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    DDL ZAN: ATTACCO ALLA LIBERTA', ALLA PERSONA, ALLA SOCIETA'

    DDL ZAN: ATTACCO ALLA LIBERTA’, ALLA PERSONA, ALLA SOCIETA’ - di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 7 luglio 2021

     

    Respinte nell’Ufficio presidenziale della Commissione Giustizia del Senato alcune proposte di ‘mediazione’  (di Italia Viva e della Lega) sul ddl Zan, il Senato ha approvato per il 13 luglio l’inizio del dibattito in Aula. Il ddl Zan è stato così sottratto d’imperio all’esame commissionale in corso. In Aula il senatore Malan (Forza Italia) ha evidenziato che anche mormoni e evangelici pentecostali hanno sollecitato l’Italia a rispettare le intese bilaterali firmate nel 2007. Stralci dal dibattito di ieri in Aula.

     

    Su che cosa scrivere? Non c’è che l’imbarazzo della scelta tra i molti argomenti offerti dalla cronaca negli ultimi giorni. Il Papa in ospedale (auguri di buon ristabilimento). La vicenda coinvolgente il cardinale Angelo Becciu (attendiamo lo svolgersi del processo… e intanto non possiamo fare a meno di notare che la giustizia vaticana sembra sempre più fagocitata da quella di impronta italiana …basta notare i nomi del presidente del Tribunale vaticano, quello dell’avvocato patrocinatore della Segreteria di Stato e altri…).

    E poi il genuflettersi de facto anche degli azzurri - tanto calcisticamente pregevoli quanto culturalmente e civilmente sprovveduti - per solidarietà (un tartufismo che fa impallidire monsieur Tartuffe ) con chi si inginocchia davanti al movimento violento, razzista, anti-cristiano e con venature sataniche del Black lives matter (a proposito di terrorismo anche la nota intellettuale ‘cattolica’ prezzolata Michela Murgia si è inginocchiata al movimento Hamas, che vuole la distruzione di Israele). La Federazione italiana gioco calcio (Figc) che colora d’arcobaleno il suo logo in varie lingue (ma – ecco i codardi – non in arabo), certi capitani delle nazionali con fascia arcobaleno (ciò che manifesta l’arroganza di chi, profumatamente pagato, si pone al servizio della nota lobby).

    E che dire di una nota banca, l’Unicredit, che ha illuminato d’arcobaleno dal 25 al 27 giugno la sua sede centrale, in sostegno al Milano Pride? Così ha risposto tale Serena Morgagni (udite, udite: Head of customer satisfaction… che faccia tosta) a Carlo Giovanardi che aveva inoltrato la sua protesta: “Questo testimonia l’incessante e forte impegno della banca sui temi della diversità e dell’inclusione (…) Promuovere un ambiente che accoglie diversità di pensiero e di idee permette altresì di soddisfare al meglio le esigenze dei clienti”. Al che Giovanardi ha giustamente risposto: “Libera Unicredit di sponsorizzare chi vuole, libero io di abbandonarlo per un istituto di credito che non sia complice di chi offende i convincimenti miei e di milioni di italiani”. 

    In Francia poi l’assemblea nazionale ha votato la revisione della legge sulla bioetica, rifiutando il ‘no’ all’utero in affitto e dando luce verde alla fecondazione artificiale anche per coppie lesbiche e alle ricerche sugli embrioni-chimera. In questa sintetica rassegna non poteva mancare il governo rosso-rosso spagnolo, che ha approvato la nuova legge sui transgender e sui “diritti lgbt” (sarà discussa dal Parlamento). Prevede tra l’altro  la “libera autodeterminazione di genere” dai 16 anni (con un’autorizzazione giudiziaria dai 12 ai 14 anni, con l’assistenza di un genitore o tutore dai 14 ai 16), vieta le “terapie di conversioni” (multe pesantissime fino a 150mila euro), prevede la possibilità di indicare il papà come “genitore non gestante o non gravido” e la mamma “genitore gestante o incinta”.

