INTERVISTA/PABLO COLINO LASCIA LA FILARMONICA ROMANA

INTERVISTA/PABLO COLINO LASCIA LA FILARMONICA ROMANA – di GIUSEPPE RUSCONI - www.rossoporpora.org – 24 gennaio 2021

 

Nell’articolo numero 1000 di www.rossoporpora.org un’ampia intervista al Maestro Pablo Colino, che domani, 25 gennaio 2021, compie l’87.mo compleanno. Il 31 dicembre scorso ha redatto la lettera di dimissioni – consegnata qualche giorno dopo – da direttore dei cori e della Scuola di musica dell’Accademia Filarmonica Romana. Le ragioni. I momenti più significativi di un sessantennio intensissimo di attività a gloria di Dio attraverso l’arte musicale.


 

Pablo Pablo, ma questo che è? Leggo: “Spett.le Presidenza e Direzione dell’Accademia Filarmonica Romana. Il 25 gennaio 2021 Deo volente compirò 87 anni di età (…) ho deciso con enorme dispiacere di abbandonare la Direzione della Scuola di Educazione Musicale e del Coro della nostra Accademia Filarmonica Romana che con tanto amore mi fu consegnata nel 1960 dall’allora Presidenza di Filippo Caffarelli, di Adriana Panni e Luisa Pavolini (…). Mica ti sarai arreso?

(un lampo negli occhi vivacissimi dell’orgoglioso hidalgo nonché artista de Dios, seduto sulla poltroncina vicino alla finestra da cui si ammira il Cupolone a distanza ravvicinata) Ma dimmi tu… un Colino che si arrende? Inimmaginabile! La mia non è stata una resa, ma una decisione consapevole, non imposta da nessuno…

Ne ero certo, ti conosco…la domanda era retorica: monsignor Pablo Colino - il vulcanico, appassionato combattente dell’evangelizzazione musicale per la gloria di Dio - non può arrendersi. E allora che è successo?

Il gesto deriva da una triplice constatazione, frutto di una riflessione maturata negli ultimi due anni.

Dunque non è stato un gesto improvvisato. Sentiamo la prima constatazione…

Deriva dalla consapevolezza dell’età, ormai 87 anni. Penso alla Chiesa che costringe i vescovi a inoltrare le dimissioni a 75 anni, ai cardinali che dagli 80 non sono più ritenuti in grado di partecipare da elettori al Conclave… insomma io sono ben al di là di tali limiti, ma onestamente devo anche dire che ho raggiunto gli 87 anni senza rendermene conto…

La tua vita fin qui è stata intensissima, a passo di carica…

La vita di uno che ha vissuto e operato con l’entusiasmo di un ragazzo e che non si era reso conto fino a poco fa di essere ormai un anziano. Mai ad esempio mi sono troppo preoccupato di mangiare… il mio servizio, il mio apostolato imperniato sulla passione per la musica già mi riempiva giorni e notti…

Insomma… sei vissuto cantando…

Mi viene in mente un film famoso, “Cantando sotto la pioggia”… ma io ho cantato anche sotto il sole, al caldo e al freddo…

Seconda constatazione…

In questi due ultimi anni di colpo mi sono reso conto che il mio corpo incominciava a perdere colpi, non rispondendo più pienamente ai miei stimoli… penso alle gambe…

In effetti il Pablo Colino maestro di coro conquistava il pubblico anche con il movimento, con la mimica … pensiamo ad esempio a come accompagnavi la ‘Marcia dei Re Magi’ - testo di origine provenzale ripreso da Bizet nell’ Arlésienne - imitando il procedere dei dromedari anche nelle tempeste di sabbia…

Sì… come dice la Bibbia, c’è un tempo per… e il mio tempo è stato lunghissimo,  vissuto come se gli anni inesorabilmente non passassero… Ho anche pensato che, dopo sessant’anni di attività piena, qualcuno potesse obiettare che io occupassi un posto che non doveva già più essere mio, insomma che potesse darmi del poltronaro…

Terza constatazione…

La terza constatazione che mi ha portato al ritiro dall’Accademia Filarmonica Romana è legata direttamente alla situazione sanitaria venutasi a creare da marzo 2020. Le restrizioni adottate di contrasto al diffondersi del virus hanno costretto a sospendere le attività come le mie. Scherzando potrei osservare che il Signore mi ha convinto a ritirarmi anche attraverso lo strumento della pandemia: “Ritirati, Pablo! Non fare stupidaggini!”. C’è da dire che con l’obbligo della mascherina cantare diventava un’impresa… un’illusione pensare di cantare con la stessa sensibilità vocale di prima!

