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    ITALIA/GAZA: UN AIUTO CONCRETO - PAPA/MESSAGGIO A MARCIA PER LA VITA

    ITALIA/GAZA: UN AIUTO CONCRETO – PAPA/ MESSAGGIO A MARCIA PER LA VITA – di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 5 giugno 2024

    Lunedì 3 giugno, nel centro logistico di Nepi della Coldiretti, il ministro degli esteri italiano Antonio Tajani - a nome del governo - ha ‘benedetto’ la partenza del primo carico di aiuti alla popolazione palestinese (programma ‘Food for Gaza)’. Messaggio inequivocabile di papa Francesco ai promotori della Marcia nazionale ‘Scegliamo la Vita’ che si svolgerà a Roma sabato 22 giugno (partenza alle ore 14 a piazza della Repubblica). Una premessa d'attualità. 

    PREMESSA: DAL MESSAGGIO MOLTO ELOQUENTE DI PAPA FRANCESCO AL VESCOVO DI BAYEUX E LISIEUX PER L'OTTANTESIMO DELLO SBARCO ALLEATO IN NORMANDIA (nostra traduzione dal francese)

    . Abbiamo nella memoria il ricordo di questo colossale e impressionante sforzo collettivo compiuto per ottenere il ritorno alla libertà. E noi pensiamo anche a quanto questo sforzo è costato. (...)

    . Ma lo sbarco evoca, in un quadro più generale, il disastro che ha rappresentato questo spaventoso conflitto mondiale a causa del quale tanti uomini e donne, bambini hanno sofferto, tante famiglie sono state straziate, tante rovine sono state provocate. Sarebbe inutile e ipocrita farne memoria senza condannarlo e rifiutarlo definitivamente.

    . E' inquietante, in effetti, che l'ipotesi di un conflitto generalizzato sia talvolta di nuovo presa seriamente in considerazione, che si cerchi di familiarizzare a poco a poco i popoli con questa eventualità inaccettabile. I popoli vogliono la pace!

    . Preghiamo per chi vuole le guerre, per chi le scatena, le attizza in modo insensato, le coltiva e le prolunga inutilmente o ne trae cinicamente profitto. Che Dio illumini i loro cuori, che metta davanti ai loro occhi l'interminabile serie di disgrazie che essi provocano!

     

    GUERRA IN UCRAINA E AIUTI ITALIANI ALLA POPOLAZIONE DI GAZA

    Sono giorni inquietanti questi per chi ritiene che l’esercizio della politica debba essere necessariamente legato a quello della ragione. Un’ondata di follia bellicista sembra dilagare tra capi di Stato e primi ministri europei in riferimento alla possibilità (ventilata da Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato e già primo ministro socialista norvegese) di utilizzare armi fornite dall’Occidente all’Ucraina per colpire obiettivi in territorio russo: nel coro di turiferari dell’industria bellica si è – diremmo naturalmente, considerata la nota caratura del personaggio – distinta la voce del presidente francese Macron, accompagnato da quella dell’autocrate polacco Donald Tusk e di inglesi, canadesi, baltici, germanici (con qualche distinguo), statunitensi (idem). Ancora Macron (cui della vita umana deve importare assai poco, vista anche la sua campagna forsennata per l’aborto e l’eutanasia come cosiddetti ‘diritti fondamentali’) insiste perché militari francesi e di altri Paesi della Nato siano inviati ufficialmente in Ucraina (già ce ne sono, anche se con presenza discreta). Insomma un vero e tristo delirio, che rischia di alimentare la guerra in corso, ampliandone il territorio coinvolto, con sempre più morti, sempre più profughi, sempre più distruzioni. Conferenze di pace come quella organizzata in Svizzera a metà giugno, pur se motivate da buone intenzioni, sembrano destinate - considerata l'assenza della Russia - a essere velleitarie, passerella per la vanità dell’uno o dell’altro politico.

