IL LICEO GIULIO CESARE DI ROMA HA 90 ANNI – I RICORDI DI CARLO TREZZINI – di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 25 ottobre 2023
Dal 26 al 28 ottobre, con convegni e iniziative disparate, il Liceo classico Giulio Cesare di Roma ricorda i suoi 90 anni guardando al futuro. Una sintesi della storia del famoso istituto inaugurato nella sede di corso Trieste da Mussolini il 28 ottobre 1936. L’ex-allievo Carlo Trezzini, quasi 96enne, ritorna nell’aula della sezione F, accolto con calore; un’intervista rievocativa, le reazioni della classe che de facto l’ha adottato. Alla fine una galleria fotografica significativa.
E’ un’istituzione scolastica molto nota non solo a Roma, ma in tutta Italia, sia per la storia punteggiata di episodi non comuni che per essere stata frequentata da alcuni ragazzi che, diventati famosi, hanno poi maturato e coltivato con la scuola un legame affettuoso, dedicandole magari, come Antonello Venditti, una canzone rievocativa: Liceo classico statale Giulio Cesare è il suo nome e la sua sede – archetipo dell’edilizia scolastica del Ventennio – è a Corso Trieste 48. Quest’anno il Liceo, la cui attività prese avvio nel 1933 e di cui è preside da sei anni Paola Senesi, festeggia il Novantesimo. Uno sforzo concorde e creativo dell’intera comunità scolastica ha portato all’organizzazione di una tregiorni di convegni e iniziative disparate (tra l’altro verrà inaugurato un Museo diffuso interattivo), imperniati non tanto sulla celebrazione del passato ma volgendo in particolare l’occhio a un futuro di speranza anche per chi si fa testimone quotidiano dei valori della classicità. Il ‘Giulio Cesare’ non è sconosciuto ai lettori di questo sito (vedi ad esempio https://www.rossoporpora.org/rubriche/italia/953-scuola-in-difficolta-ma-al-liceo-giulio-cesare-festa-dei-talenti.html ). In questo nostro contributo ai festeggiamenti proponiamo una sintesi di storia del Liceo, un’intervista all’ex-alunno novantaseienne Carlo Trezzini (che ha voluto rivedere la scuola e anche l’aula della sezione F in cui studiò), alcuni commenti sulla sua visita raccolti nella classe coinvolta.
LICEO GIULIO CESARE DI ROMA: UN PO’ DI STORIA
Il Liceo classico statale Giulio Cesare di Roma ha aperto i suoi battenti il primo ottobre 1933. L’allora Regio Liceo Ginnasio era situato in piazza Indipendenza, con una succursale in via Cernaia. Gli allievi però erano talmente tanti, oltre 1200, che il primo preside, Guido Rispoli, fu costretto a prospettare l’urgenza di usufruire di spazi maggiori. La richiesta fu accolta: il 28 ottobre 1936 la nuova, monumentale sede a Corso Trieste (frutto dell’ingegno dell’architetto Cesare Valle ed emblema dell’architettura razionalista del tempo) fu inaugurata in pompa magna da Benito Mussolini, accompagnato da Giuseppe Bottai, Governatore di Roma e di lì a pochi giorni ministro dell’Educazione nazionale. Nel cortile fu posta una statua in bronzo di Giulio Cesare, creata dalla Fonderia Laganà di Napoli e riproducente l’omonima scultura su via dei Fori Imperiali. Nel 1938 l’applicazione delle ‘leggi razziali’ portò all’espulsione dalle scuole di docenti e allievi ebrei. Anche dal ‘Giulio Cesare’, dove in una targa si ricordano Enrico e Luciana Finzi, poi deportati e morti a Auschwitz (è possibile che ce ne siano stati anche altri).
Negli anni della guerra la comunità scolastica aiutò tra l’altro con donazioni in denaro i figli dei marinai della nave militare ‘Giulio Cesare’ caduti in combattimento. Nel settembre del 1943 la scuola fu requisita da un reparto della divisione ‘Piave’, poi occupata da truppe tedesche che la depredarono. Subentrarono gli Alleati e, conclusa la guerra, l’edificio ospitò nelle due palestre gli sfollati del quartiere. L’attività scolastica regolare riprese nel 1946, ma di lì a qualche anno fu amputata dei primi tre anni del ginnasio ceduti alla scuola media Settembrini, insediata in una parte dello stesso edificio. I conseguenti problemi di disponibilità di spazi portarono - tra molte polemiche - ad alcune modifiche architettoniche e aggiunte rispetto all’edificio originario del 1936.