    Siamo alla follia (molto pericolosa e gravida di conseguenze funeste) anche se pensiamo alle irresponsabili campagne mediatiche delle tv e dei giornaloni prezzolati che hanno vilmente sfruttato il suicidio di due giovani, Seid Visin e Orlando Merenda addebitandolo all’ “omofobia” (dopo alcuni giorni tale versione si è dovuta cambiare, ma intanto il danno era fatto) e insistendo conseguentemente sulla necessità di approvare il Ddl Zan. Per non parlare della ragazza lesbica di famiglia islamica italo-marocchina, Malika Chaly - cacciata di casa – che i soldi delle due sottoscrizioni di solidarietà ben alimentate dai tanti gonzi li ha impiegati anche per togliersi uno sfizio… una bella Mercedes….

    Intanto dilagano spaccio e consumo di droga (Ma che dici mai? E’ più importante approvare il ddl Zan!), continuano ad aumentare gli sbarchi dei clandestini che rallegrano ogni sorta di buonista, irresponsabile o interessato che sia (e che andranno in buona parte a rimpolpare le fila della manovalanza della droga, intaccando gravemente il futuro del Paese).

     

    DDL ZAN: DALLA COMMISSIONE ALL’AULA DEL SENATO – LE PROPOSTE DI ITALIA VIVA – LE PROPOSTE DEL PRESIDENTE LEGHISTA ANDREA OSTELLARI

    Ci fermiamo qui perché ieri 6 luglio, dopo nuove e infruttuose riunioni dell’Ufficio di presidenza della Commissione Giustizia del Senato, i rossi-rossi (buon sangue non mente) hanno fatto il loro golpe parlamentare (come già al tempo delle unioni civili).  Grazie a una maggioranza che non corrisponde da tempo più a quella del Paese, hanno spostato d’imperio il dibattito nell’Aula del Senato (dal 13 luglio), interrompendo cioè i lavori commissionali ed eliminando così decine di audizioni previste. Quando si dice democrazia di facciata….  

    Nei giorni scorsi, in vista della riunione dell’Ufficio presidenziale, erano state presentate da Italia Viva (il partitino dei ‘cattolici’ Renzi, Boschi, Bonetti e di Scalfarotto e Faraone) tre proposte di mediazione (o almeno così considerate dai proponenti), che riesumano in buona parte il defunto ddl Scalfarotto del 2013. Gli emendamenti- che saranno riproposti durante la discussione in Aula - riguardavano l’art. 1 del ddl (sostituzione delle aggravanti per discriminazioni fondate “sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere” con quelle “sull’omofobia o sulla transfobia”.  o sulla disabilità”; l’art. 4 sui limiti della libertà d’espressione; l’art. 7 – che istituisce la Giornata nazionale contro omofobia, transfobia, bifobia, lesbofobia – in cui si proponeva di evidenziare la partecipazione delle scuole “nel pieno rispetto dell’autonomia scolastica” . Una enorme ipocrisia questa, quando la cronaca anche recente mostra come già oggi sia ridottissima la libertà di scelta di docenti o presidi confrontati con proposte della nota lobby. E chi resiste viene fatto oggetto di pubbliche denunce e di feroci campagne di linciaggio mediatiche magari da parte di noti prodotti cartacei e online, alfieri dei ‘nuovi diritti’ per il ‘progresso’ dell’umanità. Le proposte sono state respinte dal resto della maggioranza rosso-gialla.

    Ieri, nel corso dell’Ufficio presidenziale, anche il presidente Andrea Ostellari ha presentato le proposte della Lega. Dall’intero testo prima di tutto sparisce l’espressione “identità di genere”. Per l’articolo 1 si eliminano tutte le definizioni e si propone una sintesi: “La presente legge ha la finalità, in attuazione dell’articolo 3 della Costituzione, di offrire la più ampia tutela contro ogni forma di discriminazione fondata sul sesso, genere e orientamento sessuale, quali espressioni di diritti inviolabili di ciascun individuo, nonché contro ogni forma di discriminazione fondata sulla disabilità“.

