AMORIS LAETITIA: INTERVISTA AL CARD. LORENZO BALDISSERI

AMORIS LAETITIA: INTERVISTA AL CARD. LORENZO BALDISSERI – di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org  - 14 aprile 2016

 

Ad ampio colloquio con il segretario generale del Sinodo sull'Esortazione apostolica postsinodale. Il cuore del documento nei capitoli centrali. Le coppie che vivono in situazione 'cosiddetta irregolare'. Il diritto canonico segue le esigenze del tempo. I pastori sono chiamati a discernere in libertà, ma dentro l'insegnamento della Chiesa.

 

 

 

Segretario generale del Sinodo dei Vescovi dal settembre 2013, Lorenzo Baldisseri (cardinale dal febbraio 2014, ma per lunghi anni nunzio apostolico in Asia e in America latina, compreso il decennio in Brasile) ha già vissuto da protagonista due Sinodi convocati  su un argomento oggi delicatissimo: la famiglia. E ha preso atto, anche – ma senza apparentemente scomporsi – delle polemiche che hanno squassato e continuano a squassare il mondo cattolico, tra chi vorrebbe innovare nella pastorale (e dunque ‘de facto’ anche nella dottrina) e chi invece ritiene necessario soprattutto in tempi ‘fluidi’ come i nostri mantenere la barra diritta della dottrina cattolica consolidata su famiglia e matrimonio. Di preoccupazioni comunque il porporato ne ha certo avute e forse le ha in parte annegate pigiando sui tasti dei suoi tre pianoforti, grazie ai quali gli è dolce naufragare tra Bach e Debussy (“più moderno di tanti gruppi rock”). Il presule settantacinquenne non poteva certo mancare alla presentazione dell’Esortazione apostolica post-sinodale ‘Amoris laetitia”… ed eccolo qui davanti a noi con la sua aria simpaticamente  briccona da toscano verace…

Eminenza, eccoci alla presentazione di un’esortazione apostolica postsinodale molto attesa, in cui papa Francesco sparge misericordia a larghe mani…

Che Amoris laetitia esca in pieno Giubileo della Misericordia non è un caso. Tutta la società, così travagliata da tanti conflitti, necessita di misericordia. E la famiglia, che ne è il nucleo fondamentale, ha oggi un bisogno estremo di misericordia, riconciliazione, perdono. .

Dalla lettura dell’esortazione apostolica, in cui tante pagine sono dedicate alla bellezza della famiglia e alla sua realtà quotidiana, alcuni però traggono l’impressione che de facto il cuore del documento stia in ciò che vi si dice a proposito di ‘famiglie ferite’…

No, è un’impressione sbagliata. L’esortazione apostolica post-sinodale non comprende solo il suo ottavo capitolo, quello sull’accompagnare, discernere e integrare la fragilità, che non nega sia certo importante. Però il cuore del documento sono i capitoli IV e V, sull’ “Amore nel matrimonio” e sull’ Amore che diventa fecondo”… in cui si parla in forma amplissima e molto positiva del matrimonio, della famiglia. In cui c’è un’affermazione forte, molto forte della dottrina della Chiesa, della tradizione della Chiesa.  Scrive il Papa: “Oggi, più importante di una pastorale dei fallimenti è lo sforzo pastorale per consolidare i matrimoni e così prevenire le rotture”. E’ solo nell’ottavo capitolo che si sono considerate le situazioni problematiche.

 

COPPIE IN SITUAZIONI “COSIDDETTE IRREGOLARI”? LA TERMINOLOGIA EVOLVE A SECONDA DEI TEMPI

Più volte nel testo il Papa si riferisce a quelle coppie che vivono in situazioni “cosiddette irregolari”. Allora si può pensare: se sono “cosiddette”, non sono irregolari; se non sono irregolari, non comportano uno stato di peccato mortale; se non comportano uno stato di peccato mortale, sono ammesse a ricevere la Comunione…o non è così? 

