GAZA/PAROLIN – GIULIO CESARE/VALDITARA, COSTITUZIONE – SANT’IPPOLITO – di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 8 ottobre 2025
Una poderosa intervista del card. Pietro Parolin ai media vaticani a due anni dal massacro di Hamas del 7 ottobre 2023. Al Liceo Giulio Cesare di Roma una mattinata sulla Costituzione italiana, con il presidente della Corte Giovanni Amoroso e il ministro Giuseppe Valditara (che ha evidenziato la centralità della persona nella Legge fondamentale) – A Sant’Ippolito benedizione delle icone absidali con il card. Enrico Feroci – Ricca galleria fotografica a fine articolo.
CARD. PIETRO PAROLIN, SEGRETARIO DI STATO/DALL’INTERVISTA AI MEDIA VATICANI SU 7 OTTOBRE E GAZA, 6 ottobre 2025 (a cura di Andrea Tornielli e Roberto Paglialonga)
INACCETTABILE RIDURRE LE PERSONE A DANNI COLLATERALI (titolo significativo apposto da Vatican News ) – ANTISEMITISMO CRESCENTE E SPIRALE DI ODIO - E’ LECITO FORNIRE ARMI USATE CONTRO LA POPOLAZIONE CIVILE? – MANIFESTAZIONI PER LA PACE: I CRISTIANI NON SI RINCHIUDONO NELLE SACRESTIE – LO STATO PALESTINESE DEVE NASCERE
. (7 ottobre 2023, Hamas) L’attacco terroristico perpetrato da Hamas e da altre milizia (…) è stato disumano ed è ingiustificabile. La brutale violenza perpetrata nei confronti di bambini, donne, giovani, anziani, non può avere alcuna giustificazione. (…) La Santa Sede ha espresso immediatamente la sua totale e ferma condanna (…)
. (ostaggi) Sono purtroppo passati già due anni, alcuni di loro sono m orti, altri sono stati rilasciati dopo lunghe trattative. Mi colpiscono profondamente e mi addolorano le immagini di queste persone tenute prigioniere nel tunnel e ridotte alla fame. Non possiamo né dobbiamo dimenticarci di loto (…)
. (legittima difesa e proporzionalità) È diritto di chi è attaccato difendersi, ma anche la legittima difesa deve rispettare il parametro della proporzionalità. Purtroppo, la guerra che ne è scaturita ha avuto conseguenze disastrose e disumane… Mi colpisce e mi affligge il conteggio quotidiano dei morti in Palestina, decine, anzi a volte centinaia al giorno, tantissimi bambini la cui unica colpa sembra essere quella di essere nati lì: rischiamo di assuefarci a questa carneficina! Persone uccise mentre cercavano di raggiungere un tozzo di pane, persone rimaste sepolte sotto le macerie delle loro case, persone bombardate negli ospedali, nelle tendopoli, sfollati costretti a spostarsi da una parte all’altra di quel territorio angusto e sovrappopolato… È inaccettabile e ingiustificabile ridurre le persone umane a mere “vittime collaterali”.
. (crescita degli episodi di antisemitismo) Sono una triste e altrettanto ingiustificata conseguenza: viviamo di fake news, della semplificazione della realtà. E ciò porta chi si alimenta di queste cose ad attribuire agli ebrei in quanto tali la responsabilità per ciò che accade oggi a Gaza. Lo sappiamo che non è così: ci sono anche tante voci di forte dissenso che si levano dal mondo ebraico contro la modalità con cui l’attuale governo israeliano ha operato e sta operando a Gaza e nel resto della Palestina dove – non dimentichiamolo – l’espansionismo spesso violento dei coloni vuole rendere impossibile la nascita di uno Stato Palestinese. (…) Non possiamo dimenticarci di quanto è accaduto nel cuore nel cuore dell’Europa con la Shoah, dobbiamo impegnarci con tutte le nostre forze perché questo male non rialzi la testa. Dobbiamo al tempo stesso fare in modo che mai siano giustificati atti di disumanità e di violazione del diritto umanitario: nessun ebreo deve essere attaccato o discriminato in quanto ebreo, nessun palestinese per il fatto di essere tale deve essere attaccato o discriminato perché – come purtroppo si sente dire – “potenziale terrorista”. La perversa catena dell’odio è destinata a generare una spirale che non può portare nulla di buono. Spiace vedere che non si riesca a imparare dalla storia, anche recente, che resta maestra di vita.
