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    PAGLIA A SANT'IPPOLITO: INTELLIGENZA ARTIFICIALE, APPELLO E MOBILITAZIONE

    PAGLIA A SANT’IPPOLITO: INTELLIGENZA ARTIFICIALE, APPELLO E MOBILITAZIONE – di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 11 dicembre 2024

    Martedì 10 dicembre 2024 la seconda serata del ciclo di incontri promosso dal Gruppo cultura della parrocchia romana di Sant’Ippolito. Nella sala del Cinema delle Provincie mons. Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, ha stimolato nel centinaio di presenti riflessioni profonde su diversi aspetti dell’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale, partendo dall’illustrazione del documento chiamato Rome Call for AI Ethics. La ‘carnalità’ dei cattolici.

     

    Non ha deluso le aspettative la serata sui paletti etici da porre all’utilizzo dell’Intelligenza artificiale (vedi il documento ‘Rome Call for AI Ethics ) promossa martedì 10 dicembre 2024 dal Gruppo cultura della parrocchia romana di Sant’Ippolito. Un centinaio circa i presenti nella sala del Cinema delle Provincie ad ascoltare e a interloquire con l’arcivescovo Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita. Stimolato dalle domande del moderatore Giuseppe Rusconi, il settantanovenne prelato santegidino ha dapprima illustrato al pubblico (che ne aveva ricevuta la traduzione italiana – anche se non ufficiale – … una vera ‘prima’, dato che fin qui l’appello era disponibile integralmente solo in inglese) genesi, contenuti e sviluppi della Call, per toccare poi anche temi particolari come quelli, drammaticamente inquietanti ma purtroppo poco presenti politicamente e mediaticamente, dell’utilizzo dell’IA in ambito militare e nello spazio. Vincenzo Paglia ha espresso il suo stupore per l’inerzia in materia di tanta parte dell’opinione pubblica e si è augurato una mobilitazione popolare – mondiale e salutare - che spinga tutti i governi a riunirsi, magari a Roma dove c’è un Papa molto sensibile al tema, in una conferenza internazionale mirante a evitare derive disumane nell’utilizzo dell’IA. L’augurio è insomma che la Call – già firmata in questi anni dai rappresentanti delle maggiori religioni mondiali, dagli amministratori delegati di note multinazionali dell’informatica e da centinaia di università – evolva istituzionalmente in un grande G tutti a somiglianza di quanto già viene già fatto per altri argomenti di interesse universale.

    Il ciclo 2024/25 degli incontri mensili del Gruppo cultura di Sant’Ippolito - apertosi a novembre con l’incontro sulla storia dei Giubilei con il medievista  Franco Cardini - è dunque proseguito con la serata su un tema completamente diverso, che riguarda la quotidianità di tutti noi … e a volte nemmeno ce ne accorgiamo.

    Dopo il benvenuto del parroco mons. Manlio Asta e la recita del ‘Padre Nostro’, il moderatore ha introdotto il dibattito citando due passi emblematici contenuti nel recente libro di mons. Paglia dal titolo ‘L’algoritmo della vita’ (Piemme). Il primo: “Sta emergendo una nuova condizione umana, attraverso un inedito e simultaneo aumento di potenza tecnologica e interdipendenza planetaria”. Il secondo (da papa Francesco, 24 gennaio 2024): “Cosa è dunque l’uomo, qual è la sua specificità e quale sarà il futuro di questa nostra specie chiamata homo sapiens nell’era delle intelligenze artificiali? Come possiamo rimanere pienamente umani e orientare verso il bene il cambiamento culturale in atto?”.

    Domande fondamentali cui cerca di dare risposta un documento elaborato della Pontificia Accademia per la Vita intitolato Rome Call for AI Ethics, pubblicizzato in data 28 febbraio 2020 e successivamente integrato con un’aggiunta operativa a seguito dell’incontro di Hiroshima del 9-10 luglio 2024. Dopo che il moderatore aveva letto la prima parte del preambolo dell’appello,  mons. Paglia ha illustrato con brio la genesi del documento, ispirato da una telefonata e un successivo incontro del presidente di Microsoft Brad Smith, preoccupato dalla prospettiva che uno sviluppo incontrollato dell’IA potesse portare alla creazione di ‘mostri’ e desideroso di collaborare in materia etica con la Chiesa cattolica. Si è così addivenuti alla stesura del documento: primi firmatari, oltre alla Pontificia Accademia per la Vita e a Microsoft, anche IBM, la presidenza della FAO, il ministro competente del governo italiano di allora Paola Pisano. Era presente a titolo personale il presidente del Parlamento europeo David Sassoli. Nel corso degli anni altri si sono aggiunti, ha ricordato mons. Paglia, i rappresentanti del mondo ebraico e islamico, poi anglicani, buddisti, induisti, zoroastriani, Baha’i. Tra i colossi del web anche Cisco e Lutech. Ancora: centinaia di Università da quelle americane a quelle italiane (in primo luogo la Sapienza di Roma). Sembrano interessate anche Amazon e la Confindustria.

