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    CONCISTORO 2022: IN CHIAROSCURO, DIFFICILMENTE RESTERA' NELLA STORIA

    CONCISTORO 2022: IN CHIAROSCURO, DIFFICILMENTE RESTERA’ NELLA STORIA - di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 1 settembre 2022

     

    Dopo la creazione di nuovi porporati sabato 27 agosto, il lunedì e il martedì successivi si è riunito l’intero Collegio cardinalizio in un Concistoro de facto straordinario, il primo dal febbraio 2014. Riflessione sulla riforma della Curia (Costituzione ‘Praedicate Evangelium’), dibattito in un’atmosfera cordiale, ma dirottato in buona parte nei gruppi linguistici e penalizzato in aula, nella plenaria.  

    Era molto atteso il Concistoro aperto sabato 27 agosto come ‘ordinario’ e conclusosi nel tardo pomeriggio di martedì 30 agosto 2022. Un po’ perché – nelle giornate di lunedì e martedì - era il secondo de facto ‘straordinario’ convocato da Francesco, più di otto anni dopo il primo (quello famoso e agitato sulla famiglia, con relazione introduttiva del card. Kasper) del 20-21 febbraio 2014. Un po’ perché alcuni (non noi) si attendevano per l’occasione annunci papali con o senza dibattito su possibili modifiche delle regole del Conclave, con una profonda riforma delle Congregazioni generali propedeutiche allo stesso.  Addirittura si prevedeva da qualche parte che nella discussione sarebbero entrate pure fantomatiche ‘dimissioni’ papali. D’altra parte altri temevano che il Concistoro straordinario de facto sarebbe stato non solo incanalato, ma tanto blindato da lasciare poco spazio a chi avesse avuto qualche critica incisiva da portare sia alla Costituzione apostolica ‘Praedicate Evangelium’ che alla gestione della Chiesa dal 2013 in poi. Una ‘blindatura’ – perseguita anche attraverso la discussione confinata nei gruppi linguistici, evitando il più possibile il dibattito nell’Aula Nuova del Sinodo - che avrebbe anche limitato la conoscenza reciproca all’interno di un Collegio cardinalizio molto rinnovato con inserimenti di pastori provenienti da mondi geograficamente assai lontani.

    Dai pareri raccolti in questi giorni tra non poche eminenze possiamo pensare che quest’ultima adunata rossoporpora non dovrebbe passare alla storia come un momento decisivo nello sviluppo della Chiesa universale.

    Sabato sono stati creati 20 nuovi cardinali (il nuovo porporato ghanese era assente per ragioni di salute), felicitati nelle consuete ‘visite di cortesia’ in Aula Nervi e dentro il Palazzo Apostolico. Ora i membri del Collegio sono 226, di cui 132 elettori. Per il Concistoro ne erano presenti circa 180 (con assenze soprattutto – come normale – tra i non-elettori spesso molto in là con l’età).  La domenica 28 agosto il Papa ha voluto andare a L’Aquila per la Perdonanza, aprendo da primo Pontefice nella storia la Porta Santa della basilica di Collemaggio, dove riposa Celestino V (ribattezzato da Francesco come papa del ‘sì’, non del ‘gran rifiuto’ secondo la lezione dantesca). Quel giorno molti cardinali si sono ritrovati a pranzo o a cena a Roma, così da rinnovare o incrementare la reciproca conoscenza. Oppure - data la nebulosità dell’informazione ufficiale - anche per chiarirsi reciprocamente le idee su quel che sarebbe potuto succedere nell’adunata rossoporpora.

    I due giorni del Concistoro de facto straordinario sono stati aperti da poche parole del Papa, mentre la relazione introduttiva di mons. Mellino (segretario del Consiglio dei cardinali) sulla riforma della Curia - già pubblicata ed entrata in vigore- è stata solo distribuita (ed era del resto già conosciuta). Fino a pranzo del martedì è stato un susseguirsi di dibattiti nei gruppi linguistici e di interventi nei tempi limitati della discussione in aula. Il martedì pomeriggio poi sono state date informazioni sull’Anno Santo del 2025, seguite dalla celebrazione della messa papale conclusiva in San Pietro. Domanda: era proprio necessario togliere spazio agli interventi in aula a beneficio di informazioni non così urgenti da trasmettere e sicuramente di interesse inferiore a quello del dibattito concistoriale? Ancora: curiosamente – a meno che non ci siano motivazioni a noi sconosciute – la messa papale è stata fissata alle 17.30 e anche in questo caso si è tolto spazio alla discussione in Concistoro.

    Alla nostra domanda sull’accoglienza fatta nel Concistoro alla Costituzione Praedicate Evangelium  abbiamo avuto dai porporati incontrati martedì due tipi di risposte. La prima, accompagnata da un volto ilare, palesemente compiaciuto: “La Costituzione ha goduto di una grande accettazione tra i cardinali”. La seconda, contrassegnata da un volto pensoso: “La Costituzione non è stata rifiutata esplicitamente da nessuno”. Ora non c’è chi non veda la differenza di sostanza tra le due risposte.

    Approfondendo il tema, è emerso che, se l’atmosfera specie nei gruppi linguistici è stata conviviale e chi c’era è potuto venire a conoscenza tra l’altro della situazione ecclesiale in Paesi geograficamente molto periferici, non sono stati pochi gli interventi che hanno sollevato – sia pure senza acredine – dubbi sulla bontà e l’applicabilità di alcune delle nuove norme prescritte per la Curia (tra l’altro riguardo alla questione dei laici e a quella economico-finanziaria). “ La Costituzione è stata accettata con più o meno entusiasmo – ci ha detto un porporato non annoverato tra i conservatori – ed è naturale e giusto che nel dibattito si siamo potute esprimere le varie sensibilità in materia”.

    In aula però – ci hanno riferito altri – non tutti i desiderosi si sono potuti esprimere pubblicamente: dunque essi non hanno potuto farsi ascoltare dall’intera adunata rossoporpora. Per questioni di tempo ovvero per far spazio ad esempio alle comunicazioni per niente urgenti sull’Anno Santo 2025? O per questione di contenuti? Fatto sta che a qualche cardinale che aveva preparato con cura (e amore per la Chiesa) un intervento incisivo è stato detto di consegnarlo per iscritto… che poi tanto sarebbe stato letto e tenuto in considerazione (bum bum bum!). A tale proposito consigliamo di visitare per ulteriori informazioni di prima mano (intervento previsto ma impedito del card. Walter Brandmüller ) il sito Settimo Cielo del collega Sandro Magister (http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2022/08/31/esclusivo-brandmuller-in-concistoro-il-papa-vuole-chiudere-la-bocca-ai-cardinali/ ).  

    Insomma non tutto è andato proprio così bene come la vulgata del Pensiero Unico Mediatico vuol far credere… qualche (rilevante) deficit in materia di comunicazione assembleare del proprio pensiero c’è stato. Tanto da pensare che il Concistoro de facto straordinario di lunedì e martedì – il primo dopo otto anni – si sia rivelato almeno in parte un’occasione persa per discutere in maniera approfondita, con la tanto auspicata parresia, della situazione molto problematica della Chiesa oggi (Curia naturalmente compresa). Quasi che prima di tutto si puntasse a un effetto mediatico (di cui erano parte consistente solennità e colori di sabato e martedì in San Pietro). Per il resto… normalità in chiaroscuro secondo le consuetudini della Casa.

     

     

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