. (a Gaza situazione insostenibile) Sembra evidente che la guerra perpetrata dall’esercito israeliano per sconfiggere i miliziani di Hamas non tiene conto che ha davanti una popolazione per lo più inerme e ridotta allo stremo delle forze, in un’area disseminata di case e di palazzi rasi al suolo: basta vedere le immagini aeree per rendersi conto di che cosa sia Gaza oggi. Mi sembra altrettanto evidente che la comunità internazionale risulti purtroppo impotente e che i Paesi in grado di influire veramente fino ad oggi non l’abbiano fatto per fermare la carneficina in atto.
. (comunità internazionale e fornitura di armi) Certamente ( la comunità internazionale) può fare molto di più rispetto a ciò che sta facendo. Non basta dire che è inaccettabile quanto avviene e poi continuare a permettere che avvenga. C’è da porsi delle serie domande sulla liceità, ad esempio, del continuare a fornire armi che vengono usate a discapito della popolazione civile. Purtroppo, lo abbiamo visto, finora le Nazioni Unite non sono state in grado di fermare quanto sta accadendo. Ma ci sono attori internazionali che sarebbero invece in grado di influire maggiormente per porre fine a questa tragedia e occorre trovare una strada per dare alle Nazioni Unite un ruolo più efficace nel porre fine alle tante guerre fratricide in corso nel mondo.
. (manifestazioni di piazza “contro le politiche di guerra del governo israeliano e in favore della pace”) Anche se a volte queste iniziative, a causa delle violenze di pochi facinorosi, rischiano di far passare a livello mediatico un messaggio sbagliato, mi colpisce positivamente la partecipazione alle manifestazioni, e l’impegno di tanti giovani. È il segno che non siamo condannati all’indifferenza. Dobbiamo prendere sul serio quel desiderio di pace, quel desiderio di impegno… Ne va del nostro futuro, ne va del futuro del nostro mondo.
. (pregare e non scendere in piazza?) Sono un battezzato, sono un credente, sono un prete: per me la preghiera incessante davanti a Dio perché ci assista, ci aiuti e intervenga per porre fine a tutto ciò sostenendo gli sforzi delle donne e degli uomini di buona volontà è essenziale, quotidiana, fondamentale. (…) Ma vorrei anche ricordare che la fede cristiana o è incarnata o non è… (…) Pensare che il nostro ruolo, come cristiani, sia quello di rinchiuderci nelle sacrestie, lo trovo profondamente sbagliato. La preghiera chiama anche ad un impegno, a una testimonianza, a scelte concrete.
. (riconoscimento Stato di Palestina) Guardiamo con soddisfazione al fatto che diversi Paesi del mondo abbiano riconosciuto lo Stato di Palestina. Ma non possiamo non notare con preoccupazione che le dichiarazioni e le decisioni israeliane vanno in una direzione opposta e, cioè, intendono impedire per sempre la possibile nascita di un vero e proprio Stato palestinese. Questa soluzione – la nascita di uno Stato palestinese – dopo quanto avvenuto negli ultimi due anni mi sembra ancora di più valida. È la via, quella dei due popoli in due Stati, che la Santa Sede ha perseguito fin dall’inizio. Le sorti dei due popoli e dei due Stati sono interconnesse
. L’intervista ha suscitato la reazione dell’ambasciata di Israele presso la Santa Sede, che il 7 ottobre 2025 ha emanato la Nota seguente: “La recente intervista al Cardinale Parolin, sebbene sicuramente ben intenzionata, rischia di minare gli sforzi per porre fine alla guerra a Gaza e contrastare il crescente antisemitismo. Si concentra sulla critica a Israele, trascurando il continuo rifiuto di Hamas di rilasciare gli ostaggi o di porre fine alla violenza. Ciò che più preoccupa è l’uso problematico dell’equivalenza morale laddove non è pertinente”. Dalla Nota, a ben leggere, traspare l’accusa velata a Parolin di fomentare, pur involontariamente, l’antisemitismo. Grottesco.