    I contenuti della Call , dopo il preambolo, si sviluppano in tre paragrafi: etica, educazione e diritti, con – come già segnalato – un’aggiunta recente in cui si identificano i principi per un uso etico dell’IA: trasparenza, inclusione, responsabilità, imparzialità (qui c’è un passaggio problematico sui ‘pregiudizi’ da evitare… ma chi stabilisce quali sono i pregiudizi?) , affidabilità, sicurezza e privacy. Da notare – come ha sottolineato mons. Paglia - che nel documento si evidenziano anche le indiscutibili grandi potenzialità positive dell’utilizzo dell’IA: pensiamo anche soltanto all’ambito sanitario, con la vista ridata ai ciechi, l’esoscheletro che ti permette di camminare, la diagnosi precoce che individua il rischio di malattie invalidanti.  

    E’ evidente, ha rilevato mons. Paglia rispondendo a una domanda della sala, che già oggi “noi siamo liberi per modo di dire”. In realtà, pur se non sempre consapevoli, “siamo già molto condizionati, siamo tutti iperconnessi” e registrati: “Nella sede della Microsoft a Seattle, io ho potuto vedere il mio ufficio a Roma”. E “con lo smartphone abbiamo già ceduto i nostri dati al computer, al supercomputer. Sanno tutto di tutti. Che ne faranno dei nostri dati questi supercomputer che oltre a tutto consumano un sacco di energia… e di questo nessuno parla?”

    Il moderatore ha poi sollevato il tema dell’utilizzo dell’IA in ambito militare, che presenta aspetti molto inquietanti (vedi anche https://www.rossoporpora.org/rubriche/vaticano/1212-intelligenza-artificiale-e-armi-letali-autonome-quale-etica.html e https://www.rossoporpora.org/rubriche/vaticano/1210-parolin-trump-intelligenza-artificiale-convegno-carlo-d-asburgo.html). Una preoccupazione che è stata condivisa anche dal relatore: “Uno dei motivi del protrarsi delle guerre è originato dall’asserita necessità di testare armi sempre più potenti… non si testano nei poligoni di tiro, ma sul campo di battaglia”. Purtroppo il potere politico oggi dipende ancora più che in passato dall’industria degli armamenti e “i governi ritengono che sia indispensabile poter contare su armi sempre più potenti”. Perciò anche i negoziati sulla regolamentazione dell’uso delle armi letali autonome non progrediscono… nessuno vuole indebolirsi militarmente! La colpa non è dell’IA, ma dell’intelligenza umana che non riesce a esprimere una volontà di pace. Di progressi in questa direzione al momento non ce ne sono. Ma qui mons. Paglia ha ricordato quanto accadde dopo Hiroshima: “Gli effetti furono tali che tutti furono terrorizzati … ciò portò poi agli accordi sul nucleare e da 79 anni nessuna città è più stata bombardata con tale arma”. Anche per le armi letali automatiche, ha evidenziato il relatore, ci vorrebbe una mobilitazione dell’opinione pubblica mondiale – fin qui latitante - così da mettere pressione ai governi costringendoli a una conferenza internazionale con negoziati sul tema. Un auspicio che è stato condiviso dalla sala e in particolare da mons. Asta (“E’ necessario indignarsi!”), che ha ricordato quanto sta succedendo in Medio Oriente, in cui quasi certamente non mancano test disumani sull’efficacia di armi nuove.

    Un altro argomento sollevato da mons. Paglia in relazione all’utilizzo dell’IA è stato quello della “conquista”, non più della “scoperta” dello spazio…. Una “sfida enorme, poco conosciuta dal grande pubblico”. Se è vero che nello spazio “si potranno creare medicinali nuovi, molto più potenti ed incisivi di quelli odierni”, è altrettanto vero che esso sarà ripartito tra diversi Paesi che da lassù potranno controllare tutto sulla Terra, tanto che “le dispute sui confini nazionali diventeranno roba da bambini”.

    Un paragrafo della Call è dedicato all’educazione, con un incipit che il moderatore ha voluto evidenziare: Trasformare il mondo con l’IA significa impegnarsi a costruire un futuro per e con le nuove generazioni (…) L’impegno deve tradursi nel contribuire a migliorare la qualità della formazione dei giovani”. Qui mons. Paglia ha richiamato le problematiche connesse con l’uso del cellulare, il tema dell’età d’inizio, il rischio che corrono tanti giovani (due milioni in Giappone, 66mila in Italia) di rinchiudersi in casa ‘colloquiando’ solo con tale oggetto tecnologico. Necessaria dunque una formazione approfondita a tutto campo, che insegni a utilizzare il cellulare come strumento e non lo elevi a padrone della nostra vita.

    Del resto, riallacciandosi a questa considerazione, mons. Paglia ha ricordato che “noi cattolici teniamo in grande considerazione la carnalità, noi siamo relazione con gli altri, stretta di mano, abbracci… per noi la Parola si è fatta carne, non si fa avatar”. Il nostro cervello è in gran parte passione e emozione… la cerebralità è minoritaria. Nessuno si salva da solo. Non scegliamo il dio dell’ “io”, cui sacrificare magari anche gli affetti più cari. Non siamo come Adamo ed Eva che nel Paradiso terrestre peccarono di orgoglio e, seguendo il consiglio del serpente, mangiarono dell’albero della conoscenza per essere come Dio.

    Il Vangelo ci parla del “noi”. Noi cattolici non siamo virtuali, ci abbracciamo. E così cerchiamo di restare umani, membri consapevoli della grande famiglia che popola il pianeta.

     

     

     

     

     

     

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