CARD. BAGNASCO/L'ULTIMA PROLUSIONE: E' L'ORA DEL RISVEGLIO!

CARD. BAGNASCO/L’ULTIMA PROLUSIONE: E’ L’ORA DEL RISVEGLIO! – di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 23 maggio 2017

 

Il cardinale genovese si è congedato dalla presidenza della Cei con una prolusione in  cui ha evidenziato i temi che hanno caratterizzato in modo particolare la sua decennale presidenza: in primo piano la metamorfosi antropologica e l’umiliazione della famiglia, anche l’esigenza di risvegliare le coscienze assonnate( quelle di non pochi vescovi comprese). L’assemblea ha salutato in piedi, con un lungo applauso, la fine della prolusione.

 

Nel segno della continuità pastorale con la presidenza dell’ungherese Peter Erdö è stato eletto l’8 ottobre del 2016 presidente del Consiglio delle conferenze episcopali europee. Ma, dopo due mandati, ha dovuto invece lasciare la presidenza della Conferenza episcopale italiana, dove era stato posto da papa Ratzinger per gestire la difficile successione del cardinal Ruini. Oggi, martedì 23 maggio 2017, Angelo Bagnasco ha tenuto la sua ultima prolusione davanti all’assemblea dei vescovi, che – chiamati infine dal dimissionario al “risveglio della coscienza” che “nessuno potrà fermare” – si sono un po’ scossi da una certa almeno apparente apatia mostrata durante il discorso e si sono progressivamente alzati in piedi applaudendo lungamente.

Forse anche contagiati dall’emozione di cui era palesemente pervaso l’oratore, hanno reso così il giusto omaggio a un presidente che ha saputo guidare la Cei con fermezza e discrezione, mantenendola per quanto poteva (malgrado – negli ultimi tre anni – la presenza di un segretario generale imposto da Santa Marta e a dir poco sgomitante) sui retti binari della dottrina sociale della Chiesa come predicata da Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Ora però siamo nel pontificato di Francesco e dunque la Conferenza episcopale italiana è chiamata imperiosamente anche nel suo vertice ad adeguarsi al nuovo clima di una ‘misericordia’ tanto proclamata quanto spesso applicata in modo curioso.  

Della prolusione del cardinale genovese, che riassume per certi versi le prolusioni di dieci anni di presidenza, riportiamo alcuni stralci che ci sembrano molto significativi. In sintesi si può osservare che nella prolusione è emersa in più punti e con accenti forti, appassionati la questione dalla famiglia, istituto fondamentale della società mortificato dalla politica italiana che ne ha stravolto i lineamenti, l’ha maltrattata e l’ha abbandonata sul piano sociale. E’ una questione che è sempre stata cara ad Angelo Bagnasco e a chi con lui ha difeso e difende i principi non negoziabili: non poteva il cardinale - coerente con se stesso e fedele alla sua ispirazione - non porla in primo piano nella prolusione d’addio, invitando nel contempo i cattolici a risvegliarsi dal sonno in cui troppi tra loro (tonache comprese) - per pigrizia, opportunismo, servilismo acuto – sono caduti.

 

PREOCCUPATI PER LA METAMORFOSI ANTROPOLOGICA

. Il bene e lo sviluppo integrale delle persone ci hanno portato ad essere sempre attenti alle dinamiche delle nostre comunità e del vivere sociale, consapevoli che il mistero di Cristo, Figlio di Dio e Redentore dell’uomo, è sorgente di quel nuovo umanesimo che l’Occidente europeo sta dimenticando; al suo posto emerge un individuo sciolto da legami, apolide, senza casa né patria, illusoriamente libero, in realtà prigioniero delle proprie solitudini. Come non rimanere preoccupati a fronte dello scioglimento delle relazioni in famiglia, nel lavoro, nei corpi intermedi, nella società e perfino nelle comunità cristiane? 

. Insieme con tutti gli episcopati d’Europa, riteniamo sempre più grave la metamorfosi antropologica. (…) Una società disaggregata, fatta di punti isolati, è debole, indifesa di fronte alle logiche del mercato selvaggio e del profitto fine a se stesso.

 

POPULISMO SUPERFICIALE, MA NASCE DA DISAGI REALI E A VOLTE GRAVI

. L’altra faccia della medaglia mostra in tutto il Continente europeo la presenza di un marcato populismo, che – mentre afferma di voler semplificare problemi complessi e di promuovere nuove forme di partecipazione (NdR: è forse un accenno diretto a Grillo e al movimento pentastellato?) – si rivela superficiale nell’analisi come nella proposta, interprete di una democrazia solo apparente (NdR: bis per Grillo?). Ci si chiede, pertanto, se serva veramente la gente oppure se se ne voglia servire; se intenda veramente affrontare i problemi o non piuttosto usarli per affermarsi. Con questo, il populismo non può essere snobbato con sufficienza: va considerato con intelligenza, se non altro perché raccoglie sentimenti diffusi che non nascono sempre da preconcetti, ma da disagi reali e, a volte, pure gravi.

