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    VIVA IL GOVERNO, ESCLAMO' VINCENZO PAGLIA - TARQUINIO & SCHLEIN

    VIVA IL GOVERNO, ESCLAMO’ VINCENZO PAGLIA – TARQUINIO & SCHLEIN –di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 29 gennaio 2024

     

    Un convegno stimolante su maternità e natalità promosso dall’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede mercoledì 24 gennaio 2024. Tra i relatori la ministra Eugenia Roccella e l’arcivescovo Vincenzo Paglia. Il Turiferario ex-direttore Marco Tarquinio elogia su Avvenire la ‘solidarista’ Elly Schlein… che pochi giorni dopo lo stesso giornale attacca a proposito del caso della consigliera piddina veneta che ha fatto naufragare la legge Zaia per il suicidio assistito.

     

    “Famiglia e maternità in Italia. Sfide attuali”: così suonava il titolo del Convegno promosso mercoledì 24 gennaio 2024 dall’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, relatori tra gli altri la ministra Eugenia Roccella e l’arcivescovo Vincenzo Paglia. Ne è nato un incontro di non poco interesse, caratterizzato in particolare dall’intervento assai sostanzioso dell’ex co-portavoce del riuscitissimo Family Day del 2007 e da quello del presidente della Pontificia Accademia per la Vita. Il quale tuttavia, con toni appassionati, ha parlato soprattutto in qualità di presidente della Commissione governativa per la riforma dell’assistenza sanitaria e sociosanitaria della popolazione anziana. Legando così la sorte dei bambini concepiti e ‘scartati’ nella pancia della madre a quella di tanti anziani considerati pure spesso ‘scarti” da una tendenza sociale iperindividualista.

    Aperto dal saluto dell’ambasciatore Francesco Di Nitto, il convegno ospitato a Palazzo Borromeo e coordinato dal giornalista Fabio Bolzetta, ha dato voce, oltre che ai due citati, a padre Marco Vianelli (direttore dell’Ufficio nazionale Cei per la pastorale della famiglia), a Lorella Congiunti (ordinario di metafisica all’Urbaniana), a Vincenzo Bassi (presidente della Federazione delle associazioni familiari cattoliche in Europa) e a Cristina Reyes (vice rettore accademico della Pontificia Università della Santa Croce, che ha presentato il prossimo convegno su “Donne nella Chiesa: artefici dell’umano”).

    Qualche spunto dalle relazioni di Eugenia Roccella e Vincenzo Paglia.

    EUGENIA ROCCELLA: FAMIGLIA SOTTO ATTACCO, MA NON SI PUO’ TORNARE INDIETRO

    Eugenia Roccella ha evidenziato come la famiglia (quella di uomo e donna, tesa alla procreazione) sia da decenni sotto un attacco di cui ha molto sofferto, tanto è vero che oggi appare certo indebolita, sfilacciata, vittima del dilagare della ‘fluidità’. Tuttavia indietro non si torna né si potrebbe tornare, ha rilevato Eugenio Roccella, con un accenno anche alla volontà di non mettere mano alla legge 194 di tutela della maternità ma che prevede anche la possibilità di aborto. La famiglia resta però il luogo in cui si imparano convivenza e solidarietà sociale, un luogo caratterizzato in ogni caso dalla gratuità dei gesti, di cui non è certo espressione l’utero in affitto, pratica mercantile. In famiglia si conferma che maternità e paternità sono per sempre. E tutti siamo figli di mamma e papà, tutti, perfino nell’aberrazione dell’utero in affitto. Per invertire la tendenza alla denatalità non bastano misure economiche, come è dimostrato dal fatto che spesso il calo delle nascite è maggiore nei Paesi sviluppati. Occorre in primo luogo un cambio di mentalità, non facile da conseguire ma fondamentale per la concretizzazione dell’obiettivo.

    VINCENZO PAGLIA: UN INTERVENTO A TRATTI PIROTECNICO, TRA ANZIANI E GENERATIVITA’

    Nel suo intervento a tratti pirotecnico l’arcivescovo Vincenzo Paglia ha dapprima rievocato la genesi della nomina a presidente di una Commissione dello Stato italiano. Era il 2020, il Covid infieriva, non pochi anziani morivano… Paglia e la Comunità di Sant’Egidio pensarono perciò di suggerire all’allora ministro della Sanità Roberto Speranza la creazione di una commissione che si occupasse solo di loro, studiando una riforma legislativa che ne migliorasse le condizioni di esistenza. Il ministro ascoltò la proposta e disse a Paglia di lasciarlo riflettere mezz’ora. La risposta giunse e fu positiva, a una condizione: che Paglia presiedesse la nuova commissione, scegliendone anche i componenti. Un vescovo a capo di un organismo statale? Paglia accettò, ma di mugugni ce ne furono parecchi, specie in Vaticano.

    La Commissione ha lavorato bene, tanto che mercoledì 24 gennaio 2024 si è rivelato essere vigilia dell’approvazione (giunta effettivamente, anche se con qualche modifica rispetto al previsto) da parte del Consiglio dei ministri del decreto attuativo della legge pro-anziani votata dal Parlamento nel marzo 2023. Obiettivo della legge è quello di riuscire a garantire agli anziani il diritto di poter continuare a curarsi nella propria casa, proseguendo una vita di relazione familiare quotidiana, senza doversi ricoverare nelle Rsa.   