. Papa Leone XIV, nell’ormai consueto scambio di opinione con i giornalisti all’uscita da Villa Barberini a Castelgandolfo (su tale modalità comunicativa non mancano le riserve, come abbiamo già evidenziato – vedi https://www.rossoporpora.org/rubriche/vaticano/1252-leone-xiv-gaza-e-nato-vescovi-cei-aree-interne-da-rivitalizzare.html ) ha difeso Parolin: “Il cardinale ha espresso molto bene l’opinione della Santa Sede. Sono stati due anni molto dolorosi (NdR: il riferimento è al massacro di Hamas del 7 ottobre 2023). Con un atto terroristico con 1200 morti: davvero bisogna pensare a quanto odio esiste nel mondo e a che possiamo fare. Poi tanti palestinesi, si parla di 67mila uccisi: di quanta violenza e di quanto odio è capace l’uomo”.
LICEO CLASSICO GIULIO CESARE DI ROMA: PER GLI STUDENTI DEL TERZO ANNO UNA MATTINATA SULLA COSTITUZIONE CON IL PRESIDENTE DELLA CORTE AMOROSO E IL MINISTRO VALDITARA
I giorni erano effervescenti di passione (non solo comprensibile, ma giusta) in tante piazze italiane e dunque si poteva temere che non tutto filasse liscio. Invece no, la mattinata sulla Costituzione italiana di giovedì 2 ottobre al liceo Giulio Cesare di Roma - caratterizzata dalla presenza tra gli altri del presidente della Corte Costituzionale Giovanni Amoroso e del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara – ha permesso agli studenti di terza (anno della maturità) di riflettere con calma e compartecipazione sull’importanza della Legge fondamentale della Repubblica nella concretezza della vita quotidiana.
L’occasione è stata offerta dalla Corte Costituzionale che proprio dal Giulio Cesare (un liceo di cui www.rossoporpora.org si è occupata in tante occasioni) ha voluto incominciasse il ‘Viaggio in Italia 2025-2027’ dei giudici costituzionali in alcune scuole secondarie di secondo grado. E’ così che il presidente Giovanni Amoroso, insieme con il ministro Giuseppe Valditara (partner dell’iniziativa) e con il direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale Anna Paola Sabatini, ha potuto rendersi conto di alcune attività dell’istituto, tenere in Aula Magna la lectio magistralis su ‘Come nasce la Costituzione’, rispondere a una serie di domande da parte degli studenti.
Inizialmente Amoroso, Valditara e Sabatini, accompagnati dalla preside Paola Senesi, hanno ascoltato con attenzione - all’interno del Museo diffuso interattivo – alcuni studenti che hanno presentato i pezzi pregiati dell’esposizione permanente, illustrato la mostra “Il Giulio in scena” (nel sessantesimo del Laboratorio teatrale del liceo) e l’esposizione “Rident aequora ponti”. Lasciato il Museo, gli ospiti hanno sostato nel Bibliopoint Beatrice Costanzo, dove altri studenti hanno evidenziato il valore della biblioteca anche per il territorio; in Presidenza alcuni ex-alunni hanno presentato i tesori (cinquecentine) del fondo librario della scuola; ammirati pure gli affreschi (tra l’altro con Enrico de Nicola, Falcone e Borsellino, Dante Alighieri) che impreziosiscono la sala dedicata al magistrato ed ex-alunno Vittorio Occorsio.
In Aula Magna, ad attendere il presidente della Consulta e il ministro dell’Istruzione e del Merito, c’erano gli studenti del terzo anno, oltre a cinque giudici costituzionali (di cui due ex-allievi del ‘Giulio’). Molto suggestiva l’esecuzione dell’Inno di Mameli da parte della solista Livia Liberati, del pianista Federico Raganato e del chitarrista Giovanni Millarelli.
