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    LA ROMA, LA CAPPELLA E UN'INTERVISTA AL CARD. RUINI

     

    LA ROMA, LA CAPPELLA E UN’INTERVISTA AL CARD. RUINI – di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 15 dicembre 2015

     

    Una storia minore (o forse no?)  - che coinvolge l’Associazione sportiva Roma - e tuttavia emblematica dei nostri tempi di allentamento delle radici identitarie e quindi di scristianizzazione. Anche là dove regna ‘Maria Salus Populi Romani’ e dove siede il Successore di Pietro.

     

     

     

    Ieri, 14 dicembre, abbiamo letto sul ‘Corriere della Sera’ un’intervista assai interessante al cardinale Camillo Ruini. Tra l’altro l’ex-presidente della Cei difende l’indizione del Giubileo della Misericordia, “perché affidarsi alla preghiera e alla misericordia di Dio è particolarmente necessario quando la fede e la vita cristiana sembrano indebolirsi”. Tra le cause dell’ “auto-annichilimento” il “cosiddetto politicamente corretto, l’idea cioè che i gesti, i simboli, i contenuti religiosi non abbiano diritto di cittadinanza sulla scena pubblica”. Del resto “ciò che sconcerta e scandalizza i musulmani” non è “il nostro essere e comportarci da cristiani”, ma “piuttosto quei comportamenti che danno l’idea che noi cristiani occidentali non crediamo più in niente”. Insomma “l’Occidente è stanco”. Parole d’attualità pienamente condivisibili quelle del protagonista di una lunga stagione, non certo priva di successo anche popolare, della Chiesa italiana.

    Ieri poi era lunedì e allora, finita di leggere l’intervista al cardinal Ruini, come spesso ci capita ci è venuto spontaneo di dare un’occhiata veloce al ‘Corriere dello Sport’, quotidiano romano croce e delizia dei tifosi giallorossi e biancazzurri. Prima pagina per la Roma (reduce dal pareggio partenopeo), seconda e terza per la Roma, quarta per le classifiche, quinta per la Roma, sesta per la pubblicità, settima ancora per la Roma. E qui ci cade l’occhio su un box  - a firma Guido d’Ubaldo - dal titolo: “Squadra allo stadio fino a tarda sera”. Per le prime nove righe niente di particolare. Poi un’aggiunta di 11 righe, in realtà una seconda notizia che non c’entrava col titolo citato. La riproduciamo:

    SMANTELLATA. La Roma è sempre più laica. Nei giorni dell’Anno Santo straordinario, la società ha smantellato la cappella voluta da Franco Sensi a Trigoria. In questi giorni sono in corso lavori nel centro sportivo e il locale sarà utilizzato per altri scopi. La piccola cappella non sarà spostata in un’altra area del centro sportivo. Negli ultimi anni non era più frequentata, mentre in passato anche qualche allenatore e qualche giocatore andavano a Messa durante il ritiro. 

    Fin qui la seconda notizia del box. Ci è tornato subito alla mente il compianto collega vaticanista Orazio Petrosillo (morto prematuramente, a sessant’anni, nel 2007), romanista di ferro, che tanto si era dato da fare con le sue conoscenze nei Sacri Palazzi per la ristrutturazione della cappella Maria Salus Populi Romani del centro sportivo di Trigoria (voluta dall’indimenticato presidente Franco Sensi), poi intitolata a Giovanni Paolo II. Lo spunto gliel'aveva dato un altro collega vaticanista, Piero Schiavazzi, che era riuscito a scovare un'affinità cromatica tra l'icona della Salus Populi Romani e i colori giallorossi. Ne nacque, per mano di Petrosillo, una prima pagina indimenticabile (per i romanisti) del "Messaggero". 

