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    POPOLO DELLA FAMIGLIA/BOLOGNA: SOLDI ALLA FAMIGLIA, NON ALLA NOTA LOBBY

    POPOLO DELLA FAMIGLIA/BOLOGNA: SOLDI ALLA FAMIGLIA, NON ALLA NOTA LOBBY – di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 13 marzo 2016

     

    Ampia intervista a Mirko De Carli, candidato sindaco a Bologna del neonato ‘Popolo della Famiglia’ (Pdf) – Entrare nel legislativo cittadino per dirottare sull’aiuto alla famiglia i tanti soldi pubblici elargiti al ‘Cassero’ (centro lgbt), ai centri sociali e a molte iniziative ‘arcobaleno’  – Programma fondamentale: il ‘Compendio della Dottrina sociale della Chiesa’. Ripristinare il ‘bonus-bebè’ e dare 2500 euro alle coppie di giovani che rinunciano al matrimonio per mancanza di denaro.

     

    Nel pomeriggio di venerdì 11 marzo a Roma si è costituito ufficialmente il ‘Popolo della famiglia’ (e No gender nelle scuole), nato su iniziativa di Mario Adinolfi e Gianfranco Amato, fin qui membri del Comitato ‘Difendiamo i nostri figli’ promotore dei ‘Family Day’ del 20 giugno a San Giovanni e del 30 gennaio al Circo Massimo, ambedue coronati da grande successo popolare. Sul podio anche un terzo membro del ‘Comitato’, Nicola Di Matteo, che ha voluto condividere esplicitamente un’avventura oggettivamente non priva di rischi e che ha dato origine a un dibattito serrato all’interno dell’area del ‘Family Day’.

    Tante le emozioni vissute dai trecento presenti, compatti nella volontà di impedire che la nota lobby, sostenuta dalla grande maggioranza dei poteri economico e mediatico, riesca ad avvelenare le giovani generazioni, rubando loro l’anima. E dunque: “Basta con questa Italia! Vogliamo un’Italia nuova, vera, sincera!”.

    La prima sfida per il nuovo partito saranno le prossime elezioni amministrative. Perciò dal palco, oltre ai promotori (che ‘corrono’ a Roma), hanno parlato i candidati sindaci di alcune grandi città come Napoli, Torino, Cagliari e Bologna. E’ parso utile offrire a uno di loro la possibilità di spiegare a chi ci legge l’origine, lo sviluppo e gli obiettivi della candidatura. La scelta è caduta su Mirko De Carli, candidato a Bologna, storicamente una roccaforte rossa: un’egemonia permanente, rotta solo tra il 1999 e il 2004 con la conquista di Palazzo Accursio da parte del centro-destra grazie a Giorgio Guazzaloca. Il trentaduenne De Carli, studi in giurisprudenza, non è comunque un alieno atterrato da Marte: di formazione ciellina, si è mosso fin qui nell’ambito di diverse formazioni non di sinistra…

    Mirko De Carli, Lei pur essendo solo trentaduenne, di politica ne mastica da diversi anni, dentro l’area del centro-destra. Insomma… non è un pivellino. Allora: come mai Le è saltato in mente di candidarsi a sindaco di Bologna condividendo in prima linea l’avventura di un partito nuovo di zecca, il ‘Popolo della famiglia’? Gliel’ha chiesto qualcuno?

    L’amicizia che mi lega da tempo a Mario Adinolfi mi ha portato a dire subito di sì, dopo aver chiesto alla mia futura moglie di poter fare campagna elettorale prima di sposarci ad agosto. Essendo un romagnolo di Ravenna  -che però da anni vive a Bologna per lavoro, impegni, amicizie - ho pensato che proprio Bologna fosse il luogo più idoneo per spendermi elettoralmente…

    Perché “più idoneo”?

    A Bologna il torpore delle casematte rosso-arcobaleno ha completamente snaturato l’identità culturale e civile di una delle città più importanti d’Italia. Da noi incombe, per fare solo un esempio tra i tanti, il festival gender bender ….

     

    SOLDI PUBBLICI A BENEFICIO DELLA NOTA LOBBY: L’ESEMPIO DEL FESTIVAL GENDER BENDER…

    Gender bender … che cos’è? Uno scioglilingua?

