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    CONCLAVE: ESITO MOLTO INCERTO

    CONCLAVE: UN ESITO MOLTO INCERTO – di GIUSEPPE RUSCONI – ‘CORRIERE DEL TICINO’, 12 marzo 2013

    In linea teorica già stasera la Chiesa cattolica potrebbe avere un nuovo Papa. E’ però molto più probabile che la prima fumata risulti nera.

     

    Infatti il Conclave che si apre questo pomeriggio è incertissimo: nessuno tra i cosiddetti ‘papabili’ sembra poter contare al momento su un numero tale di consensi da farsi eleggere rapidamente. Se stallo sarà, facile che il vento dello Spirito indichi un outsider, come fu per Karol Wojtyla nel 1978.

    Questa mattina alle dieci incomincerà la tradizionale messa “pro eligendo Romano Pontifice”, presieduta dal decano Angelo Sodano. Le letture saranno le stesse di otto anni fa: risentiremo dunque, nella seconda (di san Paolo apostolo agli Efesini), l’esortazione a un comportamento coerente, “così non saremo più fanciulli in balia delle onde, trasportati qua e là da qualsiasi vento di dottrina, ingannati dagli uomini con quell’astuzia che trascina all’errore”. Le due letture saranno in inglese e in spagnolo, il Vangelo in latino, la preghiera dei fedeli in francese, swahili, portoghese, malayalam (lingua diffusa nel Kerala), tedesco. Dopo la messa, che dovrebbe concludersi verso mezzogiorno, i cardinali (elettori e non elettori) alle 15.45 si sposteranno dalla Casa Santa Marta al Palazzo Apostolico. Alle 16.30 inizierà la processione dalla Cappella Paolina alla Sistina: i porporati canteranno le litanie e il “Veni Creator Spiritus” per invocare l’aiuto dello Spirito Santo. Giunti nella Sistina, i cardinali elettori presteranno il giuramento di rito con la mano sul Vangelo: poi il maestro delle Cerimonie pontificie intimerà l ‘ “extra omnes” (“Fuori tutti” i non elettori). In realtà resterà lo stesso maestro Marini (con alcuni cerimonieri) ad accompagnare il cardinale non elettore Grech, designato per la meditazione d’uso. Questa conclusa, se così vorrà l’assemblea degli elettori – presieduta dal cardinale Giovanbattista Re, primo dell’ordine dei vescovi - si passerà alla prima votazione: i cerimonieri distribuiranno le schede, poi tutti gli estranei rimasti dovranno uscire. Ogni cardinale, pronunciata un’altra formula di giuramento, deporrà la scheda su un piatto e  nell’urna; finite le operazioni di voto, un cardinale scrutatore agiterà l’urna più volte per mescolare le schede. Poi il primo scrutatore estrarrà una scheda, osserverà il nome scritto e la passerà al secondo per la conferma. Il terzo leggerà il nome “a voce alta e intelligibile”.

    Conteggiati i voti, si vedrà se un candidato ha raggiunto il quorum dei due terzi (77 suffragi), necessario per l’elezione. Se così non sarà, le schede saranno bruciate dagli scrutatori (nel caso in cui si procedesse subito a una seconda votazione – non il primo giorno - le schede della prima sarebbero bruciate alla fine della seconda). Dalla bruciatura deriverà la famosa ‘fumata’: bianca in caso di elezione, nera altrimenti. Se avvenisse l’elezione, il prescelto dovrebbe dichiarare l’accettazione, dire il nome assunto e vestirsi con i paramenti papali nell’attigua “stanza delle lacrime”; seguirebbero una preghiera, una lettura, l’atto di ossequio dei confratelli, il canto del “Te Deum”. Il cardinale protodiacono (Jean-Louis Tauran) annuncerà allora dalla Loggia delle benedizioni l’ “Habemus papam” e l’eletto – dopo una sosta di preghiera nella Cappella Paolina - apparirebbe davanti al popolo riunito in piazza San Pietro. Discorso e prima benedizione “Urbi et orbi”. A che ora avverrà la prima ‘fumata’? Nel 2005 alle 20.04.

    Si diceva all’inizio della possibilità di elezione, non oggi, di un outsider (se i cosiddetti ‘papabili’, di cui si è detto ieri, prevedibilmente fallissero). Tra loro si possono annoverare per l’Europa i cardinali Erdoe, Bagnasco e Vallini; per l’America latina Joao Braz de Aviz, Robles Ortega, Rodriguez Maradiaga; per l’Africa i cardinali Sarah, Napier e Mongsengwo; per l’Asia gli indiani Toppo e Gracias, il filippino di madre cinese Tagle, il patriarca libanese Béchara Boutros Raï, lo srilankese Patabendige Don, il cinese (Hong Kong) Tong Hon.

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