SALUTI ISTITUZIONALI: PAOLA SENESI (DOMANDE SULLA COSTITUZIONE), ANNA PAOLA SABATINI ( EMOZIONI DA RISVEGLIARE)
Paola Senesi, preside del Giulio Cesare, ripercorse le tappe fondamentali dell’approvazione della Costituzione repubblicana ed evidenziati i suoi contenuti principali, ha così proseguito: “Tante le domande che sorgono oggi a proposito della Costituzione. In primo luogo: ci sono sue parti che non hanno trovato fin qui applicazione in leggi ad hoc ? Poi: quanto riscontro nella realtà quotidiana trovano in particolare alcuni articoli, a cominciare dall’art. 1, che così recita nel primo capoverso: ‘L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro’ e nel secondo: ‘La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”? Ancora: ci sono articoli, non esclusi alcuni dei primi dodici, che – da chi è delegato a farlo – sono interpretati a volte in modo sostanzialmente dissonante dal testo della nostra Legge fondamentale? In tempi in cui a livello internazionale sembra che il diritto (quello espresso da trattati e convenzioni e accordi multilaterali) venga negato de facto da taluni, non ci si può meravigliare che certe domande si pongano anche a livello nazionale dei singoli Stati”.
Anna Paola Sabatini, direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale per il Lazio, ha rilevato come l’occasione fosse ghiotta per poter avere un contatto diretto con le istituzioni, i cui rappresentanti erano presenti fisicamente nell’Aula Magna: “Sono convinta – ha detto rivolgendosi agli studenti - che proprio questa presenza vi possa spingere a capire che oggi non sarete oggetto di una lezione di Costituzione, ma vivrete un esercizio di cittadinanza che vi faccia sentire dal di dentro quanto valore abbia la nostra Legge fondamentale, depositaria dei valori più alti del nostro Paese. Emozionatevi davanti a queste bandiere, recuperate quella tensione ideale che erano nel cuore dei nostri Costituenti”.
L’INTERVENTO DI GIUSEPPE VALDITARA: COSTITUZIONE FONDATA SULLA CENTRALITA’ DELLA PERSONA – IL VALORE DELLA FAMIGLIA E DELLA PACE
Giuseppe Valditara, ministro dell’Istruzione e del Merito, si è subito chiesto quale sia “l’elemento caratterizzante, il nucleo fondante” della Costituzione repubblicana. E’ la “centralità della persona”. Come sosteneva Giorgio La Pira che, durante il dibattito nell’Assemblea Costituente offrì ai colleghi una riflessione “di straordinaria importanza” su un tema fondamentale: qual è la differenza principale tra uno Stato totalitario e una Repubblica democratica? Nello Stato totalitario la persona è al servizio dello Stato e dell’ideologia, nella Repubblica democratica è invece la Repubblica al servizio della persona. Tale constatazione di La Pira (che era docente di diritto romano, poi celebre sindaco di Firenze, uomo di pace) affonda le sue radici, ha ricordato Valditara, nella concezione di ‘persona’ Le origini remote di tale concezione si ritrovano proprio nel diritto romano: per il giurista Ulpiano (170-228) tutti nascono liberi per diritto naturale e dunque la schiavitù è inconcepibile. E’ certo che - ha qui osservato il ministro - la pratica era diversa; tuttavia “non è un caso che la civiltà romana sia stata l’unica a prevedere non solo la possibilità della liberazione dello schiavo, ma anche che potesse assurgere automaticamente alle cariche più alte dello Stato”. E’ su tale visione che si innesta il Cristianesimo con il suo personalismo. Per il cattolico La Pira la persona “è l’individuo capace di amare, di essere al centro di relazioni sociali, non l’individuo che vive isolato nella foresta del suo egoismo”.
La Legge fondamentale della Repubblica italiana lancia “uno straordinario messaggio” anche alla “scuola costituzionale” il cui cardine è proprio il rispetto della persona: dobbiamo essere consapevoli che “nessuna persona può essere offesa, insultata, minacciata, aggredita”. In tale contesto si inserisce anche la valorizzazione costituzionale della famiglia (“considerata addirittura come comunità naturale all’articolo 29”), che è “il luogo dove nasce, cresce, si sviluppa la persona”, una comunità “che viene prima dello Stato in favore del quale essa ha rinunciato a una parte della propria sovranità”.
Non si può dimenticare infine che nella Costituzione italiana emerge un altro valore forte, quello della pace, che – come diceva Agostino (“per alcuni sant’Agostino”) – non è soltanto assenza di guerra, “ma predisposizione dell’animo verso l’altro che non può essere considerato mai (e qui Valditara ha evidenziato vocalmente il ‘mai’) un nemico”. Lo deve capire anche la politica: pur nella legittimità della durezza del confronto, l’avversario non può mai essere indicato come nemico.