Ripercorrendo il cammino della storia, non si può ignorare come - analogamente a quanto successo in tante altre scuole italiane - il ‘Giulio Cesare’ fu teatro di accesi e anche violenti scontri politici negli Anni Settanta. Un clima ideologicamente avvelenato che culminò nella tragedia del 28 maggio 1980, quando, in servizio davanti alla scuola, l’appuntato di pubblica sicurezza Francesco Evangelista, detto ‘Serpico’, fu ucciso da un commando dei Nuclei Armati Rivoluzionari (NAR) per aver cercato di impedire, insieme con due colleghi (uno dei quali ferito), che i terroristi di estrema destra li disarmassero in segno di sfregio.
Nel novembre 2022 la mappa interattiva di comparazione scolastica ‘Eduscopio’ della Fondazione Agnelli ha assegnato al ‘Giulio Cesare’ la palma di migliore liceo classico di Roma per i risultati ottenuti a livello universitario e del mondo del lavoro dai suoi ex-diplomati negli ultimi cinque anni.
Si può infine ricordare che numerosi ex-allievi del ‘Giulio Cesare’ si sono distinti in vari campi, dalle lettere alla musica, dalla politica al giornalismo e in altri ambiti professionali e scientifici come il diritto e la medicina.
TRA I TANTI EX-ALUNNI DEL ‘GIULIO CESARE’ … IL QUASI NOVANTASEIENNE CARLO TREZZINI
Tra i tanti ex-allievi del ‘Giulio Cesare’ ce n’è uno che abbiamo conosciuto al tempo in cui insegnavamo italiano e storia alla Scuola svizzera di Roma (1978-88). Padre di Flavia (che abbiamo accompagnato per non meno di sette anni fino alla maturità) e di Lorenzo (idem), laureatosi in Medicina alla Sapienza nel 1953 (con esperienze poi tra l’altro a Locarno, Losanna, Perugia, per molti anni alla stessa Sapienza), dal 1987 al 2009 è stato anche il medico di fiducia dell’Ambasciata svizzera di Roma. Discende dalla famiglia dei Trezzini - ticinesi di Astano (Malcantone, vicino a Lugano) – un cui membro nel secondo Ottocento si era trasferito a Roma per studiare e vi era poi restato da notaio, riuscendo a diventare governatore del distretto allora papale di Tivoli e sposando la figlia di un collega. Nel 1870, con la presa di Roma, per ragioni di lavoro dovette acquisire anche la nazionalità italiana. Da lì, procedendo nei decenni per li rami, si è giunti fino a Carlo, nato il 22 novembre del 1927. Un quasi novantaseienne con la nostalgia del ‘Giulio Cesare’…
E allora… caro dottor Trezzini, eccoci qui, su una sedia (la cadrega, come amava scherzare la figlia in dialetto ticinese) del ‘Giulio Cesare’, insieme con Sua moglie Adelaide… In questo inizio di giugno del 2023 ha rivisto – oltre a diversi libri e oggetti del passato in una sala del seminterrato - l’aula che porta cara nella memoria, circondato da un’esplosione di affetto da parte della V F…
… è stato, dopo tanti anni, un ritorno particolare che mi ha fatto un immenso piacere, tanto che mi sono commosso e non ho vergogna a dirlo.
Sì, ho constatato che l’emozione era forte…
Quanto grande per chi è stato per otto anni in questa scuola tra gli Anni Trenta e gli Anni Quaranta del secolo scorso! Mi è stata offerta la possibilità anche di rivedere e di riabitare per un quarto d’ora l’aula della sezione F … che era la mia sezione. C’erano ragazzi e ragazze della V F che mi hanno fatto una grande accoglienza..Mi sono riaffacciato anche alla finestra… e il panorama era più o meno sempre lo stesso di decenni fa.