Il ragionamento non mi sembra frutto di una logica tomistica, che si caratterizza per individuare la difficoltà di applicare pienamente una norma generale a tanti casi particolari…

Non sarà nella logica di san Tommaso d’Aquino, ma è pur sempre nella logica…

Guardi, per poter considerare il problema bisogna partire, come fa papa Francesco, da una prospettiva diversa,: il Santo Padre evidenzia prioritariamente il diritto dei battezzati, di tutti i battezzati - qualsiasi passaporto abbiano - di essere sempre parte integrante della Chiesa. In tal senso, terminologicamente, se il Papa si riferisce alle coppie che vivono in situazioni “cosiddette irregolari”, dà un giudizio preciso: nessuno tra i battezzati è fuori della Chiesa e le coppie, anche quelle ‘cosiddette irregolari’, ne fanno parte di diritto, senza preclusioni che evocano il ‘fratello maggiore’ della parabola del figliol prodigo..

Fin qui non è che fossero fuori della Chiesa… solo che non potevano accedere alla Comunione, alla Confessione…

Ciò è stato detto nel codice di diritto canonico, che si è costituito per la prima volta nel 1917. E prima che succedeva? Nei secoli c’è stato un evolversi della definizione terminologica.  Che è cambiata. L’idea prevalente era quella di catalogare, sempre quell’idea di etichettare… Ma papa Francesco continua a farci presente che noi siamo in cammino… Noi non possiamo dire che ci sono famiglie che sono a posto, regolari e altre che non sono a posto, irregolari. E’ una catalogazione che è stata affermata, ma non è di diritto divino.

... è di diritto canonico…

Direi che è un’espressione canonica che si è imposta in un dato momento. Ma il diritto canonico in quanto tale segue le esigenze del tempo.

A seguito dei due Sinodi del 2014 e del 2015 le attese di una parte del mondo cattolico e di gran parte del mondo massmediatico riguardavano la questione già ricordata del possibile accesso alla Comunione dei divorziati risposati. Nel testo sull’argomento non ci si esprime esplicitamente… la valutazione più importante sull’approccio pastorale al tema sta racchiusa in due noterelle, la 336, in appoggio al paragrafo 300 e la 351, in appoggio al paragrafo 300 sull’approccio pastorale al tema: Nella nota 351 il Papa scrive che “in certi casi potrebbe essere utile l’aiuto dei Sacramenti”  e “segnala” che “L’Eucarestia non è un premio per i perfetti, ma un generoso rimedio e un alimento per i deboli”. Perché il Papa ha voluto inserire solo in due note a piè di pagina la possibilità di ’apertura’ sull’accesso alla Comunione dei divorziati risposati?” 

Nella conferenza-stampa di presentazione di “Amoris laetitia” a questa domanda ha risposto il cardinale Schönborn, evidenziando che il Papa probabilmente non voleva che l’attenzione si focalizzasse troppo su questo argomento molto particolare, così da offuscare il resto del documento. A quanto ha detto Schönborn non ho niente da aggiungere…Non è che io conosca nei dettagli le intenzioni del Santo Padre. Voi leggete, date la vostra interpretazione, ognuno dica la sua. Io prendo solamente nota che il Papa ha voluto mettere, collocare questo argomento in nota.

Per coppie che vivono in situazioni “cosiddette irregolari” si intendono solo i divorziati risposati?

“Irregolare” secondo il codice di diritto canonico vuol dire che non sta nelle regole. Quindi ci possono essere altri casi, diversi da quelli delle coppie di divorziati risposati….