LA ‘LECTIO MAGISTRALIS’ DI GIOVANNI AMOROSO
Giovanni Amoroso, presidente della Corte Costituzionale, ha, in una lectio di taglio storico, rievocato il percorso che poi portò il 22 dicembre 1947 all’approvazione della Costituzione italiana. Una Legge fondamentale che rispondeva “all’esigenza pressante di rifondazione democratica dell’ordinamento sulla base di una carta voluta dal popolo e non già concessa dall’alto”. Questa una differenza cruciale con quello Statuto albertino che non era riuscito a impedire la nascita dello Stato fascista. Il percorso per una nuova Costituzione incomincia già il 25 luglio 1943, con il governo Badoglio che il 2 agosto successivo abrogò la Camera fascista delle Corporazioni e con la ‘svolta di Salerno’ (aprile del 1944, accordo tra partiti antifascisti, monarchia e Badoglio) che ‘congelò’ la questione istituzionale rimandando la sua definizione a guerra finita. Così accadde. Si decise di procedere con l’elezione di un’Assemblea Costituente e agli inizi del 1946 con due decreti legislativi si introdusse il suffragio universale (dunque il voto anche alle donne) e si decise di chiedere al popolo di scegliere tra la forma repubblica e quella monarchica. Il 2 giugno 1946 si votò (nel contempo furono eletti i 556 deputati dell’Assemblea Costituente) e il responso, proclamato tra mille polemiche ufficialmente il 21 giugno dalla Cassazione (numerosissimi i ricorsi), fu a favore della Repubblica (preferita da 12 milioni di italiani contro 10 per la Monarchia). Incominciarono i lavori dell’Assemblea Costituente che, ha rilevato Amoroso, “in tempi rapidi, un anno e mezzo, è riuscita a costruire una Carta costituzionale nuova, che superava completamente lo Statuto albertino”. Due i punti fondamentali: il carattere ‘rigido’ (poteva essere modificata solo con una procedura complessa) e ‘un sistema di controllo di costituzionalità” (sugli atti legislativi del Parlamento).
LE DOMANDE DEGLI STUDENTI
Dopo la proiezione di un video elaborato da alcuni studenti e dal titolo “La Costituzione del futuro: l’impegno delle nuove generazioni”, il presidente Amoroso ha risposto a dodici domande. Una sintesi. Come far sì che i giovani apprezzino maggiormente la Carta costituzionale? La Costituzione non andrebbe aggiornata su temi come l’ambiente e la digitalizzazione? E’ vero che la Costituzione italiana è “la più bella del mondo”? ( “E’ ben scritta, contiene principi fondamentali, fa precedere diritti e doveri del cittadino all’ordinamento dello Stato al contrario di quella statunitense, ha funzionato e ha regolato in quasi ottant’anni la convivenza civile”). E’ opportuno aumentare le firme per il referendum abrogativo? E’ opportuno mantenere un quorum? Come conciliare tutela dell’ambiente, salvaguardia dei diritti delle future generazioni e sviluppo dell’economia? Quali sono i limiti della procedura di revisione costituzionale? Quali i condizionamenti che vengono dalla normativa dell’Unione europea? (“Ci sono risvolti ‘europei’ in quasi tutte le sentenze della Corte Costituzionale. Abbiamo un destino comune”) Si possono modificare termini utilizzati, come la parola ‘razza’ nell’articolo 3? (“Parlare di razza non è più politicamente corretto, però il principio di uguaglianza è un architrave della Costituzione”). L’art. 21 (libertà di manifestazione del pensiero, orale o scritto) è effettivamente applicato in Italia? (“L’art. 21 ha portato alla pluralità dell’informazione. E’ un diritto fondamentale da tenerci stretto”). Come evitare la ‘fuga dei cervelli’? Come è realizzato il diritto all’istruzione?
