso” come le lobbies liberalizzatrici continuano a sostenere. Ovvero: “Che volete che vi faccia un po’ di droga, un po’ di cannabis, un po’ di marjiuana?” E’ una propaganda questa (proveniente dai pulpiti dei ‘cattivi maestri’, gli avvelenatori in cattedra della società mediatica) molto insidiosa, che rischia di accalappiare le menti di chi non è attrezzato adeguatamente alla difesa. E dunque di creare nuovi schiavi della piovra criminale. “Uso”, dunque “non abuso”: e qui si deve riconoscere che papa Bergoglio ha detto qualcosa di importante e del tutto condivisibile.

     

    UN BRAVO A MATTEO SALVINI: RIDURRE L’ATTRATTIVITA’ DELL’ITALIA PER I MIGRANTI ECONOMICI E COLPIRE IL BUSINESS (SULLA PELLE DEGLI STESSI) DELLE COOP BIANCHE E ROSSE. INTANTO L’ULTIMO EXPLOIT DI TARQUINIO IL SUPERBO CHE  SU ‘AVVENIRE’ AUSPICA LA MORDACCHIA PER CHI – MOLTI I CATTOLICI - HA VOTATO (E CONDIVIDE) IL ‘DECRETO SICUREZZA E IMMIGRAZIONE’

    Un doppio ‘bravo’ al Ministro dell’Interno Matteo Salvini.

    Il primo per aver voluto il ‘decreto sicurezza e immigrazione’ che ha un triplo grande merito: riduce l’attrattività dell’Italia per i migranti economici, provenienti in particolare dall’Africa; riduce drasticamente i profitti di chi fin qui (cooperative bianche e rosse) ha guardato all’immigrazione come a un’occasione per moltiplicare i suoi profitti (una moltiplicazione tanto più vergognosa se gli imprenditori sono dei sedicenti cattolici); concede come dovuto l’asilo ai rifugiati politici e protezione solo ad alcune categorie ben precise di persone (basta con gli abusi, favoriti sempre dai sedicenti cattolici già citati).

    Il secondo ‘bravo’ a Salvini per aver al momento bloccato – rimettendola alla decisione del Parlamento - l’eventuale adesione dell’Italia al cosiddetto “Patto globale per una emigrazione sicura, disciplinata e regolare” (GlobalMigration Compact), parto di un ente screditato come l’ONU su sollecitazione dell’allora – altrettanto screditato - presidente statunitense Barack Obama. E’ così che l’Italia non parteciperà il 10 e 11 dicembre nella marocchina Marrakech alla prevista conferenza intergovernativa. Il ‘Patto globale’ è un testo di 34 pagine: 23 gli obiettivi indicati, 54 i punti del documento, in cui si teorizza un “diritto” assoluto all’emigrazione, lasciando intendere che a tale “diritto” dovrebbe corrispondere un “dovere” dell’accoglienza. Se è vero che formalmente il documento non è vincolante, potrebbe in ogni caso creare gravi difficoltà internazionali a chi pratica un’accoglienza nei limiti delle sue possibilità, da Stato democraticamente sovrano. Perciò diversi Stati hanno già negato la loro approvazione: da tempo gli Stati Uniti, poi l’Australia, l’Ungheria, l’Austria, la Bulgaria, Polonia, la Repubblica Ceca, la Slovacchia. La Svizzera ha deciso di consultare il Parlamento e così anche l’Italia.

    Naturalmente l’atteggiamento di Salvini fa venire l’orticaria ai vertici di Avvenire (e a quelli della Cei, presidente in testa e a quelli di certo associazionismo penosamente catto-piddino). E non c’è pomata che tenga, tanto che l’irritazione catto-fluida esplode un giorno sì e l’altro sì dalle prime pagine del quotidiano con una martellante campagna anti-leghista (propedeutica alla formazione di un partito cosiddetto cattolico - in cui rivivrebbe l'esperienza nefasta della peggiore dc di sinistra - per le prossime elezioni?). Purtroppo per Avvenire tale suo comportamento politico (che oscura il buono emergente da altre sue pagine) provoca indignazione e rabbia in una fetta consistente di cattolici italiani, presso i quali quello che dovrebbe essere il loro giornale è considerato ormai penosa ruota di scorta di Repubblica o forse anche del Manifesto.

    Domenica 2 dicembre 2018 però il direttor furioso ha superato anche se stesso in un editoriale dal titolo “Il presepe vivente”. Il decreto sicurezza e immigrazione di Salvini, che (andiamo al sodo, non fermiamoci ad alcuni dettagli certo ancora migliorabili) riduce drasticamente i profitti per il business anticristiano dei migranti, è definito “Legge della strada”, qualificata come “dura, persino feroce”, tanto che “non sopporta i deboli e, darwinianamente, li elimina”. Un vero delirio, ma Tarquinio il Superbo fa anche di peggio. Leggere per credere: autoinvestitosi a Grande Inquisitore sferza chi ha votato (molti i cattolici) il decreto sicurezza e immigrazione. Così: “ (chi…) ci risparmi almeno parole al vento e ai social sullo spirito del Natale, sul presepe e sul nome di Gesù. Prima di nominarlo, Lui, bisogna conoscerlo”. Anche il paracarro del Monteceneri (quello che divide Lugano da Bellinzona) comprenderebbe a questo punto che i sogni del direttor saccente (lui sì che conosce Gesù…) sono pieni di mordacchie per i critici. Pensate un po’ alla fortuna dei tempi in cui viviamo: se Tarquinio il Superbo avesse imperversato nel Cinquecento…presumiamo che le odierne, sognate mordacchie si sarebbero tradotte in fuocherelli, quelli di Campo de’ Fiori!

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