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    PABLO COLINO/IL 'MIO' RATZINGER, CARDINALE E PAPA ( PREMESSA SPAGNOLA)

    PABLO COLINO/IL ‘MIO’ RATZINGER, CARDINALE E PAPA ( PREMESSA SPAGNOLA)– di GIUSEPPE RUSCONI – www-rossoporpora.org – 22 gennaio 2023

    Il 25 gennaio 2023 il maestro Pablo Colino festeggerà gli 89 anni. Da come l’abbiamo visto più volte ultimamente mostra ancora una vitalità non comune, condita da una memoria a dir poco prodigiosa. Per l’occasione ha voluto offrire a chi ci legge alcuni ricordi dei suoi incontri con Joseph Ratzinger cardinale e Papa. Nella premessa i concerti natalizi con il coro da lui diretto, con particolare riferimento a quello tenuto all’ambasciata di Spagna presso la Santa Sede…

    PREMESSA/ CONCERTI NATALIZI CON IL CORO DI PABLO COLINO (ANCHE PRESSO L’AMBASCIATA DELLA SPAGNA DI PEDRO SANCHEZ PRESSO LA SANTA SEDE…)

    Voglio andare in pensione… ma il coro me lo impedisce”: così il maestro Pablo Colino introducendo il Concerto natalizio del 22 dicembre scorso presso la Biblioteca nazionale a Castro Pretorio, davanti a una sala gremita, con duecento persone entusiaste. Forse lo ricorda anche qualche nostro lettore: a fine dicembre 2020 il vulcanico musicista spagnolo, quasi ottantasettenne, aveva dimissionato da direttore artistico dell’Accademia Filarmonica Romana dopo sessant’anni di apprezzato servizio (vedi https://www.rossoporpora.org/rubriche/interviste-a-personalita/1000-intervista-pablo-colino-lascia-la-filarmonica-romana.html ). Eppure oggi, quasi ottantanovenne, ce lo ritroviamo ancora in grande forma (compatibilmente con l’età) a dirigere il suo coro in occasioni diverse.

    Le ultime sono state per Natale: accennato a quella presso la Biblioteca nazionale (che ha ripreso una tradizione interrotta nell’era Covid), veniamo al concerto di lunedì 19 dicembre all’Ambasciata di Spagna presso la Santa Sede.

    Inserita quasi a mo’ di conclusione dei festeggiamenti per i 400 anni dello storico insediamento, la serata è stata voluta dall’ambasciatrice Isabel Celáa che - già ministro dell’Educazione (vedi la sciagurata Ley Celáa) e portavoce del governo Sanchez – da quando è stata trasferita a Roma ha sorpreso tutti con iniziative non scontate di vicinanza al mondo cattolico (si legga ad esempio https://www.rossoporpora.org/rubriche/vaticano/1101-parolin-la-virgen-del-pilar-protegga-la-spagna-con-premessa.html ). E anche per Natale, nel salone dell’Ambasciata al cui centro era stato posto significativamente un pregevole presepe napoletano del XVIII secolo, ha offerto agli illustri ospiti un concerto di alta spiritualità (oltre che di emozioni tracimanti) con il coro diretto da Pablo Colino. E’ anche vero che Isabel Celáa ha studiato presso l’Università dei gesuiti di Bilbao…

    Non banale neanche l’introduzione della serata da parte dell’ embajadora, che ha inteso evidenziare la figura del sacerdote e maestro spagnolo. Ve ne proponiamo alcuni passi: “Conosco Pablo Colino - con cui ho conversato per ore - da tanto tempo prima che io venissi a Roma, poiché parlare di Pablo Colino nei Paesi Baschi è parlare della musica e del Vaticano. (…) Ha una memoria privilegiata. E’ un conversatore eccellente e il suo humour lo rende ancora molto interessante. Pablo Colino ascolta e combatte. E a ogni risposta moltiplica le domande. La sua vita è sempre corsa sull’unico binario di musicista e sacerdote, due servizi che si sono fusi nella bellezza artistica, via per lui privilegiata per entrare in contatto con l’escatologico. (…) Lasciamoci trasportare dalla musica di monsignor Colino sognando una Natività che ci porti alla rinascita di una agognata pace tra i popoli. Concludo con un pensiero del Maestro: un canto natalizio ben eseguito vale più di mille omelie”. (vedi anche https://www.rossoporpora.org/rubriche/cultura/320-pablo-colino-il-est-ne-le-divin-enfant-meglio-di-mille-prediche.html ).

