GOTTI TEDESCHI, L'AMICO ANGLICANO E TRE COSE SULLA CHIESA (CON UN P.S.)

GOTTI TEDESCHI, L’AMICO ANGLICANO E TRE COSE SULLA CHIESA (CON UN P.S.)– di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 6 aprile 2018

 

L’ex-presidente dello IOR ci ha inviato una interessante riflessione conseguente a un incontro di pochi giorni fa con un amico anglicano, per il quale l’odierna situazione della Chiesa cattolica si riassume in tre termini: indifferenza, insistenza, divisione. Un P.S. su un grave fatto di repressione della libertà di pensiero a Roma: rimosso dal Comune grillino, aizzato dalla Cirinnà e da alcune consigliere piddine, un grande manifesto - regolarmente autorizzato - di ProVita.

 

I nostri lettori conoscono Ettore Gotti Tedeschi, già presidente dell’Istituto per le Opere di Religione (IOR) dal 2009 al 2012, collaboratore di papa Benedetto XVI nella stesura dell’enciclica Caritas in Veritate promulgata nel 2009. In particolare in questo stesso sito www.rossoporpora.org , rubrica “Interviste a personalità”, è apparso “Chiesa e mondo/A tu per tu con Ettore Gotti Tedeschi”.

Nel pomeriggio l’economista e banchiere piacentino ci ha inviato una riflessione – derivata da un recente incontro con un amico anglicano – sullo stato odierno della Chiesa cattolica oggi, a poco più di cinque anni dall’elezione di papa Bergoglio. Sono considerazioni che si possono condividere del tutto, in parte, per niente, ma che certo stimolano chi ci legge a porsi qualche domanda fondamentale su quel che potrà succedere nella Chiesa cattolica. Domande che del resto saranno al centro anche del Convegno che si terrà domani, sabato 7 aprile 2018, a Roma (via di Torre Rossa 94), con inizio alle ore 15.00. All’incontro, che - posto sotto il titolo “Chiesa cattolica, dove vai?”- concretizza un desiderio espresso dal compianto card. Caffarra, parteciperanno tra gli altri i cardinali Brandműller e Burke (via video anche il confratello Zen-Zekiun), il vescovo Schneider, il presidente emerito del Senato italiano Marcello Pera, i professori Gigliotti e Puccetti. Da notare il sottotitolo del Convegno: “Solo un cieco può negare che nella Chiesa ci sia grande confusione”, considerazione che lo stesso cardinale Caffarra fece in un’intervista al Foglio del gennaio 2017. Ugualmente da notare l’intervista al cardinale Burke, apparsa ne La Nuova Bussola Quotidiana, dal titolo: “Correggere il Papa per obbedire a Cristo”. Così come l'intervista sul Papa a Marcello Pera, pubblicata giovedì 5 aprile ne La Verità.

A seguire la riflessione di Ettore Gotti Tedeschi.

 

Gentile dottor Rusconi, vorrei condividere con Lei e i Suoi lettori una conversazione che  ho avuto qualche giorno fa con un amico e collega inglese, di religione anglicana, che aveva iniziato con entusiasmo a percorrere la strada tracciata dal beato Newman, ma ora comincia ad avere qualche perplessità . La propongo perché ho trovato interessanti alcune osservazioni e soprattutto la conclusione. 

 

Il saggio amico, con affetto e devozione verso la nostra Santa Chiesa ed il nostro Papa, vede  criticamente l’attenzione che molti siti cattolici stanno dando alle interpretazioni  mediatiche del pensiero e delle parole del Papa, fatte da giornalisti o persone a Lui vicini. E’ critico perché è convinto che questi ultimi stiano manipolando la buona fede del Papa ed in tal modo si faccia il loro gioco, permettendo loro di manipolare anche la connotazione dei “ nemici del Papa “.

 

E’ anche convinto che chi – correttamente - chiede spiegazioni, non le otterrà mai, essendo proprio la provocazione del “dubbio” (senza spiegazioni) l’obiettivo strategico ricercato (secondo lui questa era una strategia usata anche da Winston Churchill).  

 

L’amico anglicano evidenzia tre problemi che contraddistinguono per lui questo momento storico ecclesiale. Sono sintetizzabili in tre termini: Indifferenza- InsistenzaDivisione. Vediamo come li ha commentati.