    FRANCO SENSI E LA "ROMA CRISTIANA"

    Erano proprio gli anni di papa Wojtyla, i giorni dell’Anno Santo del 2000. La Roma dell’imprenditore-tifoso Franco Sensi era molto gradita in Vaticano (dove la Roma aveva tanti estimatori e l’unico laziale di rango - orgogliosamente controcorrente – era il cardinale portoghese Josè Saraiva Martins dall’antico cuore biancazzurro): la Roma aveva riscattato alcuni bambini-soldato della Sierra Leone, era stata ricevuta da Giovanni Paolo II, aveva indossato sulla maglia il logo del Giubileo. E poi aveva rimesso a nuovo una struttura adibita a cappella sacra già presente all’interno di Trigoria. Giuseppe Giannini, detto “il Principe” ed ex-capitano giallorosso negli Anni Novanta ricordava recentemente le funzioni nella vecchia struttura: “Partecipavamo alla Messa quasi tutti insieme, come squadra, magari prima delle partite. Un’usanza cui prendevano parte anche i presidenti, sia Dino Viola che Franco Sensi”.

    La cappella ristrutturata fu benedetta venerdì 7 gennaio del 2000 con una liturgia solenne presieduta dall’allora Maestro delle cerimonie pontificie Piero Marini. Tra i fedeli il presidente Franco Sensi, l’allenatore Fabio Capello e l’intera squadra, con in prima fila Damiano Tommasi. Disse allora Franco Sensi ai microfoni di Telepace, intervistato da Piero Schiavazzi, 'regista' dell'evento: “Siamo contenti di essere stati scelti come sponsor del Giubileo. Questa cerimonia è andata in tutto il mondo e questo è un evento storico. Questa è la Roma cristiana ed è proprio qui che molti anni fa due frati hanno fondato il calcio”. A sua volta il futuro capitano Francesco Totti nello stesso 2000 rilevava tra l’altro in un articolo del ‘Corriere della Sera’ del 18 agosto: “Tutti i sabati sono presente alla messa nella cappella di Trigoria. E tra i miei ricordi più belli c’è quella volta che da ragazzino andai dal Papa (NdR: Giovanni Paolo II ) e lui mi baciò sulla testa. Ci sono tornato da grande: stesse sensazioni. Per me la religione è fondamentale e tra i suoi valori quello della solidarietà mi pare prioritario”.

    LA CAPPELLA "MARIA SALUS POPULI ROMANI" DIVENTA UN LOCALE-DEPOSITO

    Passarono gli anni… che cosa successe? Ci siamo informati in casa romanista e ne è emerso un quadro non proprio dignitoso. Già dopo la morte di Franco Sensi, nell’agosto del 2008, la cappella fu adibita a deposito. Arrivando nel 2011, la nuova proprietà (da cui è poi emerso come uomo forte il business man italo-americano James Pallotta) la trovò in tale condizione. A nessuno è passato per la testa di ridare dignità e decoro alla cappella (evidentemente considerata non redditizia), visto che “ormai da tempo non ci andava quasi più nessuno”. La cappella poi, già trasformata come detto in deposito, sarebbe dovuta essere riconsacrata. In questi giorni, invece, con i lavori di ristrutturazione in corso per un cambio di destinazione d’uso, nessuno ne parla più e le celebrazioni del Bimillenario sono ormai solo un ricordo per pochi. Peccato per la Roma, che si è privata – le considerazioni sull’argomento le lasciamo a chi ci legge - della cappellina mariana intitolata al papa polacco del Duc in altum. Una storia ‘minore’ (o forse no), in ogni caso emblematica, romana e romanista. Il fatto è che oggi, come rilevava giustamente insieme con tanti altri il cardinale Ruini, “l’Occidente è stanco”: vedi ad esempio il prete direttore di una scuola cattolica a Monza, che non vuole la messa prenatalizia nel suo istituto, perché ciò sarebbe “un gesto troppo forte”.  Specchio perfetto di un Occidente debole, crepuscolare, disponibile a ogni compromesso nella speranza di salvare il piccolo cabotaggio della propria quotidianità. Miopia di calcolo, certezza di naufragio.      

    P.S. La penosa questione sollevata dall'articolo ha prodotto diversi interventi anche in alcune radio romaniste (sollecitati da Piero Schiavazzi). Maria Sensi (vedova di Franco Sensi) si è indignata per quanto accaduto e Rosella Sensi (figlia di Franco) ha affermato che la Cappella della 'Salus Populi Romani' al centro di Trigoria è stata pienamente funzionante fino al cambio di proprietà. 

     

     

     

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