I tuoi coristi come hanno reagito?

Alcuni hanno pianto, tutti erano molto dispiaciuti, ma hanno capito… Nella lettera scritta il 31 dicembre ho citato i collaboratori più preziosi al  momento della sospensione dell’attività, deil cui valido contributo - se lo desidera - la Filarmonica può continuare ad avvalersi: i maestri Alessio Pacchiarotti, Maurizio Candeloro, Alessandro Mangani, Giulia Cignoni, Carla Cagiano, Sabina Angelucci…

Comprendiamo anche noi e nel contempo già sentiamo nostalgia dei tuoi concerti…l’ultimo cui abbiamo assistito era quello, mariano, dell’Immacolata, il 7 dicembre 2019 in Sant’Ignazio - con finalità di aiuto a progetti in Mozambico – conclusosi con la Vergine degli Angeli  intensamente interpretata da Giulia Cignoni…

Sì, è stato bellissimo. Poi sono seguiti quelli del 23 gennaio 2020 (a Sant’Eugenio per il trigesimo della morte di mio fratello Javier, gesuita), del 28 gennaio (presso la chiesa del Camposanto teutonico), del 20 febbraio (ancora a Sant’Ignazio per un gruppo di pellegrini di Santo Domingo de la Calzada… e lì ero seduto in prima fila - appena tornato dalla clinica - a seguire tre dei miei coristi che mi sostituivano…. Ma tu non c’eri perché eri al Cto di Roma per la riabilitazione dopo l’intervento all’anca)

Torniamo alla lettera di dimissioni, nella quale hai voluto evidenziare come “l’Accademia Filarmonica Romana tanto mi ha aiutato a svolgere con continuità l’attività di insegnamento della musica”…

Ho imparato tanto, avendo avuto la fortuna di conoscere maestri come Goffredo Petrassi, Roman Vlad, Mario Peragallo, Massimo Bogianckino, Gioacchino Lanza Tomasi, Guido Turchi, Giorgio Vidusso, Bruno Cagli, Luigi Colacicchi, Carlo e Paola Belli…li ho voluti citare tutti, li ringrazio profondamente a uno a uno per quello che mi hanno dato!

In questi sessant’anni di collaborazione con la Filarmonica i momenti belli non sono certo mancati… e sarebbe impossibile ricordarli tutti in questa sede… perché finiremmo tra una settimana! Alcuni tra i più importanti e coinvolgenti ce li puoi però snocciolare…

Come ho scritto nella lettera, mi sembrano memorabili l’esecuzione dell’ “Arca di Noè” di Benjamin Britten con la voce di Dio affidata a Gigi Proietti, delle “Schubertiadi” accompagnate al pianoforte con incredibile delicatezza da Giorgio Favaretto, di “Les trois petites liturgies de la présence Divine” di Olivier Messiaen. Anche la commemorazione del secondo centenario della morte di Mozart nel 1991 con 400 coristi in scena…

A proposito di Mozart entriamo un momento nella Basilica di San Pietro, dove il 29 giugno 1985 – per l’Anno della Musica – Herbert von Karajan diresse i Wiener Philarmoniker nella Krönungsmesse, la Messa dell’Incoronazione composta nel 1779…

… in quell’occasione indimenticabile io feci da assistente a Von Karajan, dandogli il tempo perché potesse dirigere i quattro solisti nel modo più rispettoso della liturgia. Era andata così: qualcuno gli aveva parlato di me e lui mi aveva scelto per quel compito perché – mi diceva – “la liturgia cattolica non la conosco molto bene”.

Per il Natale 1989 e quello successivo hai diretto il Coro dell’Accademia Filarmonica Romana nel Concerto Rai da Assisi…

…interpretare canti natalizi in mondovisione vicino alla tomba di san Francesco, ‘inventore’ del presepe, è sempre un’esperienza che gratifica anche spiritualmente.

Con i cori della Filarmonica hai girato mezzo mondo…

Riallacciandomi al santo di Assisi, ricordo con particolare piacere e riconoscenza i concerti in California, alla missione di san Luis Rey (re di Francia e terziario), per il bicentenario dell’evangelizzazione francescana. Non posso dimenticare quelli per il terzo centenario della fondazione di San Pietroburgo, nel 2003, invitati dall’allora ministro degli esteri russo Ivanov. Abbiamo cantato nella cattedrale londinese di Westminster, al mercatino di Natale di Colonia, alla casa natale di Beethoven a Bonn, nella cattedrale di San Lorenzo a Lugano, a Bellinzona nella Collegiata e nell’Istituto Santa Maria che festeggiava il centenario (una trasferta suggerita naturalmente dall’ex-direttrice, la mia instancabile collaboratrice suor Dolores Bozzetti), nel museo del Prado e a Palazzo Reale a Madrid, nella cattedrale di Toledo, nella stupenda basilica  di Santo Domingo de la Calzada per il millenario del cammino di Compostela, nel santuario di Mariapocs in Ungheria…

… e lì c’eravamo anche noi nel 2004…pure a Nyiregyhaza, nella Matthiaskirche di Budapest e nella chiesetta di Tolcsva … ti ricordi, dopo il concerto, la cantina in cui scorrevano ruscelletti di Tokaji?