 

I PASTORI DISCERNANO IN LIBERTA’, DENTRO L’INSEGNAMENTO DELLA CHIESA

Ecco, nell’ “Amoris laetitiae” si raccomanda caldamente che i divorziati risposati vengano integrati maggiormente nelle rispettive comunità. Fin qui non potevano avere accesso non solo alla Comunione e alla Confessione, ma ad essi erano preclusi alcuni ‘servizi’ nella comunità. Tali limitazioni l’altra sera le ha elencate durante un incontro pubblico della Fondazione “Ut vitam habeant’ uno dei maggiori esperti del Sinodo, don Maurizio Gronchi, affermando di non ritenerle “impegnative per tutta la Chiesa” e augurandosi che fossero considerate con un approccio nuovo e non perpetuate dalle comunità con una “mentalità da fratelli maggiori”. Ecco le limitazioni attuali per i ‘divorziati risposati’: non possono essere padrini e madrine, leggere le letture della Messa, insegnare religione cattolica, fare il catechista, essere membri dei Consigli pastorali ed è sconsigliato siano scelti come testimoni di nozze…. Nel testo di papa Francesco si legge: “La loro partecipazione può esprimersi in diversi servizi ecclesiali: occorre perciò discernere quali delle diverse forme di esclusione attualmente praticate in ambito liturgico, pastorale, educativo e istituzionale possano essere superate”… un chiaro invito a soprassedere il più possibile alle preclusioni citate….

Questo è un testo che, dopo aver presentato la situazione problematica, chiede a ogni pastore di discernere: “Vedete voi di discernere che cosa fare!” …

… ma il discernimento contiene sempre una quota di incertezza e dunque la Chiesa potrà conoscere tanti modi diversi di integrare le coppie “cosiddette irregolari”. Non c’è il rischio che in uno stesso Paese vescovi e preti di ‘manica larga’ convivano con vescovi e preti di ‘manica stretta’ (che presumibilmente saranno segnati a dito dalla cultura dominante per la loro ‘rigidità’)?

Io credo che papa Francesco voglia proprio lasciare la massima libertà dentro l’insegnamento della Chiesa… Che cosa si legge nell’esortazione? “Nella Chiesa è necessaria una unità di dottrina e di prassi, ma ciò non impedisce che esistano diversi modi di interpretare alcuni aspetti della dottrina o alcune conseguenze che da essa derivano”. I pastori onorino tale libertà e sappiano discernere!

Per concludere, secondo Lei papa Francesco con la sua esortazione apostolica ha corrisposto pienamente ai risultati dei due Sinodi sulla famiglia, in specie alla Relazione finale del Sinodo di ottobre 2015?

Sono il Segretario generale del Sinodo, sono curioso, resto in attesa delle reazioni che verranno dalle varie parti del mondo. Le ascolteremo con attenzione. Rilevo poi che papa Francesco nell’esortazione apostolica ha citato 136 volte le relazioni finali dei due Sinodi e le ha evidenziate in un’altra ventina di casi con un esplicito apprezzamento del tipo “sostengo”, “accolgo”, “considero molto appropriato”.

A proposito di citazioni: colpiscono anche le 50 citazioni invero ricche di saggezza quotidiana che papa Francesco ha fatto delle sue catechesi sulla famiglia nelle udienze generali… 

Sono pagine molto belle, che evidenziano la realtà della vita di famiglia. Papa Francesco ha citato però tante volte anche i suoi predecessori: Pio XI, Pio XII, Paolo VI, 50 volte pure san Giovanni Paolo II (soprattutto per le Catechesi sull’amore umano e la Familiaris Consortio), 10 volte Benedetto XVI , 15 volte il Catechismo della Chiesa cattolica e 28 volte il Concilio ecumenico Vaticano II…

Lei pensa che il dibattito sulla pastorale della famiglia sia chiuso con questa esortazione apostolica, che non ha del resto per sua natura i caratteri dell’infallibilità pontificia?

No. La Chiesa non è ferma, immobile, è in continuo cammino, avanza passo dopo passo, in uno spazio che non conosce barriere. Il discorso dunque continua, i teologi proseguono le loro riflessioni e di famiglia sentiremo ancora parlare molto.

P.S. L’intervista appare in versione integrale su www.rossoporpora.org . Ampi stralci sono pubblicati nella pagina di ‘Catholica’ del quotidiano cattolico della Svizzera italiana “Giornale del Popolo” di giovedì 14 aprile 2016.