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    RAPPORTO MC CARRICK: PAGINE INTERESSANTI/3 (DAL 2011)

    RAPPORTO MC CARRICK: PAGINE INTERESSANTI/3 (DAL 2011) – di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 20 novembre 2020

     

    Nella terza e ultima puntata di citazioni contenute nel Rapporto McCarrick - elaborato dalla Segreteria di Stato su decisione di papa Francesco conseguente al Memoriale accusatorio del nunzio apostolico emerito negli USA Carlo Maria Viganò – fatti rilevanti degli anni dal 2011 in poi. Echi del dibattito online di mercoledì sera 18 novembre 2020, cui hanno partecipato - moderati da Aurelio Porfiri - Aldo Maria Valli, Massimo Viglione, Giuseppe Rusconi.

    Eccoci all’ultima puntata del florilegio di citazioni estrapolate – con scelta nostra, personale e dunque certo opinabile – dal Rapporto McCarrick pubblicizzato il 10 novembre scorso. Introdotto dal cardinale Pietro Parolin ed elaborato dalla Segreteria di Stato su decisione del 6 ottobre 2018 di papa Francesco, quale reazione al Memoriale accusatorio del 26 agosto dell’arcivescovo Carlo Maria Viganò, il Rapporto è l’affresco impietoso di una reazione inadeguata (de facto un non-reazione) dei vertici della Chiesa statunitense e universale (salvo eccezioni) allo svilupparsi e al protrarsi per un trentennio di una vicenda penosa avente come protagonista un consacrato di grandi qualità intellettive e operative (poi arcivescovo di Washington e cardinale), ma dal passato conosciuto e torbido. Una vicenda da cui emergono sottovalutazione, tolleranza, complicità diffuse (e in cui giocano un ruolo molto importante anche i soldi donati a profusione) verso un uomo di potere inserito in una rete di potenti, l’un con l’altro solidali. Molti altri tacquero, pur sapendo, anche per paura di rappresaglie oppure temendo i risvolti negativi di immagine per la Chiesa se la vicenda fosse stata pubblicizzata. C’è da auspicare che un caso come quello relativo a Theodore McCarrick non si ripeta nella Chiesa: per gli incarichi episcopali e cardinalizi siano scelte persone senza scheletri nell’armadio, poiché – se gli armadi si aprissero un’altra volta – gli effetti sarebbero ancora più dirompenti di quelli odierni. Un primo grande banco di prova si avrà il 28 novembre, quando saranno creati cardinali tredici consacrati: si può legittimamente pretendere che, se non cherubini, almeno non abbiano scheletri nell’armadio per frequentazioni o pratiche passate, inconciliabili con la dottrina sociale della Chiesa.

    Del Rapporto si è discusso pacatamente mercoledì sera 18 novembre in un dibattito online moderato da Aurelio Porfiri (e trasmesso su youtube – “Ritorno a Itaca” – facebook di Porfiri e twitter). Vi hanno partecipato, oltre al sottoscritto, Aldo Maria Valli e Massimo Viglione. Nel dibattito si sono palesate opinioni anche assai differenti sul tema e sui suoi connessi. In particolare, sull’origine dell’attuale momento nella Chiesa, Viglione – storico cattolico tradizionalista – ha messo nel mirino il Vaticano II, considerato la fonte dei mali della Chiesa contemporanea. Da parte nostra abbiamo espresso l’idea che il Vaticano II chiedesse di colloquiare meglio con il mondo, con chiarezza e schiena diritta, parlando e ascoltando: è nel post-Concilio che sono emerse posizioni che ne hanno pervertito lettera e spirito, portando parte della Chiesa a genuflettersi davanti alla società contemporanea. Tornando al Rapporto, si è discusso dell’arcivescovo Viganò e della sua coerenza o incoerenza di comportamenti tra gli ‘Appunti’ di severa denuncia degli anni 2006-2008 e i contatti anche scritti avuti con Mc Carrick come nunzio apostolico negli Stati Uniti (vedi la puntata odierna di citazioni). Abbiamo espresso, con rammarico, le nostre perplessità sull’atteggiamento ‘americano’ del nunzio Viganò; perplessità che Valli ritiene almeno in parte comprensibili, ma spiegabili per ragioni di convenienza diplomatica e per il fatto indubbio che McCarrick era un uomo di grande potere e sapeva di esserlo, facendolo all’occasione anche pesare.Aldo Maria Valli ha anche sollevato il tema delle difficoltà della Chiesa a rapportarsi con una società come la nostra caratterizzata dalla comunicazione: sono difficoltà che derivano dalla paura verso di essa. Altro tema toccato quello dell’atteggiamento di Giovanni Paolo II e dei suoi più stretti collaboratori nei confronti di Theodore McCarrick: e anche qui è emersa una diversità di opinioni. Da parte nostra abbiamo ricordato pure la tolleranza verso Marcial Maciel, del cui comportamento criminoso si era in Vaticano da tempo a conoscenza. Eppure ancora a fine novembre 2004 il fondatore dei Legionari di Cristo fu onorato da una folla di porporati (assente: Joseph Ratzinger) accorsi in Santa Maria Maggiore per festeggiare con lui il sessantesimo di sacerdozio.

