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    PAPA FRANCESCO AD ASSISI: SPIRITO DEL MONDO, SPOGLIAZIONE E CHIESA POVERA

    PAPA FRANCESCO AD ASSISI: SPIRITO DEL MONDO, SPOGLIAZIONE E CHIESA POVERA – di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 4 ottobre 2013

    Qualche spunto tratto dalla giornata, intensissima, di papa Francesco ad Assisi. Povertà non è miseria, spogliazione è sobrietà e condivisione con i bisognosi. La ‘mondanità’ rende ridicoli i cristiani ed è contraria al Vangelo. Evidenziato con i giovani il pericolo di una società liquida, che privilegia i diritti individuali ed fondata sul provvisorio anche nei rapporti umani e riguardo al matrimonio.

     

     

    La Chiesa deve spogliarsi di un “pericolo gravissimo”, quello della “mondanità”, che, fondato sulla servitù verso il denaro, è contrario al cristianesimo: infatti lo “spirito del  mondo è la lebbra della società e la uccide”. Così papa Francesco nel discorso pronunciato ieri ad Assisi nella Sala della Spogliazione, luogo altamente simbolico dove san Francesco si denudò per palesare il suo distacco completo dai beni terreni. Nel corso della giornata intensissima di visite, incontri e discorsi Jorge Mario Bergoglio ha voluto dapprima salutare -momento molto commovente- uno per uno i tanti giovani disabili ospiti dell’Istituto Serafico:“Siete le piaghe di Gesù, che vanno riconosciute e ascoltate”… “forse non tanto sui giornali, come notizie (…) ma da quelli che si dicono cristiani”. Nel testo scritto del discorso nella Sala della Spogliazione ha anche evidenziato come la Chiesa debba “seguire la via della povertà, che non è la miseria – questa è da combattere – ma il saper condividere, l’essere più solidali con chi è bisognoso, il fidarci più di Dio e meno delle nostre forze umane”. Ad accompagnare il Papa gli otto membri del Consiglio dei cardinali, reduci dalla prima riunione vaticana in cui hanno discusso del futuro della Chiesa.

    Jorge Mario Bergoglio non era mai stato ad Assisi. C’è andato ieri da papa Francesco- accompagnato per tutta la giornata dal calore di una grande folla - nel giorno di san Francesco, che è anche patrono d’Italia.  L’attesa era grande soprattutto per quanto avrebbe detto nell’incontro con un centinaio di poveri (con un’altra cinquantina di poveri ha mangiato all’una) nella Sala della Spogliazione all’interno del Vescovado. Non pochi prefiguravano gesti ritenuti ‘concretamente rivoluzionari’ come l’invito a vendere opere d’arte o la rinuncia a metà dei proventi dell’8 per mille italiano. Il Papa ha ironizzato all’inizio del discorso su tali “fantasie” così esemplificate: “Spoglierà gli abiti dei Vescovi, dei Cardinali; spoglierà se stesso”. La “spogliazione” secondo papa Francesco era invece quella dallo “spirito del mondo”, che rende “ridicoli” i cristiani che ne sono pervasi. Una scelta ritenuta poco ‘concreta’ da chi si aspettava il grande gesto di rottura: e i delusi già si palesano tra i lettori della sinistra radicale e laicista. Sempre rivolgendosi ai poveri nella stessa occasione, il Papa ha detto con forza: “Tanti di voi sono stati spogliati da questo mondo selvaggio, che non dà lavoro, che non aiuta; a cui non importa se ci sono bambini che muoiono di fame nel mondo; non importa se tante famiglie non hanno da mangiare, non hanno la dignità di portare pane a casa; non importa che tanta gente debba fuggire dalla schiavitù, dalla fame e fuggire cercando la libertà. Con quanto dolore, tante volte, vediamo che trovano la morte, come è successo ieri a Lampedusa: oggi è un giorno di pianto! Queste cose le fa lo spirito del mondo”.

    Altre parole importanti del Papa nell’omelia della messa sul piazzale della Basilica, davanti tra l’altro al presidente del Consiglio Enrico Letta e a quello del Senato Piero Grasso: “La pace francescana non è un sentimento sdolcinato. Per favore: questo san Francesco non esiste! E neppure è una specie di armonia panteistica con le energie del cosmo (…) Anche questo non è francescano, ma è un’idea che alcuni hanno costruito! La pace di san Francesco è quella di Cristo, e la trova chi ‘prende su di sé’ il suo ‘giogo’, cioè il suo comandamento: Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato. E questo giogo non si può portare con arroganza, con presunzione, con suoerbia, ma solo con mitezza e umiltà di cuore”.

    Spunti molto applauditi nella cattedrale di san Rufino, dove il Papa ha incontrato consacrati e laici impegnati nei Consigli pastorali ("Fondamentali") della diocesi. Ha definito le omelie fatte senza essersi preparati con l'ascolto della Parola di Dio come "interminabili, noiose, delle quali non si capisce niente". Ai genitori che si amentano dei figli ha detto: "Ma tu che testimonianza gli hai dato? Gli hai parlato della Parola di Dio o della parola del telegiornale?" (da notare che ad Assisi più volte il Papa ha 'stuzzicato' i massmedia). Sul matrimonio: "Sempre, ai novelli sposi, io do questo consiglio: Litigate quanto volete! Se volano i piatti lasciateli volare! Ma mai finire la giornata senza fare la pace!"

    Alle migliaia di giovani che lo attendevano alla Porziuncola, papa Francesco ha ricordato – a proposito ancora di matrimonio, unione di un uomo e una donna – che “la società in cui vivete privilegia i diritti individuali piuttosto che la famiglia (…) Basterebbe guardare certi programmi televisivi: la società privilegia la cultura del provvisorio… però Gesù non ci ha salvati provvisoriamente, ma definitivamente!” Massicci e ripetuti gli applausi dei giovani, anche quando ha ammonito a “predicare il Vangelo prima di tutto con la testimonianza, poi con le parole”. Un episodio curioso in mattinata. Da una finestra del ‘Serafico’ il Papa ha invitato a pregare per lui: “Per, non contro!”. Solo una battuta o la coscienza di un certo disagio cresciuta negli ultimi tempi verso di lui nell’ala conservatrice del cattolicesimo?

    Si diceva degli otto cardinali del ‘Consiglio’ che il Papa – con gesto molto significativo dell’importanza attribuita all’organismo - ha voluto con sé ad Assisi.  Nella prima tregiorni da martedì a giovedì hanno incominciato a discutere dei modi di preparazione e di svolgimento del Sinodo dei Vescovi (il Papa vorrebbe dedicare il prossimo alla pastorale della famiglia) e di riforma della Curia. E’ probabile che la legge ( la CostituzionePastor Bonus ) che regola la quotidianità curiale sia riscritta, non semplicemente aggiornata. Sono dunque attese importanti novità. Tra l’altro sarà ridimensionato il ruolo della Segreteria di Stato e sarà forse dato spazio a un ‘Moderatore’ per il buon funzionamento della Curia.  Prossima riunione? Già in tempi ravvicinati, dal 3 al 5 dicembre. 

    L'articolo appare anche nel 'Corriere del Ticino' di sabato 5 ottobre in versione leggermente ridotta.

     

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