A SANT’IPPOLITO BENEDETTE LE NUOVE ICONE ABSIDALI – L’OMELIA DEL CARD. ENRICO FEROCI
Serata si può ben dire speciale quella vissuta sabato 4 ottobre 2025, festa di san Francesco, dalla parrocchia romana di Sant’Ippolito Martire, che anche in quest’ultima occasione si è confermata essere una comunità molto attiva e frequentata da un popolo intergenerazionale, in cui spicca il segmento giovanile. Sarebbe bello poter dire questo di tutte le parrocchie; purtroppo la realtà è assai diversa, caratterizzata com’è da una secolarizzazione galoppante che induce non solo all’indifferenza ma alimenta anche un’ostilità non più latente e ormai assai diffusa in tutto l’Occidente.
L’occasione era veramente inconsueta: la parrocchia ha festeggiato l’anniversario della Dedicazione (1934) e nel contempo sono stati benedetti i nuovi mosaici absidali, frutto fecondo della perizia del Gruppo di mosaicisti di Ravenna. Il mosaico, è stato detto, è fatto di tessere diverse e rappresenta la comunità; ognuno, con i propri colori e stagioni di vita, contribuisce all’armonia comune, ricordandoci la grazia e la bellezza dello stare insieme. Le foto pubblicate nella galleria a fine articolo ci pare ribadiscano che lo splendore artistico può indurre emozioni e riflessioni che ci portano in alto, laddove regna la Luce.
Il trittico di icone valorizza il disegno di salvezza di Dio, realizzato nella Pasqua del Figlio, come è stato detto nella monizione dal parroco don Manlio Asta. La prima riguarda l’istituzione dell’Eucaristia (Coena Domini), la seconda la Crocifissione (Crucifixio), la terza la discesa agli Inferi e la Resurrezione nella gloria del Padre (Resurrectio). Doveroso ricordare gli artefici dell’opera: l’iconografo Giancarlo Pellegrini, il mosaicista Marco Santi, il progettista della struttura per il mosaico centrale Giovanni Bigoli e i loro collaboratori.
Dopo aver ricordato l’anniversario della Dedicazione della chiesa (con aspersione dell’acqua) il celebrante cardinale Enrico Feroci – già parroco della stessa Sant’Ippolito dal 2004 al 2009 – nell’omelia si è ricollegato alle due letture e al Vangelo di Giovanni 2, 13-22 in cui si parla del luogo sacro, del tempio per gli ebrei, della ricostruzione in tre giorni del Tempio di Salomone. L’ha fatto riandando a un momento della vita di don Tonino Bello, vescovo di Molfetta (attivissimo nel movimento Pax Christi, morto cinquantottenne nel 1993 e in via di beatificazione). A Molfetta si desiderava che la chiesa di Santa Maria ad Martyres (con le reliquie portate dai Crociati dalla Terrasanta) diventasse basilica; papa Giovanni Paolo II acconsentì e la chiesa ricevette il titolo di ‘basilica minore’. Al momento del rito, un ragazzino interruppe il vescovo chiedendogli: “Ma perché minore e non maggiore?”. Rievocando l’episodio il card. Feroci ha osservato che don Tonino ebbe allora un guizzo di genialità. Chiamò il ragazzino accanto a sé e con la mano battè sulla parete della chiesa: “Questa è una basilica minore, poiché quella maggiore – e pose la mano sulla testa del ragazzino – sei tu, siamo tutti noi”.
Ancora il card. Feroci ha evidenziato il valore delle icone, simbolo teologico, riflessione della Luce divina, con lo sfondo dorato che rappresenta la gloria di Dio. I monaci ortodossi del monte Athos sono iconografi esperti e non a caso, alla fine del percorso di formazione da pittori delle icone, chiedono ai maturandi di dipingere l’immagine della Trasfigurazione di Gesù. Dovranno dimostrare di essere in grado di osservare il mondo con gli occhi degli apostoli sul monte Tabor. E’ seguita da parte del porporato la benedizione delle icone, che sono state poi incensate.
Grande la presenza di popolo, sia per numeri che per compartecipazione; suggestivi i canti del coro diretto da Martina Bianchi. Alla fine un affollato e gioioso incontro conviviale nell’ampio cortile della parrocchia.
P.S. Nella galleria fotografica diverse foto sia della mattinata ‘costituzionale’ al liceo Giulio Cesare di Roma (foto Giulio Cesare) che del rito di benedizione delle icone a Sant’Ippolito a piazza Bologna (foto di Caterina Sgrò)