    Tra i canti proposti (spesso li ha accompagnati con la sua voce anche l’ambasciatrice in prima fila) una ninna nanna basca (Aurxto Polita), la giocosa Hacia Belen va un borrico, la travolgente Llegaron ya los reyes eran tres, che ha concluso in allegria il concerto.

     

    “Il ‘MIO’ JOSEPH RATZINGER, CARDINALE E PAPA”

    Avevo ancora una piccola riserva di lacrime per il 2022. Le ho versate il 31 dicembre per Joseph Ratzinger, cardinale e Papa”. Alla vigilia del suo 89.mo compleanno (sarà il 25 gennaio 2023) Pablo Colino vuole evidenziare l’ammirazione e l’affetto che ha sempre nutrito per Benedetto XVI, fin da bambino cultore della musica come mezzo di elevazione spirituale.

    Una convinzione manifestata da Joseph Ratzinger tante volte nel suo percorso di vita, anche da Papa. Come quando, per il suo ottantesimo compleanno (il 16 aprile 2007) annotava in Aula Nervi in occasione di un concerto diretto da Gustavo Dudamel: “Sono convinto che la musica – e qui penso in particolare al grande Mozart e, stasera, naturalmente alla meravigliosa musica di Gabrieli e al maestoso ‘Mondo Nuovo’ di Dvořák – sia veramente il linguaggio universale della bellezza, capace di unire fra loro gli uomini di buona volontà su tutta la terra e di portarli ad alzare lo sguardo verso l’Alto ed ad aprirsi al Bene e al Bello assoluti, che hanno la loro ultima sorgente in Dio stesso. Nel guardare indietro alla mia vita, ringrazio Iddio per avermi posto accanto la musica quasi come una compagna di viaggio, che sempre mi ha offerto conforto e gioia. Ringrazio anche le persone che, fin dai primi anni della mia infanzia, mi hanno avvicinato a questa fonte di ispirazione e di serenità. Ringrazio coloro che uniscono musica e preghiera nella lode armoniosa di Dio e delle sue opere: essi ci aiutano a glorificare il Creatore e Redentore del mondo, che è opera meravigliosa delle sue mani…”

    Ecco, Pablo, tra i ringraziati – insieme a tanti altri nella storia e nel presente - ci sei sicuramente anche tu…

    E’ probabile di sì. Quel è che è sicuro è che nella mia memoria e nel mio cuore coltivo con fedeltà alcuni ricordi intensissimi dei miei incontri con Joseph Ratzinger, a volte di pochi secondi a volte della durata di una cena…

    E allora regalali anche a chi ci legge…

    Negli Anni Ottanta, Novanta e nei primi anni del nostro secolo incontravo molte volte il cardinale Ratzinger. Era per una coincidenza di orari. Verso le tre, tre e un quarto del pomeriggio partivo per l’Accademia Filarmonica Romana, mentre lui tornava al Sant’Uffizio passando da Piazza San Pietro. Sempre mi salutava con il suo sorriso soave, da cui traspariva la sua vita di continua preghiera, di ininterrotto dialogo con Dio. Talvolta, se ero con la mia Seicento, lo incrociavo mentre si dirigeva a piedi verso il Cortile di San Damaso per poi salire da Giovanni Paolo II. Più volte l’ho visto ai Vespri della domenica in Basilica: gli piaceva il gregoriano, si sedeva tra la gente, mi chiedeva alla fine: “Come va la musica?”.