    Qui di seguito la terza puntata di citazioni dal Rapporto McCarrick. La prima è stata pubblicata il 12 novembre (vedi https://www.rossoporpora.org/rubriche/vaticano/988-rapporto-mc-carrick-pagine-interessanti-1-fino-al-2006.html ), la seconda il 17 novembre (vedi https://www.rossoporpora.org/rubriche/vaticano/989-rapporto-mc-carrick-pagine-nteressanti-2-2008-2009.html ).

     

    CAP. XXIV (ATTIVITA’ DI MC CARRICK DURANTE I PRIMI DICIOTTO MESI DI VIGANO’ COME NUNZIO APOSTOLICO NEGLI STATI UNITI – AUTUNNO 2011 – PRIMAVERA 2013)

    Pag. 365:

    Il 19 ottobre 2011, Papa Benedetto XVI  nominò l’Arcivescovo Viganò Nunzio Apostolico negli Stati Uniti. Le istruzioni scritte fornite all’Arcivescovo Viganò dalla Congregazione per Vescovi prima del suo arrivo alla Nunziatura a Washington, D.C., non facevano menzione di McCarrick. Tuttavia, il Card. Ouellet, che era diventato Prefetto alla fine di giugno 2010, ha ricordato di aver detto di persona all’Arcivescovo Viganò che McCarrick avrebbe dovuto aderire a certe“condizioni e restrizioni a causa di alcune voci circa il suo comportamento nel passato.”

    Nota 1121- pag. 365:

    I documenti scritti pongono qualche dubbio su un tale ricordo, poiché la lettera iniziale di Viganò al Card. Ouellet su McCarrick (…) non accenna in alcuna sua parte a una precedente conversazione con Ouellet sulla situazione e lascia l’impressione che Viganò stesse informando Ouellet per la prima volta sulle indicazioni.

    Pagg. 370-371:

    Coerentemente con la sua condotta durante il mandato dell’Arcivescovo Sambi come Nunzio, il Card. McCarrick tenne informato il Nunzio Viganò delle sue attività. Ad esempio, nel febbraio 2012, McCarrick inviò a Viganò una rivista che presentava in copertina l’apparizione di McCarrick a una conferenza stampa sull’intolleranza verso i musulmani. McCarrick scrisse a Viganò: “Sarei felice di discutere con Lei, quando Le è più comodo, su alcune di queste importanti attività interreligiose che sono in corso nel nostro Paese. Ci sono sicuramente persone più qualificate di me per farlo, ma credo che il fatto che io partecipi ad alcuni di questi spazi sia utile.”

    Pag. 371:

    Il mese successivo, il Card. McCarrick inviò a Viganò una copia di un suo articolo pubblicato su The Hill, un settimanale dedicato al Congresso degli Stati Uniti. McCarrick descrisse anche la sua presenza a un pranzo annuale offerto da John Boehner, Speaker della Camera dei Rappresentanti, per il Primo Ministro irlandese in visita, durante la quale McCarrick recitò la preghiera iniziale e parlò “delle benedizioni della libertà di religione e della libertà di coscienza.” McCarrick affermò di essere stato seduto al tavolo con il Primo Ministro irlandese, il Presidente Obama e lo Speaker. McCarrick scrisse: “Resto in attesa di continuare le conversazioni con Vostra Eccellenza su tutte queste questioni e, come sa, sono al Suo servizio in ogni modo in cui possa essere d’aiuto.”

