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    LO STRANO CASO ATTORNO ALLA CACCIATA DI ETTORE GOTTI TEDESCHI

     

    LO STRANO CASO ATTORNO ALLA CACCIATA DI ETTORE  GOTTI TEDESCHI – di GIUSEPPE RUSCONI - www.rossoporpora.org – 12 settembre 2016

     

    Nel capitolo quattordicesimo delle “Ultime conversazioni” di Benedetto XVI un passo sorprendente riguarda l’estromissione nel 2012 del presidente dello IOR Ettore Gotti Tedeschi. Del passo riferisce anche Andrea Tornielli, che smentisce così un altro Andrea Tornielli dell’ottobre 2013. Ma il problema fondamentale resta: che cosa è successo veramente nello strano caso attorno alla cacciata di Gotti Tedeschi?

     

     

    Non abbiamo ancora finito di leggere le “Ultime conversazioni” di Benedetto XVI Droemer Verlag, Műnchen), a colloquio con il suo biografo Peter Seewald (traduzione italiana di Chicca Galli). Però qualche capitolo già l’abbiamo scorso con attenzione: come il quattordicesimo, dal titolo intrigante “Omissioni e problemi”. E in tal capitolo, a pagina 209 dell’edizione italiana, si ritrova un passo di certo non irrilevante su quanto accaduto allo IOR nel 2012-2013. Citiamo Benedetto XVI: “Per me lo IOR è stato fin dall’inizio un grosso punto di domanda, e ho tentato di riformarlo. Non sono operazioni che si portano a termine rapidamente perché è necessario impratichirsi. E’ stato importante (NdR: il grassetto è nostro) aver allontanato la precedente dirigenza (NdR: Ettore Gotti Tedeschi). Bisognava rinnovare i vertici e mi è sembrato giusto, per molte ragioni, non mettere più un italiano alla guida della banca. Posso dire che la scelta del barone Freyberg si è rivelata un’ottima soluzione.  

    Tale passo ha lasciato stupiti non solo noi. Perché ricordavamo una versione molto diversa dei fatti.

     

    LO SQUILLO DEL TROMBETTIER MAGGIORE

    Poteva non far udire in materia il suo acuto squillo il Trombettier Maggiore della (premiata) Fanfara Turiferaria di Santa Marta? Difatti venerdì 9 settembre in ‘Vatican Insider (il ‘contenitore religioso’ de ‘La Stampa) e nella stessa edizione cartacea del quotidiano torinese, appariva un articolo di Andrea Tornielli dal titolo palesemente compiaciuto: “Ratzinger: fu mia l’idea di cambiare i vertici dello IOR nel 2012”. 

    L’articolo del Trombettier Maggiore si segnala alla pubblica attenzione per almeno due motivi.

    Il primo, stilistico-caratteriale. Un terzo delle sessanta righe (e la metà del sottotitolo) servono all’autore per deprecare i critici di papa Francesco, “pseudo-veggenti”, “sedicenti ratzingeriani”, di cui si evidenziano le caratteristiche ‘patologiche e parossistiche”, gli “eccessi di odio più patologici che scismatici”, la “cattiveria verbale”.  E’ un vero travaso di bile (dettato da nervosismo per la realtà confusa della Chiesa ai tempi di papa Bergoglio?) e, in ogni caso, un sublime esempio di comportamento da tenere nell’Anno della Misericordia. Di più: par di capire che Tornielli vorrebbe, motu proprio, aggiungere alle sette opere di misericordia corporali tradizionali e all’ultima sulla “cura della casa comune” introdotta recentemente dal papa argentino anche una nona opera. Quale? La fustigazione dei critici affinché il dolore li purifichi, rendendoli consapevoli del male fatto. 

    Il secondo, in materia di IOR. Scrive Tornielli, a proposito della defenestrazione del presidente Ettore Gotti Tedeschi (votata dal consiglio di sovrintendenza il 24 maggio 2012, ma confermata dalla competente Commissione  cardinalizia di vigilanza dello IORsolo all’inizio del 2013, dopo la sostituzione di un membro): “Una certa vulgata ha fatto passare l’idea che la clamorosa destituzione del presidente Ettore Gotti Tedeschi (nominato nel 2009, e dunque in pieno pontificato ratzingeriano), avvenuta con modalità a dir poco discutibili, sia stata frutto di un complotto ordito dal  cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone. Una decisione che Benedetto XVI avrebbe subito, incapace di reagire. Ma a pagina 209 del libro intervista, il Papa emerito risponde senza tentennamenti a Seewald, rivendicando la scelta….”

     

    “UNA CERTA VULGATA”

    “Una certa vulgata ha fatto passare l’idea” (NdR: da notare quel palese, odierno distanziarsi dalla ‘vulgata’) ? Eppure che cosa scriveva un certo Andrea Tornielli (pura omonimia?) su ‘Vatican Insider’ (ma queste coincidenze sono maravigliose!) il 22 ottobre 2013, sotto il titolo perentorio: “Benedetto fu molto sorpreso della cacciata di Gotti Tedeschi”, riprendendo passi di un’intervista rilasciata da mons. Georg Gänswein a ‘Il Messaggero’ ?

    Papa Ratzinger (Ndr: questo l’incipit) era evidentemente (NdR: il grassetto è nostro) all’oscuro della clamorosa cacciata del presidente dello IOR Ettore Gotti Tedeschi, avvenuta con modalità e circostanze del tutto inedite nella storia della Santa Sede e accompagnata dal tentativo di delegittimare personalmente e professionalmente la sua persona (…) Lo attesta monsignor Georg Gänswein.”

    Sempre nell’articolo a firma Andrea Tornielli (pura omonimia?) si riportava in particolare un’osservazione molto dettagliata e precisa di Gänswein: “Benedetto XVI, che aveva chiamato Gotti allo IOR per portare avanti la politica della trasparenza, restò sorpreso, molto sorpreso per l’atto di sfiducia al professore. Il Papa lo stimava e gli voleva bene, ma per il rispetto delle competenze di chi aveva responsabilità, scelse di non intervenire in quel momento. Successivamente alla sfiducia il Papa, per motivi di opportunità, anche se non ha mai ricevuto Gotti, ha mantenuto i contatti con lui in modo adatto e discreto”. Chiosava Andrea Tornielli (pura omonimia?): “Secondo alcune indiscrezioni, poco prima della rinuncia di Benedetto XVI, era stata decisa una forma di ‘riabilitazione’ del banchiere licenziato, che poi non si è verificata”.

    Qual caso maraviglioso di omonimia….chissà se i due Andrea Tornielli si conoscono! Lasciamoli però a specchiarsi l’uno nell’altro e torniamo alla vicenda vaticana assai curiosa.

    Le due versioni dello strano caso della cacciata di Ettore Gotti Tedeschi dalla presidenza dello IOR, quella ‘tradizionale’ – corroborata anche dall’intervista citata di mons. Gänswein – e quella contenuta nelle “Ultime conversazioni” non appaiono  facilmente conciliabili. Perciò… ognuno, se lo desidera, si faccia le sue (ardue, non certo comode) riflessioni su quanto è ipotizzabile possa essere avvenuto. 

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