    E’ un festival internazionale la cui ultima edizione è stata organizzata a fine ottobre-inizio novembre 2015. In quei giorni sono state promosse in diversi luoghi del centro storico e della prima periferia di Bologna decine di manifestazioni come spettacoli di teatro e di danza, film, mostre, concerti, party notturni…tutte tese a evidenziare la presunta bellezza dell’ideologia gender: tali manifestazioni sono infatti legate alle “nuove rappresentazioni del corpo, delle identità di genere e degli orientamenti sessuali”. L’attività ‘artistica’ della lobby lgbt dilaga però tutto l’anno, ad esempio con spettacoli teatrali per le scuole come “Fa’afafine”, parola che nella lingua dell’isola di Samoa definisce i bambini che - si legge nella locandina - non amano identificarsi come maschi o femmine.

    Si può dire che Lei faccia parte non da oggi del ‘popolo del Family Day’?

    Certamente. Ho incominciato con Mario Adinolfi, quando ha pubblicato “Voglio la mamma”. Allora eravamo veramente un manipolo, proprio in pochi fratelli… abbiamo diffuso i famosi venti punti contenuti nel quattordicesimo capitolo del pamphlet … 

    L’ultimo suonava così: Al centro della difesa della vita e della persona c'è la donna. Il futuro della razza umana ha le forme di una madre. Così è, così è sempre stato, così sempre sarà.

     …e ci siamo preparati all’appuntamento nazionale previsto al Palalottomatica di Roma, cui poi abbiamo rinunciato per contribuire alla testimonianza di massa del 20 giugno a Piazza San Giovanni. Abbiamo dato vita ai Circoli “Voglio la mamma”, poi alla rete nazionale dei Circoli “La Croce”.

     

    NELLE LISTE SOLO CANDIDATI DI VERIFICATO IMPEGNO CIVILE PER LA FAMIGLIA

    A Bologna che avete fatto fin qui? 

    Ci siamo spesi da subito per raccontare tutta la battaglia attorno alle ‘unioni civili’: abbiamo promosso iniziative pubbliche e incisive con Mario Adinolfi, Gianfranco Amato, con gli altri amici del Comitato ‘Difendiamo i nostri figli’.

    Chi saranno i Suoi compagni di lista? 

    Prima di tutto occorre evidenziare che i candidati della lista “Popolo della famiglia” saranno rappresentativi di tutte le istanze culturali e di impegno civile che in questi due anni hanno segnato anche la vita di Bologna.

    Come saranno scelti?

    La legge prevede che la lista completa ha 36 candidati. Noi faremo una lista completa sia per il Comune che per i quartieri. In questi giorni stiamo incontrando, sto incontrando i candidati, così da conoscerli e verificare il loro impegno pro-famiglia.

     

    LA FAMIGLIA COME ‘PRISMA’ CHE RIMANDA A TUTTI I PROBLEMI DI UNA SOCIETA’ 

    I punti più importanti del vostro programma?

    Innanzitutto il nostro programma si rifà al ‘Compendio della Dottrina sociale della Chiesa’, 319 pagine in cui si dà risposta a tutto ciò che vede in relazione l’uomo con la società, con la ‘politica’ di una comunità fondata sulla ricerca del bene comune. Al centro del nostro programma sta la famiglia, che – come rilevava Giovanni Paolo II nel discorso del 31 gennaio 1998 alla Giunta e al Consiglio regionale del Lazio – ogni buon amministratore (…) non può non tenere quale ‘prisma’ per così dire, attraverso cui considerare tutti i problemi sociali. Per noi è dunque chiaro che bisogna rimettere la famiglia al centro delle politiche economiche del Comune di Bologna, anche perché una città che ha un tasso di natalità attorno allo zero è una città che non ha futuro. Rivedremo tutti i finanziamenti dati dal Comune alle casamatte rosso-arcobaleno, al centro lgbt del Cassero (quello che organizza il festival del gender bender), ai centri sociali, a iniziative che nulla hanno a che vedere con i bisogni della comunità bolognese. Quei soldi cercheremo certo di impiegarli nel bonus bebè, abolito dall’attuale sindaco Virginio Merola…

    In che cosa consiste il bonus bebè? 

    In un aiuto finanziario, in genere di alcune centinaia di euro, alle madri per i primi mesi del bambino. Poi bisognerà introdurre il bonus per i giovani che si vogliono sposare, ma non hanno i soldi: 2500 euro per coppia…

    Pensate che i 2500 euro siano effettivamente disponibili nelle casse del Comune?