. Basterebbe, a questo proposito, accennare – e l’abbiamo fatto infinite volte – alla caduta libera della demografia: non è possibile che le politiche familiari siano sempre nel segno di piccoli rimedi, quando sono necessarie cure radicali (NdR: la critica all’inazione dei politici in questo campo – malgrado qualche annuncio ‘spot’ - è amara e dura). E che dire del dramma della disoccupazione? Il compito di mantenere le nostre aziende e di crearne di nuove è certamente di molti. Ma la politica in solido ha la responsabilità primaria non delegabile di creare le condizioni di possibilità e di incentivare in ogni modo la geniale capacità dei nostri lavoratori. Non si tratta solo di assicurare stipendi, ma anche di riconoscere la dignità professionale e produttiva del nostro popolo”.

 

GIOVANI, LA CHIESA VI E’ VICINA

. Molte volte abbiamo sollecitato la politica e la società civile perché abbiano una più giusta e concreta attenzione verso di voi giovani: l’educazione integrale, l’accesso al lavoro, l’ascolto della vostra età, leggi che abbiano a cuore il futuro della società. (…) tutto questo e altro ancora ci sta a cuore. E’ voce, la nostra, che resta spesso inascoltata, proprio come quella dei profeti di un tempo, ma noi continueremo a parlare. Ricordate: la chiesa vi è vicina e vi vuole bene, vuole il vostro bene e sul suo volto – nonostante i peccati di noi uomini – fiammeggia il volto del Signore (NdR: primo applauso abbastanza sostanzioso, dopo quello dedicato nell’introduzione al ricordo del card. Nicora, uno degli artefici principali del sistema dell’8 per mille).

 

LA FAMIGLIA, TESORO BISTRATTATO E UMILIATO

. (Famiglie), Dio continua in voi il miracolo della vita, vi chiama ad una missione straordinaria : generare non solo dei corpi, ma delle persone, ecco l’educazione. Quante volte abbiamo detto che la cultura oggi disprezza la famiglia e la politica la maltratta! Come se questo nucleo, questo microcosmo, fosse vecchio e superato, e si dovesse viaggiare trionfalmente verso nuove forme, più aggiornate – si dice – più efficaci e libere. Come se le relazioni fossero una opzione, e non la via per essere veramente persone; come se i legami mortificassero la libertà, e non invece la condizione per essere veramente liberi; come se le scelte definitive fossero contrarie allo slancio vitale dell’individuo, anche nella sfera degli affetti più intimi. Ma questa smania che rincorre ogni alito di vento, che è insofferente del quotidiano e del normale, non è forse segno del vuoto interiore, del male di vivere? (NdR: ci saremmo aspettati un applauso…invece apatia diffusa nell’emiciclo)

. (Famiglie), Siate la risposta concreta e alternativa all’individualismo radicale che respiriamo, e che spinge a vivere isolati gli uni dagli altri in nome di una autonomia che ci distrugge. Quante volte abbiamo messo in guardia della derive antropologiche: esse, in nome dell’uomo, lo negano con costumi e leggi che sembrano rispettare la libertà, ma in fondo sono convenienti all’economia. Le famiglie – sul piano sociale – si sentono sostanzialmente abbandonate: sono urgenti politiche familiari consistenti nelle risorse e semplici nelle condizioni e nelle regole. Non sostenere la famiglia è suicida (NdR: anche qui ci saremmo aspettati un applauso, ma si vede che l’argomento non entusiasma la ‘nuova’ Cei o almeno i tanti nuovi nella Cei…)

 

PREGIUDIZI IDEOLOGICI CONTRO LA SCUOLA PARITARIA

. (Del sostegno alla famiglia) E’ parte anche il sostegno alla scuola paritaria, puntualmente messo in discussione da un pregiudizio ideologico; eppure, nella laica Europa, questi muri sono caduti, per cui si riconosce il valore culturale della scuola paritaria nell’assicurare la memoria dei nostri Paesi, come pure la stessa ricchezza che ne deriva per la libertà educativa e il pluralismo. In Italia, invece, sembra non valere nemmeno il criterio dell’investimento, che consente allo Stato di risparmiare ogni anno – al netto del contributo – ben sei miliardi di euro.

. Care famiglie, noi Vescovi vi assicuriamo di pregare e di far pregare, convinti che in cima alla preghiera cristiana oggi ci siete voi famiglie, collaboratrici del miracolo della vita, scuola di società, messaggere di una visione alta e nobile, benefica e seria della vita e della morte, del mondo e del destino (Ndr: applauso, modesto).


