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    10 MAGGIO A S. PIETRO: UN ENORME SI' ALLA SCUOLA

    10 MAGGIO A S. PIETRO: UN ENORME SI’ ALLA SCUOLA – di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 11 maggio 2014

     

    Grandiosa testimonianza di piazza di 300mila tra alunni, insegnanti, genitori italiani – Papa Francesco, accolto da una folla in delirio, pronuncia parole di grande importanza e impatto sul tema della scuola – Grande successo per il cardinale Bagnasco, che ha voluto fermamente, più di tutti, una manifestazione che è stata improntata alla gioia – Punto di partenza, non di arrivo – Sala Stampa vaticana ‘invasa’ da duecento partecipanti

     

     

    Il popolo italiano alla scuola ci tiene. E molto. Tanto che per essa è ben disposto a scendere massicciamente in piazza. Almeno a quanto è stato dato di riscontrare nel pomeriggio di ieri in piazza San Pietro, via della Conciliazione e adiacenze, considerata la grande folla che ha voluto onorare l’appuntamento in materia promosso dalla Conferenza episcopale italiana e in particolare dal suo presidente cardinale Angelo Bagnasco. E’ stata una testimonianza positiva, gioiosa, che ha visto insieme scuole statali e scuole paritarie, unite per affrontare quell’emergenza educativa da tempo denunciata con forza dai vescovi italiani.  Un prevedibile trionfo anche per papa Francesco, ma ancora più importante, sul piano dei contenuti, il discorso da lui pronunciato in chiusura del riuscito incontro, di cui più sotto riportiamo ampi stralci. La folla ha ascoltato con attenzione, ha applaudito nei momenti giusti, si è per così dire riproposta di concretizzare quanto detto dal Papa nella vita scolastica quotidiana.

    Già dal mattino via della Conciliazione e via di Porta Angelica brulicavano di gruppi con il foulard azzurro dell’appuntamento, preparato con calma e capillarmente dalla Cei e dal suo giornale, Avvenire, che ha dato un contributo importante nella mobilitazione della grande folla. E’ evidente che buona parte dei partecipanti provenivano dalla scuola cattolica, ma non mancavano gruppi di studenti e professori della scuola statale: significativa in tal senso la presenza del ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, che ha anche pronunciato un breve indirizzo di saluto, in cui – dopo l’esordio “Siamo tanti, veramente tanti” - ha evidenziato la “lezione speciale in un’aula altrettanto speciale che è la Chiesa di Roma”. Del resto, nella circolare ministeriale che segnalava l’incontro, si scriveva di “un evento che non ha precedenti nella storia della Chiesa e della scuola italiana”.

    La Piazza - chiusa per i consueti controlli – è stata aperta con molto anticipo, per cui già alle due era piena, sotto un sole feroce, con una via della Conciliazione occupata pure da un fiume di folla. Alle tre è incominciata l’accoglienza con un’ora o poco più di intrattenimento, misto di canzoni, testimonianze, giochi di facile presa. Quando è spuntato in papamobile Francesco, si è scatenato un vero delirio popolare: la Piazza è impazzita tra uno sventolio impressionante di bandiere, cartelli e striscioni. Tanti i bambini portati al Papa per una carezza. Stavolta papa Francesco, a differenza di quanto successo per la doppia canonizzazione, ha percorso via della Conciliazione non solo in direzione Tevere, ma anche in quella opposta, tornando verso la Basilica. Sul cui sagrato è stato salutato dal cardinale Bagnasco… “L’abbraccio del Bernini si trasforma oggi in una immensa Aula che si prolunga fino a Castel Sant’Angelo per accogliere tutte le persone che festeggiano con noi ed evocare tutte le scuole che sono in Italia”, ha esordito il presidente della Cei, sottolineando poi che “ogni scuola è un atto di speranza che si rinnova ogni mattina grazie ai suoi protagonisti, nonostante i problemi e le inadeguatezze che tutti conosciamo”. Un bell’applauso il porporato se l’è guadagnato quando ha detto che “la libertà dei genitori verso i propri figli rappresenta un diritto sancito dal nostro Pese, ma anche un dovere da garantire e da promuovere da parte dello Stato e dei singoli cittadini”. Molti, a tale proposito, gli striscioni e i cartelli in Piazza che rivendicavano la libertà di educazione.

    Sono seguite testimonianze varie, serie ma anche divertenti come quella dell’imitatore Max Giusti  che è riuscito a far ridere il papa di gusto. Sono stati ricordati tra gli altri don Lorenzi Milani e mons. Tonino Bello, insieme con squarci della vita quotidiana di istituti di Pesaro (‘Luigi Pirandello’), di Tor Bella Monaca (Roma, ‘via s. Biagio Platani’). Nella prima parte si erano ascoltate testimonianze da Como (scuola ‘Oliver Twist’) e da San Luca d’Aspromonte, nella Locride (scuola ‘Corrado Alvaro’).

    L'INTERVENTO DI PAPA FRANCESCO

    Verso le 18.20 è venuta l’ora dell’intervento di papa Francesco. Alcuni passi interessanti.

    Incontro ‘per’. Si vede che questa manifestazione non è ‘contro’, è ‘per’! Non è un lamento, è una festa! (forte applauso) Una festa per la scuola.

    La maestra di prima elementare. Perché amo la scuola? (…) Ho l’immagine del mio primo insegnante, quella donna, quella maestra, che mi ha preso a sei anni, al primo livello della scuola. Non l’ho mai dimenticata. Lei mi ha fatto amare la scuola. E poi io sono andato a trovarla durante tutta la sua vita fino al momento in cui è mancata, a 98 anni.

