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    LETTERA AD 'AVVENIRE' - INTERVISTA AL 'TIMES'

    LETTERA AD ‘AVVENIRE’ – INTERVISTA AL ‘TIMES’ – di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 8 agosto 2022

     

    Una lettera ad ‘Avvenire’ evidenzia un problema, persistente, tanto drammatico quanto doloroso. Un’intervista al ‘Times’ del 31 luglio 2022.

    LETTERA AD AVVENIRE: PIETA’ L’E’ MORTA

    Come sa bene chi ci segue, siamo lettori assidui di quel misto di Buono e Gramo che è Avvenire. Pagina 2 ad esempio non ce la perdiamo mai, un po’ perché vi ‘svoltano’ molti editoriali, un po’ perché la rubrica di Umberto Folena (spesso di parte) è arguta e godibile, un po’ perché è sempre interessante prendere nota delle ‘Lettere al direttore’ (a volte postillate dallo stesso).

    Giovedì 28 luglio 2022 ne abbiamo trovato una molto particolare, che richiama un problema tanto drammatico quanto doloroso affiorato dall’entrata in vigore delle misure sanitarie contro il diffondersi del Covid. E’ un problema che persiste anche oggi: sappiamo di amici, il cui padre – ricoverato in una struttura ‘Covid’ – è morto: ai congiunti anche più stretti è stato negato non solo l’ultimo saluto, ma addirittura di vederne il corpo (i vestiti sono stati buttati come rifiuti), posto nudo in un sacco di plastica e immesso direttamente nella bara, subito chiusa. Ecco, depurata dai convenevoli, la lettera di Emilio Giorgio Grassilli (come si noterà tutt’altro che un no vax) e la risposta, stavolta condivisibile, del direttore.

    Dopo qualche settimana di ricovero per Covid, in un ospedale di Roma è morto un caro amico. Alla moglie non è stato consentito di dargli l’ultimo saluto, nemmeno al momento della chiusura della bara. Mascherina, distanziamento e prudenza sono sempre necessarie per evitare possibili contagi, ma mi domando se di fronte a un evento come quello non sia possibile per una struttura sanitaria adottare un adeguato sistema che consenta a un familiare (almeno uno!) di vedere per l’ultima volta il volto del proprio caro. L’ultimo saluto mi sembra un diritto sacrosanto sotto il profilo umano, anche per avere conferma che… si tratti davvero del proprio congiunto”.

    Postilla del direttore: “Mi dispiace di dover constatare, gentile dottor Grassilli, che in un’Italia che finge di aver archiviato il Covid (grazie a Dio, e ai vaccini, assai meno letale pur se più contagioso) si continui con un rigore assoluto, e ottuso, a impedire l’estremo saluto ai propri cari defunti in ospedale. Il mio giudizio coincide col suo: questa è un’offesa al nostro senso di umanità e anche allo straordinario servizio che, con dedizione e spesso sacrificio, chi opera nelle strutture sta rendendo a tutti noi. Una trascuratezza mascherata da precauzione, e una prova di smemorata noncuranza per uno dei capisaldi della nostra civiltà e per ciò che tutti possono riconoscere come basilare: un ultimo abbraccio – anche solo con lo sguardo e, per chi crede, con una preghiera silenziosa – alle persone amate”.

     

    INTERVISTA DI GIUSEPPE RUSCONI AL ‘TIMES

    Sul Times del 31 luglio 2022 è apparso un articolo di Philip Willan (Titolo: “Pope says he may retire amid health concerns”) riguardo alle risposte di papa Francesco a chi nella conferenza-stampa aerea di ritorno dal Canada gli chiedeva per l’ennesima volta (e può perfino sembrare un’ossessione giornalistica) di esprimersi sull’eventualità di sue dimissioni.  Nell’articolo Willan richiama le risposte, rievoca Benedetto XVI e Giovanni Paolo II, cita Jan Michielsen (storico della Cardiff University), infine sintetizza  - nelle sintesi naturalmente si perdono le sfumature… - un’intervista che ci ha fatto sull’argomento la stessa domenica 31 luglio. Willan riferisce sostanzialmente in modo corretto quanto abbiamo detto. Ci permettiamo di precisare che, per quanto riguarda la domanda sul Papa e l’anestesia, sono saltate per ragioni di spazio un paio di considerazioni in cui ricordavamo comunque la pesantezza dell’intervento anestetico, tanto più se correlato all’età avanzata del Papa (che già quella pesantezza ha provato l’anno scorso).

    Ecco in traduzione italiana la parte che ci riguarda.

    Francesco è al crocevia tra due modelli papali – ha detto Giuseppe Rusconi, un  veterano tra gli osservatori vaticani -  Fino a quando (Joseph) Ratzinger sarà in vita, (Mario) Bergoglio non dimissionerà. La Chiesa non potrebbe permettersi di avere tre papi.

    Rusconi ha detto che Francesco continua a coltivare anche silenziosamente il desiderio di visitare Ucraina e Russia e di recuperare i viaggi cancellati nel Sud-Sudan e nella Repubblica democratica del Congo. L’uomo ha una straordinaria forza di volontà. Ciò che vuol fare, lo fa immediatamente, e anche contro il parere dei medici, ha detto.

    Rusconi ha detto che il Papa ha sviluppato una sorta di nevrosi a proposito di anestesia, il che lo conduce a rifiutare l’intervento chirurgico al ginocchio. Il nostro è un tempo di nevrosi, che hanno raggiunto perfino il Papa, ha detto.

    In Rusconi affiorano dubbi sulla capacità di Francesco di restare in silenzio dopo eventuali dimissioni. Non sarebbe proprio un Papa emerito come Ratzinger, ha detto”.

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