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    LA VESTE BIANCA DI BENEDETTO XVI

    LA VESTE BIANCA DI BENEDETTO XVI – di GIUSEPPE RUSCONI – dal sito “ www.rossoporpora.org “, 27 febbraio 2013

    Indosserà una veste talare bianca (senza mantellina) e sarà chiamato “Sua Santità Benedetto XVI Papa emerito o Romano Pontefice emerito”.

     

    Lo ha comunicato ieri nella conferenza-stampa ormai quotidiana padre Federico Lombardi, ponendo così il punto finale a una questione solo apparentemente marginale, ma in realtà di profondo impatto simbolico. Infatti, se Joseph Ratzinger si fosse fatto chiamare “vescovo emerito di Roma”, non avrebbe più potuto indossare una veste bianca: rispondendo alla nostra domanda in materia il portavoce della Santa Sede ha definito tale tesi “lecita”. L’indossare una veste bianca lascia anche intendere che papa Ratzinger farà una vita molto ritirata sia a Castelgandolfo che dentro il Monastero Mater Ecclesiae: susciterebbe infatti tanti interrogativi il vedere in pubblico due vesti bianche insieme.

    L’anello “del Pescatore” non sarà più al dito del Papa emerito così come il sigillo: ambedue saranno consegnati, per essere resi inutilizzabili, al camerlengo cardinale Bertone quando quest’ultimo lo richiederà. Padre Lombardi ha poi confermato che il cardinale decano Angelo Sodano convocherà venerdì primo marzo tutti i cardinali (elettori e non elettori) per la prima Congregazione generale, prevista probabilmente per lunedì 4 marzo. Molti porporati saranno in ogni caso già a Roma, sia per l’ultima udienza generale di mercoledì che per il saluto di giovedì mattina. Diventa così possibile che già nella prima Congregazione generale (a meno che non si sviluppa un’ampia e controversa discussione sull’argomento) si possa decidere la data di inizio del Conclave, che potrà essere anticipata (forse intorno al 10 marzo) grazie alla modifica – resa nota due giorni fa - apportata dal Papa all’articolo 37 della Costituzione ‘Universi dominici gregis’. I cardinali elettori (ridotti a 115 con l’esclusione odierna per raggiunti limiti d’età del cardinale ucraino Husar, con la rinuncia per malattia del cardinale indonesiano Darmaatmadja e con l’autoesclusione per ragioni personali del confratello scozzese O’ Brien), dovranno alloggiare dalla vigilia del Conclave presso la Domus Sanctae Marthae (le camere saranno assegnate per sorteggio durante il pre-conclave). Si è poi appreso che i documenti personali seguiranno papa Ratzinger a Castel Gandolfo e che il servizio alla sua persona da parte delle Guardie Svizzere terminerà con la chiusura del portone del Palazzo pontificio alle 20.00 di giovedì 28 febbraio.

    A proposito di dignità cardinalizia e voto in Conclave, ritorniamo sulle parole di lunedì dell’arcivescovo Celata, che ha precisato come il Papa possa spogliare un porporato ritenuto indegno della dignità cardinalizia: in questo caso tale porporato non potrebbe più partecipare al Conclave. Se però la dignità cardinalizia non viene tolta, tutti i porporati – anche se ‘discussi’ -hanno il diritto di sedere in Conclave, a meno che autonomamente non sentano l’opportunità di rinunciarvi. Come è stato il caso lunedì del cardinale Keith O’ Brien. In questi ultimi giorni, infine, papa Ratzinger ha voluto (e sottolineaiamo ‘voluto’) prendere diverse decisioni importanti. Dopo la nomina del sottosegretario per i Rapporti con gli Stati Ettore Balestrero (strettissimo collaboratore del cardinal Bertone) a nunzio in Colombia, è venuto il pensionamento anticipato dell’arcivescovo di Edimburgo, cardinale O’ Brien e, ieri, la nomina del vescovo di Macerata Claudio Giuliodori ad assistente generale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore: per l’ex-portavoce della Cei e pupillo del cardinale Ruini un incarico rilevante, la cui importanza è accresciuta anche dalla situazione di estrema confusione regnante nel Belpaese quale esito delle politiche di domenica e lunedì.

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