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    SULLA MESSA-COMIZIO DI DON BIANCALANI A VICOFARO/PISTOIA

    SULLA MESSA-COMIZIO DI DON BIANCALANI A VICOFARO/PISTOIA – di GIUSEPPE RUSCONI – www.rossoporpora.org – 29 agosto 2017

     

    Qualche annotazione su quanto successo domenica 27 agosto a Vicofaro/Pistoia a margine della Messa domenicale. Il Turiferario Guastalamessa, inviato da ‘Avvenire’ per seguire gli eventi, accantona provvisoriamenteil turibolo e ridiventa per un paio di giorni Luciano Moia grazie a due cronache assai interessanti. Dà spazio alla fine anche a una grande paura...

     

     

    Chi oserà ancora cianciare di chiese che, Francisco regnante, si svuotano? Solo, per dirla con il direttor Tarquinio, alcuni cattivisti incalliti e irrecuperabili nella loro miopia. Sarebbe meglio che anch’essi constatassero ad esempio quant’era affollata il 26 luglio la chiesa di San Defendente a Ronco di Cossato (Biella), dove il parroco don Mario Marchiori aveva invitato la “grande italiana” (Franciscus dixit) Emma Bonino a propagandare l’iniziativa radicale per l’ampliamento dei diritti gli immigrati. E che dire (esempio fresco fresco) del ‘tutto esaurito’ di domenica 27 agosto nella chiesa di Santa Maria Maggiore a Vicofaro/Pistoia per la messa parrocchiale delle undici di don Massimo Biancalano. In questo caso addirittura un gruppone occupava in parte la piazza antistante. Vedete, cattivisti, come la cronaca, la pura e nuda cronaca, smentisca le vostre allucinazioni?

    Ma… c’è un piccolo ma… Riandiamo brevemente da don Marchiori a Ronco di Cossato: chi affollava la chiesa? Certo una parte dei parrocchiani (quelli catto-fluidi), ma rimpolpata sostanziosamente da simpatizzanti radicali e sinistri della zona. Del resto (vedi anche in questo stesso sito, rubrica Italia: “Senso del pudore, Marco Tarquinio, don Mario Marchiori”) larga parte dei presenti si è distinta sia per le ovazioni a Emma Bonino che per aver impedito - con improperi di ogni genere e cori di Fuori, fuori e Buffoni, buffoni – ai pochi rappresentanti dei movimenti per la vita di argomentare il loro motivatissimo dissenso dalle tesi della “grande italiana”.

    E chi c’era domenica scorsa dentro e fuori la chiesa (edificio nuovo, inaugurato nel 1973. accanto a quello antico) di Santa Maria Maggiore a Vicofaro/Pistoia?

     

    TUTTO E’ PARTITO DALLE FOTO CON DIDASCALIA DI DON BIANCALANI…

    Prima di tentare una risposta, ricapitoliamo come si è giunti a tale situazione. Don Massimo Biancalani, sangue caliente e di origine napoletana, è un sacerdote che da tempo fa parlare di sé per il suo impegno verso migranti, prostitute, omosessuali e lesbiche (come scrive il Corriere della Sera) e per l’apertura ai musulmani (che l’ha portato all’idea – cui ha messo un freno il vescovo di Pistoia mons. Fausto Tardelli - di mettere a disposizione la chiesa per le loro preghiere). Don Biancalani parla molto attraverso Facebook, dove qualche giorno fa – nel pieno delle polemiche italiane su migranti, ong, criminalità – inserisce alcune foto di migranti che sguazzano euforici nell’acqua di una piscina (entrata a pagamento, certo, ma – dice il don – “mi hanno fatto un buon prezzo”), accompagnate dalla didascalia “…e oggi… PISCINA!!! Loro sono la mia patria, i razzisti e i fascisti i miei nemici!”.