    Apertura alla realtà. Amo la scuola perché è sinonimo di apertura alla realtà. Almeno così dovrebbe essere! (..) Ma se uno ha imparato a imparare, questo gli rimane per sempre, rimane una persona aperta alla realtà!

    Luogo di incontro. Un altro motivo è che la scuola è un luogo di incontro. (..) Ho sentito che la scuola – l’abbiamo sentito tutti oggi – non è un parcheggio. E’ un luogo di incontro nel cammino. (…) E questo è fondamentale nella crescita, come complemento alla famiglia.

    Scuola e famiglia. La scuola è la prima società che integra la famiglia. La famiglia e la scuola non sono mai contrapposte! Sono complementari, e dunque è importante che collaborino, nel rispetto reciproco. (..) Questo fa pensare a un proverbio africano che dice: ‘Per educare un figlio ci vuole un villaggio’ (citato anche da mons. Domenico Pompili, sottosegretario Cei, nella sua relazione “Se la scuola si prende cura di tutti”, introduttiva dell’incontro di piazza San Pietro). Per educare un ragazzo ci vuole più gente: famiglia, insegnanti, personale non docente, professori, tutti! (applauso). Vi piace questo proverbio africano? Vi piace? Diciamolo insieme: Per educare u figlio ci vuole un villaggio! Insieme! Per educare un figlio un figlio ci vuole un villaggio.

    Educare al vero, bello e buono. E poi amo la scuola perché ci educa al vero, al bene e al bello. L’educazione non può essere neutra. O è positiva o è negativa; o arricchisce o impoverisce; o fa crescere la persona o la deprime, persino può corromperla. (…) E nell’educazione è tanto importante quello che abbiamo sentito anche oggi (nella testimonianza portata dall’olimpionico della ginnastica Jury Chechi): è sempre più bella una sconfitta pulita che una vittoria sporca. Ricordatevelo! Questo vi farà bene per la vita. Diciamo insieme: è sempre più bella una sconfitta pulita che una vittoria sporca. Tutti insieme!

    Valori. E finalmente vorrei dire che nella scuola non solo impariamo conoscenze, contenuti, ma anche abitudini e valori. (…) E questo è molto importante.

    Tre lingue. Auguro a tutti voi, genitori, insegnanti, persone che lavorano nella scuola, studenti, una bella strada nella scuola, una strada che faccia crescere le tre lingue, che una persona matura deve sapere parlare: la lingua della mente, la lingua del cuore e la lingua delle mani. (…) Le tre lingue, armoniose e insieme! (…) E, per favore… per favore, non lasciamoci rubare l’amore per la scuola! Grazie!

    Il Papa e la folla hanno poi recitato la ‘Preghiera dello studente’ a San Giuseppe da Copertino e un’Ave Maria per tutti gli educatori. E’ seguita la benedizione. Poi le acclamazioni finali. E la sensazione che, pur non ponendosi esplicitamente l'incontro sotto il segno di una dimostrazione di forza in favore della scuola cattolica, in realtà quest'ultima ne è uscita assai rafforzata nella percezione di chi governa il Paese e che, fin qui, poco ha fatto per trattarla paritariamente come prevede una legge dello Stato ormai risalente a più di 10 anni fa. 

    ‘INVASA’ LA SALA STAMPA VATICANA 

    Anche la Sala Stampa Vaticana ha vissuto un pomeriggio molto particolare, ospitando nell’atrio, sugli scalini e nell’aula Giovanni Paolo II (quella delle conferenze-stampa) non meno di 200 partecipanti all’incontro. Il fatto è che il sole e la calca incredibile davanti all’ingresso hanno prodotto richieste impellenti di ‘accoglienza’: chi aveva il pargolo bisognoso di toilette, chi non riusciva più a restare in piedi, chi chiedeva acqua, chi era colto da malessere, chi avvertiva la possibilità della poltrona, oltre che del fresco prodotto da un po’ di aria condizionata… insomma, a poco a poco, la Sala si è riempita di manifestanti. Già alle tre c’era il quasi tutto esaurito. I convenuti hanno potuto seguire, grazie ai due maxischermi dell’aula l’incontro in poltrona, toilette, acqua e vivande a disposizione.

    I fortunati e le fortunate venivano da tutta Italia: ad esempio la piccola Sofia col palloncino “W papa Francesco” da Castelfiorentino, un folto gruppo di studenti col cappellino arancione da Canosa di Puglia (partiti a mezzanotte), Lorenza, Sara e Monia dall’abruzzese Vasto, diversi studenti da Desio (la città di papa Ratti, Pio XI… una ragazza e un ragazzo hanno voluto provare l’ebbrezza di vedere la Sala Stampa.. ed erano già contenti…), poi da Rossano Calabro, Pesaro, Perugia, San Giuseppe di Acerra, San Gennaro Vesuviano, Nola, Bocchigliero (Cosenza), Prato, Ischia, Roma, Empoli, Chioggia, Montoro (Avellino), Napoli, Vittorio Veneto, Empoli, Luino e ancora tante altre località. C’è da evidenziare che gli ospiti – che mai si sarebbero immaginati di finire in Sala Stampa vaticana - hanno seguito con grande attenzione lo sviluppo del pomeriggio. I molti pargoli agivano all’unisono con la Piazza, agitandosi, cantando e applaudendo. E poi… quando è apparso sul maxischermo papa Francesco… un solo urlo, un vero delirio, il precipitarsi e lo sgomitare nell’atrio cercando un posto che consentisse anche solo uno spicchio di vista attraverso la porta a vetri chiusa, macchine fotografiche e telefonini alla mano, attendendo che il Papa passasse e ripassasse davanti alla Sala Stampa, all’inizio di via della Conciliazione. Un pomeriggio che non dimenticheranno né i duecento né la Sala Stampa, sabato 10 maggio impegnata in un servizio molto particolare.  

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