    Il Nunzio Viganò rispose alla lettera del Card. McCarrick ringraziandolo per le informazioni, tra cui “il testo della Sua preghiera iniziale formulata al pranzo in onore del Primo Ministro irlandese.” Viganò dichiarò: “Eminenza, sono molto grato per la Sua premura a tale riguardo, e parimenti resto davvero in attesa di avere l’opportunità dopo Pasqua, qui o nella residenza di Vostra Eminenza, di continuare la nostra conversazione su questioni tanto importanti e attuali come la libertà di religione e la libertà di coscienza.”

    Pag. 372:

    Il Card. McCarrick tenne informato Viganò anche dei suoi viaggi. Ad esempio, il 21 aprile 2012, McCarrick scrisse dei suoi imminenti viaggi negli Stati Uniti e all’estero: “A giugno ricomincio i miei viaggi, per andare al Congresso Eucaristico, almeno per fare atto di presenza per alcuni giorni, dal 10 al 14 giugno. Poi andrò all’incontro dei vescovi per un giorno o due, almeno per registrarmi. (Diciamo sempre che se perdi un incontro alla mia età, pensano tutti che sei morto!) Da lì, devo recarmi a un incontro in Libano per il Summit musulmano-cristiano (…)”.

    Pag. 375:

    McCarrick e il suo segretario IVE (NdR: dell’Istituto del Verbo Incarnato) si recarono alla Nunziatura per cena il 24 luglio 2012. Il giorno seguente, McCarrick scrisse una lettera al Nunzio Viganò, affermando: “Volevo ringraziarLa per la splendida visita di ieri! Prima di tutto, mi ha fatto il dono prezioso di così tanto tempo e mi ha permesso di parlare di molte questioni. In secondo luogo, invitare (il mio sacerdote segretario) e me a quella cena meravigliosa è stata una grazia speciale per me e per lui. Stare con Lei e i Suoi colleghi è un grande onore e Le sono veramente grato per la Sua gentilezza nel farci diventare parte della Sua casa”.

    pag 376:

    Nell’agosto 2011, Prete 3 presentò una denuncia civile presso la Corte Superiore del New Jersey contro la Diocesi di Metuchen, l’Arcidiocesi di Newark e il Vescovo Bootkoski. Sebbene la denuncia non nominasse McCarrick come imputato, la memoria descriveva, con espliciti dettagli, i tre episodi sessuali che coinvolsero Prete 3 e McCarrick. (…)  Il 6 agosto 2012, Prete 3 scrisse una lettera di tre pagine al Nunzio Viganò.

    Pagg. 378-380: (lettera – del 13 agosto 2012 - del nunzio Viganò al cardinale Ouellet)

    Il 13 agosto 2012, il Nunzio Viganò scrisse al Card. Ouellet, Prefetto della Congregazione per i Vescovi, allegando la lettera di Prete 3 del 6 agosto 2012, come pure una copia della lettera del Card. Re, del 14 giugno 2008, diretta al Card. McCarrick. “ (…) Sono ben note invece a codesto Dicastero (la Congregazione per i Vescovi) le numerose accuse rivolte contro il Card. McCarrick. Inoltre, il Cardinale viaggia continuamente all’estero, conferendo anche l’ordinazione sacerdotale in diocesi dove è invitato, partecipa a conferenze, seminari, tavole rotonde ecc... È stato presente in diversi incontri ad alto livello tra cui uno in Iran per liberare ostaggi americani, senza aver ricevuto alcun mandato da parte di questa Conferenza dei Vescovi Statunitensi o dalla Santa Sede. Spesso si reca in Medioriente, riferisce continuamente sui suoi viaggi, incontri ecc. ... ma non è chiaro con quale finalità e a nome di chi li compie.

    Si può pertanto affermare che l’ammonizione rivoltagli dal Card. Re è rimasta lettera morta. Non vi è dubbio che l’iniziativa presa ora dal (Prete 3) rappresenti un nuovo grave rischio che vengano resi pubblici fatti e comportamenti del Cardinale con grave danno per la Chiesa. Chiedo pertanto di ricevere istruzioni su come comportarmi in merito”.