(ride)… poi in tanti altri Paesi e, in Italia, in ben oltre cento città. Oltre che a Roma, Vaticano compreso…ai nostri concerti veniva spesso il politico ed ex-ministro Matteo Matteotti (figlio di Giacomo), che aveva la moglie e due figlie nei cori e una volta mi disse: “Gli unici che riempiono oggi le chiese sono papa Wojtyla e mons. Pablo Colino”…

Un unicum si può ben considerare il concerto dell’ottobre 1986 presso l’Accademia spagnola di Belle Arti a San Pietro in Montorio. Anche in questa occasione la ‘tua’ pianista era Annapia Sciolari…

… una vera e propria colonna dei nostri cori… Il concerto del 1986 era stato promosso per commemorare il cinquantenario dell’inizio della Guerra civile spagnola: in programma dodici canti, sei franchisti e sei repubblicani… insomma da Cara al Sol a Los cuatro muleros. Un evento mai più ripetuto, poiché le ferite della Guerra Civil non sono facili – ancora oggi - da rimarginare. Secondo me ricevetti il miglior complimento possibile per l’occasione da chi mi disse: “Hanno cantato talmente bene che era impossibile distinguere quali fossero i canti dell’una e dell’altra parte. E sai chi me lo disse? Proprio la ‘mia’ bravissima pianista!

Non possiamo non citare almeno qualche nome di artisti che hanno preso parte ai tuoi concerti…

Placido Domingo, il baritono Renato Bruson, il violoncellista Mstislav Rostropovich…

… che l’11 novembre 1989 suonò, per ringraziare in primo luogo Dio, davanti al Muro di Berlino appena caduto…

… Montserrat Caballé, che a Sant’Ignazio si immedesimò – perfetta ed appassionata - ne L’Extase de la Vierge di Jules Massenet…

…una serata memorabile quella del 2 aprile 1999 a sant’Ignazio, in cui tra l’altro il grande soprano catalano si complimentò con te per l’interpretazione data dall’allora ventisettenne Cristina Vinci - una perla del tuo vivaio - di “El cant dels aucells” … L’Accademia Filarmonica Romana ti ha offerto la possibilità anche di esibirti più volte al Teatro Olimpico…

… in particolare per i saggi di fine anno e per i concerti di Natale, una volta pure al Teatro Argentina. Anche nella stessa sede dell’Accademia, a via Flaminia 118, nella sala Casella e nel giardino…

… e lì ogni 29 giugno sera succedeva qualcosa…

Certo… per san Pietro e Paolo… cantavamo in San Pietro per i Secondi Vespri (con l’inno Aurea luce di Pietro Raimondi) e poi chiudevamo l’anno nel giardino della Filarmonica con un concertino… mentre io preparavo la sangria con formula della Navarra per cinquecento persone…

Una grande festa per allievi e amici…

Di allievi in tutti questi anni, solo in Filarmonica, ne ho avuti almeno dodicimila…

E adesso invece che stai facendo?

Sto cercando di mettere ordine tra migliaia di fogli, spartiti, articoli, libri, fotografie, cd… prego, suono il pianoforte, canto, scendo in Basilica… ma di questo potremo parlare ampiamente la prossima volta… Sorride, poi torna serio… Penso che il Signore mi abbia sempre accompagnato e sostenuto in questi anni. E, quando sarà il momento, potrò presentarmi a Lui per illustrarGli come ho cercato di valorizzare i talenti che Lui mi ha donato…

P.S. Chi desidera approfondire figura e attività di mons. Pablo Colino può soddisfare la sua curiosità leggendo diverse interviste e altri articoli di cronaca a lui riferiti, apparsi  in questo stesso sito www.rossoporpora.org: cliccate “pablo colino” nella home page, nello spazio “Cerca nel sito” in alto a destra e usciranno i titoli dei 19 contributi relativi all’appassionato e vulcanico musicista nato a Pamplona il 25 gennaio del 1934 e trasferitosi a Roma nel 1957, quasi sessantaquattro anni fa.