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    SUSSURRI SINODALI. TACI ... CHE IL COSPIRATORE TI ASCOLTA

     

    SUSSURRI SINODALI: TACI…CHE IL COSPIRATORE TI ASCOLTA – di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 15 ottobre 2015

     

    Mentre permangono echi robusti della vicenda legata alla lettera tanto sincera quanto preoccupata  di alcuni cardinali al Papa, i ‘Circuli minores’ ieri hanno presentato le relazioni sulla II parte dell’ ‘Instrumentum laboris’, inoltrando gli emendamenti. Dalle relazioni emergono consensi ma anche numerose critiche a testo. Tra le proposte quella di un documento magisteriale chiaro e preciso post-sinodale sul matrimoni. Discussione anche sul concetto di “matrimonio naturale”.

    Passano i giorni e il dibattito sinodale è ormai entrato in una lunga fase finale – tutt’altro che scontata nei suoi esiti– con l’esame dell’ultima parte dell’Instrumentum laboris, quella riguardante i punti ‘pastorali’ più delicati. Il dibattito prosegue in aula – con gli interventi dei singoli sulla terza parte e quelli ‘liberi’ a fine giornata – e nei Circuli minores in cui agli evangelici “se sì; se no, no” si alternano i bizantinismi più vari dei ‘sì, ma, però, tuttavia, comunque”. Il clima - si continua ad insistere da parte del Corpo pompieri, mai così provvisto di idranti anti-incendio – è veramente buono, amichevole, arricchente, insomma un gigantesco volemose bene. Sarà anche così: non pensiamo che nessuno parli con lo scudo protettivo, l’elmetto in testa e lo spadone in mano, come si immaginano teologi e dattilografi sprovveduti ma dalla fervida fantasia: una  verità sgradita si può esprimere anche sorridendo. Ciò non toglie che le relazioni dei Circuli minores fin qui pubblicizzate contengano una miriade di osservazioni ‘muscolose’ e, accanto ad alcune lodi, anche critiche pungenti a forme e contenuti di questo o quel punto dell’Instrumentum.

    Grande ‘scandalo’ presso alcuni ha suscitato la consegna e poi la pubblicizzazione di una lettera al Papa, espressione di diffuse preoccupazioni dei padri sulla nuova metodologia imposta dalla segreteria sinodale, sulla nomina papale giudicata sostanzialmente monocolore della Commissione di redazione, sull’incertezza riguardante un aspetto capitale: che tipo di documento sarà votato (se così accadrà) alla fine del Sinodo? Come lo si voterà? In blocco, per ognuna delle tre parti, punto per punto come nel Sinodo 2014? Questa è la sostanza dello ‘scandalo’: la lettera è vera, le preoccupazioni sono vere e diffuse. Tanto che il Papa ha ritenuto di intervenire a sorpresa martedì 7 ottobre per ribadire la bontà della metodologia, la non tangibilità della dottrina sul matrimonio e per invitare a non cadere in quella che ha definito “ermeneutica cospirativa”.

    Si è sollevato un gran polverone su questo o quel nome di firmatario, si sono susseguite conferme e smentite. Ma la sostanza resta: nessuno può negare la lettera. Del resto lo scoop sui 13 padri sinodali preoccupati per un Sinodo a loro modo di vedere “pilotato” lo aveva fatto (su ‘Vatican Insider’ e su ‘La Stampa’ cartacea) il noto (ed eminente) vaticanista Andrea Tornielli che, come è risaputo, è vicinissimo per antica amicizia a Jorge Mario Bergoglio (con il quale ha già pubblicato alcune interviste a quattro mani, in attesa che ne esca una – assolutamente da non perdere e sicuramente più che arricchente – sul ‘Giubileo della Misericordia’). La pubblicazione di una versione della lettera, le smentite, i distinguo e le conferme seguite, hanno stimolato gazzettieri, trombettiere e turiferari di un’improvvisamente non più gioiosa, ma incupita macchina da guerra a prefigurare il ritorno in grande stile della carboneria, presunto instrumentum diabuli, fiancheggiata mediaticamente da immaginarie (proprio nel senso del “Malato immaginario” di Molière) “cordate” di “eminenti vaticanisti”, che avrebbero “abbandonato il nobile mestiere dell’informazione per passare, con corpo e anima, a quello del velinaro (per di più maldestro)”. Colleghi beneamati (ed eminenti), un po’ di serietà professionale: non prendete per oro colato tutte le chiacchiere da cui siete sommersi, resistete ai tanti spifferi ingannevoli e interessati, cercate di azionare il vostro cervello e … per favore - come ha ricordato giustamente l’altro ieri in linea di principio padre Federico Lombardi - controllate, verificate quanto vi passa il convento prima di scrivere!   