    Pag. 381: (lettera di risposta – del 12 settembre 2012 - del cardinale Ouellet al nunzio Viganò)

    “La ringrazio per la documentazione cortesemente inviata, che ho letto con non poca preoccupazione. Questo Dicastero ritiene importante, come primo passo, che Vostra Eccellenza verifichi in modo riservato la personalità e l’autorevolezza del (Prete 3), interpellando il Vicario Generale o il Vicario per il Clero di Metuchen, ma senza menzionare l’accusa contro il Cardinale McCarrick e S.E. Mons. Bootkoski. Poi, Vostra Eccellenza vorrà rispondere al (Prete 3), chiedendogli di precisare le sue accuse contro i sopramenzionati ecclesiastici, in modo da poterne giudicare la verità o meno”.

    Pag. 383:

    Il Vicario Generale e il Vicario per il Clero che lavoravano nella Diocesi di Metuchen nel periodo in questione sono stati intervistati separatamente per il presente Rapporto. Entrambi sono certi di non essere mai stati contattati da Viganò.

    Nonostante le istruzioni del Card. Ouellet che il Nunzio Viganò “rispondesse a (Prete 3), chiedendogli di precisare le sue accuse contro i sopramenzionati ecclesiastici in modo da poterne giudicare l’effettiva fondatezza”, Viganò non contattò mai Prete 3. In un’intervista, Prete 3 ha dichiarato: “Non ho mai ricevuto una risposta e ne stavo aspettando una”.

     

    CAP. XXV (ATTIVITA’ DI MC CARRICK E LORO CONOSCENZA DURANTE IL PONTIFICATO DI FRANCESCO. PRIMAVERA 2013 – PRIMAVERA 2017)

    Pagg. 391-392:

    Al momento della sua elezione, Papa Francesco conosceva già il Card. McCarrick da diversi anni. Come già illustrato nella Sezione XVIII, McCarrick si recò in Argentina nel dicembre 2004 per fare visita a membri dell’Istituto del Verbo Incarnato. Prima del viaggio, McCarrick scrisse al Card. Bergoglio per chiedergli se avesse potuto porgergli i propri saluti quando sarebbe stato di passaggio a Buenos Aires, e McCarrick così fece il 17 dicembre 2004. Ancora, nell’agosto 2011, quando McCarrick tornò in Argentina per ordinare sacerdoti dell’IVE, si fermò a salutare Bergoglio.

    Dai loro contatti precedenti l’elezione a Papa di Bergoglio, Francesco sapeva che McCarrick era un viaggiatore instancabile, coinvolto nel lavoro della Chiesa in tutto il mondo, e sapeva anche che tale attività era proseguita dopo le dimissioni di McCarrick dalla carica di Arcivescovo di Washington e durante tutto il Pontificato di Benedetto XVI. (…)

    All’epoca della sua elezione nel marzo 2013, Papa Francesco non aveva mai sentito voci relative alla condotta passata di McCarrick e ignorava che McCarrick in precedenza avesse ricevuto indicazioni di cambiare residenza, ridurre al minimo i viaggi o ridimensionare il suo profilo pubblico.

    Nelle loro conversazioni successive all’elezione di Papa Francesco, il Papa emerito e il nuovo Papa non hanno mai discusso di McCarrick.

    Pag. 397:

    Durante il primo periodo del Pontificato di Francesco, Viganò non seguì le istruzioni esposte nella lettera di Ouellet, del 12 settembre 2012, dove si richiedeva a Viganò di raccogliere informazioni, tramite il Vicario Generale o il Vicario per il Clero di Metuchen, su Prete 3, rispondere alla lettera di Prete 3 e parlare a McCarrick per ribadire le indicazioni.

    Inoltre, Viganò non accettò l’offerta di Prete 3 di inviargli documentazione legale della sua causa contro la Diocesi, che includeva la dichiarazione giurata di Prete 3 relativa all’episodio sessuale alla casa al mare e i due episodi sessuali al Waldorf Astoria Hotel . Dato che Viganò non acquisì i materiali offerti da Prete 3, non si mise mai nella posizione di valutarli né di fornirli al Card. Ouellet o a Papa Francesco.

