Ricerca

    LICEO MAMIANI, GENITORI 1 E 2: PRECISAZIONI E RIFLESSIONI

    LICEO MAMIANI, GENITORI 1 E 2: PRECISAZIONI E RIFLESSIONI - di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 15 novembre 2013

     

    Il Liceo della borghesia ‘progressista’ di Roma e di ‘Porci con le ali’ della nota Lidia Ravera al centro di una polemica antropologica – Le precisazioni della preside Tiziana Sallusti - Ma il segnale inquietante resta – Unica nota positiva l’aspra reazione della cosiddetta ‘ggente, pervasa di un buonsenso che i salotti radicalchic non conoscono

     

     

     

    Potremmo parlare oggi del Tribunale dei minori di Bologna che (con l’approvazione dei locali cosiddetti servizi sociali) ha deciso di affidare una bambina di tre anni a una coppia di omosessuali. Una decisione priva anche solo di un elementare buon senso, che avrà conseguenze verosimilmente negative (come mostrano chiaramente studi americani recenti) sullo sviluppo psichico della stessa bambina. Potremmo parlare del pronunciamento del sindaco Ignazio Marino in favore del cosiddetto ‘matrimonio gay’ e dell’adozione da parte di coppie omosessuali: una dichiarazione demagogica, spregiatrice della Costituzione italiana  (come rileva giustamente in una nota la diocesi di Roma), priva anche qui del buonsenso minimo che ci si attenderebbe dal primo cittadino dell’Urbe. Potremmo parlare della minaccia di sanzioni verso la dottoressa bergamasca Paola Lamura, che ha osato coprire nel suo studio le righe di un manifesto dell’Asl locale, in cui – con il solito linguaggio edulcorato e falso – si parlava della possibilità di informazioni sull’ “interruzione volontaria della gravidanza”. La direttrice generale della Asl, Mara Azzi, ha detto: “Contatteremo la dottoressa, faremo le nostre valutazioni, e agiremo di conseguenza”. Chiaro il messaggio?

    Sono tutti episodi che dimostrano ancora una volta come la nota lobby abbia intensificato i suoi sforzi per imporre agli italiani una rivoluzione antropologica densa di conseguenze negative per le generazioni a venire. E’ già stato fatto in Francia, dove alla maggioranza recalcitrante dei francesi è stata imposta ad esempio la legge sui ‘matrimoni gay’ (con adozione): il risultato è che Hollande e i suoi ministri non riescono più a mettere tranquillamente il naso fuori dall’Eliseo, dato che trovano sempre manifestanti ostili che protestano con comprensibile vigore per motivi diversi, tra i quali quelli antropologici non sono i minori. Popolarità di Hollande e del suo governo? Il sondaggio più recente la dà al 15%: insomma chi semina vento, raccoglie (giustamente) tempesta.

    Oggi ci occupiamo invece del ‘caso’ del Liceo Mamiani, rimbalzato in questi giorni sulle pagine di molti giornali. Tale Liceo – che porta il nome di uno storico e politico di vaglia, cugino di Leopardi, ministro già nel 1848 nello Stato Pontificio e poi nei governi italiani di D’Azeglio e Cavour (istruzione ed esteri) – ha una fama giustificata di scuola della borghesia romana cosiddetta ‘progressista’ di Prati (a seguito in primo luogo dei suoi trascorsi sessantottini), come istituto dei protagonisti di “Porci con le ali” (il “diario sessuo-politico di due adolescenti”) firmato dalla nota  Lidia Ravera e da Marco Lombardo Radice e come luogo della serie frou frou televisiva di Canale 5 “I liceali”. 

    Il ‘caso’ è scoppiato a causa dei nuovi libretti di giustificazione delle assenze, in cui, secondo quanto si è letto, figuravano per quanto riguardava la firme le diciture “genitore 1” e “genitore 2”, essendo stati cancellati i termini “padre” e “madre”.

    LE PRECISAZIONI DELLA  PRESIDE TIZIANA SALLUSTI

     

    Abbiamo chiesto alla preside Tiziana Sallusti di spiegare che cos’era successo. La dirigente scolastica, molto disponibile, dicendosi turbata per le polemiche sorte e sentendosi “massacrata” da diversi massmedia, ha precisato che i libretti di giustificazione delle assenze risalgono, nella formulazione attuale, all’anno scolastico 2007/2008. Fino al 2007 era richiesta la firma del “genitore”, dal 2007 è stata richiesta invece la firma del “1.o genitore” e la firma del “2.o genitore”. Confermiamo la veridicità delle dichiarazioni della preside, avendo preso visione delle fotocopie dei due libretti, stampati dalla Casa editrice scolastica Lombardi di Villa Adriana (Tivoli).

    Sei anni fa la modifica era stata effettuata per ragioni pratiche: a volte la firma del genitore depositata in segreteria non corrispondeva a quella del libretto. Capitava cioè, ad esempio, che il padre avesse depositato la firma e la madre poi firmasse (magari perché quella sera il padre era assente) la singola giustificazione sul libretto. Ogni tre anni il libretto (come l’altra modulistica scolastica) viene rivisto per eventuali correzioni o aggiornamenti. Quest’anno la modifica del 2007, come già era capitato nel 2010, è stata confermata.

