DE BORTOLI: PENTITEVI DELLE 'CROCIATE' SUI 'VALORI NON NEGOZIABILI'!

DE BORTOLI: PENTITEVI DELLE ‘CROCIATE’ SUI VALORI NON NEGOZIABILI! – di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 25 settembre 2013

 

Qualche nota su alcuni spunti offerti dal ‘Cortile dei Giornalisti’ promosso presso il Tempio di Adriano dal Pontificio Consiglio della Cultura. Il direttore del ‘Corriere della Sera’ esorta la Chiesa a “fare una revisione di certi atteggiamenti e crociate degli ultimi anni” in materia di vita e famiglia. A lui e a Ezio Mauro ha risposto il direttore di ‘Avvenire’ Marco Tarquinio. Per Giovanni Maria Vian è almeno da Pio XI che la Chiesa si preoccupa di comunicare incisivamente il suo messaggio. Un’osservazione acuta di Maarten van Aalderen.

 

 

 

Il Tempio di Adriano a Piazza di Pietra ha ospitato un’altra puntata importante del ‘Cortile dei Gentili’, la palestra di dialogo tra credenti e non credenti voluta fermamente dal cardinal Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura. Stavolta è toccato confrontarsi a giornalisti credenti e non credenti: un dibattito certo d’attualità specie dopo le lettere di Benedetto XVI allo scienziato ateo Piergiorgio Odifreddi e di papa Francesco al fondatore di ‘Repubblica’ Eugenio Scalfari. Ambedue originate da stimoli cartacei (che non si pensava ricevessero una risposta diretta) dei due noti increduli.

Diviso in tre parti il ‘cortile’. Nella prima si sono confrontati il cardinale Ravasi e il “cardinale laico” Scalfari (così definito in un’intervista odierna a Repubblica dallo stesso porporato). Nella seconda quattro direttori di quotidiani: Mario Calabresi (La Stampa), Ferruccio de Bortoli (Corriere della Sera), Roberto Napoletano (Il Sole24Ore) ed Ezio Mauro (Repubblica). Nella terza il presidente della Stampa estera in Italia Maarten van Aalderen e altri tre direttori di quotidiani: Virman Cusenza de Il Messaggero, Giovanni Maria Vian de L’Osservatore Romano e Marco Tarquinio di Avvenire.

Ecco allora qualche spunto significativo di quanto detto. Per Ferruccio de Bortoli, che si è posto tra i “cristiani smarriti”, i “nuovi toni” di papa Francesco sono dimostrati anche da quanto egli ha detto nell’intervista a Civiltà Cattolica sull’ “ossessione” riguardante i ‘valori non negoziabili’. Da ciò il direttore del Corriere della Sera ha tratto spunto per invitare la Chiesa a “fare una revisione di certi atteggiamenti e crociate degli ultimi anni sui valori non negoziabili”e “a non voltare pagina con disinvoltura”. A chi pensava de Bortoli dicendo questo? A papa Benedetto XVI, al card. Ruini, al card. Bagnasco? Forse li immagina già autocritici, con le ceneri in testa e di viola parati, nel contesto di un nuovo Giubileo? A de Bortoli Marco Tarquinio ha ricordato però che la sostanza dei ‘valori non negoziabili’ non è cambiata e non cambierà. Nemmeno si è passati, come evidenziato da Ezio Mauro, da un ‘tempo della condanna’ (che Tarquinio ha detto di non aver mai percepito) a uno della ‘misericordia’. Più che di un papa Francesco rivoluzionario, il vero cambiamento – ha rilevato il direttore di Avvenire - si è avuta semmai nel “rivoluzionamento degli sguardi sulle parole e sui gesti della Chiesa”. Sulla questione dei ‘valori non negoziabili’ anche Mario Calabresi ha ricordato come il nuovo Papa abbia sconvolto le agende politiche e giornalistiche, ad esempio quando ha taciuto a proposito della legge sui ‘matrimoni gay’ incontrando una delegazione di parlamentari cattolici francesi. A proposito della citata ‘ossessione’ ancora Tarquinio ha osservato che essa “ha un senso se è passione per l’umano”, in un momento di crisi derivata da una grande “manipolazione dell’uomo”.

Ferruccio de Bortoli si è detto perplesso sull’utilizzazione di twitter da parte di papa Francesco (chiosando che occorrerebbe forse mantenere una certa distanza da alcuni modalità comunicative). Non si è detto d’accordo con lui Ezio Mauro, evidenziando che twitter è uno strumento adatto anche al Pontefice, a differenza di Facebook. Sempre a proposito di twitter Giovanni Maria Vian  ha rivelato che “non è stato facile far digerire, far accettare, far capire il senso della scelta papale”. Poi la situazione è migliorata e oggi sono in molti a seguire il Papa su twitter e a visitare il ‘cortile dei Gentili elettronico’, cioè news.va.

Ezio Mauro, che ha sfoggiato una conoscenza anche del Vangelo apocrifo di Nicodemo che integra l’interrogatorio evangelico tra Ponzio Pilato e Gesù (Quid est Veritas?), ha osservato come la scelta del nome Francesco ‘obblighi terribilmente il Papa’, perché “lo costringe alla povertà, all’umiltà”. Per il direttore di Repubblica papa Francesco ha portato “un cambiamento epocale”: il suo “interesse per l’uomo” fa sì che crescano le possibilità di incontro con i non credenti.

A chi aveva insistito sulla rivoluzione comunicativa nella Chiesa, Giovanni Maria Vian ha ricordato che, almeno da Pio XI in poi, la Chiesa ha fatto uno sforzo continuo per rendersi comprensibile al popolo. Anzi si può ben dire che perfino un Papa-Re come Pio IX aveva approvato la creazione di quello che sarebbe poi divenuto L’Osservatore Romano, il più antico giornale di Roma. Vian ha elogiato la lettera di Benedetto XVI a Piergiorgio Odifreddi, “molto nitida e chiara” e ha definito lo stile comunicativo di papa Francesco “di un’incisività straordinaria”.

Per concludere acuta l’osservazione di Maarten van Aalderen, che ha collegato la grande popolarità di papa Francesco in Italia al fatto che la sua elezione è avvenuta in tempi in cui monta la rabbia popolare contro ‘la casta’: papa Francesco, presentandosi con semplicità e umiltà e rinunciando spontaneamente ad alcuni ‘onori’ tradizionali, ha per così dire ‘intercettato’ involontariamente ma efficacemente, tale sentimento largamente diffuso.