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    NOI SIAMO CHIESA: GIUBILEO POSITIVO, MA CON QUALCHE RISCHIO

    NOI SIAMO CHIESA: GIUBILEO POSITIVO, MA CON QUALCHE RISCHIO – di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 23 dicembre 2015

     

    Il movimento cattolico ‘progressista’ Noi siamo Chiesa ha prodotto un documento assai interessante sul Giubileo della Misericordia. E’ un evento molto legato al magistero di papa Francesco, che ha scelto “un nuovo percorso nella vita della Chiesa”. Il Giubileo non potrà essere fatto solo di preghiere, ‘atemporale’. Una lacuna: non sarà un Giubileo ecumenico. Religiosità popolare da tenere sotto controllo. Sulle indulgenze una svolta storica, di rottura con la tradizione.

    E’ sempre interessante curiosare ogni tanto nel campo cattolico cosiddetto ‘progressista’: se ne ricavano non raramente indicazioni utili su pensieri e strategie che meritano di essere conosciuti anche da chi non può ritenersi organico a tale schieramento. Bisogna poi distinguere: preferiamo curiosare laddove operano i ‘progressisti’ d’annata - quelli che si sono fatti le ossa in tante battaglie (quasi sempre perse) negli ultimi decenni – piuttosto che negli attendamenti di un ‘progressismo’ molto velleitario e tanto politicamente corretto, insediato nei ‘giornaloni’ del pensiero dominante e guidato dalla famosa e gioiosa macchina da guerra (che, nel recente Sinodo, s’è trovata – poveretta - con le gomme a terra e i trombettieri sfiatati; solo l’incenso non è mai mancato).

    Noi siamo Chiesa  (nata nella seconda metà degli Anni Novanta nella scia dell’austriaca Wir sind Kirche) fa parte certamente del ‘progressismo’ d’annata. Ce ne siamo occupati più volte in questo sito e continuiamo a farlo anche oggi, dato l’interesse oggettivo del documento che il movimento ha prodotto qualche giorno fa per il Giubileo della Misericordia.

    Sotto il titolo riassuntivo: “Giubileo: il vento del Vangelo può scuotere i cristiani e la Chiesa” il testo presenta diversi passi che ben illustrano la posizione di Noi siamo Chiesa. Tre le caratteristiche individuate del Giubileo. La prima è quella di “un grande evento religioso” che appare come “particolarmente legato al magistero di papa Francesco”. La seconda riguarda l’indicazione del Giubileo “come il momento di rilancio del messaggio conciliare”. A tale proposito si cita il punto 4 della Bolla di indizione, in cui – secondo il movimento – papa Francesco sceglie tra le due ermetiche sul ruolo del Concilio (continuità o rottura con la storia della Chiesa?) la seconda (“un nuovo percorso nella storia della Chiesa”). Terza caratteristica: è un Giubileo “diffuso, proposto in ogni sede possibile”: “Le porte sante saranno innumerevoli”. Del resto l’apertura della Porta Santa a Bangui, rileva Noi siamo Chiesa, “è stato un messaggio importante, in controtendenza rispetto alla assoluta centralità di Roma, che nella storia ha caratterizzato Giubilei che avevano anche o soprattutto la funzione di rafforzare il ruolo del Pontificato nella Chiesa”.

    Insomma: “L’ispirazione di fondo del Giubileo vuole essere – osserva Noi siamo Chiesa – lo stesso DNA del nuovo corso proposto alla Chiesa dal Papa”.

    Tutto positivo dunque? No, per il movimento si impone una certa cautela sul “come il Giubileo sarà gestito e vissuto”. E Noi siamo Chiesa avverte che il Giubileo non potrà essere “atemporale, fatto solo di preghiere e confessioni, espressione di una religiosità individuale che naturalmente è positiva, ma è del tutto insufficiente”. Perciò “possiamo iniziare un Giubileo senza condividere quanto ha scritto Pax Christi in questi giorni sulla pace e la guerra nel mondo”?

    Noi siamo Chiesa introduce poi un’altra osservazione puntuale, dopo aver rilevato che nella Bolla di indizione “il Giubileo viene indicato come un possibile fondamento del dialogo interreligioso”. Ma non vi si parla di “occasione di incontro ecumenico”. Rileva qui il movimento: “Ci sembra che abbia fatto ostacolo a questo allargamento lo stretto legame che nella storia ha abbinato la pratica del Giubileo a quello delle indulgenze, causa prima della rottura di Lutero. Di qui, una prudenza comprensibile, ma che deve essere superata”.

    Emerge poi un’altra preoccupazione “seria”: “La possibile generalizzata deriva, senza correzioni, verso le forme di pietismo che caratterizzano molti aspetti della religiosità popolare ritenuti propri del Giubileo (pellegrinaggi, indulgenze, porta santa…)”. Qual è il “rischio”? Se tali aspetti “non saranno interconnessi col messaggio biblico e con la consapevolezza della dimensione pubblica, collettiva del peccato, si rischia un Giubileo di conservazione del modo tradizionale di vivere nella Chiesa piuttosto senza il vento nuovo dello Spirito che aspettiamo”. Qui Noi siamo Chiesa propone di “organizzare il Venerdì Santo riti collettivi di perdono e di misericordia (che sostituiscano la confessione individuale) legati da una parte al vissuto del Popolo di Dio presente al rito, dall’altra alla situazione e ai problemi del mondo”. Se abbiamo ben capito si tratterebbe sostanzialmente di chiedere perdono collettivamente da cristiani per quelle che sono ritenute le colpe dell’Occidente nei confronti del Terzo Mondo. Altra proposta: “Riprendere seriamente la campagna per l’annullamento del debito dei Paesi poveri”.

    L’ultima riflessione di Noi siamo Chiesa riguarda la questione delle ‘indulgenze’. Osserva ilmovimento che “nella Bolla di papa Francesco si parla di ‘indulgenza’ e non di ‘indulgenze’ e non si parla più di ‘remissione della pena temporale dei peccati’ “. Constata Noi siamo Chiesa: “Possiamo dire, con tutta tranquillità, che siamo di fronte a una vera e propria svolta nei confronti della dottrina tradizionale e di quanto ha capito e ha vissuto fino ad ora il cattolico di normale sensibilità e appartenenza ecclesiale”. E’ vero che “pochi se ne sono accorti, ma siamo di fronte ad una rottura rispetto al passato come ce ne sono state altre nella storia della Chiesa. Essa ci pare di buon auspicio per il dialogo positivo che nel 2017 dovremo avere con le sorelle e i fratelli evangelici, a 500 anni dall’inizio della Riforma”.

    Conclusione attesa di Noi siamo Chiesa: “Ci sono le premesse per un atteggiamento fiducioso e di coinvolgimento in questo Giubileo per vederne e viverne lo spirito, ignorandone e contrastandone tutti gli aspetti solo rituali”.

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