    Pagg. 397-398:

    Sulla base delle informazioni incomplete ricevute da Viganò, il Card. Ouellet, in qualità di Prefetto del Dicastero con competenza primaria sulla disciplina dei vescovi, non ritenne necessario sollevare con Papa Francesco questioni relative a McCarrick oppure fornire al Papa memorandum o altri documenti relativi a McCarrick. Il Card. Ouellet considerava la lettera di Re del 2008 “una viva raccomandazione” rivolta a McCarrick per ragioni di prudenza, alla luce di vecchie accuse mai provate. Dalla corrispondenza ricevuta da Viganò nel 2012 e 2013, il Card. Ouellet sapeva che McCarrick non stava seguendo le indicazioni prudenziali emanate dal predecessore di Ouellet, ma credeva anche che non c’era stata alcuna denuncia credibile di nuova o recente cattiva condotta, né alcun segno di pubblico scandalo, che aveva costituito all’epoca la ratio primaria delle indicazioni. A giudizio di Ouellet, la residenza e le attività di un Cardinale da tempo in pensione non raggiungevano un livello che richiedesse il coinvolgimento di Papa Francesco, come non avevano raggiunto il livello di coinvolgimento di Papa Benedetto XVI durante lo scambio precedente tra Ouellet e Viganò nel 2012. Dal momento che le indicazioni trasmesse a McCarrick in passato non erano giuridicamente vincolanti, il Card. Ouellet lasciò la questione nelle mani del Nunzio Viganò, proprio come aveva fatto il Card. Re col Nunzio Sambi, dopo l’inizio del 2009.

    Pagg. 398:

    Il Card. Bertone, che fu rinominato Segretario di Stato per i sei mesi precedenti all’insediamento dell’Arcivescovo Parolin il 15 ottobre 2013, non discusse di McCarrick, né con Papa Francesco, né col Segretario di Stato entrante.

    Pag. 398-400:

    L’Arcivescovo Giovanni Angelo Becciu, che ricopriva la carica di Sostituto della Segreteria di Stato dal tempo della sua nomina conferita da Benedetto XVI a metà 2011, ha ricordato in un’intervista di aver menzionato a Papa Francesco l’esistenza di vecchi addebiti relativi a McCarrick nel 2013 e poi di nuovo tra il 2014 e il 2016. L’Arcivescovo Becciu, che aveva lavorato come Officiale presso la Nunziatura negli Stati Uniti nel 2000, ha dichiarato di aver riferito a Papa Francesco che il Nunzio Montalvo era sembrato scioccato nell’apprendere la nomina per Washington, perché Montalvo aveva escluso McCarrick dalla terna dopo aver ricevute le lettere che riportavano le accuse fatte da altri circa la precedente condotta immorale di McCarrick con un seminarista.

    Becciu, inoltre, disse al Santo Padre che era a conoscenza che a McCarrick era stato proibito di viaggiare, e che ciò era legato a qualche accusa che era emersa primadella nomina per Washingotn. Papa Francesco ha ricordato un breve dialogo col Sostituto Becciu relativo a McCarrick , nel quale l’Arcivescovo Becciu chiedeva in via retorica: “Ma cosa ci fa McCarrick qui? Non dovrebbe venire da queste parti.”

    Papa Francesco ha dichiarato che Becciu non specificò a cosa si riferissero le indicazioni precedenti, a parte il fatto che “si trattava di qualcosa risalente a un passato lontano” sui cui “si era chiacchierato” e che Becciu aveva sentito mentre era in Nunziatura negli Stati Uniti. Papa Francesco ha ricordato di aver supposto che qualsiasi accusa contro McCarrick, già esistente nel 2000, doveva essere stata giudicata priva di fondamento, in quanto “Giovanni Paolo II era un uomo così rigoroso moralmente, di tale rettitudine morale, che non avrebbe mai permesso a una candidatura corrotta di andare avanti.”

    Il Sostituto Becciu sapeva che la questione era di competenza della Congregazione per i Vescovi, come prima del 2013. Becciu non discusse più la questione con Papa Francesco fino al 2018, quando la Santa Sede ricevette notizia dall’Arcidiocesi di New York che McCarrick era accusato di abusi sessuali su un minore.

    Il 20 giugno 2013, Papa Francesco ricevette brevemente McCarrick presso la Domus Sanctae Marthae. McCarrick aveva chiesto “cinque minuti col Santo Padre” attraverso il segretario particolare del Papa, il 20 maggio 2013, e Papa Francesco aveva acconsentito a riceverlo.

