Ricerca

    CHE DICE PAPA FRANCESCO? SPULCIANDO QUA E LA' (CON QUALCHE NOTA)

    CHE DICE PAPA FRANCESCO? SPULCIANDO QUA E LA’ (CON QUALCHE NOTA) - di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 9 giugno 2021

     

    Rileggendo qualche discorso dello straripante papa Bergoglio nell’ultimo mese e mezzo, si evidenziano alcuni passi per un verso o per un altro assai significativi…

     

    30 aprile 2021, udienza al Consiglio nazionale dell’Azione cattolica italiana/1:  La vostra Associazione è sempre stata inserita nella storia italiana e aiuta la Chiesa in Italia ad essere generatrice di speranza per tutto il vostro Paese. Voi potete aiutare la comunità ecclesiale ad essere fermento di dialogo nella società, nello stile che ho indicato al Convegno di Firenze. E la Chiesa italiana riprenderà, in questa Assemblea (dei Vescovi) di maggio, il Convegno di Firenze, per toglierlo dalla tentazione di archiviarlo, e lo farà alla luce del cammino sinodale che incomincerà la Chiesa italiana, che non sappiamo come finirà e non sappiamo le cose che verranno fuori. Il cammino sinodale, che incomincerà da ogni comunità cristiana, dal basso, dal basso, dal basso fino all’alto. E la luce, dall’alto al basso, sarà il Convegno di Firenze. (NdR: il Sinodo come esperienza di riflessione profonda e comune sullo stato della Chiesa, ma anche come … movimento, movimento e poi si vedrà!)

     

    30 aprile 2021, udienza al Consiglio nazionale dell’Azione cattolica italiana/2: Una Chiesa del dialogo è una Chiesa sinodale, che si pone insieme in ascolto dello Spirito e di quella voce di Dio che ci raggiunge attraverso il grido dei poveri e della terra. In effetti, quello sinodale non è tanto un piano da programmare e da realizzare, ma anzitutto uno stile da incarnare. E dobbiamo essere precisi, quando parliamo di sinodalità, di cammino sinodale, di esperienza sinodale. Non è un parlamento, la sinodalità non è fare il parlamento. La sinodalità non è la sola discussione dei problemi, di diverse cose che ci sono nella società... È oltre. La sinodalità non è cercare una maggioranza, un accordo sopra soluzioni pastorali che dobbiamo fare. Solo questo non è sinodalità; questo è un bel “parlamento cattolico”, va bene, ma non è sinodalità. Perché manca lo Spirito. Quello che fa che la discussione, il “parlamento”, la ricerca delle cose diventino sinodalità è la presenza dello Spirito: la preghiera, il silenzio, il discernimento di tutto quello che noi condividiamo. Non può esistere sinodalità senza lo Spirito, e non esiste lo Spirito senza la preghiera. Questo è molto importante. (NdR: la parola “sinodalità” diverrà come la parola “discernimento”, come la parola “resilienza”… cioè finirà per essere marchiata dal “se la conosci, la eviti”?)  

     

    14 maggio 2021, discorso agli Stati generali della natalità (auditorio di via della Conciliazione, alla presenza del presidente del Consiglio Draghi e di due ministri, Bianchi e Bonetti: L’Italia si trova da anni con il numero più basso di nascite in Europa, in quello che sta diventando il vecchio Continente non più per la sua gloriosa storia, ma per la sua età avanzata. Questo nostro Paese, dove ogni anno è come se scomparisse una città di oltre duecentomila abitanti, nel 2020 ha toccato il numero più basso di nascite dall’unità nazionale: non solo per il Covid, ma per una continua, progressiva tendenza al ribasso, un inverno sempre più rigido (NdR: per caso, ma proprio per caso, tra le ragioni principalissime del crollo delle nascite non si annovera la pratica dell’aborto, resa sempre più facile dalla prassi, dalle decisioni governative, dalla cultura dominante degli ultimi quarant’anni?)