    La didascalia - espressione di tanta sublime soavità, saggezza e misericordia - suscita una valanga di reazioni, tra le quali quella del leader della Lega Nord Matteo Salvini, che definisce il sacerdote “anti-italiano”. Da parte sua Forza Nuova preannuncia che parteciperà alla messa del 27 agosto per “vigilare” sull’ortodossia della dottrina professata dal parroco. Interviene allora il vescovo Tardelli per ricordare che la valutazione dell’ortodossia di un prete dipende dal suo ordinario diocesano; comunica poi l’invio del vicario generale don Patrizio Fabbri per la celebrazione della messa in questione e sottolinea che la celebrazione eucaristica è qualcosa di profondamente diverso da un evento politico. Insomma, come ha titolato l’Avvenire catto-fluido: “Fuori la politica dalla Messa”. Intanto si mobilitano a sostegno di don Biancalani e in funzione “antifascista” proprio i catto-fluidi locali, il Pd (che promuove un presidio silenzioso sul sagrato) e il resto della sinistra (manifestazione più robusta).

     

    ALLA MESSA DI VICOFARO DI TUTTO UN PO’… MA QUANTI PARROCCHIANI?

    Torniamo alla domanda: chi c’era domenica 27 agosto dentro e fuori la chiesa di Vicofaro?

    Per il Corriere della Sera la chiesa era “stracolma di persone, e non solo fedeli, ma anche agnostici, atei, musulmani, buddisti, scout (NdR: e poteva mancare l’Agesci catto-fluida?), politici, amministratori”. Leggiamo il lungo articolo dell’inviato adorante de La Stampa: “Signore anziane con il ventaglio cercano di prendere posto. Arrivano gli scout (bis: ormai sono coccolatissimi dalla stampa del politicamente corretto), professori in pensione, genitori con i figli per mano”. E Repubblica’ si commuove: “C’è chi è arrivato da Firenze, chi da Livorno, chi da Prato. Solo per testimoniare solidarietà al parroco di Vicofaro”.

    Quanti in chiesa i fedeli della parrocchia? Forse non moltissimi, a giudicare dalle testimonianze raccolte dalla Gazzetta di Pistoia. “Lui (ndr: don Biancalani) ha fatto della parrocchia una cooperativa per africani islamici”, dice uno. E un altro: “I suoi parrocchiani sono scappati altrove”. Insiste un terzo: “Ha contribuito ad allontanare i credenti dalla chiesa, costringendoli ad emigrare altrove”. E la quarta voce: “Mia figlia, a catechismo da lui, non ci andrà mai”. Conclude il quinto parrocchiano: “La maggior parte della comunità è contraria a don Biancalani”. Esagerazioni? Non sembra, se ad esempio si pensa che, dopo settant’anni di sindaci ‘rossi’, nelle recenti amministrative Pistoia ha scelto di essere governata da un esponente di Fratelli d’Italia.

     

    SOAVITA’ DI SLOGAN FUORI DELLA CHIESA PER L’ARRIVO DELLA QUINDICINA DI ADERENTI DI FORZA NUOVA

    Fuori della chiesa, il segretario cittadino e il segretario regionale del Pd, con un picchetto silenzioso sul sagrato e un folto gruppo di sinistri, che si sono fatti sentire sia al momento dell’arrivo (scortato da un imponente servizio di sicurezza)) di una quindicina di forzanovisti che quando sono usciti dalla chiesa. Gli sputi, i fischi e le urla erano quelli di sempre: “Fascisti, carogne, tornate nelle fogne”, “Pezzi di m.”, “Fascisti, fascisti”, “Buffoni, buffoni”, “Fuori, fuori” (da gruppi dentro la chiesa). Mancava nell’armamentario forse solo: “Camerata basco nero, il tuo posto è al cimitero”. I sinistri sessantottini si sono anche appropriati di “Bella ciao” e “Fischia il vento”, hanno lanciato (con mira sbagliata) qualche ortaggio e, in ogni caso, se non ci fossero stati i poliziotti in tenuta anti-sommossa, avrebbero aggredito fisicamente i forzanovisti. Una menzione per la cronaca horror dell’inviato di Report Pistoia:  “Il silenzio (NdR: della piazza in attesa) si è rotto soltanto quando, da una strada laterale, fra due cordoni di polizia, è arrivato il drappello di 15 rappresentanti di Forza Nuova. Fra la gente c’è stato un brivido. Molti si sono avvicinati e sono partite bordate di insulti e un insistente Fuori, fuori…”. I forzanovisti sono stati fatti sedere su tre panchine sulla sinistra (tipo domicilio coatto) e, ça va san dire, hanno goduto dell’attenzione occhiuta per l’intera celebrazione non solo della polizia ma anche dalle tante anime pie che affollavano la chiesa. 