    Parlavi prima di incontri a cena…

    Eravamo negli Anni Ottanta. Un giorno ricevetti una telefonata dal cardinale: “Le telefono perché mio fratello Georg è venuto con il suo coro della cattedrale di Ratisbona e stasera ci sarà un concerto nella cattedrale di Sant’Agapito a Palestrina. Ci farebbe piacere se venisse anche Lei…” E io, già elettrizzato: Certo, Eminenza, verrò. Ho lezione alla Filarmonica, ma alle sette sarò lì”. E difatti con la mia Seicento alle sette ero lì.

    Qual era il programma?

    Completamente palestriniano, con la Missa papae Marcelli. Hanno cantato benissimo, alla tedesca. Ero seduto accanto al cardinale e alla fine mi sono avvicinato al fratello per fargli i complimenti, dicendogli più o meno così: “Mi è piaciuto moltissimo, perché voi cantate con più devozione rispetto alla nostra scuola romana. In Germania voi cercate la sonorità armonica, una contemplazione della linea musicale in senso verticale. Qui si fa un po’ all’italiana. Nascono pure cose stupende, ma diverse: si segue il contrappunto, con le melodie che si intrecciano tra di loro… ma non si consegue quella sonorità che ottenete voi. Qui emerge ad esempio la tendenza a far prevalere i tenori che coprono le voci degli altri. C’è una certa inclinazione all’esibizionismo più che alla devozione”.

    Come reagirono i fratelli Ratzinger?

    Ascoltandomi si sono divertiti. Il cardinale mi disse poi: “Monsignore, abbia la bontà di rimanere a cena con noi”. E così, camminando, siamo finiti al ristorante Stella, nella piazza grande, vicino alla statua del principe della musica. Abbiamo conversato soprattutto di musica e liturgia, ma ricordo anche gli ottimi spaghetti alla carbonara, certe scaloppine al limone e il vino molto buono… del resto Palestrina non è lontana dai Castelli romani… A proposito di cene… un’altra volta ebbi il cardinale vicino di sedia quando, dopo una messa di ringraziamento in Basilica in cui avevo il coro, porporati e vescovi si traferirono a Santa Marta per la cena in onore del festeggiato, il cardinale Corrado Bafile che mi pare compisse cento anni…

    Sì, nel 2003…

    Il cardinale Ratzinger non era potuto venire alla messa, entrò in ritardo, vide un posto libero vicino a me e mi chiese, con l’innata gentilezza, se potesse sedersi. Così conversammo di musica e liturgia un’altra sera!

    Una volta, se ben ricordo, il cardinale Ratzinger ti lavò il piede destro…

    Anche quello fu un momento indimenticabile. Papa Giovanni Paolo II stava già molto male e il Giovedì Santo del 2005 fu il cardinale Ratzinger a fare la lavanda dei piedi all’altare berniniano. Erano stati scelti per il rito dodici canonici, tra i quali c’ero io: ci disponemmo in due file, sei da una parte e sei dall’altra. Della mia fila siamo viventi solo in due… ormai gli altri quattro sono volati in Paradiso con i piedi puliti! Offrimmo il piede destro, un po’ sopraelevati così che il celebrante non dovesse inginocchiarsi. Il cardinale arrivò: versò, asciugò, baciò. Fu per me un momento molto emozionante. Poi alzò gli occhi con un sorriso impagabile… come a dire: Vedi che ti ho lavato e baciato il piede?  

    Veniamo a Joseph Ratzinger papa…

    Qui ce n’è una che non potrò mai dimenticare e che cerco di rivivere ogni giorno…

    Sentiamo…

    Il 19 aprile 2005 stavo facendo come al solito la lezione di musica all’Accademia Filarmonica Romana a via Flaminia 118, quando sento suonare le campane di Sant’Eugenio. Mentre mi stavo chiedendo il motivo, bussarono forte alla porta: Don Colino! Don Colino! - era la mamma di un allievo – Non sente le campane? Hanno eletto il Papa! Mi  ha già telefonato mio marito da Bruxelles.. E allora: “Ragazzi, la lezione è finita! La Filarmonica è chiusa!”. Mi precipitai verso la macchina (non era più la Seicento, ma una Ford Ka) e mi diressi verso il Vaticano tenendo la radio accesa. E’ a Piazza Risorgimento che ascoltai il “Nuntio vobis gaudium magnum: habemus Papam, Eminentissimum ac Reverendissimum Dominum, Dominum Josephum Sanctae Romanae Ecclesiae Cardinalem Ratzinger qui sibi nomen imposuit Benedictum XVI” … che gioia! Proprio lui, il mio favorito!