     

    22 maggio 2021, udienza all’Istituto Ambrosoli di Codogno/1: La dimensione relazionale tra voi studenti, e anche con gli insegnanti, è stata penalizzata nei lunghi mesi della didattica a distanza. Ora vi auguro di poterla riprendere pienamente. Ma vi invito anche a imparare da questa mancanza: che, in un certo senso, questa esperienza negativa possa insegnare qualcosa, cioè proprio l’importanza della relazione interpersonale reale, non virtuale. Voi ragazzi e ragazze siete figli della società digitale, che ha aperto nuove vie alla conoscenza e alla comunicazione; ma sappiamo bene ormai che c’è il pericolo di chiudersi in sé stessi e di vedere la realtà sempre attraverso un filtro che solo apparentemente accresce la nostra libertà. L’esperienza della pandemia, con questa “astinenza” dalle relazioni amicali, possa stimolare in voi, che ne siete consapevoli, un maggiore senso critico nell’uso di questi strumenti; perché restino tali, cioè strumenti, soggetti alla nostra intelligenza e volontà. (NdR: una utile riflessione su alcuni effetti del confinamento da Cinavirus per gli studenti, un’esperienza che ha già provocato, provoca e provocherà anche guasti psichici gravissimi soprattutto sui più fragili… da qui l’aumento di uso di stupefacenti, di autolesionismo e di suicidi, come mostrano del resto e purtroppo recentissimi fatti di cronaca, magari vergognosamente strumentalizzati per ragioni di bassa politica dal ‘politicamente corretto’ )

     

    22 maggio 2021, udienza all’Istituto Ambrosoli di Codogno/2: E un’altra cosa voglio dirvi: sicuramente voi avete sentito tante volte: “i giovani, dobbiamo curare i giovani perché sono il futuro”. Niente: voi siete il presente, voi siete il presente. Non bisogna pensare di spostarsi verso il futuro: sarete il futuro se sarete il presente. Voi siete il presente nella società. Senza i giovani, una società è quasi morta. Voi siete presente perché portate vita nuova. Non dimenticare questo. (NdR: anche questa è una riflessione interessante)

     

    24 maggio 2021, visita al Dicastero della Comunicazione: Il vostro lavoro dev’essere creativo, sempre, e andare oltre, oltre, oltre: creativo. Questo si chiama funzionare. Ma se un lavoro è troppo bene ordinato, alla fine finisce ingabbiato e non aiuta. Questa è l’unica cosa che, vedendo una organizzazione così bella, così ben fatta, vedendovi tutti insieme, mi viene  di dire: state attenti! Niente funzionalismo. Sì, funzionale al lavoro, quello che dovete fare. E perché una struttura sia funzionale, bisogna che ognuno abbia la libertà sufficiente per funzionare. Che abbia la capacità di rischiare e non andare a chiedere permesso, permesso, permesso…: questo paralizza. Funzionale, non funzionalistico. Capito? Avanti e coraggio. Grazie! (NdR: il Papa ha discettato su funzionale e funzionalistico… all’inizio della visita aveva bastonato i vertici del Dicastero, che comprensibilmente nell’occasione si attendevano un riconoscimento del lavoro svolto, oggettivamente tutt’altro che facile - vedi nella prima parte di https://www.rossoporpora.org/rubriche/cultura/1020-libri-su-mario-agnes-di-giorgia-meloni.html )

     

    24 maggio 2021, saluto (parte pubblica) alla 74.ma Assemblea della Cei all’Hotel Ergife di Roma: (a proposito dell’accoglienza odierna nei Seminari) In questo  momento c’è un pericolo molto grande. Sbagliare nella formazione e anche sbagliare nell’ammissione dei seminaristi. Abbiamo visto con frequenza seminaristi che sembravano buoni, ma rigidi. E la rigidità non è del buono spirito. E poi ci siamo accorti che dietro c’erano grossi problemi, seminaristi ricevuti senza chiedere informazioni, cacciati via da congregazioni religiose o diocesi. (NdR: certamente ormai da decenni l’accoglienza in Seminario dei candidati al sacerdozio presenta problemi non indifferenti, con il rischio ad esempio di ammettere qualcuno con manica molto larga, principalmente per evitare il vuoto di presenze. Nelle parole del Papa ritorna poi il ritornello della ‘rigidità’, gemello di quello del ‘chiacchiericcio’… due atteggiamenti di tale gravità da doverlo ricordare molto spesso… insomma non praevalebunt!)

     

    30 maggio 2021, Angelus/1: Il prossimo 1° luglio mi incontrerò in Vaticano con i principali Responsabili delle Comunità cristiane presenti in Libano, per una giornata di riflessione sulla preoccupante situazione del Paese e per pregare insieme per il dono della pace e della stabilità. Affido questa intenzione all’intercessione della Madre Dio, tanto venerata al Santuario di Harissa, e fin da questo momento vi chiedo di accompagnare la preparazione di questo evento con la preghiera solidale, invocando per quell’amato Paese un futuro più sereno (NdR: sarà questo un incontro importante, di conoscenza e di speranza in un contesto in cui non mancano purtroppo nubi nerissime)

     