I ragazzi erano visibilmente sorpresi…
Gli allievi della V F erano all’oscuro della mia venuta… hanno manifestato però la loro emozione nel vedermi, considerandomi come un emblema del passato. Alcune ragazze avevano gli occhi lucidi… Insomma mi hanno regalato dieci anni di vita…
De facto L’hanno adottata… Riprendendo, per così dire, momentaneo possesso dell’aula, Le si è riaperto verosimilmente anche l’archivio della memoria…
Mi si sono ripresentati alla mente alcuni docenti, come il famoso cantore dell’Italia borbonica Carlo Alianello… mi ricordo di lui anche per libri come L’alfiere – un’opera che mi ha appassionato - L’eredità della priora, La conquista del Sud… Pure il volto della professoressa Francia che insegnava italiano e latino; quello di Anna Cattani, che - ancora quasi ragazzina – per carenza di docenti abilitati fu inviata al Giulio Cesare. Era tanto deliziosa che ce ne innamorammo tutti, presente com’era nei nostri sogni adolescenziali. Il vicepreside le faceva una corte spietata. L’ho rivista per caso qualche anno fa in un bar… la salutai: “Signora Cattani…”. E lei: “Trezzini!” . Continuai: “Le posso dare un bacio?”. Risposta: “Sìiiii! “. Gliene schioccai uno bello sostanzioso sulla guancia…
Ci dica dei suoi compagni di scuola…
Tra i miei compagni di classe il grande chirurgo Gianfranco Fegiz, un maestro; poi Gianni Battistini, che fece carriera in diplomazia, Terzaghi, Leone avvocato, i due Specchi... In classi parallele i pittori Piero Dorazio e Achille Perilli, noti anche a livello internazionale.
Che rapporto aveva con le ‘sudate carte’?
Mi piaceva studiare, mi piacevano tutte le materie salvo il greco.
Quanti anni è stato al ‘Giulio Cesare’?
Quando vi sono entrato, il corso di studi prevedeva otto anni, poi ridotto nel dopoguerra a cinque per lasciar posto alla neonata scuola media Settembrini. Avevo ancora i calzoni corti, come appare da alcune foto… Arrivavamo a scuola con la merendina che ci preparava la mamma. La mia, prima di uscire, mi dava anche due cucchiai di olio di fegato di merluzzo come si usava a quei tempi. Giunto a scuola, sistemavo la bicicletta, andavo da Righetto che vendeva il castagnaccio e con un po’ di soldini ne compravo una fetta.
Che si ricorda del ‘sabato fascista’ ?
Il sabato fascista consisteva in una fesseria… tutti vestiti da balilla o avanguardisti dovevamo fare avanti marsch e il presentat’arm lungo la strada verso piazza Trasimeno. Tra i miei compagni ce n’era uno molto fanatico, Walter Colli, un fascistone tutto d’un pezzo che ritrovai poi – in veste di giornalista dell’Unità – mutato in comunistone. Una volta, qualche anno dopo, gli feci notare il mutamento… ma evitò di rispondere…
… e della maturità?
Dopo l’armistizio del 1943 il Regio liceo ginnasio Giulio Cesare, così si chiamava, fu occupato prima da truppe italiane, poi tedesche, poi alleate… infine vi trovarono rifugio gli sfollati del quartiere Trieste. L’attività scolastica riprese pienamente solo nel 1946 e io conseguii la maturità il 25 maggio di quell’anno. Dei miei ultimi docenti, oltre al preside Bartolomeo Dalcerro, ricordo un professore di filosofia detto ‘Coccione’, Trincia per storia e filosofia, la professoressa Passarelli di matematica. Con me si maturarono alcuni che poi ritrovai come medici… Reverberi, Luciano Arata, Giulio Callari che andò come anestesista a Washington, Piotti. Alla fine dell’esame di maturità il commissario esterno mi chiese che cosa fossi intenzionato a fare. Gli risposi che ero indeciso tra lettere e medicina. Osservò: “Qualunque cosa faccia, si ricordi che è pronto per farla”. Mi sono iscritto a Medicina e da lì è incominciata e si è sviluppata la mia vita professionale.