    Ne siamo assolutamente sicuri. Se noi destiniamo alla famiglia i soldi dati al Cassero e ai centri sociali - cioè a chi ha portato alla mortificazione culturale della città – abbiamo calcolato di avere a disposizione una somma tale da poter fare ancora ben altro…

    A tale proposito abbiamo avuto tra le mani qui a Roma un preteso manuale anti-bullismo e anti-omofobia, in realtà di propaganda lgbt, tanto è vero che alla fine si ringraziano gli adepti del Gay Center per le testimonianze portate in 12 sfortunate scuole della capitale. E’ finanziato dalla Regione Lazio (ma che sorpresa!!!) e ideato da T6 Società cooperativa: carta di lusso, ampio spettro di colori, molte foto, cd… insomma una quarantina di pagine pregiate dal punto di vista grafico e dunque non certo a buon mercato…

    A Bologna il Comune finanzia anche corsi per i bambini delle elementari, attraverso i quali essi vengono introdotti alla pornografia nel contesto dell’orrenda ideologia gender.  Sono soldi questi che invece noi dirotteremo per cercare di rispondere ai veri bisogni della famiglia.

    Altri punti del programma?

    R: Uno importante riguarda le sedi dei centri sociali, come quella vicina alla Stazione dell’Alta velocità, che devono essere riprese in mano dal Comune per essere destinate come edilizia popolare alle giovani coppie eterosessuali che oggi non possono mettere su famiglia perché le banche negano i mutui. Dobbiamo insomma cambiare, invertire le priorità comunali.

    Come valuta in sintesi la politica condotta fin qui dall’amministrazione comunale a Bologna? 

    Il centro-sinistra non ha fatto che preservare le proprie casematte di potere.

    Il centro-destra?

    Fa opposizione, ma nel modo più apprezzato dalla sinistra. Il centro-destra non fa opposizione sui temi che disturbano e irritano le viscere della sinistra.

    E la Lega Nord?

    E’ l’unica vera opposizione all’amministrazione comunale. Ma verrà sempre considerata come un ambito ristretto di opposizione, caratterizzata in particolare dalla polemica anti-politiche immigratorie.

    Voi invece?

    Crediamo di poter essere una risposta valida, identificata con i valori storici del cristianesimo e della comunità bolognese. Così che Bologna possa ritrovare la dignità di una storia gloriosa, Non siamo solo contro, siamo anche per.

     

    MIRKO DE CARLI: LE NOSTRE SPERANZE BOLOGNESI

    Le vostre speranze?

    Speriamo di essere il Sassuolo o il Bologna calcio della Serie A. Dobbiamo cercare come primo obiettivo di raggiungere i 40 punti, la quota salvezza ovvero riuscire a entrare in Consiglio comunale per cercare di sfondare le porte murate dall’amministrazione di centro-sinistra.  Tutto quello che arriverà in più sarà per grazia di Dio e noi di ciò saremo riconoscenti alla Madonna di San Luca, che sovrasta e protegge la città.

    Cercherete collegamenti con il mondo associazionistico cattolico? 

    Già abbiamo preso contatto con tali realtà. Penso che molti candidati della nostra lista proverranno dalla realtà associazionistica cattolica bolognese: in ogni caso faremo campagna parrocchia per parrocchia.

    E’ stato ribadito durante la ‘Costituente’ del ‘Popolo della famiglia’ che la presentazione di liste per le amministrative sarà solo il primo passo del nuovo partito…

    Sì, è vero. Credo che una comunità politica si forgi sul consenso elettorale. Sono belli i convegni, le tante iniziative culturali, ma poi ti devi misurare con la prova del consenso. Per capire, come mi ha detto, insegnato il cardinale Scola, se i nostri valori sono competitivi elettoralmente, là dove si manifesta il giudizio del popolo. Una volta che saremo presenti in tanti comuni, avremo la classe dirigente per fare il ‘salto’ a livello di elezioni politiche nazionali.

    Sembra difficile che Lei abbia citato a caso il cardinale Scola…

    Non l’ho citato a caso. Del resto, tra le mie letture preferite, ho sempre avuto don Giussani, che ha illuminato il mio percorso di formazione.

    Grande appuntamento successivo alle amministrative sarà il referendum costituzionale che Renzi ha detto di considerare come un referendum sulla sua persona, sfidando tra l’altro il Comitato promotore dei Family Day parrocchia per parrocchia…

    Ci pensiamo da tempo. Su “La Croce” faremo a tambur battente una campagna informativa incisiva per il ‘no’ alla sciagurata riforma Boschi della Costituzione italiana. Ci impegneremo perciò - senza se e senza ma - per promuovere un ‘Comitato per il no’ a tale riforma vergognosa, obbrobriosa della legge fondamentale dello Stato.

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