    30 maggio 2021, Angelus/2: Questa mattina ho ricevuto un piccolo gruppo di fedeli che mi ha portato la traduzione della Bibbia tutta intera nel loro dialetto. L’ha fatto un uomo: otto anni di lavoro! Scritta, sono otto volumi, tutta in dialetto. E lui, che era presente, mi diceva che leggeva, pregava e traduceva. Io vorrei ringraziare per questo gesto, e anche un’altra volta dirvi di leggere la Bibbia, di leggere la Parola di Dio, per trovare lì la forza della nostra vita. E anche – in questo mi ripeto – di portare sempre con voi il Nuovo Testamento, un Vangelo tascabile: nella borsa, nella tasca, per poter leggerlo in qualsiasi momento della giornata. Così troveremo Gesù nella Sacra Scrittura. Impariamo dall’esempio di quest’uomo che durante otto anni ha lavorato per capire questo. E mi diceva: “Lo facevo pregando” (NdR: l’amanuense è il 78.nne Luigi Zuccheri di Alseno -tra Piacenza e Parma - che ha tradotto la Sacra Scrittura in dialetto piacentino. Ha lavorato quattro anni e la Bibbia ‘piacentina’ consta di 10 volumi).

     

    31 maggio 2021, udienza a una delegazione della Federazione italiana pallacanestro/2: E qui vorrei sottolineare l’atteggiamento davanti alla sconfitta. Mi hanno raccontato che uno di questi giorni – non so dove – (NdR: tipico modo espressivo bergogliano, sperimentato ad esempio con esito disastroso nel luglio 2013 in Paraguay all’indirizzo del presidente della Repubblica) c’è stato un vincitore e uno che è arrivato secondo, che non ce l’ha fatta. E quello che è arrivato secondo ha baciato la medaglia. Di solito, quando si arriva secondo, c’è il muso così, siamo tristi, e non dico che si butta la medaglia, ma avremmo la voglia di farlo. E questo ha baciato la medaglia. Questo ci insegna che anche nella sconfitta ci può essere una vittoria. (NdR: il riferimento è al bacio che Guardiola, allenatore del Manchester City ha dato alla medaglia d’argento dopo aver perso la finale della Coppa dei Campioni).

     

    31 maggio 2021, udienza a una delegazione della  Federazione italiana pallacanestro/1:  Vorrei dire una cosa proprio pensando alla pallacanestro. Il vostro è uno sport che eleva verso il cielo perché, come disse un ex giocatore famoso, è uno sport che guarda in alto, verso il canestro e, perciò, è una vera e propria sfida per tutti coloro che sono abituati a vivere con lo sguardo sempre rivolto a terra.

     

    7 giugno 2021, udienza ai sacerdoti del convitto di San Luigi dei Francesi/1: In questo anno dedicato a San Giuseppe, vi invito a riscoprire il volto di quest’uomo di fede, di questo padre tenero, modello di fedeltà e di abbandono fiducioso al progetto di Dio. ‘Anche attraverso l’angustia di Giuseppe passa la volontà di Dio, la sua storia, il suo progetto. Giuseppe ci insegna così che avere fede in Dio comprende pure il credere che Egli può operare anche attraverso le nostre paure, le nostre fragilità, la nostra debolezza’ (Lett. ap. Patris corde, 2). Non bisogna lasciare da parte le fragilità: sono un luogo teologico. La mia fragilità, quella di ognuno di noi è luogo teologico di incontro con il Signore. I preti ‘superman’ finiscono male, tutti. Il prete fragile, che conosce le sue debolezze e ne parla con il Signore, questo andrà bene. Con Giuseppe, siamo chiamati a ritornare all’esperienza dei semplici atti dell’accoglienza, della tenerezza, del dono di sé (NdR: “I preti superman finiscono male, tutti”. Chissà, forse salvo quelli che imperversano sui social…)

    7 giugno 2021, udienza ai sacerdoti del convitto di San Luigi dei Francesi/2: Nella vita comunitaria, c’è sempre la tentazione di creare dei piccoli gruppi chiusi, di isolarsi, di criticare e di parlare male degli altri, di credersi superiori, più intelligenti. Il chiacchiericcio è un’abitudine dei gruppi chiusi, un’abitudine anche dei preti che diventano zitelloni: vanno, parlano, sparlano: questo non aiuta. E questo ci insidia tutti, e non va bene. Bisogna lasciar perdere questa abitudine e guardare e pensare alla misericordia di Dio. (NdR: Jorge Mario Bergoglio e il chiacchiericcio, le zitellone e gli zitelloni… un sodalizio verbale indissolubile, un segno del pontificato… )

    Ricerca