     

    UNA MESSA-COMIZIO PER MILITANTI CATTO-FLUIDI E SINISTRI

    Come si è svolta la messa? Proprio secondo gli auspici di mons. Tardelli? Qui, prima di dare la parola a una nostra conoscenza, riferiamo di quanto riportano alcuni massmedia. Per Repubblica “quando don Massimo Biancalani si affaccia sul sagrato, prima ancora che cominci la messa concelebrata con il vicario del vescovo di Pistoia, scatta un lungo e sentito applauso”. Dettagliata la cronaca in visibilio di Report Pistoia:  “Una folla enorme ha popolato la chiesa di Santa Maria Maggiore. Dal microfono si sottolinea che la grande presenza rappresenta un atto di solidarietà a don Massimo. E scoppia un lungo applauso”. Poi interviene don Biancalani che, all’entrata, aveva salutato i forzanovisti raccomandando loro di comportarsi bene: invita “a mantenere un clima giusto per celebrare l’Eucarestia”. Don Fabbri porta la solidarietà della diocesi (questa è “una gran bella sfida per tutti, ma quando un prete interviene in questo modo è anche un segnale per tutta la città. Se lui interviene è perché altri non lo fanno”) e la vicinanza dei vescovi toscani all’operato del confratello Tardelli “nella difficile situazione in cui la comunità cristiana pistoiese si è trovata a vivere la testimonianza evangelica”). Don Fabbri ha detto anche qualcosa d’altro, ma lo vedremo dopo. Ancora don Biancalani: “Vi chiedo scusa per tutto questo putiferio, che ha creato imbarazzo e difficoltà. (…) Questo clamore mediatico non è normale né piacevole. Vi chiedo ancora scusa” (NdR:  potrebbe partecipare con buone speranze al campionato mondiale di faccia tosta).

     

    UN’OMELIA CON TANTA ‘CHIESA IN USCITA’ E MISERICORDIA SUI GENERIS

    L’omelia di don Biancalani è durata circa mezz’ora  - “ma aveva davvero tante cose da dire”, evidenzia il cronista in estasi di Report Pistoia - ed è stata sottolineata da ovazioni in serie. Qualche stralcio (da La Stampa, Il Tirreno, Report Pistoia )

    . “Non sono un teologo, non ho cose straordinarie da dirvi. Il mio è solo un tentativo di seguire il Vangelo”.

    . “Nessuno ci ha chiesto un certificato di battesimo per entrare qui dentro. Le porte sono aperte”.

    . Lo stesso Gesù “ha avuto a che fare con tanta incomprensione e tante contrapposizioni. Nel Vangelo ha avuto tanti nemici” (NdR: non è che qui don Biancalani si allarghi un po’?)

    . “Le porte aperte della Chiesa che diventa  - come ha detto papa Francesco – ‘ospedale da campo’ , sono una indicazione che in qualche modo noi cerchiamo di riprendere”.

    . “Saremo giudicati non per quante messe avremo detto, ma se avremo dato da mangiare agli affamati”.

    . “Certo la bufera che sta succedendo non è l’ideale per il processo di questi ragazzi (NdR: ?). Li potete vedere, basta incontrarli: qualcuno li presenta delle volte come pericolosi soggetti con la bava alla bocca. Invece sono solo bambini”.

    . “La chiesa non si costruisce con le sicurezze del potere temporale; dobbiamo invece sentirci ai margini, non nelle sicurezze del Tempio” (Ndr: ?)

    . “Ho detto al vescovo: non sono un cattedratico. Il principio che seguo è l’obbedienza e la parola (NdR. proprio così, specie rispetto all’osservanza della legge…).