    Piombai a Porta Sant’Anna, chiesi misericordia agli Svizzeri, posteggiai malamente e a piedi andai verso Piazza San Pietro,,, ma non riuscii a oltrepassare il colonnato… non si vedeva quasi niente. Rientrai subito a Porta Sant’Anna, risalii in macchina con l’intenzione di andare a casa e accendere la televisione per almeno ricevere la benedizione del nuovo Papa… niente, la strada normale era sbarrata… i cardinali dovevano defluire. Allora salii per i Giardini, ma mi fermarono davanti al Governatorato. Alt, ci dispiace, non si può proseguire, bisogna attendere se passa il Papa… Mi aggiunsi allora a una decina di persone (tra loro alcuni bambini) che erano schierati in attesa che il Papa passasse veramente. Dopo un quarto d’ora ecco una decappottabile: agitiamo le mani, il Papa ordina di fermarsi, scende sorridente … fa il segno di croce sulla fronte dei bambini davanti a me, poi con il braccio ne oltrepassa le teste e mi porge la mano perché potessi baciarla… Io ero in tilt… spiccicai qualcosa come “Tanti auguri, emin… santità!”. Joseph Ratzinger rideva e mi disse, scandendo le sillabe: “Grazie, Maestro!”. Scoppiai in lacrime. Poi il Papa risalì in macchina e proseguì. Come dimenticare quel momento?

    So che da cardinale aveva molto apprezzato le tue antifone dei vespri e anche che aveva assistito a qualche concerto del Festival internazionale di Musica e arte sacra di Courtial, di cui tu eri direttore artistico…

    Pure da Papa venne una volta, nel 2008, a San Paolo fuori le Mura e nell’occasione i Wiener Philarmoniker eseguirono la Sesta Sinfonia di Anton Bruckner… sempre nel 2008, per Natale, uscì il disco Alma Mater in cui brevi registrazioni di passi mariani di papa Ratzinger (che canta anche il Regina Coeli ) sono intervallati dal canto di litanie  e melodie mariani da parte del coro dell’Accademia Filarmonica Romana – da me diretto - con il supporto della Royal Philarmonic Orchestre. Ma volevo raccontarti di un ultimo episodio che non posso scordare, con Joseph Ratzinger già papa…

    Chiudiamo allora sempre alla grande, come dice il nostro amico direttore sanitario della Lazio Ivo Pulcini…

    Il 19 maggio 2005 Georg Ratzinger fu insignito della Croce d’onore austriaca di prima classe per la scienza e l’arte. Gliela consegnò in Vaticano l’ambasciatore del Paese per eccellenza della musica, in presenza anche del fratello Papa, che tenne un breve discorso di ringraziamento. Fui invitato anch’io alla cerimonia. Dopo il conferimento furono formate due file per salutare Benedetto XVI e per congratularsi con il fratello Georg. L’altra fila era lunga, ma come ecclesiastici eravamo in tre: mons. Gänswein, mons. Küng della Segreteria di Stato e io. Gänswein mi disse subito che aveva sentito il mio nome nella conversazione tra i fratelli, con Georg che chiedeva se fossi stato invitato e Joseph che rispondeva di sì. Quando giunsi davanti al Papa gli dissi: “Santità, suscita in me veramente tanta gioia che un confratello che ha dato tanto alla musica sacra venga premiato con la medaglia d’oro dalla patria della musica”. Allora Joseph Ratzinger/Benedetto XVI con lo sguardo dolcissimo e l’indice puntato verso di me osservò: “Anche il suo lavoro, monsignore, è così meraviglioso e meritevole come quello di mio fratello”.

    Non si può dire che la chiusura non sia stata alla grande!

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