    Il punto è che il clima politico-sociale è cambiato e proprio in questi ultimi due anni hanno incominciato a farsi largo anche nella società italiana le istanze della nota lobby. Oggi “1.o genitore” e “2.o genitore” sono percepiti in un’accezione diversa rispetto a sei anni fa. E tale dicitura, considerata la rivoluzione antropologica promossa dalla nota lobby, può assumere sfumature sociali dirompenti. E’ probabilmente quel che è accaduto con il libretto del Mamiani, una scuola ideale per indurre a pensare a scelte di rottura.

    La preside Sallusti ci ha messo anche del suo, rilasciando dichiarazioni molto ‘aperturiste’ e che evidenziavano quella che sembrava una novità a “laRepubblica” di giovedì 14 novembre. Perdipiù il quotidiano fondato da Eugenio Scalfari ha messo all’articolo-intervista un titolo fatto apposta per attirare lettori e irritarne non pochi: “Roma, il liceo sdogana le famiglie gay”. Contro tale titolo ritenuto forzato e fuorviante, “fatto per vendere”, la preside ha protestato con il giornale della Roma bene, ala sinistra. Leggiamo le dichiarazioni della dirigente, un po’ sconvolta e un po’ piccata per il mare di critiche: “E’ stata una cosa naturale, e nel pieno rispetto del diritto di famiglia; anzi, una cosa richiesta dalle stesse famiglie”. Poi: “La famiglia è cambiata, e la metà degli studenti vivono in nuclei allargati. Non c’è alcun intento di svilire la famiglia, anzi (la dicitura) è motivata proprio da un grande rispetto per tutti i tipi di famiglie. Non parlo solo di quelle con genitori dello stesso sesso, ma dei moltissimi alunni con genitori separati o divorziati, spesso con un nuovo compagno che si occupa del ragazzo come un padre o una madre”. Alla domanda che cosa sia per lei una famiglia, risponde Tiziana Sallusti: “Chi vive sotto lo stesso tetto, prendendosi cura l’uno dell’altro”. Così chiosando, in modo molto significativo del suo pensiero in materia: “Ai ragazzi, quando sono amati, queste quisquiglie interessano poco”.  Insomma, par di capire che alla preside del Liceo Mamiani radici e identità della persona (premessa della sua maturazione) interessino poco: sarebbero – dice incredibilmente - “quisquiglie”. Eppure è proprio la società ‘liquida’,  ‘del provvisorio’. quella della mancanza di identità dovuta all’assenza di radici e di una stabilità istituzionale anche a livello di famiglia, ad accentuare lo smarrimento dell’uomo contemporaneo, tanto più quello degli adolescenti. Con tutte le gravissime conseguenze di ordine sociale e psicologico che ci tocca constatare ogni giorno. “Quisquiglie” anche queste?    

    Rileva ancora la preside Sallusti: “La dicitura non è un’idea di oggi, ma del 2007 (e su questo confermiamo che ha ragione); dunque non è un’idea che è venuta da suggestioni varie come ad esempio quella del ministro Kyenge”. Poi: “Non ho mai pensato di offendere la famiglia come quella descritta negli articoli 29 e 30 della Costituzione”. Però “oggi il concetto di famiglia va trasformandosi”. Dunque “cerchiamo di rincorrere le trasformazioni sociali perché è con quelle che abbiamo a che fare ogni giorno. Sempre però in un’ottica di massimo rispetto”. Anche qui il verbo “rincorrere” sembra suggerire la necessità di adeguarsi a quelle che potrebbero essere solo mode, che rischiano tra l’altro di essere spazzate via in futuro (come meritano). Come la preside certamente sa, la storia è fatta però di corsi e di ricorsi…

    Su questo ‘caso’ che, come abbiamo constatato, ha delle origini diverse da quello che comprensibilmente si poteva pensare, si è subito buttata, equivocando quanto realmente successo ed  elevando urla di trionfo la nota lobby. Ad esempio Fabrizio Marrazzo, portavoce di “Gay Center”, ha detto: “E’ una decisione molto positiva e va nella direzione giusta anche per non discriminare i genitori gay e lesbiche. Speriamo diventi una regola a livello nazionale”. Positiva per noi è stata invece la reazione alla notizia (pur presentata, come si è detto più volte, in modo impreciso), oltre che di alcuni politici di centro e di destra e di diverse sigle del mondo cattolico, della cosiddetta ‘ggente. Basta andare a curiosare tra i commenti apparsi sul quotidiano romano per eccellenza (nelle virtù e nei difetti), “Il Messaggero”. In grande maggioranza erano di vigorosa, romanesca disapprovazione di ciò che era stato letto come un ennesimo attacco della nota lobby; ed alla preside non erano risparmiati epiteti assai coloriti. La disapprovazione si ritrovava perfino tra non pochi lettori de “l’Unità”. E su “Avvenire” Gianni Gennari, nella sua seguitissima rubrica “Lupus in pagina” nella pagina dei lettori, venerdì 15 chiedeva alla “gentile preside” di avere “pietà di sé e della sua scuola!”.

    Tale vasta e forte reazione lascia – per concludere - intravvedere qualche speranza che il buon senso popolare riesca malgrado tutto ancora a contrastare con efficacia la marcia creduta trionfale della gioiosa macchina da guerra che procede sprezzante innalzando il vessillo di un’insensata rivoluzione antropologica. 

    Ricerca