    Nel coro bellicista per l’estensione de facto della guerra in Ucraina manca fortunatamente fin qui la voce del governo italiano (forse anche per la percepita e persistente contrarietà dell’opinione pubblica, quella di destra compresa). Pure in Italia c’è comunque chi – devoto di Macron o specialista in sofismi giuridici - sarebbe pronto a suggerire l’ennesima interpretazione capziosa che stravolgerebbe nuovamente spirito e lettera dell’articolo 11 della Costituzione, così da giustificare persino l’uso di armi italiane in territorio russo e la partecipazione attiva di militari italiani alla guerra.

    Fin qui però sul punto il governo tiene. E sull’altro grande fronte bellico caldo, quello del conflitto israelo-palestinese, si sta muovendo sia a livello diplomatico che di fornitura di aiuti concreti alla popolazione di Gaza. E’ un fatto di cui abbiamo preso buona nota e che ha registrato una prima concretizzazione nel pomeriggio di lunedì 3 giugno, quando – in rappresentanza dell’esecutivo nazionale - il ministro degli esteri Antonio Tajani ha dato il là all’invio di 18 tonnellate di viveri e medicamenti che, trasportate da Nepi a Brindisi, confluiranno per via aerea in Giordania, attraverseranno Israele e raggiungeranno la Striscia di Gaza. Non sarà presumibilmente questo un percorso semplice da compiere, ma Tajani si è detto convinto della collaborazione preannunciata non solo da parte giordana, ma anche dal governo israeliano e dall’Autorità nazionale palestinese. In un secondo tempo si spera di poter convogliare altri aiuti anche attraverso il territorio egiziano, il cui governo si sarebbe già detto favorevole.

    L’iniziativa chiamata Food for Gaza, annunciata da Tajani a inizio marzo, ha già raccolto fin qui (i dati sono computati al 22 maggio) un totale di 49 tonnellate di aiuti alimentari (17, 5 raccolti dalla Coldiretti, 31, 5 da Confagricoltura), mentre la Croce Rossa ha potuto mettere a disposizione 21 tonnellate di medicamenti, kit per l’igiene personale e tende di primo soccorso.

    La ‘benedizione’ del primo carico è avvenuta come detto a Nepi, in uno dei centri logistici della Coldiretti, che si è presentato ai nostri occhi già sostanziosamente popolato da una serie di scatoloni contenenti da una parte riso, passata di pomodoro, lenticchie rosse, fagioli Borlotti, dall’altra quanto raccolto in ambito sanitario.

    Evidente come Food for Gaza, voluta dal governo italiano attraverso il Ministero degli Esteri, abbia coinvolto e coinvolga una vasta gamma di realtà che intendono aiutare concretamente chi soffre in primo luogo per le conseguenze della guerra, in questo caso la popolazione civile palestinese. Rappresentanti di tali realtà hanno accompagnato l’avvio dell’operazione sul campo: erano infatti presenti a Nepi la Fao (con il vicedirettore generale, l’ex-ministro italiano dell’agricoltura Maurizio Martina), il Programma alimentare mondiale (con Richard Wilkox), la Federazione internazionale della Croce Rossa e Mezzaluna rossa (con la presidente Kate Forbes), la Croce Rossa italiana (con la vicepresidente Debora Diodati), la Coldiretti (con il presidente Ettore Prandini), Filiera Italia (con l’amministratore delegato Luigi Scordamaglia), la Protezione civile. Molti i volontari.  

    Se ne parla poco – ha detto Antonio Tajani – ma l’Italia sta facendo molto per aiutare la popolazione civile di Gaza”. Puntualizzando poi: “Dobbiamo dare assolutamente un segno di amicizia nei confronti di un popolo che soffre: siamo amici di Israele, siamo amici dell’Autorità nazionale palestinese, del popolo palestinese”. In ambito diplomatico “stiamo lavorando per la pace, affinché prevalga la democrazia sull’uso delle armi. Lavoriamo con Giordania, Arabia Saudita, Egitto, Emirati Arabi e Qatar per trovare una soluzione anche per preparare il dopoguerra”. Qui il Ministro degli Esteri – che ha evidenziato la buona collaborazione con l’Autorità nazionale palestinese - ha accennato all’idea di un mandato delle Nazioni Unite per un controllo militare del territorio (“Siamo pronti a mandare nostri militari”), così che si possa concretizzare l’idea dei “due popoli, due Stati”, fondata necessariamente sulle “riunificazione tra Gaza e la Cisgiordania, con alla guida l’Autorità nazionale palestinese”.