    E ora alcune osservazioni – che non pretendono certo di essere esaustive - emerse dalle relazioni dei Circuli minores sulla II parte dell’Instrumentum laboris, intitolata “Il discernimento della vocazione familiare”. Vi si ritroveranno, come nelle relazioni sulla I parte, osservazioni, critiche, proposta di riscrittura di alcuni capitoli dell’Instrumentum, invito a un linguaggio meno ridondante e nel contempo più preciso. Particolarmente interessante la relazione del gruppo di lingua tedesca, ‘kasperiana’ in tutto e per tutto, in cui si trova anche una forte critica all’espressione “matrimonio naturale”, che si propone di sostituire (traduzione ad sensum) con “matrimonio basato sulla storia della creazione” (in tedesco: Die in der Schöpfung begründete Ehe). L’argomento è stato discusso anche nel Circulus Italicus B, che ha osservato come i termini “natura” e “naturale” siano “non di facile utilizzazione a livello pastorale”. Altra richiesta ricorrente quella di un documento magisteriale post-Sinodo che evidenzi “con chiarezza e senza ambiguità” l’intera dottrina cattolica su matrimonio e famiglia.

     

    QUALCHE PASSO DALLE RELAZIONI DI ALCUNI CIRCULI MINORES SULLA SECONDA PARTE DELL’INSTRUMENTUM LABORIS

     

    Circulus Italicus A (moderator card. Montenegro, relator p. Arroba Conde – tra i 20 membri i card. Caffarra, Bassetti, Coccopalmerio, Rylko, Sandri, Sturla Berhouet/Uruguay, Urosa Savino/ Venezuela; Sua Beatitudine Shevchuk/Ucraina, mons. Celli, Fisichella, Gądecki/pres. conf. episc. polacca, il gesuita p. Spadaro)

    . E’ importante che i contenuti siano espressi nella maniera più leggibile e organica possibile. (…) Alcuni padri hanno espresso preoccupazione per il linguaggio utilizzato in certi passaggi non del tutto chiari e di difficile lettura. Tra questi rischi meritano menzione quello di confondere il progetto della proposta cristiana con un ideale astratto; oppure che l’attenzione alle difficoltà specifiche del nostro tempo rispetto agli impegni familiari e matrimoniali possa prestare il fianco a qualche fraintendimento. 

    . Particolare menzione meritano, tra le osservazioni generali, quelle riguardanti il tema della misericordia. Sul punto è parso importante, in linea con quanto espresso dal Santo Padre, rendere esplicito il vincolo tra la celebrazione dei Sinodi sulla famiglia e l’imminente apertura dell’anno giubilare della misericordia. In relazione a ciò sono stati fatti due principali richiami: collocare nell’introduzione il riferimento a questo vincolo; e dire con chiarezza che è la certezza del perdono che permette la franchezza della confessione: la percezione del peccato si desta davanti all’amore gratuito di Gesù. (NdR: la parte su certezza del perdono e franchezza della confessione solleva di certo profonde perplessità)

     

    Circulus Italicus B (moderator card. Menichelli, relator card. Piacenza – tra i 21 membri i card. Bertello, Eijk/Olanda, Ravasi, Vegliò; il patriarca Twal, mons. Paglia, Pezzi, Semeraro, p. Aldegani) 

    . Dalla discussione sulla II parte è unanimente emersa l’esigenza di intervenire sul testo per porre ordine costruttivamente fra i diversi paragrafi e meglio valorizzarne i contenuti. (…) Come per la I parte, anche per questa sezione sembra doveroso segnalare la penuria di riferimenti alla Parola di Dio e alla pressoché totale carenza di riferimenti alla Tradizione della Chiesa. 