 

L’indifferenza di Roma verso le implorazioni filiali di cardinali ed altri membri della Chiesa, intese a  chiarire interpretazioni dottrinali, è un fatto nuovo e sorprendente (Bernard Shaw diceva che l’indifferenza è peggio dell’odio ).

 

L’insistenza, continua e crescente (anche corredata di una richiesta di filiale e devota “correzione” ), nell’implorare di  chiarire ciò che confonde in materia di fede, è sintomo del fatto che la stessa fede è ancora viva e non si rassegna ed è indice di un coraggio sorprendente.  

 

La divisione, attuale e conseguente, che si viene a creare nel mondo cattolico, è il terzo fenomeno nuovo, il più inquietante. Così è stata commentata dall’amico anglicano: “Non ho mai visto costruire un muro così alto tra cattolici, all’interno della Chiesa stessa ”.  Secondo lui il risultato di tutto ciò sarà soprattutto il rischio di crollo della credibilità e del prestigio della Massima Autorità morale al mondo, che noi abbiamo la responsabilità di difendere, a tutti i costi, dai compiacenti ipocriti.  In proposito, e al fine di chiarirmi cosa intendesse dire, l’amico mi ricordava che “l’ipocrita”, nel teatro greco antico, era un attore mascherato, il quale assumeva ruolo e personalità che dovevano generare apprezzamento ed applausi  da parte degli spettatori. E’ noto poi, aggiungeva, come Gesù considerasse l’ipocrisia …un lievito da cui ben guardarsi. Ben altro lievito auspicava Nostro Signore per noi, al fine di trasformare l’indifferenza in riconoscenza

 

P.S. 

 

A ROMA OGGI UN GRAVE ATTO DI REPRESSIONE DELLA LIBERTA’ DI ESPRESSIONE

 

Dal 3 aprile scorso un grande manifesto (sette metri per undici) a cura dell’associazione ProVita, presieduta da Toni Brandi, campeggiava su una parete di un immobile visibilissimo sito a Roma, in via Gregorio VII 58, a pochi passi da piazza San Pietro. Sulla gigantografia si evidenziava la foto ingrandita di un feto, accompagnata dalla scritta seguente: Tu eri così a 11 settimane. Tutti i tuoi organi erano presenti. Il tuo cuore batteva già dalla terza settimana dopo il concepimento. Già ti succhiavi il pollice. E ora sei qui perché la tua mamma non ha abortito. Un’occasione forte e incisiva di riflessione per ogni passante. Il manifesto (affisso a poche settimane dal quarantesimo anniversario dell’entrata in vigore dell’entrata in vigore della legge italiana sull’aborto)doveva restare, munito com’era di tutte le autorizzazioni di rito, fino al 15 aprile.

Oggi è stato invece rimosso dal comune di Roma, di cui è sindaco la grillina Virginia Raggi, che si è dimostrata un vero campione di democrazia. Proprio come coloro che, indignate, avevano chiesto subito la rimozione del maxi-manifesto.  Prima fra tutte l’immancabile e trista senatrice piddina Monica Cirinnà (sconfitta alle recenti elezioni nell’uninominale, dunque bocciata dal popolo, ma ripescata nel proporzionale) che con la solita tracotanza così si era espressa: Vergognoso che per le strade di Roma si permettano manifesti contro una legge dello Stato e contro il diritto di scelta delle donne. Ad accompagnarla nelle sue democratiche proteste altre consigliere capitoline del Pd, capeggiate dalla nota Michela Di Biase (moglie del controverso e catto-fluido ministro piddino Franceschini): Valeria Baglio, Ilaria Piccolo, Giulia Tempesta. Ancora: la consigliera Svetlana Celli della Lista Civica. Circa 500 le firme apposte alla petizione online che chiedeva la rimozione. Il mondo della nota lobby in armi. Conclusione: il comune grillino ha avviato indagini (!!!) che hanno portato oggi alla rimozione del maxi-manifesto probabilmente per una reputata “violazione dei diritti civili”. Trionfa il pensiero unico ovvero la repressione della libertà di pensiero. La Raggi conferma la propria inadeguatezza. Le piddine la loro ascendenza ideologica.

Sul grave fatto mercoledì 11 aprile, dalle ore 11.00, si terrà in Senato (sala Nassirya) una conferenza-stampa promossa dal neo senatore leghista Simone Pillon insieme con  ProVita.