    Pagg. 400-403: (incontri Papa – nunzio Viganò)

    Papa Francesco ricevette per la prima volta il Nunzio Viganò a Santa Marta il 23 giugno 2013, e poi una seconda volta il 10 ottobre 2013. Nella sua Dichiarazione del 22 agosto 2018, Viganò ha asserito che, durante l’incontro del giugno 2013, Papa Francesco gli chiese di McCarrick, e che lui rispose: “Santo Padre, non so se lei conosce il Card. McCarrick, ma se chiede alla Congregazione per i Vescovi c’è un dossier grande così su di lui. Ha corrotto generazioni di seminaristi e di sacerdoti e Papa Benedetto gli ha imposto di ritirarsi ad una vita di preghiera e di penitenza ”.

    Secondo Viganò, egli informò Papa Francesco, nel loro incontro del 23 giugno 2013, del fatto che McCarrick aveva commesso “crimini” e che era un “predatore seriale.” Viganò ha asserito che , durante l’incontro dell’ottobre 2013, egli disse a Papa Francesco dell’Arcivescovo Wuerl e dell’“invito, rivolto dall’Arcidiocesi di Washington a giovani aspiranti al sacerdozio, ad un incontro con McCarrick!”.

    Papa Francesco è stato interpellato minuziosamente in merito agli incontri del 23 giugno e del 10 ottobre 2013. Sia per lo straordinario livello di attività dell’estate e dell’autunno 2013, o per il modo in cui le informazioni furono comunicate, Papa Francesco non ha ricordato cosa Viganò disse di McCarrick durante questi due incontri.

    Tuttavia, dato che McCarrick era un Cardinale da lui conosciuto personalmente, Papa Francesco era certo che avrebbe ricordato se Viganò avesse parlato di McCarrick con “forza o chiarezza”. Inoltre, Papa Francesco era certo del fatto che Viganò non gli avesse mai detto che McCarrick aveva commesso “crimini” nei confronti di alcuna persona, adulta o minorenne, o descritto McCarrick come un “predatore seriale”, o affermato che McCarrick aveva “corrotto generazioni di seminaristi e di sacerdoti.”

    Prima dell’accusa presentata all’Arcidiocesi di New York nel 2017, il Papa non era mai stato informato da nessuno del fatto che McCarrick avesse abusato sessualmente o aggredito qualche persona, a prescindere dall’età di quest’ultima.

    L’esame degli archivi della Santa Sede non ha rilevato alcuna prova del fatto che il Nunzio Viganò abbia mai comunicato per iscritto a Papa Francesco su McCarrick, né prima, né durante, e neanche dopo gli incontri di giugno e ottobre 2013. Inoltre, non c’è alcun altro riassunto o resoconto degli incontri a quattr’occhi fra Papa Francesco e Viganò. Viganò non ha mai riferito alla Segreteria di Stato, o alla Congregazione per i Vescovi, o al Card. Ouellet, alcuna interazione col Papa riguardante McCarrick. Non ha lasciato, inoltre, alcuna traccia degli incontri con il Papa, di giugno 2013 od ottobre 2013, negli archivi della Nunziatura Apostolica.

    Nota 1239 – pag. 402:

    Papa Francesco ha ricordato di aver ricevuto Viganò il 23 giugno 2003, ma di quel pomeriggio ha affermato di ricordare che: “Dovevo chiedere a Parolin di diventare Segretario di Stato. Quello era il mio obiettivo quel giorno e il mio ricordo di quel giorno.”

    Pag. 412:

    Tra il 2013 e il 2017, McCarrick scrisse a Papa Francesco 17 lettere, che si conoscono, la cui lunghezza varia da una a tre pagine, e nelle quali si discutono spesso i suoi viaggi all’estero.

    Pag. 417:

    Dopo che McCarrick scrisse a Viganò nel febbraio 2014 circa un recente incontro riguardante la riforma sull’immigrazione con lo Speaker repubblicano della Camera dei Rappresentanti John Boehner, Viganò rispose: “Le sono davvero grato per i Suoi sforzi nel promuovere la riforma sull’immigrazione come pure per la Sua disponibilità nei confronti di qualcuno come lo Speaker Boehner. Parimenti, sappia che è stato un piacere per me parlare con [Lei] al telefono questo mese”..”