    Nessun governo c’era riuscito, ha osservato Paglia: l’attuale invece sì e dunque “Viva il Governo!”. Un esito confortante, tanto più che in Occidente non manca chi sostiene che, per evitare oneri economici allo Stato, gli ultrasettantacinquenni dovrebbero poter scegliere se continuare a vivere oppure ‘andarsene’. In tal senso teorie del genere, espressione della ‘cultura dello scarto’ spesso ricordata criticamente anche da papa Francesco, fanno il paio con quelle che puntano a eliminare i bambini non nati.  

    Un male della nostra epoca è la solitudine, frutto anche di un iperindividualismo che nega la necessità sociale del ‘noi’ e che per certi versi “è stato assecondato anche dalla Chiesa”. 

    L’iperindividualismo si oppone alla generatività, che va riscoperta come motore dello sviluppo sociale.  Occorre essere più generativi. Vale anche per preti e monache, ha detto Paglia, rivolgendosi scherzosamente a qualche suora presente. La generatività è essenziale per il futuro della comunità ed è anche uno dei fondamenti del cristianesimo, come evidenzia un passo spesso sottovalutato del ‘Credo’: … Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito figlio di Dio (…) generato, non creato, della stessa sostanza del Padre”.

    La generatività è forza della natura, implica ottimismo. C’è però anche un ‘cristianesimo della sofferenza’, per cui sembra sia necessario soffrire su questa terra per poi godere in Paradiso. Niente affatto! Per il presidente della Pontifica Accademia per la Vita meglio il contrario: la “goduria” (ipse dixit ) è per questa vita. A questo punto le guance di diverse signore ascoltatrici cattolicissime hanno principato a imporporarsi…

     

    MARCO TARQUINIO APPREZZA ELLY SCHLEIN… CANDIDATURA EUROPEA IN VISTA?

    Già nella sua ‘stanza’ su Avvenire del 14 gennaio 2024 il Turiferario ex- direttore Marco Tarquinio aveva definito Elly Schlein - segretaria del Partito democratico (Pd) - “solidarista”, contrapponendola alla “neo-conservatrice” Giorgia Meloni.

    Una settimana dopo, rispondendo alla critica di un lettore, Tarquinio nella stessa sede ha rincarato la dose, difendendo dai soliti catto-cattivoni l’italo-americana nata e cresciuta nella bambagia dell’élite di Lugano (e dunque anche svizzera, studentessa tra l’altro della sezione letteraria del Liceo cantonale, qualche decennio dopo di noi…) Il lettore Renato Signorini aveva scritto a Tarquinio: “Ho letto con dispiacere, domenica 14 gennaio, le Sue considerazioni sull’irrilevanza dei cristiani in politica. A mio parere solo bla bla bla. Lei ha addirittura definito Elly Schlein ‘solidarista’. Non confonda il sacro con il profano. (…) Elly Schlein è solo l’alfiere della lobby gay e del gender, ‘nessun dovere, solo diritti’. Ma che solidarista! E’ portatrice di una visione ben lontana da quella che consente a una società di crescere ordinata, mettendo al centro la famiglia e, insieme, l’accoglienza equilibrata ai vissuti che si diversificano da essa”. Ben detto, Renato Signorini! Ma come ha reagito alla lettera il Turiferario ex-direttore? Leggiamolo su Avvenire del 21 gennaio 2024:

    “È una polemica che non capisco. Schlein sta lavorando contro correnti interne e politico-mediatiche anche violente per restituire al Pd e, probabilmente, ai Socialisti e Democratici europei un profilo riconoscibile e, appunto, solidarista: su lavoro e salario, sulla coesione sociale, nelle relazioni internazionali e nel cantiere della Ue. Negarlo non ha senso. Certo è un’impresa né semplice né scontata, che richiede grande chiarezza e lucidità nell’individuazione di priorità e opportunità e che, a mio avviso, può riuscire solo con l’inclusione e la valorizzazione delle sensibilità cristiane e civili sui temi della pace e della cura della vita in ogni fase e condizione. La tendenza di alcuni a liquidare la prima donna segretaria del Pd come una specie di ossessionata sindacalista del mondo del “dirittismo” (Igbt etc.) è un errore. Disegnare aspre caricature dell’avversario politico può sembrare conveniente, ma non serve che a rendere più radicale e fuorviante la dialettica politica. Agevolare il disegno di queste caricature è sempre autolesionista”.

    Da tempo si prospettava l’ipotesi di un Marco Tarquinio candidato europeo per il Movimento 5Stelle, un’idea coltivata di certo da Giuseppe Conte che apprezza molto il Turiferario ex-direttore in specie per le sue posizioni sulla guerra in Ucraina (peraltro condivisibili). Ora però la difesa che Tarquinio ha fatto di Elly Schlein lascia intravedere nuove possibilità di una sua candidatura nel Pd o in liste congiunte. Ciò che in ogni caso confermerebbe come l’Avvenire tarquiniano pencolasse molto a sinistra, una sorta di ‘Unità’ rediviva. E non è che, con la direzione attuale, le cose siano molto migliorate. Constatiamo comunque che un piccolo passo verso un maggiore equilibrio sembra essere stato fatto con la critica avveniristica di questi giorni al Pd (non solo locale, ma nazionale) per il trattamento inflitto alla consigliera regionale veneta Anna Maria Bigon che con la sua astensione ha impedito che fosse approvata la legge voluta dal governatore leghista chic Zaia per il suicidio assistito. E adesso che farà il povero Tarquinio, che aveva appena espresso tutto il suo apprezzamento per la segretaria italo-americana, nata e cresciuta nella bambagia dell’élite di Lugano e così ‘solidarista’?  

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