    . “Bisognerà trovare il coraggio di dire che i provvedimenti del governo italiano (Ndr: sulla questione dei migranti) sono inaccettabili. Eticamente, inaccettabili” (…) Sentiamo tante polemiche sui 35 euro al giorno dati ai rifugiati, ma stanno partendo fiumi di denaro verso le coste libiche. Non penserete mica che li fermino gratis? (…) “Non possiamo lasciare questi ragazzi in mano  a un sistema corrotto e spietato che domina le loro zone”.

    Alla fine dell’omelia standing ovation di alcuni minuti. Tutti in piedi a spellarsi le mani (ma non pensiamo per Gesù Eucarestia), salvo che i forzanovisti.

     

    UNA MENZIONE PARTICOLARE PER AVVENIRE: RITORNA IL TURIFERARIO GUASTALAMESSA, MA PROVVISORIAMENTE RIDIVENTA LUCIANO MOIA. ED ESPRIME ANCHE UNA GRANDE PAURA...

    Tra le cronache dell’evento ce n’è una che merita di essere evidenziata a parte. Infatti Avvenire ha mandato a Pistopia nientepopodimeno che… il Turiferario Guastalamessa, al secolo Luciano Moia.

    Parentesi: il Guastalamessa era reduce da un gran prodezza, di cui ha dato conto sull’Avvenire del 20 agosto, sotto il titolo “Scout gay, un caso da affrontare” e sottotitolo “L’Agesci propone un tavolo di confronto tra le associazioni”. Nel testo si leggeva anche questo passo, a proposito del capo scout di Staranzano (Gorizia) unitosi civilmente e festosamente con un consigliere comunale del Pd– con la benedizione dell’assistente ecclesiastico don Eugenio Biasiol e dei vertici regionali dell’Agesci: “Non si tratta solo di stabilire se il capo scout in questione abbia offerto una testimonianza di vita coerente con i valori dell’associazione e quindi con la proposta cristiana sul matrimonio e sulla famiglia….” Caro Guastalamessa, “se”? Solo un catto-fluido può esprimersi in tal modo, non certo un cattolico! Chiusa la parentesi.

    Da Pistoia il Nostro ha scritto sia prima che dopo la messa del 27 agosto. Soffermiamoci sul ‘dopo’ e allora troviamo due articoli, uno apparso ieri – lunedì 28 agosto – su Avvenire.it – e l’altro oggi – martedì 29 agosto – su Avvenire cartaceo. Sono due testi interessanti. Si può perfino ipotizzare che l’aria di Pistoia e (forse) gli slogan ascoltati davanti alla chiesa di Vicofaro abbiano rivitalizzato in tal misura il sangue del vecchio Luciano da suggerirgli di abbandonare per un paio di giorni il turibolo di Guastalamessa: il risultato si è visto subito, perché le cronache del (provvisoriamente) ritrovato Moia sono ricche di considerazioni (anche ironiche), certo in genere felpate (come suo costume) - con l’utilizzo abbondante dell’artifizio l’artifizio delle domande retoriche – ma a volte almeno parzialmente condivisibili.  

    Qualche esempio.

    28 agosto,  Avvenire.it . Su don Massimo Biancalani/1:  “Innanzi tutto è un uomo di grande simpatia, poi ha una stazza da lanciatore di peso, più di un metro e novanta per circa un quintale di peso” (NdR: qui ha qualcosa da dire l’esponente della sinistra pistoiese non piddina Francesco Lauria che osserva impietosamente su ‘Report Pistoia’: “Don Massimo Biancalani non va idolatrato, non è un novello don Milani, ha pregi e difetti, spesso è molto, troppo impulsivo e paradossalmente davvero scarsamente capace di dialogo con chi non la pensa come lui”). “Appassionato, simpatico, ribelle, un po’ sopra le righe”.

    28 agosto,  Avvenire.it . Su don Biancalani/2 (dopo l’omelia con il giudizio duro sulla ‘stretta’ annunciata dal governo in materia di migranti e ong): “Forse sarà davvero così, ma è davvero l’omelia della Messa il momento più adatto per valutazioni politiche di questo tipo?