    Pagg. 418-419: (Mc Carrick a Cuba con lettera di Obama)

    Nell’estate del 2014, Papa Francesco scrisse lettere al Presidente Raúl Castro della Repubblica di Cuba e al Presidente Obama degli Stati Uniti, e “lì invitò a risolvere questioni umanitarie di comune interesse, compresa la situazione di alcuni detenuti, al fine di iniziare una nuova fase nelle relazioni fra le due Parti”. Papa Francesco consegnò le lettere al Card. Ortega, Arcivescovo dell’Avana, con cui aveva operato a lungo nella Conferenza dei Vescovi Latinoamericani.

    Nell’agosto del 2014, in virtù del suo rapporto di vecchia data con il Card. Ortega, in occasione del cinquantesimo anniversario dell’ordinazione di quest’ultimo, il Card. McCarrick si recò a Cuba. In base a consultazioni con ufficiali della Casa Bianca, McCarrick portava una lettera del Presidente Obama nella quale si richiedeva ad Ortega di consegnare allo stesso McCarrick la lettera di Papa Francesco per Obama , affinché McCarrick potesse così consegnarla al Presidente a Washington. Tuttavia, il Card. Ortega, agendo secondo le rigorose istruzioni del Pontefice di consegnare personalmente a mano la lettera ad Obama, si rifiutò di darla a McCarrick, che “lasciò Cuba a mani vuote”.

    Per mezzo dei suoi vecchi contatti a Washington, il Card. McCarrick allora contribuì ad organizzare il viaggio negli Stati Uniti del Card. Ortega perché questi intervenisse a una conferenza della Georgetown University il 18 agosto 2014. Durante il breve viaggio, McCarrick accompagnò il Card. Ortega a un incontro riservato con il Presidente Obama presso la Casa Bianca, dove Ortega consegnò a mano la lettera di Papa Francesco al Presidente. Agevolando lo scambio di lettere e l’incontro fra il Presidente Obama e il Card. Ortega, McCarrick assistette la Casa Bianca nel perseguire l’obiettivo finale della revoca delle sanzioni, che ben si sposava con il desiderio, che la Chiesa cattolica nutriva da tempo, di promuovere il dialogo e far allentare le restrizioni alla libertà religiosa.

    Pag. 426:

    Il 12 aprile 2016, Papa Francesco accettò le dimissioni dell’Arcivescovo Viganò e nominò l’Arcivescovo Christophe Pierre suo successore come Nunzio a Washington. Viganò e McCarrick continuarono a scambiarsi lettere fino alla partenza di Viganò da Washington, soprattutto per la corrispondenza destinata essenzialmente al Santo Padre o alla Santa Sede. In una lettera, verso la fine del suo mandato di Nunzio, l’Arcivescovo Viganò ringraziò McCarrick “per il Suo encomiabile ministero alla Chiesa universale e i Suoi più recenti tentativi di dialogo con la Cina e il mondo musulmano, sforzi che senza dubbio porteranno molti frutti”.

    Pagg. 427-429:

    In una lettera a Papa Francesco, dell’8 marzo 2016, McCarrick scrisse riguardo alle sue attività in Cina e al dialogo interreligioso. Alla fine della lettera, egli scrisse: “Santo Padre, La ringrazio perché mi consente di dedicarmi a queste mie piccole opere. Spero di potere essere utile a Lei e alla Chiesa e rimango, ovviamente, sempre disposto a lasciar perdere tutto se in qualunque modo Lei preferisca che io vada maggiormente in pensione o in una casa di preghiera”.

    Lo stesso giorno McCarrick scrisse al Card. Parolin, esprimendo la propria gratitudine per il loro recente incontro e affermando: “I o tengo in grande considerazione le Sue istruzioni sulla questione della Cina e il Suo interesse per il lavoro dei nuovi canali arabi”.

    Il Card. Parolin ha ricordato di aver ricevuto questa lettera da McCarrick e di essere stato colpito dall’allusione “insolita” di McCarrick al “ritirarsi in un luogo santo e pregare per la salvezza della mia anima” se Parolin lo avesse istruito in questo modo. Dopo la lettera di McCarrick, il Card. Parolin ha dichiarato di aver accennato a Papa Francesco in una breve conversazione che McCarrick era “spettegolato” riguardo a passate azioni imprudenti con gli adulti e che la Congregazione per i Vescovi aveva precedentemente indicato a McCarrick che avrebbe dovuto condurre una vita più riservata e non viaggiare così tanto. Il Card. Parolin ha ricordato di “non averla presentata come una questione di grave preoccupazione, o come qualcosa di molto serio”, ma che ha chiesto se fosse necessario fare qualcosa, osservando: “Continua a scrivere. Continua a viaggiare. Continua a incontrare persone.”