STUDENTESSE SORRISI E LACRIME: PARLANO CHIARA E LAVINIA DELLA V F (ORA I LICEO F)
A quattro mesi e più di distanza dalla visita dell’ex-allievo abbiamo pensato di ricontattare la V F (ginnasiale), ormai I F (liceale), per evocare quel momento particolare di inizio giugno…
… ed eccoli lì, tutti amichevolmente attenti e ben disposti alla conversazione…come Chiara e Lavinia.
Prima di tutto che cosa avete provato quando vi è piombato in aula un ex-allievo quasi novantaseienne…?
Per Chiara “inizialmente è arrivato un signore e non avevamo ben capito che fosse un ex-alunno del ‘Giulio Cesare’. Abbiamo notato che guardava dalla finestra, indicava i palazzi, il corridoio… Poi ci ha spiegato che aveva frequentato la scuola moltissimi anni fa. Aveva voluto venire nell’aula che l’aveva visto crescere da studente… era proprio la nostra… aveva riconosciuto gli ambienti. Poi ha rievocato la sua esperienza, ha incominciato a piangere e quello ci ha scosso, ci ha messo molta malinconia addosso, dato che avevamo constatato come fosse ancora tanto affezionato alla scuola, all’aula e ai compagni. Ciò mi ha indotto a pensare che anche a tanti decenni di distanza gli anni di scuola restano impressi nella memoria e nel cuore… non si dimenticheranno mai questi anni del liceo che sono i più belli!
“A dire la verità era il momento della ricreazione – aggiunge Lavinia – Eravamo in parte fuori, in corridoio e io neanche avevo posto troppa attenzione a questo signore che si stava dirigendo verso la nostra aula. Rientrata, ho intuito che l’ospite aveva a che fare in qualche modo con l’aula, perché affacciandosi alla finestra diceva di aver riconosciuto i luoghi. Quanto più ricordava, tanto più si commuoveva… e io e alcune amiche abbiamo incominciato anche noi a piangere. Ci aveva trasmesso una grande emozione, facendoci capire il suo legame profondo con il nostro liceo. Ci siamo immedesimate in lui… ho provato a pensare a come reagirei io tra molti anni se dovessi tornare qui. Anch’io, posso immaginare, sarei contenta e commossa come lui… questi sono anni belli… tra noi studenti c’è un legame, si crea un’identità…
Naturalmente a Chiara e Lavinia abbiamo chiesto, a due giorni dall’inizio dei festeggiamenti per il Novantesimo del Liceo, se la ricorrenza le coinvolge…
“Per me - osserva Chiara - è un’emozione anche solo il pensare che sono passati novant’anni da quando il ‘Giulio Cesare’ ha aperto i battenti. Aver avuto l’occasione di conoscere un ex-alunno come Carlo Trezzini è per me molto gratificante… chissà quanti altri ragazzi si sono formati in questa scuola e le sono riconoscenti! Quante cose sono state fatte in questi decenni… tanto che il ‘Giulio Cesare’ – lo constato spesso – è una scuola molto nota e apprezzata… si sa che prepara molto bene all’università…
Lavinia non vede l’ora che il Novantesimo incominci ufficialmente: “Abbiamo ideato e preparato tanti progetti… ad esempio con altre mie compagne sto creando un video riguardante l’incontro con Carlo Trezzini… inoltre abbiamo allestito una cartina con tutti i luoghi che abbiamo visitato essendo coinvolti come classe nel progetto AUREUS (Arte, tutela, restauro, educazione all’uso dei beni culturali). Saremo dunque impegnate in prima persona. Mi sembra un po’ strano pensare che quasi novant’anni fa ci fossero altre persone in questo luogo, in quest’aula… è stato bello poter incontrare un testimone di quegli anni, venire a conoscere un po’ della sua storia che mi ha interessato molto… è qualcuno che ha vissuto la nostra vita, le nostre emozioni… anche se di anni ne sono passati tanti!
P. S. A seguire una piccola galleria fotografica con foto d’epoca e attuali. Prima foto: anno scolastico 1938/39 (Carlo Trezzini in prima fila a sinistra). Seconda foto: maturità 1946 (Carlo Trezzini in seconda fila al centro). Terza foto: Carlo Trezzini a giugno 2023 con la V F. Quarta foto: Carlo Trezzini con la preside Paola Senesi. Quinta foto: acquaforte del maestro Pasquale Basile creata per il Novantesimo.