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    CUBA: LIBERTA' RELIGIOSA? DI LA' DA VENIRE

    CUBA: LIBERTA’ RELIGIOSA? DI LA’ DA VENIRE – di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 17 dicembre 2017

    Gravemente deficitaria la libertà religiosa a Cuba nel periodo 2014-2017 come emerge dal rapporto dell’Istituto cubano Patmos, richiesto dal Consiglio dei Diritti umani dell’ONU in relazione alla Revisione periodica dello stato dei diritti umani a livello mondiale e inoltrato nei giorni scorsi alle Nazioni Unite. Ne riferiamo oggi, a tre anni dall’annunciato ‘disgelo’ dei rapporti diplomatici tra Cuba e USA, propiziato dalla forte volontà di papa Francesco.

    Il 17 dicembre 2014 accadde qualcosa di importante nella storia dei rapporti internazionali. Quasi contemporaneamente, prima Obama poi Raul Castro comunicarono ai loro cittadini il ristabilimento dei rapporti diplomatici tra Stati Uniti e Cuba. In particolare Obama annunciò la riapertura delle ambasciate a L’Avana e Washington (fino ad allora era la Svizzera l’intermediaria a livello diplomatico), l’eliminazione di Cuba dalla lista degli Stati pro-terrorismo, l’allentamento delle restrizioni sui viaggi nell’isola, l’impegno a favorire un’informazione più libera sull’isola. “Non mi illudo che la società civile cubana possa ottenere le libertà minime dall’oggi al domani”, aveva riconosciuto Obama, “ma sono fiducioso per il futuro e chiediamo al governo cubano un impegno deciso per la tutela dei diritti civili dei suoi cittadini”. Un discorso che si era chiuso con un “Todos somos americanos“.

    Da parte sua poco dopo, in un discorso radiotelevisivo alla Nazione, Raul Castro aveva annunciato anche lui il ‘disgelo’, frutto di un dialogo al livello più alto”, tanto che “si è potuto progredire nella soluzione di alcuni temi di interesse per le due nazioni”. Raul Castro aveva espresso “rispetto e riconoscimento” per Obama e concesso il ristabilimento delle relazioni diplomatiche. “Proponiamo al governo degli Stati Uniti – aveva evidenziato poi Raul Castro – di adottare misure per migliorare il clima bilaterale e progredire fino alla normalizzazione delle relazioni tra i nostri due Paesi, basati sui principi del Diritto internazionale e sulla Carta delle Nazioni Unite”.

    Sia Obama che Raul Castro avevano ringraziato nell’occasione papa Francesco, che aveva dato un forte impulso alla mediazione, attraverso il cardinale Ortega y Alamino e la Segreteria di Stato vaticana.

    Che cosa è successo a Cuba da tre anni a oggi per quanto riguarda la garanzia della libertà religiosa? Si legge – a proposito dell’isola caraibica - nel “Rapporto 2016 sulla libertà religiosa nel mondo” curato dall’Aiuto alla Chiesa che soffre: “Nonostante persistano molti problemi, in special modo per le comunità religiose non cattoliche, vi sono speranze che la promozione e la protezione del diritto fondamentale alla libertà religiosa continuino dal momento che Cuba sembra essere entrata in una nuova e diversa fase delle proprie relazioni internazionali e che sono state introdotte nuove regole riguardanti la registrazione delle comunità religiose”.

    E’ noto che nel 2016 si è dato avvio a una fase di consultazioni tra le delegazioni dell’episcopato cubano e quella governativa per analizzare come possano evolvere positivamente dal punto di vista giuridico i rapporti tra Stato e Chiesa cattolica, nella prospettiva di un eventuale concordato. Se è vero ad esempio che sono riconosciute la Settimana Santa, il Natale e la festa della Vergine della Carità del Cobre, grandi difficoltà persistono nell’accesso ai media statali al di fuori delle feste citate.

    Ci sono poi stati il viaggio di papa Francesco a Cuba nel settembre del 2015 (in cui il Papa ha ostentatamente ignorato i dissidenti cubani in nome della ‘Realpolitik’) e l’incontro storico dello stesso con il patriarca Kirill all’aeroporto di L’Avana nel febbraio 2016.

     

    IL RECENTISSIMO RAPPORTO DELL’ISTITUTO CUBANO PATMOS SULLA LIBERTA’ RELIGIOSA A CUBA 2014-2017

    Abbiamo avuto l’occasione di leggere il recentissimo rapporto che l’Istituto cubano Patmos - di ispirazione battista, fondato nel 2013 a Tahuayabon - ha inviato su richiesta al Consiglio dei diritti umani dell’ONU in vista della revisione periodica dello stato dei diritti umani nel mondo. L’Istituto Patmos “promuove a Cuba una cultura del dialogo attraverso conferenze, mostre,  laboratori, concerti che coinvolgano massicciamente i cittadini”. Gli obiettivi? “Il dialogo interreligioso, l’incidenza politica, il monitoraggio e la difesa delle libertà religiose, l’educazione ai diritti umani fondamentali”.