    L’articolo 4 (quello sui limiti della libertà d’espressione) viene modificato radicalmente. Se nel ddl Zan si recita che “Ai fini della presente legge, sono fatte salve la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee o alla libertà delle scelte, purché non idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti“, la proposta Ostellari cancella la subordinata che incomincia con “purché”.

    Due le modifiche proposte dalla Lega all’art. 7. Al primo comma la ‘Giornata nazionale contro l’omofobia,la lesbofobia, la bifobia e la transfobia” diventa ”Giornata nazionale contro ogni discriminazione”. Al terzo comma (quello delle scuole) nel ddl Zan si recita: “In occasione della Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia sono organizzate cerimonie, incontri e ogni altra iniziativa utile per la realizzazione delle finalità di cui al comma 1. Le scuole nonché le altre amministrazioni pubbliche provvedono alle attività di cui al precedente periodo compatibilmente con le risorse disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica”. Radicalmente diverso il testo proposto dalla Lega, che non cita più le scuole: “In occasione della Giornata nazionale contro la discriminazione, al fine di promuovere la cultura del rispetto e dell’inclusione, possono essere intraprese iniziative volte a contrastare le discriminazioni e le violenze motivate dal sesso, dal genere, dall’orientamento sessuale o dalla disabilità, compatibilmente con le risorse disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica“. Anche le proposte leghiste sono state respinte durante l’Ufficio presidenziale della Commissione Giustizia.

    La maggioranza rosso-giallo, forzando il regolamento, ha poi deciso di passare alla discussione in Aula del Senato. Dapprima per decidere la data d’inizio del dibattito in Aula, stabilito dalla stessa maggioranza (stavolta insieme con Italia Viva) per il 13 luglio.

     

    L’INTERVENTO PRELIMINARE DI LUCIO MALAN (FORZA ITALIA): ANCHE GLI EVANGELICI PENTECOSTALI E I MORMONI HANNO CHIESTO IL RISPETTO DELLE INTESE BILATERALI FIRMATE CON L'ITALIA NEL 2007.

    In un intervento preliminare il valdese Lucio Malan (Forza Italia) ha richiamato l’attenzione sul fatto che, oltre alla Chiesa Cattolica, altre due Chiese hanno sollecitato il Governo italiano a rispettare le intese firmate bilateralmente, con una lettera fatta pervenire al presidente del Consiglio Mario Draghi: sono la Chiesa apostolica (evangelica pentecostale) e quella “di Gesù Cristo e dei Santi degli ultimi giorni” (mormoni).

    Ha detto tra l’altro Malan: “Nei giorni scorsi due Chiese titolari di una delle intese previste dall'articolo 8 della Costituzione hanno scritto una lettera formale al Capo del Governo, il Presidente del Consiglio dei ministri, chiedendo di attivare le clausole previste in ciascuna delle loro intese - io ne leggo una, ma sono identiche - dove si dice: ‘in occasione di disegni di legge relativi a materie che coinvolgono i rapporti della Chiesa Apostolica in Italia’ (oppure della chiesa di Gesù Cristo e dei Santi degli ultimi giorni) ‘con lo Stato, verranno promosse, previamente in conformità all'articolo 8 della Costituzione, le intese del caso’. E ripeto previamente anche nel caso di disegni di legge.

    Il Senato non può ignorare questo passaggio: le intese sono previste dalla Costituzione, non possono essere modificate con legge ordinaria perché sono equiparabili a un trattato internazionale; possono certamente essere abolite: si abroga la legge e addirittura si abroga l'articolo 8 della Costituzione, che è un presidio previsto dai Padri costituenti per la tutela della libertà religiosa, ma non possono essere ignorate. (…)

    Non possiamo ignorare queste cose. Potrà esserci un esame, si potrà dire qualunque cosa, si potrà essere d'accordo o meno sulle dettagliate osservazioni che le due confessioni religiose hanno presentato, ma questo aspetto non può essere ignorato perché rappresenta un caposaldo della tutela della libertà religiosa nel nostro Paese. (Applausi).