    . Ripetutamente nel testo compaiono i termini “natura” e “naturale”, di grande rilevanza nella tradizione filosofica e teologica cristiana, concepiti nell’ottica della creazione. A proposito si suggerisce di non trascurare il fatto che tale terminologia, negli ambienti culturali con cui si dialoga, non è univoca e risulta di difficile comprensione per la gente comune; quindi non di facile utilizzazione a livello pastorale. 

    . Poiché l’istituto del Sinodo difficilmente potrebbe rispondere all’esigenza di ordinare in un documento esaustivo la complessa e diversificata dottrina sul matrimonio e sulla famiglia, emerge la necessità di domandare un documento magisteriale che possa rispondere a questa esigenza. 

     

    CIRCULUS GALLICUS A (moderator card. Lacroix/Canada, relator mons. Ulrich/Lille – tra i 18 membri il card. Tauran, il patriarca Younan (Chiesa siro-cattolica), mons. Pontier/pres. conf. episcop. francese, mons. Lovey/Sion) 

    . Apprezziamo che questa trentina di numeri della II parte permetta di fare una sintesi per presentare oggi la Buona Novella sulla vita di famiglia e noi pensiamo che questa parte sia veramente necessaria. (…) Per favorire l’unità di questo insegnamento, bisogna dire che questa parte non è fondata a sufficienza sulla Sacra Scrittura. (…) Chiediamo che non ci si riferisca solamente a due o tre parole evangeliche ben conosciute per riassumere l’insegnamento di Gesù, ma che si sottolineino i numerosi incontri di Gesù con le famiglie e le realtà familiari dell’esistenza. 

    . Desidereremmo che questo testo (…) manifesti una maggiore unità concettuale e soprattutto che non sia intervallato più volte da considerazioni – non sempre omogenee tra loro – sull’indissolubilità come se essa fosse la nostra sola preoccupazione. 

     

    CIRCULUS GALLICUS B (moderator card. Sarah, relator p. Dumortier/gesuita, rettore Gregoriana – tra i 19 membri i card. Backis/Lituania, Danneels/Belgio, Mamberti, Monsengwo Pasinya/Rep. Democratica del Congo, Raï/Patriarca maronita-Libano, Scola; mons. Bonny/Belgio, Hoser/Polonia). 

    . L’esame della seconda parte dell’ Instrumentum laboris (…) ha richiesto da parte nostra un lavoro sul testo che ci ha condotto:

    -         a elaborare di nuovo numerosi emendamenti (18 sono stati approvati):

    -         a proporre una revisione del primo capitolo;

    -         a stabilire che più punti appartenevano più alla terza parte e potrebbero esservi ulteriormente ed eventualmente integrati;

    -         a doverci confrontare con la difficoltà di emendare certi elementi del testo rispettando la struttura attuale dell’Instrumentum laboris. 

    . Appare importante che il testo finale possa essere il più possibile chiaro e semplice, evitando le ambiguità e gli equivoci che nuocerebbero alla comprensione della vocazione e della missione propria della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo. 

    . Riflettendo sulla famiglia secondo l’insegnamento della Chiesa, abbiamo votato all’unanimità un emendamento che dice che “l’annuncio del Vangelo della famiglia domanda oggi un intervento magisteriale che possa rendere più coerente e possa semplificare l’attuale dottrina teologico-canonica sul matrimonio.

     

    CIRCULUS GALLICUS C (moderator mons. Piat/Isole Maurizio, relator mons. Durocher/Canada – tra i 17 membri il card. Ouellet e il patriarca Sako/Chiesa Caldea-Iraq) 

    . Alcune opposizioni riscontrate nel testo dell’Instrumentum laboris devono essere superate con un approccio più omogeneo: per esempio tra la teologia e la pastorale, tra la pienezza e la ferita, tra la verità e la misericordia. Non lasciamoci rinchiudere in false opposizioni e concessioni che ingenerano solo confusione.