    Nel suo intervento Maurizio Martina si è detto “grato” al governo italiano per il coinvolgimento della Fao nell’iniziativa, che permetterà anche di rafforzare il sostegno alle migliaia di piccoli agricoltori e allevatori della Striscia di Gaza ridotti alla fame dopo il massacro di Hamas del 7 ottobre e la durissima reazione israeliana: “Stiamo cercando di gestire 5500 quintali di foraggio per gli animali che costituiscono l’ossatura di questa agricoltura di sussistenza. Abbiamo raggiunto circa tremila agricoltori”.

    Da notare infine la grave preoccupazione espressa nelle parole di Kate Forbes:I volontari della Mezzaluna rossa palestinese ci dicono che la situazione sta diventando sempre più difficile e il problema non è più solo alimentare, ma anche sanitario”.

     

    INEQUIVOCABILE IL MESSAGGIO DEL PAPA PER LA MARCIA NAZIONALE ‘SCEGLIAMO LA VITA’ (ROMA, 22 GIUGNO 2024)

    Dal 6 al 9 giugno 2024 (in Italia sabato 8 e domenica 9) i popoli dei Paesi dell’Unione europea sono invitati a votare per l’elezione del nuovo Parlamento di Bruxelles. A nessuno può sfuggire l’importanza dell’appuntamento: si tratta di cercare di bloccare le pulsioni laiciste e totalitarie in vari ambiti emerse nell’ultima legislatura e dunque di permettere la formazione di una nuova maggioranza che non obbedisca più ai Soros e ai Macron di turno. Obiettivo realisticamente difficile da raggiungere, ma non impossibile. Per quanto ci riguarda rimandiamo a quanto pubblicato su Rossoporpora.org il 24 maggio (vedi https://www.rossoporpora.org/rubriche/italia/1193-voto-ue-civilta-cattolica-e-cei-con-qualche-nota-pro-vita-sui-tetti.html ).

    Intanto – a beneficio delle riflessioni sulla scelta di voto di chi si recherà alle urne in Italia l’8 e il 9 giugno - ci piace riprodurre il messaggio che papa Francesco ha indirizzato – attraverso il portavoce Massimo Gandolfini - ai promotori della Marcia Nazionale “Scegliamo la Vita”, che si svolgerà sabato 22 giugno a Roma (alle 14.00 il via a piazza della Repubblica). Il messaggio è inequivocabile e del resto occorre evidenziare che sul tema in questione – come su quello della pace - il Papa non si è mai contraddetto (a differenza di quanto è emerso con indubbia chiarezza in riferimento a qualche altro ambito fondamentale nella vita cristiana).

    “Saluto le famiglie e tutti coloro che parteciperanno alla Marcia Nazionale ‘Scegliamo la Vita’ del prossimo sabato 22 giugno a Roma.

    Vi ringrazio per il vostro impegno e la vostra testimonianza pubblica a difesa della Vita umana dal concepimento alla morte naturale.

    Vi esorto ad andare avanti con coraggio nonostante ogni avversità: la posta in gioco, cioè la dignità assoluta della Vita umana, dono di Dio Creatore, è troppo alta per essere oggetto di compromessi o mediazioni. Sulla Vita umana non si fanno compromessi1 Testimoniando la bellezza della vita, e della famiglia che la accoglie, costruiamo una società che rifiuti la cultura dello scarto in ogni fase dell’esistenza: dal più fragile nascituro all’anziano sofferente, passando per le vittime della tratta, della schiavitù e di ogni guerra.

    Su tutti invoco e impartisco di cuore la benedizione di Dio, autore e Signore della Vita”

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