    Il Card. Parolin ha ricordato che, durante questo scambio, Papa Francesco ha commentato che “forse McCarrick potrebbe ancora fare qualcosa di utile”.

    Il Card. Parolin, che non aveva visto il fascicolo archiviato della Segreteria di Stato, non aveva in mano ulteriori informazioni da fornire a Papa Francesco in merito alle passate accuse contro McCarrick.

    Il Card. Parolin ha ricordato che Papa Francesco sapeva che sia Papa Giovanni Paolo II che Papa Benedetto XVI erano a conoscenza delle vecchie accuse contro McCarrick, e che questi era comunque rimasto attivo durante i due precedenti Pontificati. Inoltre, sia Papa Francesco che il Card. Parolin erano consapevoli del fatto che la Congregazione per i Vescovi rimaneva il Dicastero competente per trattare la questione, come lo era dal 2006. La questione non venne più discussa tra Papa Francesco e il Card. Parolin fino all’autunno del 2017.

     

    CAP. XXVI: ACCUSE NELL’ARCIDIOCESI DI NEW YORK E DIMISSIONI DI MCCARRICK DAL COLLEGIO DEI CARDINALI (DA METÀ 2017 A METÀ 2018)

    Pag. 432:

    L’Arcivescovo Becciu, che rimase il Sostituto fino alla fine di giugno 2018, informò Papa Francesco del fatto che l’accusa contro McCarrick, che coinvolgeva Minore 1, era stata ritenuta credibile. In un’intervista, Becciu ha dichiarato che il Santo Padre fu “scioccato” nell’apprendere che era stato trovato che McCarrick avesse abusato di un minore.

    Pag. 433:

    Il 22 maggio 2018, il Card. Parolin scrisse al Nunzio Pierre, chiedendogli di trasmettere una lettera a McCarrick. La lettera allegata per McCarrick affermava che “poiché la questione è stata ora deferita alla Congregazione per la Dottrina della Fede, Le chiedo, in nome del Santo Padre, di astenersi da qualsiasi ministero pubblico o apparizione fino ad una decisione finale.” Il Card. Parolin scriveva: “So che questa decisione Le causerà sofferenza, ma nelle attuali circostanze, essa è necessaria per il bene della Chiesa e di tutte le parti coinvolte. Per questo motivo, Le chiedo di aderirvi strettamente.” La decisione fu resa pubblica il 20 giugno 2018. Papa Francesco accettò le dimissioni di McCarrick dal Collegio dei Cardinali il 28 luglio 2018.

     

    CAP: XXVII: NUOVE ACCUSE, PROCEDIMENTO AMMINISTRATIVO DELLA CDF E DIMISSIONE DALLO STATO CLERICALE DI MCCARRICK (DA METÀ 2018 ALL’INIZIO 2019)

    Pagg. 435-436:

    Alla luce dei fatti raccolti durante le indagini preliminari della Santa Sede e dello studio della documentazione raccolta negli archivi della Santa Sede, il 14 dicembre 2018 Papa Francesco diede mandato alla Congregazione per la Dottrina della Fede per condurre un procedimento penale amministrativo sul caso McCarrick. (…)

    L’11 gennaio 2019, e sulla base delle informazioni raccolte durante il procedimento amministrativo, il Congresso della Congregazione per la Dottrina della Fede emise un decreto in cui si dichiarava McCarrick colpevole di sollecitazione durante il Sacramento della Confessione e di peccati contro il Sesto Comandamento con minori e adulti, con l’aggravante dell’abuso di potere. Il Congresso gli impose la pena della dimissione dallo stato clericale, dopodiché McCarrick presentò ricorso. Il 13 febbraio 2019, la Sessione Ordinaria (Feria IV) della Congregazione per la Dottrina della Fede esaminò il ricorso presentato da McCarrick. La Sessione Ordinaria confermò il decreto del Congresso e successivamente il Santo Padre riconobbe la natura definitiva della decisione.

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