     

    CIRCULUS ANGLICUS D (moderator card. Collins/Toronto, relator mons. Chaput/Filadelfia – tra i 21 membri il card. Njue/Nairobi) 

    . L’Instrumentum laboris da nessuna parte definisce il matrimonio. Questo è un difetto grave. Ciò causa ambiguità nel testo. La maggioranza dei vescovi chiede che il documento corregga il difetto aggiungendo la definizione di matrimonio approvata dal Concilio Vaticano II (Gaudium et Spes 48). 

    . Diversi vescovi hanno chiesto che significhi l’espressione “Il Vangelo della famiglia”. Che cosa si intende oggi con tale espressione? Il testo non offre risposte.

     

    CIRCULUS GERMANICUS (moderator card. Schoenborn, relator mons. Koch/Berlino – tra i 14 membri i card. Kasper, lo svizzero Koch, Marx, Müller, il patriarca Laham (Chiesa greco-melkita cattolica, Siria) 

    . Nel senso di Tommaso d’Aquino e anche del Concilio di Trento si devono applicare con intelligenza e saggezza i principi fondamentali alla situazione odierna, spesso complessa. 

    . E’ emerso con chiarezza che in molte discussioni e prese di posizione si pensa in modo troppo statico e poco biografico-storico. La dottrina ecclesiale sul matrimonio si è sviluppata ed è stata approfondita nel corso della storia. Dapprima si trattò di umanizzare il matrimonio, che si è consolidato come unione monogamica. Nella luce  della fede cristiana fu riconosciuta sempre più la dignità del coniuge e fu attestato che la relazione tra uomo e donna corrispondeva all’immagine divina della creatura. Nel passo successivo fu approfondita l’ecclesialità del matrimonio, considerato come chiesa domestica. Infine la Chiesa fu pienamente cosciente della sacramentalità del matrimonio. (…) Come lo sviluppo storico del magistero ecclesiale ha richiesto tempo, così l’odierna pastorale cattolica deve dare tempo alla maturazione della persona sul cammino che porta al matrimonio sacramentale e non agire secondo il principio “Tutto o niente”. 

    . E’ necessaria una cura pastorale ad personam, che include su un piano di parità la norma della dottrina e la personalità dell’individuo. 

    . Bisogna evitare l’impressione che le citazioni della Sacra Scrittura siano utilizzate solo per ragioni dogmatiche, canoniche o etiche. 

    . Infine non possiamo nascondere le difficoltà riscontrate con il concetto di “matrimonio naturale”. (…) Proponiamo perciò la formula seguente: “Il matrimonio basato sulla storia della creazione”.   

     

    CIRCULUS HIBERICUS A (moderator card. Rodriguez Maradiaga, relator card. Lacunza/Panama – tra i 24 membri i card. Ezzati/pres. conf. episcop. cilena, Rivera Carrera/Città del Messico, Poli/Buenos Aires, Martinez Sistach/Barcellona; mons. Osoro Sierra/Madrid, Fernandez/Argentina) 

    Tra i commenti personali elencati: 

    . E’ necessaria una definizione della Famiglia, ad esempio sarebbe buona quella della Gaudium et Spes o di altri documenti come la Faniliaris Consortio. 

    . Seguendo la tesi dei “semi del Verbo”, non si può misconoscere che ci sono molti valori positivi in altri tipi di famiglia 

     

    CIRCULUS HIBERICUS B (moderator card. Robles Ortega/Guadalajara, relator mons. Porras Cardoso/Venezuela – tra i 24 membri il card. Braz de Aviz e mons. Blazquez Perez/pres. conf. episcop. spagnola) 

    . Si rispetta metodologicamente l’Instrumentum laboris; però si vorrebbe che il documento finale riesca a riordinare meglio i temi, poiché ci sono molte ripetizion iin diversi punti. 

    . Come arricchimento si propone un riferimento più esplicito a testi tanto dell’Antico quanto del Nuovo Testamento (amore nuziale di Dio con il suo popolo) e anche del ricco magistero postconciliare sulla famiglia.

     

     

     

     

     

     

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