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    TURIFERARI/GUASTATO IL CENONE-ESAURITO IL MAALOX-LA CONTROFFENSIVA

    TURIFERARI/GUASTATO IL CENONE - ESAURITO IL MAALOX - LA CONTROFFENSIVA – di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 2 gennaio 2020

     

    Qualche nota a proposito dell’episodio del tardo pomeriggio di San Silvestro, quando Jorge Mario Bergoglio ha mollato due mini-papagni su una mano a una fedele che lo voleva trattenere per forza.

     

    Che sfortuna! Doveva proprio capitare nel tardo pomeriggio di San Silvestro, quando in genere si è in attesa più o meno febbrile del convenzionale ma agognato Cenone. Certo per molti adepti della premiata setta dei turiferari il cotechino è risultato indigesto. Ne sanno qualcosa le farmacie che l’altra sera hanno esaurito le scorte di Maalox, il medicamento che neutralizza l’acidità dello stomaco.

    Quel che è successo lo sanno certo in molti tra i nostri lettori. Uscito martedì 31 dicembre dalla Basilica di San Pietro dopo i Vespri e il tradizionale Te Deum di ringraziamento per l’anno trascorso, papa Francesco si è diretto verso il grande presepe della Piazza, concedendosi ai saluti della folla assiepata dietro le transenne. Nella sua passeggiata, dopo aver regalato un rosario a un bambino caduto per salutarlo, è incappato in una fedele che – come tante altre – aveva qualcosa da dirgli. Sicuramente per lei, qualcosa di importante. Forse (chissà? è solo un’ipotesi) un messaggio personale di carattere familiare oppure, avendo tratti orientali, politico-religioso (chissà?) sui cattolici cinesi. Com’è come non è, la donna ha agguantato il braccio del Papa e lo ha trattenuto, mentre lui stava andando dall’altra parte del ‘corridoio’. La reazione papale di svincolamento è stata vigorosa: un paio di mini-papagni sulla mano della fedele e una faccia scura che più scura non si può. Sarà stato per il dolore improvviso (lo sa chi subisce pestoni involontari in metropolitana o sul bus)… ed è questa l’ipotesi che, a guardare il video dell’incidente, appare più probabile. Oppure sarà stato per le parole misteriose della donna, che magari l’avranno messo di malumore…

    Insomma… è successo. Non saremo noi a infierire su Jorge Mario Bergoglio per questa reazione, di cui s’è scusato pubblicamente durante l’Angelus di Capodanno: ‘Tante volte perdiamo la pazienza. Anche io, e chiedo scusa per il cattivo esempio di ieri’. Da notare che nel testo inviato sotto embargo come al solito dalla Sala Stampa Vaticana alle 11.15 le scuse non apparivano…che sia intervenuto in tempo reale qualche Turiferario comunicatore, magari l’istituzionale Turiferario Maggiore o il Turiferario Prezzemolo della ‘Civiltà Cattolica’?

    Certo le immagini dell’incidente hanno avuto rapida e universale diffusione. E hanno provocato, almeno per quel che ne sappiamo qui a Roma, l’esplosione di un baobab incontenibile, oltre che di commenti, anche di vignette. Alcune degne di Pasquino: e hanno spinto a sane risate. Altre di livello assai modesto (per non dire fognario), spesso contrassegnate da varie volgarità.

    Soprattutto, forse ancor più dei mini-papagni, ha colpito la faccia scura. E’ noto che Jorge Mario Bergoglio aveva e ha un carattere spigoloso (una delle vignette più riuscite l’ha accomunato a Cassius Clay, Terence Hill e Bud Spencer, “persone con cui è meglio non scherzare”, in un’altra il dittatore comunista nordcoreano in versione romanesca Kim Jong-un chiede ai suoi generali indicando una persona: ‘E’ quello vestito de bianco che ha menato a mi’ zia?). Tuttavia il mondo turiferario ha sempre cercato di nascondere tale aspetto della personalità bergogliana, preferendo ‘esportare’ nel mondo della comunicazione una sorta di ‘santino’ aureolato di sorrisi e agiografie in bianco e nero e a colori. E’ per questo che a quell’ambientino le immagini (strumento mediaticamente potentissime e dai turiferari incessantemente sfruttate) stavolta hanno giocato un brutto scherzo. Imbarazz, tremend imbarazz. Passato il rintontimento, assunta una tripla dose di Maalox, i turiferari si sono convinti che – data l’ondata planetaria di reazioni – era necessaria una reazione adeguata. Come?

    Primo: far passare la fedele per un’invasata. Come scrive la sora Franca sul Messaggero, la persona era “decisamente esaltata e molesta”. Immaginiamoci se al posto del Papa ci fosse stato un certo Matteo Salvini: che avrebbero scritto la sora Franca (Turiferaria dei Palazzi) e le chierichette sue compagne?

    Secondo: sminuire la reazione irata. I mini-papagni sono diventati in diverse cronache, degli ‘schiaffetti’, “qualche colpetto alla mano della fedele per liberarsi”, come scrive su Vaticann Insider quell’anima buona di Turiferario cadetto.

    Terzo: ecco il colpo magistrale, in grado di rovesciare l’effetto negativo dei mini-papagni e della faccia scura. Suggerire al Papa di scusarsi pubblicamente, cogliendo l’occasione dell’Angelus. Sembra di poter dedurre che i turiferari ce l’abbiano fatta proprio all’ultimo momento, giusto in tempo dopo che il Maalox aveva provocato i suoi effetti benefici.

    Quarto: Pronunciate le parole di scusa, non restava che titolare massicciamente sull’atto di umiltà papale. Così da presentare il Papa come ‘uno di noi’, anzi migliore, dato che non si vergogna di scusarsi pubblicamente urbi et orbi. Come scrive Avvenire, per la penna adorante del chierichetto Francesco Ognibene (sempre a proposito di scuse): “Parole che l’hanno reso (NdR. il Papa) ancor più vicino al sentire comune, che non cerca un angelo ma un pastore, con tutta la sua umanità”. 

    Conclusione: non esageriamo la portata dell’episodio, anche se il Papa (essendo il successore di Pietro) i mini-papagni se li poteva forse risparmiare. La faccia scura? Quella viene automaticamente se si è trafitti da un dolore improvviso, specie se già si è di carattere spigoloso. Per i turiferari invece è stata una mezza tragedia, che ha rischiato di frantumare l’altarino su cui da oltre sei anni hanno posto papa Francesco. Certo, al di là dell’ “uno di noi” (che di solito piace a molti), al di là dell’umana solidarietà per il dolore – presumiamo breve ma intenso - sofferto da una persona di 83 anni, al di là dell'apprezzamento per le parole pubbliche di scusa, resta qualche ammaccatura ulteriore all’immagine papale, quella che si vuol fare passare. E quella sarà difficile da restaurare, perché purtroppo non è stato un bel vedere. Questione di immagini, che non si cancellano facilmente.

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