I POVERI E I SOFFERENTI

. La storia della Chiesa italiana è nota a tutti e si è dilatata in questi lunghi e durissimi anni di crisi perdurante. La povertà è cresciuta, il solco delle disuguaglianze è più profondo, la piaga della non occupazione è terribilmente diffusa e lacerate per i giovani, impossibilitati a fare un progetto di vita, per gli adulti, umiliati a essere inerti e a dover dipendere dai genitori o da altri. (Ndr: qui il presidente della Cei non ha fatto nessunissimo sconto ai venditori di fumo).

. (Volontariato) Va in questa direzione la campagna ‘Liberi di partire, liberi di restare’: è un segno della Chiesa italiana, perché cresca la consapevolezza delle storie dei migranti, si sperimenti un percorso di accoglienza, tutela, promozione e integrazione dei migranti che arrivano tra noi e non si dimentichi il diritto di ogni persona a vivere nella propria terra.

. Noi siamo figli di operai e non pochi hanno conosciuto disagi e ristrettezze nelle loro case. Il vostro mondo non ci è sconosciuto e per questo vi diciamo una parola con rispetto e umiltà: a voi, che soffrite nella carne preoccupazioni e pene. Il lavoro, la malattia, la fuga disperata da fame, guerra, persecuzione, la solitudine che uccide, il male di vivere, il traffico di esseri umani… e ogni forma di indigenza che connota la condizione umana, trovano eco nei nostri cuori che hanno ricevuto il sigillo del cuore di Gesù.

 

LA LEGGE SULLE DAT

. Proprio questo orizzonte (NdR: vedi sopra) ci ha fatto prendere le distanze (NdR: chissà se l’ Avvenire ha capito?) dal disegno di legge sulle Dichiarazioni anticipate di trattamento: l’abbiamo fatto a tutela del malato e dei suoi familiari e del loro rapporto con i medici, i quali non possono vedersi ridotti a meri esecutori.

 

AI SACERDOTI

.il nostro grazie (a voi) si invera anche per il generoso apostolato che si declina nella prossimità alla gente, nella fedeltà agli impegni sacerdotali, nella dedizione più forte degli anni, nell'obbedienza di fede. Voi siete così e nessuna ombra - per quanto dolorosa - di limite o di peccato, potrà offuscare o infangare questa realtà.

 

L’ORA DEL RISVEGLIO

. L’uomo occidentale appare confuso e smarrito sulla propria identità e sul suo stesso destino. Ma, dentro a questo groviglio, è presente una opportunità che – pian piano –emerge dalla coscienza distratta, si fa voce, si trasforma in attesa, diventa invocazione: è l’alba del risveglio! Ecco la grazia che deve cogliere noi come Pastori assonnati, stanchi, inerti. Sì, è l’ora del risveglio della coscienza, il risveglio dell’anima. (NdR: anche qui ci saremmo aspettati un applauso, ma…niente dai Pastori ancora de facto assonnati) La confusione, l’angoscia diffusa possono indurre a una più intensa distrazione per paura di pensare, ma possono invece condurre a risvegliarsi e porre le domande decisive sul senso della vita. il risveglio sarà a volte timido e intermittente come la rugiada che penetra, a volte improvviso e tumultuoso come un fulmine. Ma il processo è iniziato e ormai nessuno potrà fermarlo, perché l’uo0mo non può vivere a lungo senza verità. E pensare porta prima o poi a decidere, a scegliere . questa è l’opportunità, questa è l’occasione del tempo. Su questo tornante noi, ministri di Cristo, non possiamo mancare, come sentinelle del mattino, vigili e generose, pronte a indicare il nuovo giorno.

Qui il cardinale Bagnasco ha ricordato brevemente alcuni aspetti dei dieci anni di presidenza. Poi ha concluso, con voce sempre più incrinata: Noi, insieme, continueremo a dire con umile audacia: debole è la nostra voce, ma fa eco a quella dei secoli. Voi tutti, uomini che ci ascoltate: la nostra gioia è la più grande di tutte. Ha un nome…(la voce si incrina definitivamente e si spezza, scoppia l’applauso e i pastori - fin lì apparentemente assai apatici - sonnolenti si alzano in piedi). Bagnasco più non prosegue e non completa dunque la frase finale: “(la nostra gioia) Ha un nome e un volto, che riconducono alla Persona di Gesù Cristo”.

 

MARTEDI’ 30 MAGGIO 2017 PRESSO L’UNIVERSITA’ POPOLARE UPTER DI ROMA (via IV Novembre 157, ore 17.00): QUINTO DIBATTITO ACCATTOLI-RUSCONI SU PAPA FRANCESCO 

Dopo quelli al Centro Russia Ecumenica, alla Stampa Estera, presso la parrocchia di Santa Maria ai Monti,  ancora al Centro Russia ecumenica, il quinto dibattito condotto da Luigi Accattoli e Giuseppe Rusconi si terrà presso l’Università popolare di Roma (Upter)  martedì 30 maggio 2017 con inizio alle ore 17.00. Titolo scelto per il quinto incontro:  “Pro e contro papa Bergoglio: dopo i viaggi al Cairo e a Fatima”. Ingresso libero.