    28 agosto,  Avvenire.it. Sullo svolgimento della Messa: “E’ bene ammetterlo subito, la liturgia celebrata nella parrocchia all’estrema periferia ovest di Pistoia, è stata tutt’altro che ordinaria. La preghiera – se c’è stata – è stata tutta ritmata dagli applausi e, soprattutto all’inizio e alla fine, condita da qualche fischio, qualche slogan vecchio stile e alcuni canti partigiani”.

    28 agosto,  Avvenire.it. L’auspicio vanificato del vescovo Tardelli: “L’impegno del vescovo Fausto Tardelli per riportare la questione nel suo alveo naturale – quello di una celebrazione eucaristica –, per precisare anche con toni indignati che la pretesa di ‘esaminare’ l’operato di un sacerdote appariva del tutto inaccettabile e per chiedere alla politica di fare un passo indietro, è valso a convincere solo gli uomini di buona volontà. Ma tra il migliaio di persone che già un’ora prima dell’inizio della celebrazione, affollano il piccolo piazzale davanti alla moderna costruzione, difficile dire quante lo siano davvero. Ci sono, numerosissimi, gli operatori dei media”.

    28 agosto,  Avvenire.it. Clima di scontro e uscita dalla chiesa di Forza Nuova alla fine della messa: “C’entra il clima di scontro alimentato sui social da posizioni intollerabili e da qualche uscita non proprio ben calibrata (il felpato Moia si riferisce forse alle foto e alla didascalia pubblicate da don Biancalani su Facebook?), c’entrano le tensioni sociali di un fenomeno come l’immigrazione che né a livello locale né sui grandi scenari nessuno sembra in grado di governare al meglio, forse c’entra anche la voglia assurda di rispolverare vecchie contrapposizioni che sembravano sepolte sotto la polvere dei decenni e delle tragedie. Invece, quando alla fine della Messa, il gruppetto di Forza Nuova viene accompagnato all’uscita dalla polizia, c’è ad attenderlo una folla di antirazzisti e di altri ‘anti’ che riprende minacciosamente con gli slogan di cui sopra e conclude intonando a lungo “Bella ciao”. Per canti liturgici e segni di pace ripasseremo un’altra volta”.

    29 agosto,  Avvenire. La preoccupazione di Moia per…: “Basta una Messa per chiudere una vicenda che per giorni ha diviso ( NdR: notare il ‘diviso’) una comunità? E’ la domanda che in tanti si fanno in queste ore a Pistoia, ma che potrebbe essere replicata in tutte le città dove la scelta di aprire le braccia all’accoglienza degli immigrati sembra difficile da far digerire” NdR: allarme rosso in casa galantina? Che facciamo se don Biancalani trova imitatori e suscita reazioni spiacevoli? Brutta gatta da pelare per i catto-fluidi!

    29 agosto,  Avvenire. L’ironia di don Fabbri, vicario generale diocesano: “Il vicario generale (…) ha saggiamente preso spunto dalla partecipazione numericamente straordinaria per invitare tutti a tornare anche domenica prossima. Se il Vangelo e la Messa sono sempre gli stessi, perché tutto questo entusiasmo non può essere replicato?”

    29 agosto, Avvenire. Sull’omelia: “Il commento al Vangelo è diventato lo spunto per una serie di altre considerazioni non solo sul dovere dell’accoglienza, sull’esigenza di unire e non dividere, ma anche per una serie di critiche pesanti al Governo per le scelte in Libia. Se l’obiettivo era quello di tenere lontano la politica dalla celebrazione eucaristica, qualche sbavatura purtroppo si è verificata”.

    29 agosto, Avvenire. Politica in chiesa e consigli per il futuro: “Domenica, nella chiesa di Vicofaro a Pistoia, la politica era presente, eccome. Ed è stata anche imvasiva. Non solo per la presenza di Forza Nuova, ma anche per la scelta del Pd di organizzare un picchetto silenzioso sul sagrato e, soprattutto, per l’adunata dei gruppi antirazzisti e antifascisti che hanno portato davanti alla chiesetta centinaia di militanti. (…) Tutto molto poco liturgico. Evidente che il consenso sulle scelte a proposito dell’accoglienza agli immigrati, a Pistoia come altrove”, dovrà essere organizzato in altro modo”. Dunque, postilliamo noi, senza messe-comizio come a Vicofaro.

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