    Tra i membri dell’Istituto il pastore battista Mario Felix Lleonart, che dall’anno scorso è esule nel Maryland e vorrebbe comunque riuscire a tornare sporadicamente sull’isola. Tra i maggiori esponenti dell’Istituto Dagoberto Valdés Hernández, giornalista e attivista cattolico cubano, già membro del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace.

    Ecco una sintesi del rapporto, che riguarda gli anni 2014-2017.

    . La popolazione di Cuba si aggira secondo le stime attorno a 11 milioni e mezzo di abitanti: il 35% sono cattolici, il 30% professano religioni afrocubane e spiritismo, il 20% si definiscono atei, il 10% protestanti, il restante 5% sono testimoni di Geova, musulmani (15.000), ebrei (1400), mormoni.

    . L’Ufficio degli Affari religiosi (OAAR in spagnolo) si occupa anche di inviare delegazioni ufficiali all’estero “che si presentano come garanti delle libertà religiose nell’isola quando invece sono responsabili del contrario”. Di tal genere ad esempio la delegazione che nel maggio 2017 si trattenne a New York probabilmente per allacciare contatti con Ahmed Shaheed , relatore dell’ONU per la libertà di religione e di credo.

    . A Cuba non esiste ancora una legge sulla libertà religiosa e non ci sono segnali che  ciò possa accadere a breve.

    . Nessuna tra le proprietà religiose confiscate durante gli anni della persecuzione aperta è stata restituita tra il 2014 e il 2017 e nessuno è stato indennizzato. Anzi cinque proprietà religiose nella parte orientale dell’isola sono state demolite.

    . A eccezione dei venti minuti concessi ogni prima domenica del mese al programma radio “Il Vangelo in marcia” (alle 8 di mattina, con replica alle 10 di sera), non è stato reso disponibile nessun altro spazio radio o televisivo ( di monopolio statale) a trasmissioni religiose.

    . L’educazione resta al 100% monopolizzata dallo Stato.

    . Diverse le espulsioni per motivi politici o religiosi dalle università (con un aumento nel 2017). Tra gli altri sono stati espulsi i professori Gustavo Perez Silveiro, Luis Alberto Perez Castro, Dalila e Leonardo Rodriguez Gonzalez, come gli studenti Karla Perez Gonzalez, Victor Manuel Lopez Sanchez, Felix Yuniel Llerena Lopez.

    . Bisogna anche evidenziare la violenza ricorrente usata con le “Damas de Blanco”, cui si impedisce di assistere alla messa domenicale da 117 domeniche. Si è anche impedito a diverse esponenti del gruppo di espatriare per incontri internazionali.

    . Sorveglianza e minacce continue  per il “Centro de Estudios Convivencia” diretto dal laico cattolico Dagoberto Valdés Hernández.

    . Imprigionato dal novembre 2016 il laico cattolico Eduardo Cardet Concepcion,  leader del Movimiento Cristiano Liberacion fondato da Oswaldo Payà.  Che, come abbiamo più volte riferito in questo stesso blog, è morto in un incidente molto sospetto nel luglio 2012: dalla primavera 2013 la moglie e la figlia Rosa Maria sono espatriate a Miami. Rosa Maria ritorna (sempre sorvegliata) a Cuba un paio di giorni al mese, è impegnata con il movimento Cuba decide per l’organizzazione di un plebiscito sull’isola e anima anche una rete di giovani democratici latino-americani.

    . Lo stesso Istituto Patmos è oggetto di sorveglianza e minacce continue. Ad esempio Leonardo Rodriguez, ccordinatore oltre che fondatore dell’Istituto, è stato anche incarcerato. Le rappresaglie hanno coinvolto pure la sua famiglia. 

    . In conclusione il Rapporto chiede nelle “Raccomandazioni” di armonizzare leggi e prassi alla normativa internazionale dei diritti umani. In particolare bisogna “aprire gli spazi” per istituzioni e persone credenti, eliminare tutte le differenze legislative di  carattere anti-religioso, riconoscere legalmente e istituzionalmente il diritto al’obiezione di coscienza, restituire le proprietà confiscate oppure indennizzarne i proprietari (istituti religiosi) conformemente all’articolo 17 della Dichiarazione universale dei Diritti dell’Uomo.

    P.S. Chi vuole approfondire l'argomento ( e anche l'attività dell'Istituto cubano Patmos) può cliccare su www.cubanoconfesante.com, il blog del pastore battista Mario Felix Lleonart.

     

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