Ricerca

    KAROL WOJTYLA A RUINI: SONO UOMO DEI BOSCHI, NON DEI GIARDINI

    KAROL WOJTYLA A RUINI: SONO UOMO DEI BOSCHI, NON DEI GIARDINI – di GIUSEPPE RUSCONI - www.rossoporpora.org – 4 agosto 2015

     

    Nell'idillico comune ciociaro di Filettino esiste da un paio d'anni un 'Sentiero Giovanni Paolo II', che dal valico di Serra San Bruno si inoltra - attraverso una splendida faggeta - verso il fontanile della Moscosa. Percorso più volte da papa Wojtyla, ora è meta anche di diverse porpore in cerca di aria buona e di contemplazione della e nella natura. Pochi giorni fa è venuto il cardinal Ruini, che ha voluto evidenziare una frase assai rivelatrice di san Giovanni Paolo II. "Sono un uomo dei boschi, non dei giardini".

    Immerso nello splendido scenario naturale dei Monti Simbruini, da cui tra l’altro trae origine il fiume Aniene, Filettino è il comune laziale più alto (1075 metri), a una trentina di chilometri salendo da Fiuggi. Dopo gli Altipiani di Arcinazzo, si raggiunge Trevi nel Lazio e ci si inoltra in una valle che porta oltre il villaggio – dal nucleo ancora medievale e con poche centinaia di abitanti, -fin su su a Campo Staffi (1780 metri), nota località sciistica alle pendici del monte Cotento. Prima di inerpicarsi sul tratto finale si raggiunge il valico di Serra Sant’Antonio (1680 metri, da cui si può proseguire in territorio abruzzese). Lì una strada sterrata porta – attraverso una bellissima faggeta – alla località Moscosa (1646 metri), caratterizzata dalla presenza di un fontanile cui si abbeverano nel tardo pomeriggio mandrie di cavalli, un momento ben godibile dagli amanti della natura. La strada sterrata si trasforma poi in sentiero, che sale sulla sinistra raggiungendo a quota 1807 il Belvedere della Madonnina. Erano luoghi in cui si trovava a proprio agio papa Wojtyla, che ne apprezzava la ricchezza di vegetazione e il silenzio che permette la contemplazione. Più volte l’odierno san Giovanni Paolo II vi si fece portare, tanto che da 20 luglio 2013 il percorso da Serra Sant’Antonio porta il suo nome, come si legge in una stele in pietra calcarea locale benedetta in quell’occasione dal cardinale Paolo Sardi. 

    Filettino è conosciuto anche per un’altra particolarità: la parrocchia di Santa Maria Assunta è retta dal 1949 da monsignor Alessandro De Sanctis, che vi era giunto già sei anni prima, poco dopo l’ordinazione, come vice di suo zio don Filippo. Non meraviglia che l'oggi quasi novantaseienne don Alessandro (è nato il 26 dicembre 1918) abbia fin qui vissuto sotto nove pontefici, essendo ricevuto in udienza particolare da Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco (che ha invitato a gennaio 2014 a visitare Filettino).

    Il cardinale Sardi non è la sola porpora ad aver respirato negli anni l’aria buona di Filettino. L’ultima è stata (il 22 luglio scorso) il cardinale Camillo Ruini che ha ripercorso a piedi il “Sentiero” fino alla Moscosa e che ha voluto evidenziare quanto gli aveva detto una volta papa Wojtyla: “Sono un uomo dei boschi, non dei giardini”, commentando: “Qui evidentemente trovava ciò che meglio corrispondeva alla sua natura e alla sua spiritualità”. In precedenza erano stati a Filettino tra gli altri i cardinali Giovanni Battista Re (citando il santo Curato d’Ars: “Dove è passato un Santo, è passato Dio”), Antonio Canizares Llovera, Angelo Comastri, Silvano Piovanelli, anche (a novembre 2014) il nunzio apostolico in Italia Adriano Bernardini. Risalendo nel tempo troviamo i cardinali Josè Saraiva Martins e Francesco Marchisano. Nell’anno 2000 un solenne pontificale era stato presieduto dal porporato austriaco Alfonso Maria Stickler, gran giurista conservatore, molto critico sulla concretizzazione del Concilio Vaticano II e già bibliotecario e archivista di Santa Romana Chiesa. Qualche anno dopo l’avevamo intervistato per il ‘Consulente RE’ per il suo novantatreesimo compleanno (era nato il 26 agosto 1910), festeggiato proprio a Filettino (passava le ferie a Trevi nel Lazio): la sua vivacità intellettuale era intatta e provvista come sempre di lame affilate. Ad esempio: “Papa Giovanni Paolo II era intenzionato a far rientrare mons. Lefebvre nella Chiesa, ma ai suoi seguaci è mancata l’umiltà”. Oppure: “Papa Paolo VI ha capito solo verso la fine del Pontificato che l’applicazione delle norme conciliari non era stata adeguata”.

    Per chi vuole informarsi e approfondire è stato inaugurato nel maggio scorso (nei giorni dei festeggiamenti per il patrono san Bernardino da Siena), presente il cardinale Re, il sito www.sentierogiovannipaolo2.it , animato in particolare dall’attivissimo segretario del Consiglio parrocchiale, diacono Paolo Ottaviani. Nel sito viene illustrato anche l’altro sentiero privilegiato da Giovanni Paolo II (“Cammino contemplativo Karol Wojtyla”): si trova nel territorio del comune di Piglio, in località Prati di San Biagio, non lontano dagli Altipiani di Arcinazzo.

    Ricerca