Ricerca

    LA TRISTEZZA DEL CONGEDO

    IL GIORNO DEL CONGEDO – di GIUSEPPE RUSCONI – ‘CORRIERE DEL TICINO’ DEL PRIMO MARZO 2013

     

    I primi rintocchi delle otto e subito le due Guardie svizzere lasciano il servizio: il soldato appende l’alabarda e con il caporale chiude il portone del palazzo papale di Castel Gandolfo.

     

    Risuonano grida di “Viva papa Benedetto!” Da quel momento Joseph Ratzinger non è più Sommo Pontefice in attività, è diventato “emerito”. Risentiremo tra qualche tempo un nuovo “Habenus papam”.

    Ieri è stata un’altra giornata di grandi emozioni. Ai cardinali Benedetto XVI, nel congedo, ha detto una frase significativa: “Tra di voi, tra il Collegio cardinalizio, c’è anche il futuro Papa, al quale già oggi prometto incondizionata riverenza ed obbedienza”. Papa nuovo dunque scelto tra i cardinali (la norma non esclude invece altre possibilità) e assoluta fedeltà al suo successore, a riprova della sua volontà di continuare a servire la Chiesa, restando attaccato alla croce di Cristo, pur svolgendo un altro servizio fondato solo su preghiera e riflessione.

    Abbiamo vissuto in piazza san Pietro, insieme a circa cinquemila persone convenute spontaneamente, il congedo del Papa da Roma. Volti tesi, analoghi a quelli di monsignori, suore, dipendenti, una cinquantina di Guardie svizzere con bandiera (elmo bianco, divisa di gala come nelle grandissime occasioni) che attendevano la partenza di Benedetto XVI nel cortile di san Damaso. All’apparire del Papa sui mega-schermi, grandi applausi, ripetuti. Tante lacrime sui volti. Al congedo da san Damaso un applauso intensissimo, poi un impressionante silenzio che diceva tutto. Ognuno si è chiuso nei suoi pensieri. Altro momento di commozione quando l’elicottero si è alzato in volo verso i Castelli alle 17.05. Suonano le campane, anche il campanone di san Pietro. L’arrivo a Castel Gandolfo alle 17.23, l’affacciarsi alla Loggia del Palazzo davanti a una piazza osannante. Un “Grazie di cuore”, la consolante vicinanza del popolo cattolico. Grida di ‘Viva il Papa’. Alle 17.40 l’ultima Benedizione apostolica. Un’ovazione. Dopo due minuti Papa Ratzinger scompare dentro il Palazzo. Tutto si è compiuto. Resta solo, simbolica, la chiusura del portone.  

    Ricerca