     

    DAL DIBATTITO IN AULA

    ANNAMARIA BERNINI (Forza Italia): Riteniamo in piena coscienza che il testo di questa legge sia sbagliato - tanti i colleghi che me lo hanno detto in separata sede - perché si inseriscono in questo provvedimento dei comportamenti che non si capisce se rappresentano o meno un reato fino a che un giudice non dica se lo sono o meno e questa, colleghi, si chiama norma penale in bianco ed è vietata dalla Costituzione. (Applausi). Io lo dico e lo ripeto: voglio la legge Zan in quest'Aula, la voglio a titolo personale e per il Gruppo parlamentare che rappresento. Non voglio, però, una forzatura del tipo’ prendere o lasciare’.

    LUCA CIRIANI (Fratelli d’Italia): Noi non possiamo accettare che venga approvata, su una questione così delicata, una norma liberticida (presidente Alberti Casellati, peso le parole: una norma liberticida), che introduce surrettiziamente (ma neanche tanto surrettiziamente) il reato di opinione; una norma che limita, fino quasi ad annullare, il ruolo della famiglia come luogo privilegiato in cui educare i propri figli; una norma che introduce obbligatoriamente nelle scuole di ogni ordine e grado la Giornata della teoria gender, persino nelle scuole elementari, persino ai bambini di sei anni. (Applausi).

    D'altra parte, signor Presidente, come è classico di ogni regime autoritario, l'indottrinamento inizia sin dalla più tenera età; e qui di indottrinamento stiamo parlando.

    Andate pure avanti come schiacciasassi. Hanno cercato di farvi ragionare e di fermarvi le associazioni cattoliche (ma non ci sono riuscite), le associazioni laiche, quelle femministe, e poi intellettuali e personalità che hanno ricoperto la carica di Presidente della Corte costituzionale; persino il prudentissimo Vaticano è intervenuto con una nota che non ha precedenti. Ma per voi non conta nulla; conta soltanto la vostra bandiera ideologica da sbandierare; per voi conta approvare una legge, in maniera inaccettabile, in modo tale che voi, che forse - lo vedremo nei prossimi giorni -, siete maggioranza in quest'Aula ma sicuramente siete in minoranza fuori da qui, possiate imporre al resto del Paese, alla maggioranza del Paese, una legge che introduce il pensiero unico e poter controllare chi la pensa in maniera diversa. (Applausi). Questo è il contenuto del disegno di legge Zan e questo spiega l'urgenza e la vostra ottusità nel non accettare critiche e anche messaggi di compromesso o di accordo provenienti dal resto del Parlamento.

    La nostra opposizione, signor Presidente, sarà molto dura, perché non basterà certo - e lo dico anche ai colleghi del centrodestra - modificare una virgola, un punto e virgola, una righina: la legge va modificata nella sostanza e non ci accontentiamo di qualche compromesso al ribasso.

    MASSIMILIANO ROMEO (Lega): Io pongo una domanda. Se l'obiettivo del disegno di legge Zan è contrastare le discriminazioni legate all'orientamento sessuale, al sesso e al genere e ad altre tipologie, ma per quale motivo siete contrari alla proposta del presidente Ostellari? All'articolo 1, la sua proposta pone, come finalità della legge, quanto segue: «La presente legge ha la finalità, in attuazione dell'articolo 3 della Costituzione, di offrire la più ampia tutela contro ogni forma di discriminazione fondata sul sesso, sul genere - perché sul genere c'è dentro sicuramente l'aspetto della transfobia, della lesbofobia e di tutte le questioni di cui avete spesso parlato - e sull'orientamento sessuale, quali espressioni di diritti inviolabili di ciascun individuo, nonché contro ogni forma di discriminazione finalizzata alla disabilità».

    Ma se questo è l'obiettivo della legge Zan, perché non vi va bene questo articolo? Spiegate perché non va bene.

    Signor Presidente, se, invece, l'obiettivo è introdurre o legittimare la fluidità sessuale e il genere neutro, che sono logiche di mercato, lì noi non ci stiamo! (Applausi). Sull'ideologia gender non ci stiamo!

    Sono logiche di mercato, perché lo sappiamo tutti che, se c'è il genere neutro, è più facile vendere smalti anche agli uomini! Lo sappiamo tutti che è così. Questa è la verità!

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